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Autore: Zayn_Kebabbaro_Malik    25/12/2012    20 recensioni
Loro due sono così simili, ma con storie totalemente diverse. Come si possono definire due persone uguali, ma non compatibili ? Lei è Katherine, la quale ha visto con i suoi occhi l'unica persona che teneva a lei andarsene per sempre. Che futuro può avere una bambina che sin dall'infanzia deve subire le conseguenze degli errori degli altri ? Kate passerà nelle mani di verie famigli che la adotteranno, ma lei ha paura che, affezionandosi agli altri, anch'essi se ne vadano via come aveva fatto suo fratello. Lui è un ragazzo menefreghista e superficiale, non capirà sin dall'inizio il valore che Katherine ha, forse troppo tardi. Una cosa che hanno in comune è il fatto di non arrendersi: nessuno dei due cederà e si mostrerà debole davanti all'altro. Almeno fino a quando non sapranno amarsi come pochi sanno fare.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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What Does He Feel ?

A volte non ci rendiamo conto del fatto che da un sentimento ne nasce un'altro. Da un'amozione eccone un'altra. Da un esperienza, l'altra nuova. Senza rendercene conto miglioriamo le persone, e loro, a loro volta,influenzano noi. A volte mi basta guardarti negli occhi per capire tutto l'amore che provi per me. Non hai mai avuto bisogno di dirmi che mi ami. Con te non sono mai servite le parole. Ci siamo sempre odiati, amati, corteggiati guardando l'uno negli occhi dell'altro. Ognuno di noi ha vissuto degli occhi dell'altro.

Sentivo una mano calda scuotermi poco delicatamente per un braccio mentre qualcuno continuava a chiamarmi per nome. Mugugnai qualcosa incomprensibile ad orecchio umano per poi riavvolgermi nell calde coperte: l'autunno era alle porte, e a Holmes Chapel il freddo cominciava già a farsi sentire, anche se non troppo. All'improvviso sentii il viso bagnato e il petto freddo. Mi lazai di botto e trovai il riccio senza nome con un bicchiere d'acqua in mano, intento ad osservarmi con un sorriso sghembo sul viso. Mi ero svagliata con la maglietta fradicia e i capelli altrettanto bagnati con uno sconosciuto in camera. Tutto normale, giusto ?

Notai che il riccio non accennava a scollare gli occhi dalla mia canotta, così abbassai anche io lo sguardo per capire cosa c'era di interessante. Merda. Dato che la maglietta era bianca, con l'acqua era diventata trasparente, ed ero senza reggiseno. "Esci.Subito.Da.Qua." dissi con sguardo assassino mentre alzavo la testa lentamente,tirando su la coperta fino al collo.

Il riccio sbuffò ed uscì dalla stanza mormorando un "muovi il culo, ti stanno aspettando per la colazione". Buttai le coperte a terra nervosa per il risveglio poco dolce. Tossii forte: perfetto, mi ero anche ammalata per colpa di quel demente. Prima o poi lo ritroveranno rinchiuso in uno sgabuzzino legato, imbavagliato e con degli stuzzicadenti infilati in pancia.

I miei pensieri non facevano altro che farmi sentire fiera della mia intelligenza e fantasia. Mi cambiai velocemente prima di ammalarmi di più, raccolsi il capelli in una coda disordianata e scesi strisciando i piedi per terra: quel giorno pesavano più del solito. Arrivai in cucina dove trovai che tutti facevano colazione: ancora una volta il mio posto era tra il riccio e il padre.

Era il secondo giorno che ero con loro e l'unico nome che mi ricordavo era quello di Anne. Forse perchè per me rappresentava una figura materna, qualcosa che mi è sempre mancato e di cui necessitavo, nonostante mi ostinassi a negarlo pure a me stessa.

Non avrei mai accettato il fatto di affezionarmi a quelcuno: ero consapevole che se le persone mi conoscessero veramente mi avrebbero abbandonata.

