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Autore: mikilily    27/12/2012    10 recensioni
Piccola Dramione che ha come tema il Natale. Hermione , per la prima volta si offre di preparare la cena post notte di lavoro per lei e il suo capo di cui è segretamente innamorata ...
Come andrà la cena? leggete e lo scoprirete.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Bondage | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Il Manor era ancora pieno di gente e Draco, dopo la cena appena saltata con la Granger, non aveva alcuna voglia di vedere nessuno. Né i suoi genitori, né i suoi parenti lontani e tanto meno la maggior parte dei maghi purosangue che ogni Natale si riunivano lì per festeggiare con Narcissa e Lucius la notte santa.
Lui non aveva nulla da festeggiare, lei l’aveva scacciato.
- Signorino Draco – Tibly, il fedele elfo domestico, si palesò davanti al mago inchinandosi con riverenza.
- La festa è appena iniziata, abbiamo appena servito la cena – disse compiaciuto l’elfo.
- Non ho fame - rispose gelido – e non avvertire mia madre che sono rientrato -
-Me ne sono già accorta- rispose la voce calda e melodiosa di Narcissa Black in Malfoy. Draco non appena sentì la voce di sua madre sbuffò, dirigendosi nel suo studio.
-Draco, cosa è successo?- chiese la vecchia strega seguendo il suo unico figlio.
- Madre, hai degli ospiti. Torna da loro- replicò gelido.
-M’importa sapere perché hai quella faccia; Avete litigato?- chiese
Draco si girò di scatto assottigliando lo sguardo furioso.
-Non sono affari vostri- disse.
Narcissa sospirò piano.
-Draco che hai fatto?- domandò.
-Nulla – urlò – Non ho fatto nulla madre, anche se immagino non mi crediate.
Perché dovete credermi, io sono quanto di peggio potesse capitarvi come figlio -.
-Draco, smettila immediatamente-
-No, avete ragione a pensare questo di me. E non è nulla in confronto a quello che pensa lei - continuò a dire il giovane mago.
Narcissa sentì il cuore stringersi.
 La cena era andata male, lui non era riuscito a parlare alla ragazza.
- Perché lei che pensa? – Chiese timorosa di sentire cosa suo figlio avesse combinato con la donna che diceva di amare  ma con cui non riusciva a parlare se non di lavoro.
Stupido e insignificante lavoro.
Draco storse in naso ricordando il viso furente della Granger, le sue parole taglienti, i suoi gesti inequivocabili. Ricordò la tristezza, la frustrazione provata man mano che la legismago parlava e il castello d’illusioni crollò inesorabilmente.
-Che sono uno stronzo-
-Non credo che abbia utilizzato queste parole- replicò piano Narcissa, mantenendo il proverbiale aplomb.
- Oh sì madre, mi ha buttato fuori da casa sua senza nemmeno penarci su -.
- Le hai mancato di rispetto? - chiese preoccupata Narcissa.
- No - ammise Draco – ha cucinato per me, ma non è molto portata -
Narcissa sgranò gli occhi.
-L’hai offesa- sentenziò gelida – ora vai a scusarti-
- Madre -
-Ritorni a casa della Granger, ti scusi e le confessi i tuoi sentimenti-.
-Madre non credo -.
-Io credo di sì. Stai in questa situazione da quanto?- Chiese senza aspettare risposta -due anni- ricordò.- È arrivato il momento di crescere Draco, quindi, vai da lei e le confessi tutto -.
-Per te è facile - rispose, - sei convinta che tutti mi amino perché sono tuo figlio. Non riesci a capire che non sono perfetto come credi, sono l’essere più imperfetto del mondo magico -.
-Vai da lei e confessale tutto - disse ancora Narcissa - poi vedremmo se sei o no un essere imperfetto, soprattutto se lo sei per Hermione Granger la sola donna di cui ti deve importare -
-Tu non capisci-
-Cosa Draco, che hai paura di essere rifiutato?-
Il biondo annuì sedendosi dietro la sua scrivania.
