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Autore: smilewithmelou    28/12/2012    5 recensioni
“Hai semplicemente quello che le altre non hanno.”
“E cosa sarebbe?”
“Non lo so, sinceramente. Ma so che quando sto con te sto bene, sto bene con me stesso e mi sento felice dentro. Sento il cuore fare le capriole dalla gioia. Sento tutto quello che devo sentire per star bene.”
I ragazzi si sorrisero e si abbracciarono.
Crescendo avevano imparato a volersi sempre più bene.
Se Harry faceva qualcosa allora la faceva anche Clarice. Se lui si muoveva, anche se di poco, lei cambiava posizione. Come le calamite, o la gravità. Erano come la Terra e la Luna, ma non se ne accorgevano.

Si volevano bene e si amavano, da fratelli ma si amavano
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Now you’re just somebody that I used to know.






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11. –Epilogo
 
 


“Mer hai preso tutto?”
“Sì, ci sono. Manca solo la borsa di Julie.”


Clarice annuì per poi dirigersi nella camera della piccola Julie.
Ormai aveva due anni ed era la copia spiccicata di suo padre: occhi verdi e grandi come smeraldi, capelli ricci e lunghi solo più biondicci. Era semplicemente meravigliosa.
Ogni volta che Clar la vedeva e la osservava meglio in ogni suo piccolo particolare si rendeva conto che era troppo perfetta, troppo bella, per essere sua figlia, per essere nata da lei. Ma poi si ricordava di Harry, della sua bellezza e della sua perfezione, e allora Julie diveniva realtà.
Clarice, dopo la nascita di Julie, aveva lasciato la scuola ma poco dopo si era messa d’impegno ed era riuscita a prendere il diploma. Certo era che senza Mercedes e senza sua madre probabilmente non ce l’avrebbe fatta, ma ora la cosa che più amava e adorava era sua figlia; avrebbe dato la vita solo per saperla felice.
 

“Julie, vieni qui. Dobbiamo andare, piccola.”

La bambina corse nelle braccia della madre e poco dopo entrambe si ritrovarono in macchina con Mer pronte a partire per l’aeroporto.
Soltanto una volta salita in aereo, con la figlia al suo fianco e la sua migliore amica di sempre di fronte, Clar si permise di chiudere gli occhi e di ripensare a tutto ciò che era accaduto in poco più di venti mesi…
 
 

“Sono incinta.”

Il bicchiere di champagne cadde a terra con un tonfo sordo che rimbombò il tutta la stanza, frantumandosi in mille pezzi.
Stavano festeggiando il loro secondo anno insieme, e quello le era sembrato il miglior momento per rivelare al suo unico amore ciò che gli stava nascondendo da un mese.
E Clar si era preparata a tutto, ma non a quello che sarebbe accaduto di li a poco.

“Che hai detto?”
Clar socchiuse gli occhi e si sedette su una sedia lì vicino. Le faceva male la testa, e il senso di nausea stava tornando alla carica.
“Hai capito benissimo Harry. Sono incinta.”

Il ragazzo con i capelli ricci sbarrò gli occhi e si passò una mano sulla fronte.
Come era possibile che Clarice fosse incinta? Aveva solo vent’anni! Non poteva diventare padre, non era pronto psicologicamente e nemmeno mentalmente. Malapena riusciva a curare se stesso, figurarsi un figlio!

“Io… io… Clar, sei sicura?”
Clarice annuì.
“Nemmeno io me l’aspettavo Harry, credimi. Non sono stupida da voler un figlio a diciotto anni… ma ho fatto il test più di due volte ed è sempre risultato positivo.”