Mi sedetti sulla sedia salutando con un flebile "ciao" Anne e suo marito che mi sorridevano raggianti. Ma come si fa ad essere così allegri di prima mattina, anche se non era tanto prima mattina, dato che erano le dieci passate. Dettagli.

Presi la metà di una fetta biscottata e cominciai a mangiarla con la velocità di un bradipo in coma, tanto perchè non mi chiedessero perchè non mangiavo. "Allora, Kate" Anne ruppe il silenzio.

"Non chiamatemi Kate, per favore" la interruppi bruscamente alzando lo sguardo dal tavolo.

"Scusami non volevo. Come possiamo chiamarti ?"

"Basta che non sia quel soprannome" odiavo che qualcuno mi chiamasse Kate: era il sopranome con il quale mi chiamava solo Chris. Nessuno poteva permettersi di tentare di rimpiazzarlo nella mia vita. Non ci sarebbero riusciti.

"Allora Katy, hai fatto un po' di amicizia con Harry ?" E mo chi era Harry ? Stavo per fare la domanda quando vidi il riccio dare improvvisamente attenzione alla madre. Ora ricordo: Harry era loro figlio.

"Ehm, sì sì. E' stato molto carino a venirmi a chiamare per la colazione" dissi mentre lo fulminavo con lo sguardo, il quale fu ricambiato dal solito ghigno. La donna annuì soddisfatta, inconsapevole del modo in cui ero stata svegliata.

"Harry, che ne dici di mostrare a Katy la città, magari potreste anche andare in piscina." propose. Per quanto tentai, non riuscivo a rendermi invisibile. Il riccio annuì sbuffando, ma cercando di nascondere quanto era seccato alla madre.

"Io vi ho già preparato il pranzo, dai andatevi a preparare" continuò la donna sorridente. Sorrideva sempre ? Ho solo sedici anni, non credo di avere fatto così tanto di male nella vita per meritarmi di stare tutto il pomeriggio con Enric ?

Mi alzai di malavoglia dalla sedia e mi trascinai fino al piano superiore per poi recuperare la borsa, nella quale avrei messo la roba. Mi misi il costume e mi misi i vestiti sopra. Nella borsa misi il telo - il quale si trovava già nella mia stanza al mio arrivo- , la spazzola, il cambio e la crema abbronzante. Mi misi la borsa sulla spalla e scesi cercando di essere il più normale possibile, a differenza di stamattina. Trovai Enric già pronto con il cesto in mano, il costuime già addosso e con una maglietta leggera sopra. Uscimmo dalla grande villa e ci dirigemmo verso quella che doveva essere la sua macchina. E che macchina. Appoggiai la roba dietro e mi sedetti davanti. Mi posizionai accovacciata, con i piedi sul sedile e la schiena appoggiata alla portiera. Notai che Harry appena seduto si voltò e si mise a fissarmi con un sopracciglio alzato.

"Tu ora metti i piedi giù dal sedile e ti metti la cintura" ordinò il riccio serio senza muoversi minimamente dalla posizione precedente.

"Se no ?" lo provocai con un sorriso sghembo sul viso.