-Lei mi odia. Lavora per me solo perché sono uno squalo e tutte le magicsentenze, le più importanti, passano per il mio studio. Se così non fosse, non lavorerebbe mai a stretto contatto con un ex mangiamorte -.
Narcissa sgranò gli occhi scossa da quella confessione.
-Mi sono illuso- aggiunse Draco, - mi sono illuso di piacerle un po’, ma questa sera ho capito. Non le importa nulla tranne che il lavoro -.
-Hai detto, che ha cucinato per te?-
-Già e le ho fatto capire che è una schiappa tra pentole e coperchi-
-Beh è un legismago- ricordò Narcissa.
-Ma io voglio lei non il legismago-
Narcissa osservò lo sconforto di suo figlio e per la prima volta lo vide sconfitto.
-Parlaci Draco, apri il tuo cuore, non temere di confessare ciò che provi. Vedrai sarai ripagato -
Draco storse la bocca in un ghigno.
-Quanto vorrei che le vostre parole si avverassero, madre -.
***
Il piccolo soggiorno era avvolto nelle tenebre, solo le lucine dell’albero, che si accendevano a intermittenza: prima tutte le rosse, poi le blu e infine le verdi, illuminavano la stanza. Hermione si era seduta sul divano per poterle osservare meglio, ma nonostante i suoi occhi guardassero l’abete illuminato, di quello spettacolo poco le importava.
Sospirò coprendosi con il plaid rosso le gambe lunghe e magre in cui erano state disegnate due renne si rincorrevano. Si morse il labbro volgendo solo un attimo lo sguardo sul tavolo ancora imbandito, la sua sconfitta più grande.
E ancora una volta, si strinse il plaid sul corpo celando così la maxi maglia cui era solita usare per la notte. Se qualcuno l’avesse vista in quello stato i commenti irrisori si sarebbero sprecati, questa, infatti, era una vecchia e logora divisa di quidditch di Ron Weasley, il suo migliore amico.
Era per lei come una coperta di Linus, non se ne separava mai era convinta che, indossandola si sarebbe sentita vicino a Ron, anche se lui si trovava a chilometri di distanza.
Già Ron avrebbe tanto voluto parlare con lui, sfogarsi e lamentarsi di tutto, ma soprattutto di Malfoy.
Lui avrebbe ascoltato paziente, avrebbe fatto una battuta cattiva e poi l’avrebbe consolata.
Ricordava perfettamente il giorno in cui le rivelò di essersi innamorata del biondo ex nemico ai tempi della scuola.
Ron aveva dapprima strabuzzato gli occhi, azzurri e limpidi, poi si era grattato la testa e infine aveva sospirato.
-Credo che potresti perfino riuscire a farmi star simpatico Draco Malfoy – le disse quella sera.
Aveva riso quel giorno alla sua battuta ma ora, non aveva alcuna voglia.
Draco l’aveva vista piangere e lei come una stupida non sapendo come difendersi l’aveva buttato fuori da casa.
Ora starà ridendo di me con i suoi amici.
Agguantò un maccarons che aveva poggiato sul tavolino e iniziò a mangiarne uno, poi un altro e un altro ancora...
Mangiava, mentre una lacrima scendeva lungo lo zigomo, poi sulla guancia per morire sul collo della vecchia maglia di Grifondoro.
Più mangiava quei dolcetti e più si sentiva sola, persa e disperata.
Nemmeno quelle dolci prelibatezze riuscivano a consolarla fino a quando il campanello suonò.
*
Hermione appoggiò il dolcetto nella scatola e attese un attimo nell’istante in cui il campanello suonò ancora una volta.
Guardò l’ora e impallidì: chi poteva essere all’una della notte nel giorno della vigilia di Natale?