Harry non pronunciò nemmeno una parola per un tempo che a Clarice parve immenso.
Dalle sue espressioni cercò di capire quello che gli passava per la testa. Ormai era tanto che stavano insieme quasi ventiquattro ore al giorno e credeva di riuscire a decifrare almeno qualche sua espressione. Tuttavia quella volta, il viso di Harry sembrava come una maschera, priva di espressione e priva di sentimenti. Naturalmente la ragazza sapeva che dentro, Harry stava provando sensazioni e sentimenti diversi perciò non se la sentì di dire nulla.
D’altro canto, Harry Styles si sentiva come se il mondo gli fosse caduto addosso.
Sembra strano, avere un figlio è qualcosa che prima o poi deve accadere ed è una cosa che ti dovrebbe rendere la persona più felice dell’intero universo.
Ma l’unica cosa che girava nella mente di Harry era la sua immagine con un fagottino in braccio… non si vedeva più sul palco, a far quello che amava fare, non si vedeva più sotto i riflettori…
Certo, i suoi pensieri erano ciò che più egoistico esiste al mondo, ma non era semplicemente pronto ad affrontare una vita da padre. La sua vita era il canto!

Clarice sembrò intercettare i suoi pensieri e dopo aver sospirato si alzò e recuperò la sua giacca pronta a tornare a casa.
“Non ti sto chiedendo di rimanere con me Harry, non mi permetterei mai. Perché pur sapendo che sono importante per te, so benissimo che la tua carriera e che la tua vita vengono prima di tutto. Per questo non ti sto chiedendo di crescere questo bambino con me, ti sto solo facendo presente che tra qualche mese ci sarà un esserino su questo pianeta con  i tuoi occhi e i tuoi capelli.”

Harry a quelle parole ebbe un fremito.
Alzò lo sguardo e si ritrovò davanti la ragazza che ormai non era più la sua sorellastra, ma la donna che amava con tutto il cuore.
E la cosa che gli fece più male, che lo fece sentire ancor più un verme, era l’espressione consapevole e sincera che Clar aveva sul viso.

“L’unica cosa che ti dico, e che se non ti prenderai cura di lui, o lei che sia, fin quando non sarà lui a volerti vedere non dovrai farti avanti… se mai un giorno ti verrà in mente l’idea di venire a cercare tuo figlio.”
Clarice si avviò verso la porta della casa che condivideva con il suo ragazzo e poggiando una mano sulla maniglia, con le lacrime pronte ad invaderle il viso non appena sarebbe stata fuori da quella casa, disse “Non dirò a nessuno che il figlio è tuo, non ti farò passare per il coglione che abbandona la fidanzata solo perché questa era incinta. Io ti amo Harry Styles, non dimenticarlo mai. Vivi la tua vita, incidi altri cento dischi con i ragazzi, goditi la giovinezza e questo momento di fama meravigliosa che stai avendo… si felice Haz.”

Da quel giorno Harry Styles non vide più la sua Clarice.

 
 
 


“Louis mi ha detto che è felicissimo di conoscere la bambina e che non vede l’ora!”

Quelle parole fecero svegliare Clarice dal suo sonno apparente.
Mancava poco e sarebbero arrivate a New York dove Louis, e probabilmente anche qualcun altro, le aspettava per festeggiare il ventitreesimo compleanno del ragazzo della sua migliore amica.

Louis e Mercedes, dopo un paio di appuntamenti a partire da quello che le aveva organizzato lei e Harry, si erano trovati meravigliosamente bene insieme e avevano deciso di provare a stare insieme. Il risultato era che da quasi due anni stavano insieme, ed insieme erano perfetti.

Pur sapendo che molto probabilmente al compleanno del suo migliore amico ci sarebbe stato anche Harry, Clar aveva accettato di partire per il semplice fatto che Louis e tutti i ragazzi le mancavano da morire. Dopo che aveva lasciato Harry si era sentita solo telefonicamente con Louis  e con Liam, ma solo qualche volta. Sapeva che la carriera dei ragazzi procedeva alla grande e sapeva anche che Harry aveva voluto sapere della bambina.

Clarice annuì e si voltò verso Julie.
Mentre dormiva sembrava un vero angelo. Era bellissima.
Come le avrebbe detto che il ragazzo riccio con gli occhi verde prato che probabilmente si sarebbero trovate davanti, era suo padre?
 