"Metti giù i piedi" ignorò la mia provocazione, alzando leggermente il tono della voce. Notando che non accennavo a muovermi o a rispondere si arrese e mise in moto. Avevo vinto. Presto arrivammo davanti ad un grande edificio, il quale probabilmente doveva essere la piscina. C'erano più vasche grandi, contornate da un prato di erba sintetica. Appoggiai la borsa vicino ad un ombrellone per poi levarmi i vestiti e rimanere in costume. Notai che più sguardi erano posati su di me, i quali mi davano parecchio fastidio, sapendo dove erano posati. Mi affrettai a tuffarmi in acqua per poi raggiungere l'altra parte della vasca. Notai che qualcuno si stava avvicinando da dietro, ma non ci feci caso; la mia pace non durò tanto, dato che sentii improvvisamente del calore sulla vita: qualcuno mi stava tenendo da dietro. Inizialmente non mi accorsi che l'ombra era dirtta verso di me, dato che ero rivolta di spalle, ed ero appoggiata sul bordo della piscina. Sentii un petto muscoloso venire a contatto con la mia schiena fretta. Rabbrividii a quel tocco per la pelle calda che sembrava stesse cercando la mia gelida. Mi voltai di scatto per capire chi era, dato che non conoscevo nessuno in questa città. Era un tipo piuttosto alto, biondo, occhi azzurri, muscoloso e stupido sorriso idiota della serie "Ehi baby, ci sto provando con te, e tu non mi dirai di no". Cosa che con Katherine non funziona. Cercai di spingerlo più in là, dato che le distanze erano minime e il tipo non faceva altro che avvicinarsi. Non avevo mai avuto una relazione serie, anche perchè tutti i ragazzi che c'erano all'orfanotrofio erano dei poco di buono. Il viso di questo ragazzo mi era famigliare, ma ancora non riuscivo a ricordare chi era. "Lasciami andare, stupido" sbottai cercando di liberarmi dalla sua presa sui miei polsi, che aveva fermato nel mio tentativo di spingerlo via.

Il biondo non accennava a rispondere, e a quanto pare non aveva la minima intenzione di lasciarmi andare. La sua presa sui miei polsi si faceva sempre più potente ogni volta che cercavo di oppormi quando si avvicinava. Non avevo via di scampo, in più non conoscevo nessuno che avrebbe potuto aiutarmi: l'unico che conoscevo era Enric, il quale era sparito misteriosamente. Quel ragazzo era inutile. Mentre cercavo una soluzione sentii improvvisamente della pressione sulle labbra mentre una sua mano si insinuò dentro alla parte posteriore degli slip del costume e cominciò ad accarezzarmi; nel frattempo l'altra mano mi seneva entrambi i polsi dietro la schiena. Ero intrappolata e non avevo via di scampo. Ero debole in confronto a lui, e non avevo le forze di oppormi. Improvvisamente sentii una voce famigliare alle mie spalle.

"Lasciala stare" urlò. Era Enric: era venuto a salvarmi; meglio tardi che mai, no ? A quel punto sentii le labbra dello sconosciuto staccarsi dalle mie, ma la sua mano non si muoveva a togliersi. Lo vidi fissare minaccioso Enric, e approfittando della sua distrazione, caricai una gamba e la diressi immezzo alle sue gambe. Il tipo ritirò la mano dal mio sedere per tenersi la parte dolorante. Mi affrettai a balzare fuori dall'acqua e posizianarmi di fianco ad Enric.

"Muoviti, andiamo" ordianai prima che lo sconosciuto si riprendesse. Presi il riccio per una mano e lo trascinai verso il luogo in cui avevamo lasciato la roba. Mi vestii velocemente senza togliermi il costume e uscimmo da quel luogo. Mentre uscivo velocemente da lì sentii la stessa mano di poco prima afferrarmi da dietro per un polso e mi fece girare con la forza. Mi ritrovai di nuovo di fronte al tipo sconosciuto. "Ma si può sapere cosa vuoi ? Mollami" urlai contro al ragazzo che era ancora bagnato e in costume da bagno. Non rispose ancora, mentre tentava ancora di avvicinarsi a me.

"Ti ha detto di lasciarla stare" lo fermò Enric posizionandosi tra me e lui.

"E tu chi sei ?" lo provocò il biondo lasciando finalmente la presa sul mio polso e spintonando il riccio.

"Questo non ti deve interessare. Stalle lontano. Hai capito ?" alzò la voce.