Si alzò piano afferrando la bacchetta e in punta di piedi arrivò fino alla porta d’ingresso, s’inchinò un attimo per osservare lo scocciatore dallo spioncino e la bacchetta le scivolò di mano.
- Aprimi - urlò Draco Malfoy .
Hermione indietreggiò di un passo.
-Granger lo so che sei lì, si vede l’ombra. Aprimi - disse ancora l’uomo.
-Ti ho detto che era bene tornare a casa tua-.
-Aprimi Granger o sveglio tutti i babbani di questo quartiere. Inizio dal tizio che abita affianco a te - disse Malfoy volgendo un rapido sguardo verso la tendina mezzo sollevata del vicino di casa della Granger.
Hermione sbiancò pensando a quell’antipatico del signor Grant che ogni volta la guardava male.
-Smettila Malfoy- disse aprendo la porta all’istante – entra- aggiunse mostrandosi con una mise alquanto inusuale al suo capo.
Draco deglutì sonoramente non appena la strega aprì la porta. I capelli erano ricci e vaporosi e ricadevano scomposti sulle spalle, decisamente sensuale rispetto al rigoroso chignon che usava solitamente. Osservò la maglia da allenamento di Grifondoro e si sentì mancare immaginando che fosse dell’ex fidanzato della donna.
O attuale?Pensò. Infondo, nessuno sapeva se la Granger e Weasley stavano ancora insieme.
Sentì le gambe molli ma non vacillò continuando a guardare la strega e soprattutto le sue lunghe gambe nude.
Gli mancò il fiato quando notò che quella maglia a mala pena gli celava il fondoschiena e perse un battito quando la donna senza alcuna inibizione gli voltò le spalle rientrando nel piccolo salotto.
-Dì quello che devi dirmi e vattene- disse Hermione.
-Non senti freddo conciata così?- domandò all’improvviso Draco seguendola nella sala. Hermione si guardo un attimo diventando rossa e con un colpo di bacchetta si mise un paio di pantaloni.
Dannazione, pensò Draco maledicendosi per aver parlato.
- Malfoy - lo incalzò ancora la strega cercando di non incrociare mai gli occhi del mago.
-Non riesco a lavorare - disse immediatamente Draco.
Che sto dicendo non sono venuto per questo, si disse tra sé e sé.
-Tu?- Chiese speranzoso guardando il tavolo dove i documenti erano messi uno sull’altro.
-Io lavoro benissimo- replicò acidamente Hermione.
-Lavori al buio?- chiese Malfoy scoccandole uno sguardo di rimprovero.
-Dannazione Malfoy che vuoi?- chiese esasperata sedendosi con un balzo sul divano.
Draco la guardò un attimo e non riuscì a non ridere.
-Lo trovi divertente Malfoy? Chiese incrociando le braccia.
-Sì, sei buffa- ammise il mago.
-Io non sono buffa, sei tu che sei invadente-
- Oh sì, e che avrei fatto per meritare quest’appellativo - disse Draco sedendosi nella poltrona che si trovava di fronte al divano in cui si era seduta la strega.
- Vieni qua a casa mia, dopo che ti ho detto di andartene-
-Ho mangiato e sono venuto per lavorare- mentì.
-Senza cartella?- domandò Hermione.
-I documenti si possono appellare, sono un mago sai...- le ricordò con voce saccente.
- Sono un mago sai... - lo canzonò la sterga.
Draco le scoccò uno sguardo ostile ma non replicò.
-Perché non sei con il tuo fidanzato e la sua famiglia- domandò secco, facendo una smorfia che non riuscì a nascondere quando disse la parola “fidanzato”.
Hermione sgranò gli occhi incredula.
-Io..., non sono cose che ti riguardano - aggiunse.
-Immagino che sia colpa mia. Mi sono permesso di coinvolgerti in questa causa anche nelle vacanze e non hai potuto passare il Natale con lui e la sua famiglia. Ancora una volta i Weasley mi odieranno-
-Weasley?-
-Beh sì, non stai con Ronald Weasley? - domandò Malfoy volgendo lo sguardo alla foto che stava vicino al diploma di legismago della strega.
