Successe, che una volta ero sul punto di perdere il controllo.
Eravamo dei bambini, e Naruto, con la sua testardaggine zompava sempre da una parte all'altra in cerca di ramen, o, in cerca di me. 
La mia infanzia, come la mia vita fino a poco fa, era riempita di dubbi. Su mio fratello, mio padre, il mio clan, e l'intero villaggio della foglia.
E, quasi me ne vergogno, ma ciò che mi mancava più d'ogni altra cosa era mia madre.
Ritagliai un quadratino della stoffa dei suoi vestiti alla sua morte, e la tenevo sempre in tasca pronto a piangerci sopra come un poppante non appena la solitudine m'accoglieva.
Mi confidavo con quel resto di lei maledincendo mio fratello, e dicendo che volevo più forza. Che volevo ch'esistesse  qualcosa di giusto,e, se l'esistenza ancora non vi era presente, l'avrei fatto io qualcosa che ritenessi giusto. 
Le sedute divennerro sempre più rare quando, e me ne rosi conto in seguito, temevo sempre più l'arrivo di qualcuno. Specialmente di Naruto, quale mi cercava sempre per sfidarmi.
E un giorno successe.
Mi trovavo in riva al fiume durante il tramonto, dopo gli allenamenti. 
Il sole sembrava essersi ingigantito, ma il che m'interessò per molto poco. Tutte queste cose, m'interessano molto poco. 
Tenevo il pezzo di stoffa tra le mie mani, e ci avvolsi il kunai che presi in quel momento. 
Ero debole . Tutti quei legami che avevo con i ricordi, la mia squadra, gli oggetti, mia madre, mi rendevano debole. 
E infatti, ricominciai a lacrimare. Aiutato dall'arma distrussi il mio ultimo ricordo concreto e piansi.
Piansi davvero per la penultima volta.
Questo durò per un breve tempo, perchè Naruto si trovava dietro di me e poco dopo vide le gocce ornare il mio volto.
'Non piangere. E' inutile adesso' disse. Avevo appena smesso.
'Ho sentito delle voci sulla tua storia'' continuò con il suo buon sorriso.
La rabbià mi assalì, e d'impulso io assalii lui e gli strinsi i polsi tentando di fargli del male e tenenerlo fermo fino alla decisione, ormai prossima, di tirargli un pugno.
Mi baciò.
Innocentemente,
ma mi baciò.
'bastardo! tu non sai proprio nulla di nulla!'
Scappai, e poi piansi involontariamente. Fu il mio ultimo pianto.

Il giorno dopo, le volte dopo, le battaglie dopo, non m'importava.
La mia indifferenza regnava.
'vediamo chi è il più forte' era, per me, il succo delle battaglie.