"Kaku, che succede?" Kyoko uscì dalla sua stanza come una furia "Mi
rispondi, per favore?"
"Lucci, sono qui" mi rivolsi immediatamente al mio compagno,
avviandomi in cucina e non degnando mia sorella della minima attenzione "Califa, Blueno, sono venuti a prenderci!"
"Figliolo, chi è venuto a prendervi?" mi corse incontro la mamma,
cercando di tranquillizzarmi, ma non ci fu verso: mi portai le mani nei capelli
e presi a camminare nervosamente avanti e indietro "Non è possibile...sono
venuti fin qui"
"Di chi diavolo stai parlando, sapu-Kaku?"
mio fratello mi guardò come se fossi impazzito.
"Tu lasciali venire" rispose finalmente Rob
Lucci, il quale se ne stava placido a sorseggiare the seduto al tavolo
"Gli faremo un'ottima accoglienza"
"Già, è da tanto che non faccio a pezzi qualcuno" rise Jabura, guadagnandosi un'occhiata sconvolta da parte di mia
madre.
"Sta solo scherzando, non si preoccupi" la calmò Califa, mollando un possente pugno nelle costole
all'uomo-lupo.
"Ma vi ha dato di volta il cervello?" sbottai improvvisamente
"Cos'è questa serenità?" ero a dir poco incredulo "I marines
stanno arrivando! Distruggeranno l'isola se non facciamo subito qualcosa!"
Mi raggiunse Sophie, stringendosi uno scialle attorno alle spalle e
accarezzandomi il braccio "Tesoro, cos'è questa storia? Perché sei
scappato così dalla camera da letto?"
Mi portai una mano sul volto "Mi dispiace...mi dispiace, Sophie, non
era così che dovevano andare le cose"
"Vuoi darti una calmata, per favore?" mi prese le mani e mi
guardò negli occhi.
"Non volevo portarli qui..." sussurrai a mezza voce "E'
stata una stupidaggine, li ho condotti fino a voi"
"Hey, hey" mi
sfiorò il viso con le mani sottili e appoggiò la fronte sulla mia "Va
tutto bene, ti prometto che fronteggeremo qualsiasi complicazione. E poi...i
tuoi amici non sembrano così preoccupati"
"Certo, perché è la mia famiglia che faranno fuori!" mi liberai
dalla sua presa e ringhiai contro Jabura, il quale mi
fermò "Ascolta, giraffone incacchiato: quegli smidollati non cercano solo
te e tu lo sai, perciò..."
"Combatteremo tutti insieme, chapapa!"
"Oi oi, come abbiamo sempre fatto!"
Riuscii a regolarizzare il respiro per un istante, scrutando le espressioni
tutt'altro che impaurite dei miei compagni "Non devi agitarti, Kaku" fece Blueno "Non
li faremo avvicinare alla tua famiglia"
Non potei dire nulla, riuscii solo a deglutire pesantemente. I pensieri mi
si azzerarono e i brutti presentimenti cessarono per un nanosecondo.
"Qualcuno vuole spiegarmi che cavolo sta succedendo?" urlò tutt'a
un tratto Kyoko, piantando le braccia lungo i fianchi
e stringendo i pugni.
"Te lo spiego io" si offrì volontaria Califa.
Dopo un attimo, però, udimmo il pianto di Eleanor provenire dalla sua
stanza "Vado io" disse subito Sophie.
"Vengo con te" mi aggiunsi senza pensarci.
Quando entrammo nella camera della bambina, la presi in braccio e le
accarezzai i capelli con delicatezza, mentre sua madre le baciava una piccola
mano "Non è niente, tesoro, non è niente"
"Ho sentito..." singhiozzò sulla mia spalla "Ho sentito che
vogliono fare del male a papà...non voglio, ho paura!"
Le baciai la fronte "Tranquilla, Eleanor. Nessuno mi farà del male, né
gli permetterò di farne a te" sgranò i grandi occhi marroni nei miei e mi
ricordò terribilmente Sophie "Devi credermi, piccola mia"
Non avrei permesso a nessuno di portarmi via la mia famiglia ritrovata.
Avrebbero dovuto passare sul mio corpo, spiaccicarlo se necessario, ma non me
ne sarei stato con le mani in mano: li avrei protetti fino all'ultimo briciolo
di forze che mi sarebbe rimasto in corpo.