-Io e Ron siamo amici, molto amici, ma lui non è il mio fidanzato. Ron si è sposato due anni fa e vive in America meridionale con la moglie e ha una bellissima bambina-.
Draco aprì la bocca e poi la richiuse.
-Non so perché tutti pensano che Ron ed io siamo fidanzati- aggiunse Hermione imbarazzata osservandosi le unghie della mano
-Lo eravate- replicò Malfoy- ai tempi di Hogwarts, lo eravate sicuro-.
Come fa?
-Anche tu eri fidanzato con la più giovane delle Greengrass - replicò,- poi con mille altre- aggiunse stizzita.
-Io non sono stato fidanzato proprio con nessuna-
-Come no!- disse Hermione sbuffando – il mese scorso alcuni giornalisti ci hanno fermato per sapere se la tua nuova fiamma fosse in dolce attesa- replicò.
Draco strabuzzò gli occhi.
-Quale nuova fiamma?- chiese.
- Quella stangona bionda che era con te al party del ministero- disse gelida.
Quella che ho ingaggiato per farti ingelosire.
-Ah Bonny-
-Già Bonny labbra di fuoco-
-Labbra di fuoco?- ripeté  Draco soffocando una risata.
-Sì aveva un rossetto rosso fuoco- disse Hermione mimando le labbra a canotto della conquista di Malfoy.
-Pensi le stesse male il rossetto?- chiese curioso
-Oh sì con quelle labbra sono volgari-
- Sai, non c’ho fatto caso -
-Come no?-
-No ero interessato a una mora con un abito in pizzo blu che per punizione mi ha evitato tutta la sera fino alla premiazione, dove l’ho costretta a salire con me sul palco-.
Hermione si grattò la fronte.
-Ma tu, sei salito con me... -
- Già - disse Draco guardandola negli occhi.
Hermione divenne rossa fino alla punta dei capelli.
-Vuoi un macarons?- disse distogliendo lo sguardo da Draco che si era avvicinato a lei.
-Li ha fatti il pasticcere- si affrettò a dire.
-Preferisco un altro tipo di dolce- affermò senza vergogna Draco trovando finalmente il coraggio di parlarle a viso aperto.
Le accarezzò la guancia con il pollice e le sollevò il mento per costringerla a guardarlo negli occhi.
- Hermione -.
La strega si morse il labbro, imbarazzata.
-Sono un essere inqualificabile- disse piano soffiandole a fil di labbra. – ti ho costretto a lavorare la notte di Natale solo per aver l’opportunità di stare solo con te ed ho distrutto tutto-.
-Sono io che... - cercò di ribattere Hermione.
-Schhh, fammi finire. Volevo avere l’opportunità di conoscerti meglio e di farmi conoscere da te. Ero convinto, stupidamente, che tu potessi in qualche modo apprezzarmi e vedermi come Draco. Pecco di presunzione, come al solito- disse infine il mago.
La guardò ancora un attimo aspettando una qualche reazione, Hermione, però non parlò.
Così, sconfitto, le accarezzo ancora la guancia e dopo averle baciato piano la fronte, si alzò.
- Prenditi tutte le ferie che vuoi - disse – te lo meriti - aggiunse.
Hermione sentì freddo non appena Draco si staccò da lei, ma non riuscì a dire mezza parola, voleva urlare, fermarlo, ma lui era già scomparso.
Oddio che cosa è successo?
Lui... forse lui.
Oddio!
Hermione si vestì in un lampo, afferrò la giacca e si spazzolò i capelli e senza preavviso si smaterializzò al Manor, residenza centenaria dei Malfoy. Percorse il vialetto quasi con il fiatone e nonostante la notte fosse gelida lei, sentiva caldo.
