Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: emikillavvvvvvcxv    26/12/2012    3 recensioni
Lui la notò fin dal primo giorno.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente mi sentivo stanchissima, forse perchè avevo pensato tutta la notte alle parole di Ryan. "Non fermarti alle apparenze." E' buffo, ma ci pensai tutta la notte.
Ero così stanca che alla prima ora di lezione del professore Barlotti, di geografia, mi addormentai. -Hey svegliati.- Sentivo rimbomare queste parole. Era una voce maschile, una voce familiare. Chi è? Chi è che disturba il mio sonno? Lasciatemi in pace, cristo. -Svegliati.- sentivo sussurrarmi ancora una volta nell'orecchio con una mano che mi scuoteva la spalla. Provo ad aprire gli occhi ma non ci riesco, si chiudono subito. "Splash", se si può definire così il rumore. Ero tutto bagnata. nel vero senso della parola. Apro gli occhi e, boom, mi trovo davanti Justin.  -Ma allora sei viva.- mi disse con una voce preoccupata. Si era preoccupato per me? Impossibile, mi prendeva in giro. Non ci pensai due volte a rispondere  -Che c'è? Ti importa?- dissi facendo un sorriso. Justin all'inizio mi fece una smorfia e mi si avvicinò all'orecchio dicendomi con la sua bocca a cuoricino -Forse.- e se ne andò sorridendo.  
Forse? Cosa voleva dire "forse"? Si o no? Non capivo se mi pigliava per il culo.
Inizio a girarmi cercando di capire perchè la classe era vuota. Ricreazione, wow, avevo dormito due ore. Mi si avvicina Emmy dicendomi -Ti piace?- con un sorriso stampato in faccia. -Ma sei scema? No.- gli risposi frettolosamente e abbassando lo sguardo.  Io non sono il tipo di ragazza di cui i ragazzi si innamorano. -Come fai a sapere di chi parlo?- ridacchiò. Feci solo un'alzata di spalle sbuffando, non sapevo cosa rispondere.
Finalmente risuonò la campanella. Entra la professoressa di scienze, a primo impatto sembra una persona buona, così mi rimetto a dormire. Non faccio in tempo a chiudere gli occhi che le cinque ore di scuola sono già finite. All'uscita di scuola vado, come sempre, da Ryan per farmi accompagnare, ovviamente con lui c'era Justin. Sembravano due fratelli. L'unica differenza è che Justin ha i capelli di un finto biondo, Ryan li ha castani.
-Ryan vieni o stai quì con i tuoi amici?- gli domandai. -Vengo, vengo.- mi rispose. Anche Justin venne con noi, lui non abità lì, perchè dovrebbe venire con noi? Ero curiosa -Justin, che ci fai tu qua?- gli domandai. -Che c'è? Ti importa?- rispose ridendo e imitando la mia voce. -Forse, gngn.- gli dissi cercando di imitare la sua. Io, Ryan e Justin scherzammo per tutto il tragitto. Ryan aveva ragione, mai giudicare un libro dalla copertina.
Sono entrata in casa con un sorriso stampato sulla faccia, ma che durò ben poco. Mio padre e mia padre stavano piangendo come dannati. Che è successo? Andai da loro -Mamma, papà, che è successo?- con una voce preoccupata. -Dobbiamo andare all'ospedale, e di corsa.- dissero ancora piangendo. Mi  limitai a continuare a fare domande, posai lo zaino e andammo di corsa tutti in macchina.
E Matt? Strano, oggi non aveva il tempo pieno. E se gli è successo qualcosa? Spero di sbagliarmi, spero con tutto il cuore che è a mangiare da un amico.
Non sapevo più cosa pensare, il tragitto in macchina sembrava non finire mai.