Dopo circa cinque minuti, risuonò per tutta Kodama
una possente voce da un megafono "CP9! So che siete qui! Venite
fuori, prima che appicchi il fuoco in questo maledetto porto!"
I miei occhi si fecero sbigottiti, come probabilmente dovevano essere
quelli dei miei compagni: Spandam.
"Venite" guidai Sophie ed Eleanor fuori dalla stanza, dopodiché
ci ritrovammo di nuovo in cucina con tutti gli altri: Kyoko,
Milo e la mamma mi guardarono con apprensione, ma anche determinazione, forse Califa aveva appena finito di raccontare loro della nostra
avventura ad Enies Lobby.
"Blueno" dissi con fermezza "Porta
la mia famiglia in un luogo sicuro, dopo ci raggiungerai al porto"
"Cosa?" protestarono in coro i miei fratelli "No!"
"Se c'è da combattere, voglio aiutarti!" mi gridò in faccia Milo
"Tu non lo sai, ma sono diventato piuttosto bravo con le spade!"
"Posso farlo anch'io!" continuò Kyoko
"Ti prego, fratellone, non costringerci a non collaborare!"
"Kaku..." riuscì a dire debolmente mia
madre con un'espressione affranta che le avevo visto solo in rare occasioni.
"Oi oi, può essere pericoloso!" li
avvertì Kumadori "Non avete idea di cosa vi
aspetta!"
"Non m'importa!" lo sfidò ancora mia sorella.
Feci cenno a Blueno di non ascoltarli e, infatti,
l'uomo aveva già aperto una porta nel vuoto e si apprestava a farci entrare mia
madre "Se non volete andare di vostra spontanea volontà" gli dissi
con le lacrime agli occhi "Allora vi farò entrare con la forza"
A quel punto, la donna si convinse che sarebbe stato meglio per tutti e
mosse il primo passo, trascinando con sé anche i due figli nonostante le
lamentele e i dimenamenti, perché se c'era una dote in cui mia madre eccelleva
quell'era la perspicacia: aveva capito che, probabilmente, ci sarebbero stati
solo d'impiccio ed io, segretamente, le ero grato.
Così, con un lacrimoso "Sta' attento, figlio mio" sparì dalla mia
vista.
Cercai d'ignorare il magone che mi aveva assalito e baciai Sophie con tutto
l'amore che mi era rimasto "Vi amo. Perdonatemi" accarezzai una
guancia ad Eleanor.
"Dobbiamo andare anche noi, papà?" pianse la bambina,
terrorizzata "Vieni anche tu!"
"Kaku" mi trattenne sua madre "Non
voglio perderti di nuovo, ti prego"
"CP9!" tuonò ancora Spandam
dal megafono.
E, senza il tempo di rassicurarla, la vidi inghiottita da quella porta
sospesa.
Se li avrei rivisti? Non ci volevo pensare, lungi da me l'idea di perdere
per sempre quella gioia.
"Andrà tutto bene, chapapa!" Fukuro provò a consolarmi appoggiandomi una grossa mano
sulla spalla.
"Grazie, amico"
E decisi come soldati in guerra, camminammo fieri verso il campo di
battaglia.
"Chi non muore si rivede!" ci accolse Spandam
con un ghigno malevolo.
La tentazione di saltargli addosso e ridurlo a brandelli era forte, ma
riuscimmo a controllarci "Riporti ancora delle ferite, vedo" notò Rob Lucci in tutta tranquillità.
"Anche tu, mio devotissimo...LUCCI" intrise d'odio il nome del
mio compagno, sfoderando la sua spada-elefante come fosse una portentosa arma
distruttiva. Ma cosa sperava di fare con quel giocattolo?
"Che fine hanno fatto tutte le autorità portuali che erano qui?"
mi guardai attorno circospetto, accorgendomi che attorno a noi non c'erano
altro che marines con le armi puntate verso il nemico.
"Hanno deciso di sgomberare il campo" m'informò con un sorriso
crudele "Ma non preoccuparti, mio caro Kaku: è
stato fatto pacificamente, senza nessuna macchia di sangue" non potei fare
a meno di rivolgergli un'occhiataccia, credevo ben poco alle sue luride parole
falsamente cordiali "Questa è la tua terra natale, vero?" continuò
"Pensavi davvero che sarebbe stata al sicuro?"