 



“E chi è questa piccola principessa? Come ti chiami dolcezza?”

Julie sorrise imbarazzata e si strinse alla gamba della madre, che sorrise a quella scena.
Appena erano scese dall’aereo, Louis era corso incontro alle tre, stringendo forte Mer e Clar, e poi il suo sguardo si era soffermato sulla bambina che camminava attaccata a Clarice.
La prima cosa che Louis pensò era ‘Cazzo! È identica a suo padre’, la seconda era che Harry Styles, al tempo, fu un immenso, stratosferico, coglione.

“Su, Jul, rispondi!”

La bambina guardò la madre e poi si voltò verso Louis, che continuava a  sorridere.

“Mi chiamo Julie.”
“È un nome bellissimo.  Io sono Louis, lo zio Louis, piacere.”


Il ragazzo porse una mano alla piccola Julie che, confortata dal sorriso, troppo bello per essere vero, di Louis, gliela strinse forte.

“Forza, ci conviene andare, o rimarremo nel traffico newyorchese per un bel po’.”

Le parole di Mercedes riportarono al presente il pensiero di Louis e al contempo quello di Clarice, che si era incantata nel vedere due delle persone più importanti di tutta la sua vita che parlavano e si sorridevano in modo amorevole.
 
 
 



“Eccoci, non preoccuparti Clar, scendo io le borse.”
Clarice sorrise e dopo aver preso in braccio la piccola Julie seguì il padrone di casa e la sua ragazza verso il portone di una villa gigantesca.
Sapeva soltanto che quando i ragazzi alloggiavano in America, la maggior parte delle volte, utilizzavano quella casa che avevano acquistato tutti insieme per qualsiasi evenienza.

Quando Louis suonò il campanello, però, la mente di Clarice fu invasa da una paura terrificante che le fece quasi tremare le gambe e le mani.
E se avesse aperto Harry? Cosa avrebbe potuto fare, o inventarsi, per sfuggire alle sue domande, o forse peggio, al suo sguardo?
Le sue paure furono acquietate dalla manina di Julie, che forse percependo l’ansia della madre le aveva poggiato dolcemente la sua piccola mano sulla guancia, e dagli occhi sorridenti che le si presentarono davanti quando la porta di casa One Direction si aprì.

Quegli occhi non avevano niente a che fare con gli smeraldi che aveva Harry, infatti erano celesti e profondi come l’oceano.
 
 



Tutti i ragazzi, tranne Harry che non era presente, quando avevano visto Clarice e Julie, ma naturalmente anche Mercedes, le si erano avvicinati e le avevano abbracciate fortissimo per un tempo infinito.
Clar poté giurare di vedere alcune lacrime solcare gli occhi dei tre ragazzi, che sotto lo sguardo attento di Louis, Mer, e la stessa Clar, facevano conoscenza con quella piccola creatura, troppo perfetta per essere vera.

Quel momento di totale felicità e inveridicità, fu completamente distrutto dall’entrata in casa di un ragazzo con i capelli ricci probabilmente scompigliati dal vento, con le labbra rosse per il freddo, gli occhi lucidi per le temperature quasi glaciali di New York.
Ma soprattutto il suo profumo, o cos’era il suo profumo!, scaturì in Clarice un’ondata di nostalgia che in quegli anni aveva cercato di mettere da parte per il bene di sua figlia.

Ma l’espressione di Harry, che tramutò totalmente quando vide il salotto forse troppo affollato  e una creaturina meravigliosa al centro dell’attenzione di tutti, rese Clarice la donna più infelice dell’universo.

“Mamma e lui chi è?”

La voce della piccola Julie, che Clarice avrebbe riconosciuto anche a migliaia di chilometri di distanza, se solo fosse stato possibile, scaraventò Clar nel peggiore degli incubi, nella sofferenza più assoluta, in un baratro oscuro e senza fondo.
Il colpo di grazia contribuì a darglielo anche Harry, che nel sentire le parole della bambina, dovette aggrapparsi alla maniglia della porta per non rischiare di cadere a terra.