Siamo scesi di corsa dalla macchina -Mamma spiegami cos'è successo.- urlai agitandomi. Non mi risonde, è come se fossi diventata invisibile. Siamo entrati di corsa nell'ospedale. -Dov'è?- chiese mia mamma piangendo. -Lei è la signora Hamilton giusto?- domandò la dottoressa. -Sì, sono io. La prego mi dica dov'è.- ancora una volta piangendo. -Mi segua pure.- 
Ci ha portati nella camera e ha aperto la porta. Mi sento come se il mondo mi fosse crollatto addosso. Gli occhi sono già diventati gonfi dalle lacrime. Piango. Singhiozzo. Sto di merda. Mio fratello è in coma. Perchè proprio a lui? Matt è un ragazzo stupendo, non se lo merita. Anche se litighiamo sempre ammazzerei chiunque per lui, sono molto protettiva nei suoi confronti. -Com'è successo? Perchè?- gli chiesi singhiozzando. -Le persone che ci hanno chiamato dicono che è stato investito.- mi rispose la dottoressa Martelli. Investito? Vorrei sapere chi è stato quella merda di persona che l'ha investito. Mi limito a risponderle e mi metto a sedere accanto al mio fratello -Lo so che non sono la sorella migliore, ma ti voglio un bene dell'anima, scusa se spesso litighiamo. Ti prego non lasciarmi proprio ora.- gli dissi sussorandoglielo all'orecchio. Passai tutto il giorno nell'ospedale, a vedere se si riprendesse, ma niente.
Verso le otto io e papà siamo tornati a casa, invece mamma è rimasta nell'ospedale. Non avevo nemmeno fame, eppure non avevo nemeno pranzato. Volevo solo andare a letto e sperare che era tutto un incubo, anche se sapevo che non era così.
Il mattino dopo mi svegliai ancora con gli occhi gonfi, avrei preferito non andare a scuola ma avevo già saltato tre mesi, non potevo non andarci. Mi sentivo di merda, ma dovevo fingere un sorriso, non volevo che qualcuno sapesse questo fatto. Tranne Ryan, a lui lo avrei detto. 
Alla prima ora c'è inglese, la mia materia preferita. La professoressa è anche simpatica, sa coinvolgerti nella lezione. Ma guarda caso non era il mio giorno fortunato. -Dovete descrivere la vostra famiglia, appena avete finito me lo consegnate e vi darò un voto.- disse la professoressa. Fantastico. Cercavo di trattenermi dalle lacrime ma era più forte di me. Mi sono alzata e ho iniziato a correre verso il bagno piangendo. Sentivo tutte le voci dei compagni che dicevano -Ma che ha fatto?- Mi chiusi dentro il bagno, ma all'improvviso sentii dei passi che si avvicinavano sempre di più. Chi è? Come ha fatto a trovarmi? Avrà sentito il rumore del pianto e mi ha trovata.
Apre la porta.
E' Justin. Justin? Ancora una volta non sapevo cosa pensare. -Hey ma perchè sei scappata?- mi domandò.  L'ho guardato, ma non ho risposto, non ce la facevo.  -A me puoi dirlo. Perchè sei scappata? Perchè stai piangendo?- mi domandò ancora uan volta. -Non credo che ti interessi veramente.- -A me sì, veramente tutti i compagni della classe stanno cercando di capire che ti è preso.- ribattè subito lui. -Mio fratello è in coma, contento? Vorrei solo morire.- gli risposi. -Non lo dire manco per scherzo, si rimprenderà, è una persona forte.- portò le sue mani verso il mio viso e mi asciugò le lacrime, poggiò la sua mano verso la mia e mi tirò su. Mi abbracciò. Forse è stato l'abbraccio più bello che mi abbiano mai dato. Mi si bloccò lo stomaco. -Che ne dici se invece di ritornare in classe scappiamo a mangiare un po' di pizza? Ci daranno per dispersi.- disse ridendo. Era carino, cercava di distrarmi. -Perchè no?- risposi accennando un sorriso. -Dammi.- mi disse Justin prendendomi la mano. Abbiamo iniziato a correre come dei ladri che scappano quando ci sono i carabinieri. Avevamo tutti e due le mani un po' sudate, faceva anche caldo, ma non ce la lasciavamo lo stesso. Finalmente siamo arrivati davanti alla pizzeria, apriamo la porta e.. Mi sento ghiacciare.
C'era proprio lui davanti a me. Lui mi sorrise. Lui conosce Justin. Rimasi lì ferma come una pietra a guardarlo.

Beene il secondo capitolo èfinito.
Spero vi sia piaciuto 
e che vi metta un po' di suspence ahaha.
Se volete fate delle recensioni,
vorrei capire se vi piace o no.
Grazie se lo leggete :)

  
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