"Che diamine vuoi dire, bastardo?" avanzai verso lui, ma Kumadori mi trattenne.
"Uomini!" chiamò improvvisamente, dopodiché alcuni marines
tirarono fuori Blueno, la mia famiglia, Sophie ed
Eleanor.
"NO!" urlai, in preda al panico "Come...BLUENO! Ma che
diavolo..."
Erano tutti legati, compreso il mio collega con l'agalmatolite
e sembravano dispiaciuti "Mi dispiace, Kaku,
ma..." le manette non gli concessero di terminare la frase, troppo debole
per emettere alcun suono.
Spandam rise come un forsennato "Tranquillo, amico giraffa: non gli è stato
torto un capello! La tua adorabile figlioletta te lo può confermare,
vero?"
Non mi voltai a guardarli, sentivo soltanto il pianto di Eleanor che mi
scuoteva l'anima e sapevo che avrei dovuto agire, avrei dovuto assassinare
davanti a loro e mostrargli così il mostro della giustizia che ero diventato.
"Consegnatevi al governo mondiale" ci diede un ultimatum
l'indegno "E a questi cittadini innocenti non verrà fatto alcun male. Non
costringetemi a liberare il carico ventitré" aggiunse con una punta di
malizia.
"Che cazzo è questo carico ventitré?" chiese Jabura
con crescente rabbia.
"Lo vedrete presto" si strofinò le mani e rise in modo poco
promettente.
E a quel punto capimmo che avremmo dovuto dichiarare guerra perché, si sa,
non avremmo avuto altra scelta: ci schierammo in fila orizzontale, facendo
schioccare le dita e i colli e preparandoci all'inevitabile.
Non mi guardare, ti prego, non mi guardare. Mai avrei voluto farti
assistere a spettacoli come questi.
Quando fu sferrato il primo colpo, si generò la battaglia: senza pensarci
due volte, io mi fondai immediatamente verso il responsabile, ma questi fu prontamente
coperto da una decina di subordinati.
"Levatevi di mezzo, ragazzini" li colpii uno ad uno velocemente
"Mi siete d'intralcio"
In un istante la carneficina ebbe inizio e mi parve di sentirmele dentro,
le preghiere che si soffocavano nel cuore di mia madre, lo stringersi di
Eleanor tra le braccia di Sophie, la voglia matta di dare un contributo per la
difesa dell'isola di mia sorella e mio fratello.
Non temete: ci penserò io a proteggere Kodama,
dovete fidarvi.
Le mie spade fluttuarono nell'aria e andarono a tagliare i corpi di
svariati uomini per poi tornare nella mia ferrea presa, sentivo gli altri
combattere al mio fianco, mentre mi ripetevo quanto fosse codardo Spandam a non battersi personalmente.
Ma sotto il comando di chi ero stato per tutto quel tempo?
Ben presto si alzò una fitta polvere, mentre facevo roteare le mie armi e
udivo rumori metallici a destra e a manca "Storm
Leg"
Cos'avrebbero detto le persone dell'isola? Speravo vivamente che nessuno
avrebbe osato avvicinarsi al porto.
"Soru" Lucci si era avvicinato alla mia area di
combattimento e ne faceva fuori uno dopo l'altro "Shigan" per lui doveva essere un gioco da
ragazzi, nonostante non si fosse ancora ripreso completamente da Enies Lobby.
Saltai e feci roteare i piedi in aria, dopodiché sferrai un colpo mortale
con le lame che ferì anche diverse navi ancorate: il rumore fu
martellante, grandi quantità di legno caddero rovinosamente in acqua e si
spappolarono su altre.
Non voltarti a guardare Sophie che si porta le mani alla bocca, sotto shock
per il tuo gesto "Kaku..." la senti
sussurrare tra le grida, la sua voce miracolosamente ti arriva più di tutte le
altre, ma sai che non puoi fermarti.
"Tekkai" continuai ad usare
imperterrito le Rokushiki, ma poi mi
accorsi che Jabura si era già trasformato in lupo e
combatteva egregiamente grazie ai poteri del frutto del diavolo.