‘Perché non sei restato?’

Questo era solo quello che ronzava nella mente della ragazza, ormai troppo sopraffatta dalle emozioni.
 
 
 
 



“Vuoi.. vuoi qualcosa da bere?”

Clarice scosse la testa e spostò lo sguardo verso la finestra che dava sul giardinetto che circondava la villa. Lì, la sua bambina, assieme ai suoi nuovi zii, si stava divertendo come una matta.
E mentre sua figlia si stava divertendo, lei si trovava ad affrontare forse il più grande problema della sua intera vita.
Harry Styles, dopo aver preso un drink, le si era seduto di fronte, sulla poltrona di pelle, senza però rivolgerle nemmeno  un misero sguardo.
Da quando era arrivato, Clarice non gli aveva rivoltò la parola, e nemmeno gli altri ragazzi; avevano preso la bambina bionda per mano e l’avevano portata fuori a giocare.

“È lei vero? È lei tua figlia?”

E se Clarice non aveva intenzione di rivolgere nemmeno uno sguardo a quella sottospecie di ragazzo che le si ritrovava di fronte, quelle parole la costrinsero ad alzare gli occhi e a fissarli in quelli verde mare di Harry.

“È anche tua figlia, se è per questo.”
A quelle poche parole, Harry ebbe un fremito.

“Io.. io.. Clar mi dispiace tanto. Mi sono comportato da idiota, ti ho abbandonato nel peggiore dei modi, e ti capisco se non vorrai neanche più guardarmi o ascoltarmi, perché mi sono comportato tremendamente male nei tuoi confronti.”
“Non ti sei comportato male con me Haz, ti sei comportato male con tua figlia. Perché lei, cazzo, è tua figlia! Sai quante centinaia di volte mi ha chiesto dove fosse papà? No, perché non c’eri. Sai quante volte nel buio della notte mi sono dovuta alzare perché piangeva? No, perché non c’eri. Sai perché lei non ti ha riconosciuto, perché non sa chi sei? Perché ho mantenuto la mia parola, non le ho detto che tu eri il padre, non le ho mai fatto vedere una foto di te, non le ho mai parlato di te. E sai perché? Perché tu eri troppo interessato a portare avanti la tua carriera nel mondo della musica, e ti capisco sai, ti capisco perché quella è la tua vita, come ora Julie è la mia. Io ti giuro, Harry, che ho fatto di tutto per non crollare davanti a lei, per non scoppiare a piangere ogni singola volta che voleva sapere chi era il padre. Io non voglio vederla soffrire.”


Harry, forse spinto da una forza interiore, si alzò di scatto e si avvicinò a Clarice.
Prese il suo viso tra le mani, e con una dolcezza assurda, le asciugò tutte le lacrime che i chiari occhi di Clar avevano versato.
E poi, naturalmente, poggiò le sue labbra su quelle della ormai giovane donna, che non si separò dalle labbra morbide e fini del ragazzo, anzi lo attirò a se per approfondire quel bacio, che forse stava segnando un nuovo inizio.

Harry si separò dalle labbra di Clar, e poggiò la sua fronte contro quella della ragazza.

“Io ti prometto che da ora in poi, se Julie vorrà ancora un padre al suo fianco, sarò disposto a tutto. Questi anni senza di te, senza di voi, sono stati un inferno e so che tutto ciò l’ho causato solo e soltanto io. Ma ora voglio rimediare per rivederti finalmente felice. Ora, Clar, non sei più quella ragazza che era la mia sorellastra, non sei più quella ragazza con cui ho fatto per la prima volta il vero amore! Ora sei una donna meravigliosa che tutti gli uomini vorrebbero al loro fianco, con una figlia altrettanto meravigliosa e perfetta e, solo se tu vuoi, anche con un fidanzato che cercherà di recuperare tutto il tempo perso.”