"Nessuno ti ha chiesto di intrommetterti" ribattè il tipo buttando Enric a terra prima di scagliarsigli contro. Continuarono a picchiarsi, ma il riccio stava avendo la peggio, dato che l'altro era molto più alto e muscoloso. Era stremato ed era coperto di sangue: dovevo aiutarlo, ma come ? Mi guardai intorno, in cerca di qualcosa da usare come arma, e trovai una bottiglia di birra vuota in vetro abbandonata a pochi metri da dove ero io. Corsi verso l'oggetto, il quale sbattei con tutte le mie forze sul biondo. Lo vidi accasciarsi a terra e perdere i sensi: missione compiuta. Aiutai Enric ad alzarsi e lo aiutai ad asciugarsi dal sangue, anche se ero poco d'aiuto dato che ne ara uscito con un occhio nero e il labbro e il naso sanguinanti. Probabilmente Dio era sceso in terra, dato che mi sentivo in colpa per Enric. Il riccio si mise al posto di guida.

"Sei sicuro di poter guidare ?"

"Sì" rispose secco e con tono abbastanza alto. E ora perchè si comportava così ?

"Se devi essere arrabbiato con me, nessuno ti ha obbligato a farlo" sbuffai allacciandomi la cintura.

"Se ti fosse successo qualcosa sarei stato nei guai con i miei: l'ho fatto semplicemente per questo motivo" continuò con tono ancor più gelido, tale che mi penetrò. Sputò quelle parole come veleno, ed i suoi occhi, che adesso sembaravano ghiacciati, rendevano le sue parole ancora più concrete.

"Ce l'avrei fatta da sola" non gli avrei lasciato l'ultima parola, anche se ero consapevole del fatto che non c'era nulla di vero nelle mie parole.

"Ovviamente" ribattè acido mentre non accennava a distogliere lo sguardo dai miei occhi, i quali a loro volta fissavano i suoi, alla ricerca di ciò che si nascondeva oltre. Nulla. Quel ragazzo era capace di mutare le proprie emozioni, in modo che le persone non riuscissero a capire cosa provasse, così facendo costringeva le persone a credere alla falsa maschera che portava. Come me. Sapeva nascondere le sue emozioni per non esporsi alle persone. Ero imbambolata da chissà quanto,

e nessuno accennava ad arrendersi in quella guerra per capire l'altro. Distolsi lo sguardo dal suo sbuffando, mentre mi rivoltavo in avanti. Non riuscivo a reggere l'effetto dei suoi occhi, non riuscivo a guardarli senza distogliere lo sguardo. Era stupido, ma ero convinta che la persona che mostrava non era quella che veramente era. Il riccio fece partire e in poco arrivammo a casa. Erano solo le due e non c'era nessuno in casa. Probabilmente Anne e suo marito ne avevano approfittato per uscire insieme. Notai che Enric teneva ancora il fazzoletto sul naso, quindi decisi di aiutarlo a medicarsi, tanto per sdebitarmi e fare in modo che la smettesse con questa scenata. Scesi con la valigetta, e nel frattempo si era comodamente stravaccato e acceso la tv.

"Vedo che stai proprio male" dissi sarcastica mentre mi sedevo a finaco a lui in modo da essere comoda.

"Sempre simpatica" ribattè con altrettanto sarcasmo.

"Sta un attimo fermo" continuai mentre gli disinfettavo un graffio sul viso. Notai che i suoi occhi avvano cambiato colore, o meglio, tonalità. Avevano un verde acceso, erano speciali, quant'era vero che erano l'unica cosa che mi trattenevano dal tirargli un pugno in faccia.

"E smettila di lamentarti, Enric. Ti sta solo sanguinando il naso !" sbuffai ad un certo punto, stufa delle sue lagne.

"Potrei morire dissanguato" rispose fiero della sua affermazione "Aspetta, com'è che mi hai chiamato ?"

"Enric, perchè ?"

"Non mi chiamo Enric"rispose divertito.

"E sentiamo, com'è che ti chiameresti ?" dissi sicura di avere ragione.

"Harry" disse esasperato. Uno a zero per Harry.

"Capirai. Che differenza. Enric, Harry, sempre uguale" sbuffai continuando a pulirgli il viso. Il mio sguardo si soffermò involontariamente sulle sue labbra : pure quelle erano perfette, ma data la stupidità di quel ragazzo, era una bellezza sprecata.