Forse era l’ansia, la paura di ricevere una cocente delusione.
Perché era andata lì? Già, perché?  Doveva sapere, si rispose, doveva capire cosa Draco le aveva detto.
Perché era sempre così enigmatico.
Perché ?
Se si fosse sbagliata, si sarebbe umiliata come mai in vita sua, ma ne valeva la pena. Quello era l’uomo che amava da anni e doveva rischiare.
Raggiunse la grande e maestosa porta di legno massiccio e battette una volta il grosso anello dorato.
Non fece a tempo a battere ancora che la spessa porta si aprì rivelando un piccolo e rugoso elfo domestico che la guardava truce.
- Desidera -
-Draco Malfoy- rispose secca.
L’elfo la guardò dubbioso.
-Gli dica che c’è Hermione Granger-
L’elfo spalancò gli occhi – quella Hermione Granger?- chiese sorridendo e mostrandole il suo unico dente.
-Beh sì- rispose imbarazzata Hermione.
-Prego si accomodi, quella è la sala io chiamo il signore-
Hermione deglutì non appena l’elfo la lasciò sola a vagare per quella lugubre casa.
-Signorina Granger- Hermione trassali non appena riconobbe la voce di Lucius.
-Non avrei mai immaginato di trovarla nella mia casa a quest’ora della notte-
-Io cerco Draco- disse preoccupata. Il vecchio mago la guardò un attimo emergendo dalla penombra in cui si trovava.
-Le ha parlato?-
-Come?-
-Draco le ha parlato?- chiese ancora il vecchio.
-No, si cioè... noi dobbiamo discuterne -
-Quindi lei non ha capito?-
-Io, non so, forse...-
Il vecchio mago scosse il capo.
- Di questo passo nemmeno tra dieci anni riuscirete a dirvi ciò che provate ed io non potrò...-
- Padre -
Lucius guardò verso il figlio e senza nemmeno salutarlo girò i tacchi e salì su per le scale.
-Signorina Granger- disse arrivato in cima – ascolti bene quello che le dice e se è vero che è la strega più brillante degli ultimi vent’anni capirà –.
Hermione osservò Lucius sparire.
-Che ti ha detto?- chiese Draco preoccupato
-Nulla è più enigmatico di te , tuo padre- replicò.
-Io non sono. .. - rispose – perché sei venuta? - chiese infine.
Hermione respirò affondo trovando dentro sì se il coraggio che la contraddistingueva nei momenti difficili. Sollevò il capo e guardò dritta negli occhi il suo capo, i suoi occhi s’incontrarono con quelli grigi e magnetici di Draco, vacillò un attimo ma non demorse.
- Prima, quando eri a casa mia - disse – hai detto che al party del ministero l’unica persona che t’interessava era una donna diversa da Bonny-
- Si-
- Una donna con un abito blu -
- Sì un abito in pizzo blu, molto elegante-
- La stessa che ha ritirato con te il premio come legismago dell’anno? – chiese ancora Hermione.
-Sì proprio quella- confermò Draco.
- E per quale ragione t’interessava, cioè, perché t’interessavo ?- chiese infine.
Draco si avvicinò piano le accarezzò le spalle senza mai staccare i suoi occhi da quelli di Hermione.
-Secondo te perché?- Domandò un attimo prima di baciarla sulle labbra. Hermione sentì le gambe non reggerla più ma non le importò Draco la teneva stretta e ora non l’avrebbe lasciata più.
Il bacio, lento e coinvolgente, fu la cosa più bella e dolce che i due avessero mai provato e dopo quell’istante ancora molte volte quella magia li avvolse.
In quella fredda notte di Natale, dopo anni di silenzi e sguardi celati, finalmente i due giovani avevano avuto il coraggio di dichiararsi e benché in molti parlassero del loro amore, mai unione fu più lieta che quella di Draco Malfoy e Hermione Granger.
   
 
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