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Autore: sinestesia    12/07/2007    2 recensioni
Quando mi guardi con i tuoi occhi limpidi e sinceri, che capiscono di me più di quanto io stesso abbia mai compreso, tu sei il padre, il più dolce.
Quando mi parli e la tua voce chiara ed onesta mi guida oltre la paura, anche se credevo che non avrei mai compiuto il prossimo passo, allora tu sei il maestro, il migliore.
Quando mi dici cosa fare, ed io capisco, oltre ogni possibile spiegazione, che qualunque cosa tu dica, quella è la verità, allora sei il mago, il più grande.
Ma quando scende la notte, quando chiudi le tue finestre e finalmente nessuno è intorno a te a chiedere aiuto e consiglio, allora a cosa pensi tu, uomo, il più solo?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Introduzione: ultimo tè della sera.


Due sole cose possono rendere un uomo veramente solo: una è un'immensa stupidità, l'altra un'immensa intelligenza.


Il cucchiaino, come ogni sera, urta ritmicamente i bordi della tazza di ceramica, producendo un suono limpido e pulito.

Un altro giorno è finito.

Nel cuore della notte, ad Hogwarts, il silenzio ti irretisce, ti prende in giro, t’inganna, t’illude che, dopo tutto, sia giunto finalmente il tempo del riposo per lo spirito e per il corpo.

Esso stesso è una menzogna. Non c’è mai davvero silenzio, ad Hogwarts. Non con le scale che cambiano continuamente di posto senza farsi scoprire, non con le stanze che appaiono e scompaiono, non con le piante della serra di Erbologia che continuano a crescere, non con i gufi che si lisciano le piume morbide in Guferia, non con le stelle che si muovono lassù, sopra la torre di Astronomia.

Anche quando la luna domina il suo regno addormentato, ad Hogwarts c’è troppa vita perché possa esserci silenzio. C’è sempre qualcuno che bisbiglia sottovoce o cammina di nascosto, qualcuno che svela un segreto, qualcuno che plasma un mistero, qualcuno che respira nel buio.

Ad Hogwarts c’è sempre qualcuno che con il cucchiaino urta ritmicamente i bordi della tazza di ceramica producendo un suono nitido e pulito, ed ascolta con attenzione il brulicare di intenzioni e pensieri nascosti che con maestria finge di essere silenzio.

Dopo aver chiuso le finestre, Albus Silente si sfila la pesante tunica viola e si prepara l’ultimo tè della sera.

Ed ascolta.

E pensa.

Fili d’argento luccicano nel buio, abbandonano il suo capo canuto e volteggiano nell’aria prima di essere afferrati, ordinati, riposti esattamente dove è giusto che stiano, in attesa di essere valutati, ponderati, esaminati per trovare alla fine il posto che loro compete nell’ordine naturale delle cose, a sua volta riposto nel capo canuto di un uomo che dopo aver chiuso le sue finestre si prepara l’ultimo tè della sera, ed ascolta, e pensa.

Il pensatoio non dorme mai.

Non è mai davvero notte per il preside di Hogwarts.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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