"Lo conoscevi ?" chiese di botto Harry fissando ogni mio movimento.

"Chi ?" mi fermai un attimo a guardarlo per poi tornare a disinfettare il ginocchio.

"Ahia, brucia! " si lamentò "Comunque mi riferivo al tipo di prima " nella sua voce c'era una nota di insicurezza. Forse credeva che ci fosse qualcosa tra me e lui.

"No, non lo conosco" risposi con voce piatta senza tralasciare alcuna emozione, anche se ero sempre più convinta di averlo già visto, di conoscerlo.

"Non ci credo" era convinto che io gli mentissi.

"Se anche non fosse vero, non sarei tenuta a parlarti di chi conosco e chi no" sbottai alzandomi.

"Ti ricordo che se non fosse per me, quello là avrebe potuto farti qualsiasi cosa" rispose irritato, anche lui alzandosi.

"Te l'ho già detto. Non eri costretto a farlo" mi irritava il fatto che mi desse la colpa di quello che aveva fatto a lui.

"Mi sarei messo nei guai se non l'avessi fatto"

"Potevi semplicemente dire che non ti ho dato ascolto" lo sfidai.

"Smettiamola" sbottò sedendosi mentre si massaggiava gli occhi con una mano. In quell'istante mi misi a starnutire ripetutamente. Stupido Harry, che mi sveglia versandomi l'acqua addosso. Lo sentii ghignare.

"Vedi ? E' sempre colpa tua!" sbuffai mentre mi buttavo a peso morto su di Harry per poi prendere il telecomando e accendere la tv, facendo poco caso al tipo sotto di me che imprecava per il dolore e mi malediceva in tutte le lingue.

"Sai Katy" cominciò il riccio dolcemente "Pesi com una vacca!" urlò le ultime parole, facendomi sussultare per lo spavento, per poi buttarmi per terra.

"Stupido ! Ahia! Ho sbattuto la testa sul tavolino !" mi lagnai come una bambina di quattro anni.

"Ora siamo pari" disse fiero mentre cambiava canale. Mi diressi spedita verso la cucina e riempii un bicchiere d'acqua fredda. Ritornai in salotto senza che Harry mi notasse e versai lentamente l'acqua sula sua testa dicendo "No Harry, ora siamo pari" ghignai alla vista del riccio che si disperava per i suoi capelli. In quel preciso istante tornarono Anne ed il marito senza nome, i quali guardavano allibiti la scena.

"Ehmm, sai Anne, Harry stava cercando di bere, ma imbranato com'è, si è versato l'acqua addosso" improvvisai cercando di trattenere le risate. "Sciocchino" mi rivolsi a Harry con finto tono dolce, il quale si limitò ad incenerirmi con lo sguardo.




Don't kill me, please !

Lo so, fa schifo pure a me. L'ho scritto tanto per lasciarvi qualcosa dato che a Natale sono tutti più buoni. Ma mi farò perdonare, promesso. Non vi chiedo se il capitolo vi è piaciuto perchè immagino già la risposta. No.

Eniuei. Volevo ringraziare tutte quelle che hanno recensito. Giuro ragazze, mi sono commossa. Avevo le lacrime agli occhi. So che in confronto alle altre scrittrici ho pochissime recensioni, ma il semplice fatto di sapere il vostro parere e sentire che riesco a colpirvi mi rende felice. Siete degli amori :3 Un ringraziamento va anche a chi ha messo la storia in preferite, seguite e da ricordare. Mi fate commuovere :')

Vi lascio con questa merda di capitolo e qualche gif. Buon Natale a tutte.

Un Bacio.

Ecco il costume di Kate :

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E questo è il suo abbigliamento :

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Mi viene da ridere a pensare che il suo nome in Italiano è Aroldo *Rotolo*





Fai "Ciao" con la manina.



Chi è ancora viva ?






































You're not normal. You're special.




Sei PERFETTA.
  
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