L'atmosfera si evolse e si distaccò del tutto da quelle affrontate in
precedenza: a motivarmi, infatti, non c'era più solo la mia ambizione, ma una
vera e propria missione: salvare la mia casa e la mia famiglia. A tutti i
costi.
D'un tratto eccolo, Spandam, alzarsi sulla folla
e tuonare come se niente fosse "LIBERATE IL CARICO VENTITRE'!"
Non riuscii a reprimere un moto di preoccupazione, che ben presto si
tramutò in paura: ne avevo sentito parlare, ma non ero sicuro che il governo
avesse deciso di finanziarli veramente: i pacifista.
I pacifista avanzarono dalla parte retrostante di una massiccia nave da
guerra e vennero verso noi, più decisi e spietati che mai, e sapevo che anche i
miei compagni erano rimasti sorpresi da una simile mossa.
Non avere paura, piccola. Papà li sistemerà, vedrai.
La loro massa si ergeva imponente di fronte a noi, il viso di Orso Bartholomew fu improvvisamente dappertutto: non bastavano i
marines a guastare le feste, ci volevano anche quei dannati cyborg.
In meno di un secondo, iniziarono a lanciare esplosivi in tutte le
direzioni, sembrava quasi che andassero a ruota libera, impazziti, non ancora
perfettamente collaudati: parecchi marines furono colpiti e scaraventati a
terra senza pietà, mentre la nostra squadra ancora resisteva e scansava i laser
con la forza della disperazione.
Con la coda dell'occhio riuscii a vedere che Milo e Kyoko
erano riusciti a liberarsi ed ora si accingevano a tagliare le corde che
imprigionavano nostra madre e Sophie; mentre Blueno,
probabilmente già libero da un pezzo e Dio sa come, si occupava delle guardie
circostanti.
Inghiottii un ringhio rabbioso, quegli incoscienti non conoscevano il
pericolo al quale si stavano esponendo, ma allo stesso tempo tirai fuori tutta
la mia determinazione e assunsi la forma animale.
Provate ad avvicinarvi, miseri umani.
Tutt'a un tratto, però, la mia attenzione fu richiamata da urla che
conoscevo bene "Aiuto! Mollami, sudicio soldato corrotto!"
"Mamma!"
Il mio olfatto animale non ci vide più dalla rabbia quando percepì l'odore
del sangue di Sophie: il suo sangue sacrificato per un così
banale motivo. Mi voltai finalmente di spalle e la vidi alle prese con un
marine che l'aveva colpita alla mano sinistra, Milo e Kyoko
erano troppo impegnati a difendere Eleanor dagli altri avversari per occuparsi
anche di lei.
Così, spinto dall'odio accecante, corsi verso il colpevole, il quale non
appena vide una giraffa inferocita andargli incontro, prese la sua vittima e se
la caricò sulle spalle "Kaku!"
"Figlio di..." mi lasciai sfuggire, cominciando a rincorrerlo e
raggiungendolo solo quando fu arrivato nella zona dell'officina di mio padre
"Sei tremendamente veloce, te lo concedo" una volta raggiunto, potei
finalmente affondare gli zoccoli nel suo corpo, liberare la ragazza e batterlo
"Ma oggi non è proprio il tuo giorno fortunato"
Inaspettatamente, prima che si accasciasse al suolo, mi fece momentaneamente
perdere i sensi con una lama di agalmatolite "Kaku!" udii la voce di Sophie e una morbida stretta al
braccio, dopodiché riaprii gli occhi e mi resi conto di essere tornato alla
forma umana.
"Che cavolo..." mi premetti una mano sul petto e mi accorsi che
sanguinavo, ma almeno il marine era stato sconfitto e giaceva a terra,
immobile.
"Stai bene, tesoro?" Sophie mi cinse tra le braccia, tossendo.
"Tu stai bene?" mi accertai prima di tutto, nonostante il sempre
maggiore dolore e il rosso che mi colorava i vestiti.
"Non permetterò che ti arrestino" ignorò la mia domanda e mi
disse deliberatamente "Tu non hai fatto niente di male, io lo so"
Veloce come un lampo, le spinsi la testa a terra, mentre il laser di un
pacifista ci prendeva di mira "Sono arrivati fin qui!" imprecai,
rialzandomi a fatica.