Clarice fu scossa da un singhiozzo e subito dopo annuì con foga per poi ribaciare quelle labbra che le erano mancate da morire.
Solo lo scricchiolio della porta li fece separare.
Davanti a loro si parò una bambina meravigliosa, che era la fusione del loro amore e dei loro corpi.

“Mamma chi è questo signore?”
Clarice sorrise e dopo aver guardato Harry negli occhi, dopo che lui le ebbe sorriso, si voltò nuovamente verso la bambina e la prese in braccio.
“Lui è il nostro principe. Si chiama Harry, e se vuoi potrà essere il tuo papà.”
Julie sorrise e guardò prima sua madre e poi Harry.

“Ciao papà.”
 
E lì, a quelle parole, in quel preciso momento, il cuore di Harry iniziò a battere freneticamente e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Come aveva potuto abbandonare quella creatura?
Ma ora era certo di una cosa soltanto: niente e nessuno avrebbe più portato via dalla sua vita le donne più importanti di tutta la sua esistenza.
Le si avvicinò e le strinse entrambe al suo petto, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime di gioia.
 









Cinque mesi dopo…
 



@ClarHamilton Mi mancate un casino. Non vedo l’ora di tornare a Londra per abbracciarvi :) Abbraccia Jul da parte mia e dille che l’amo. Xx


@Harry_Styles Detto fatto, amore mio. Ci manchi un sacco anche tu. Tornate presto :* xx
 






Inutile dire che, da quel momento in poi, Clarice e Harry, insieme con la piccola Julie e tutti gli zii e zie acquisite, vissero davvero felici e contenti.
 
 
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


#
Vi chiedo perdono in ginocchio! Lo so che è davvero tantissimo che non aggiorno ma questi mesi sono stati davvero duri, sia per la scuola sia per altro, quindi ho aspettato le vacanze natalizie per scrivere e postare.

Bene, inizio con il fare gli auguri, anche se con un po’ di ritardo, al mio amato Tomlinson, ormai ventunenne, ma con le sembianze di Peter Pan :) senza di lui probabilmente non sarei niente.
Vi faccio tantissimi auguri di un buon Natale ormai passato, e tanti auguri per un nuovo anno che è alle porte.

Ma ora passiamo alla storia.
Come avrete sicuramente notato, questo capitolo è l’epilogo, e ciò vuol dire che non scriverò più delle vicende di Harry, Clarice e della piccola Julie.
C’è un lieto fine, ma scommetto che ve lo aspettavate almeno un po’ :)
Con questa storia v’ho fatto penare, lo so, e per questo vi chiedo scusa: non sono stata per niente costante con gli aggiornamenti ma voi mi siete rimaste comunque accanto, e di questo vi ringrazio con tutto il cuore.

Ringrazio anche tutte le persone che hanno recensito i vari capitoli, le persone che hanno inserito questa storia tra le preferite, tra le seguite o tra le ricordate.
Ringrazio il personaggio di Clarice, che mi ha aiutato davvero tanto, e anche quello di Mercedes, che forse simboleggia quell’amica che dopo averla cercata a lungo ti porta felicità e allegria nel cuore.
Ringrazio Harry Styles per avermi fatto capire tante cose e per avermi insegnato ad amare.
Ringrazio Zayn, Liam, Niall e Louis, che ormai sono come una droga.
Ringrazio di nuovo tutte voi che avete seguito questa storia, perché senza di voi non sarebbe esistita.

Naturalmente continuerò a scrivere, perché ormai è l’unica cosa che mi serve per stare bene, oltre alle voci di quei cinque sopra citati. Quindi potete continuare a seguirmi qui, se vi fa piacere:
I just wanna be happy.

Be’, non so che altro aggiungere…
Vi saluto e vi auguro tanta felicità e gioia.
Baci, tomlinsonslover :*
 
Twitter:
@smilewithmelou
  
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