"Vieni" mi trascinò lei, scappando dalla portata dell'arma e
finendo nell'officina polverosa "Sei ferito, non puoi continuare
a..." non terminò la frase perché non appena entrai in quel luogo il mio
sguardo si perse: non avevo ancora avuto l'occasione di tornarci ed ora trovavo
terribilmente familiare quell'aria umida e quell'odore legnoso che si respirava
tra quelle quattro mura.
Ma senza preavviso, uno scoppio "STA' GIU'!" Sophie urlò, mentre
una parete andava a farsi benedire "Merda, ci hanno raggiunti"
sfoderai le mie spade, dopodiché offrii una vecchia pistola di mio padre alla
ragazza "Tieni, prendi questa"
"Che cosa?" la prese tra le mani spaventata, sgranando gli occhi
come se avesse appena toccato qualcosa di molto pericoloso "Kaku, io non ho mai sparato a nessuno, non so
nemmeno..."
"Nasconditi!" la spinsi dietro l'armadietto degli attrezzi,
mentre anch'io mi nascondevo dal lato opposto.
Erano diventati tre adesso, tre potentissimi pacifista che avrebbero distrutto
l'intero edificio fino a quando non ci avrebbero trovati: dovevamo solo
attendere.
E' proprio l'attesa l'arma peggiore, la micidiale ansia che uccide e
sfracella le membra, colei che può ridurti in ginocchio a suo piacimento.
"Come...come fai ad essere così calmo?" domandò Sophie facendo
tremare la pistola, guardandomi mentre facevo roteare le spade in tutta
tranquillità.
"Tesoro, sono addestrato" le risposi semplicemente.
"Beh..." rifletté ad occhi bassi "Non mi aspettavo certo
tanto trambusto, né di ritrovarmi con un uomo ricercato..."
"Mi dispiace, io..."
"...ma sappi che ti amo, qualunque cosa accada"
E il suo sorriso riuscì così tanto a sciogliermi, che per un istante
dimenticai della ferita sanguinante e mi feci quasi cogliere di sorpresa da quello
sparo successivo: l'officina di mio padre era a pezzi, ci cadevano addosso
macerie ad ogni passo, ma con un po' di fortuna riuscimmo ad uscirne e a
seminare i nemici.
Quando fummo di nuovo all'esterno, constatammo che la situazione era
peggiorata: Milo e Kyoko si erano buttati nella
mischia a lanciare fendenti, grazie al cielo arrivò subito un marine a
distrarmi; Jabura stava masticando un arto coperto di
sangue, Dio solo sapeva quanto quell'uomo mi desse il voltastomaco ogni giorno
di più; Blueno, Fukuro e Kumadori erano riusciti a stendere buona parte dei soldati;
Califa aveva finalmente capito di poter mandare in
tilt i meccanismi dei pacifista con il suo potere; ma non riuscii a vedere
Lucci, mi chiesi dove si fosse cacciato.
Così lasciai Sophie al riparo con mia madre e la piccola e, con il
sottofondo delle loro proteste a riguardo, andai di nuovo tra i combattenti:
dopotutto, la questione mi riguardava in prima persona. Sfrecciai come il vento
attraverso la folla e d'improvviso divenni più alto, più agile e con un collo
piuttosto lungo "Sei di nuovo tra noi, sapu-Kaku?"
"Più che mai" sorrisi con convinzione, pregustando la vittoria
che sapevo ci sarebbe stata di lì a poco e che immaginavo essere smisuratamente
epocale. ©
Allora,
partiamo dal presupposto che non mi piace particolarmente scrivere di azione:
qui ci stava e spero davvero con tutto il cuore di averla resa bene e non
monotona! Inoltre, spero non risulti sgradevole la troppa alternanza con il
corsivo, ma certe frasi mi piaceva enfatizzarle la verità è che leggo troppo
Baricco.
Capitolo
scritto sulle note di “Reptilia” degli Strokes (ormai tutta la storia mi è stata dettata dalle
canzoni degli Strokes xD)
Che
dire, siamo agli sgoccioli J ormai mancano soltanto due
capitoli e mi auguro saranno di vostro gradimento. Buone feste!
P.S.
Sì, se ve lo state chiedendo ho visto Skyfall xD