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Autore: JunoEFP    28/12/2012    2 recensioni
Bene, questa è la prima storia che scrivo su Naruto, è tremendamente OOC, quindi se il genere non vi piace non vi consiglio di leggerla.
Ma adesso vi lascio alla trama:
Sakura Haruno, alunna del terzo anno delle superiori è una ragazza timida, e con una sola amica: Karin.
Innamorata da tempo di Sasuke Uchiha, un ragazzo simpaticissimo, allegro e solare, che una volta la difese da Naruto Uzumaki, un ragazzo chiuso e scorbutico.
La sua vita scolastica è sempre stata ostacolata da Hinata, la ragazza più popolare della scuola. Strafottente e bellissima.
Vedrete una serie di amori non corrisposti, amicizie distrutte e rivalità.
Il tutto, in una confusione terribile che giusto una mente idiota come la mia poteva inventarsi.
Premetto che detesto Sakura ed adoro Hinata, ma in questa fic ho deciso di far avere ad entrambe un ruolo pieno di sofferenza per motivi completamente diversi, ma allo stesso tempo piena di colpi di scena, e la serenità di un finale felice.
Spero possa piacervi!
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Il passato di Naruto – Parte III




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-Naruto, Naruto!- Tenten sorpassava velocemente tutti gli studenti, chiamando a gran voce il nome del ragazzo. Lui si girò, ma vedendola si stranì non poco.
Insomma, quella ragazza non gli aveva mai rivolto la parola, non ricordava nemmeno il suo nome, cosa mai avrebbe potuto volere da uno come lui? Ricordava che fosse un’amica di Sakura, che fosse accaduto qualcosa alla sua ragazza?
Si fermò, attendendo che l’altra lo raggiungesse. Finalmente si trovarono l’uno di fronte all’altra, e Tenten parlò, riprendendo un attimo fiato: -Naruto… finalmente ti sei fermato!- fece un mezzo sorriso, invitandola a continuare. –Ho bisogno… di un aiuto… puoi aiutarmi?- Era affaticata, si poteva notare benissimo, e tutte quelle pause tra una parola e l’altra erano abbastanza fastidiose. Decise di passarvi sopra, e di prestare attenzione soltanto a quello che aveva da dirgli la ragazza.
-Non saprei proprio, dipende da che tipo di aiuto…cosa ti serve?- Tenten lo fissò a lungo, poi, dopo un profondo respiro, rispose: -Hinata… si tratta di Hinata!- Lui era ovviamente sorpreso, mai si sarebbe aspettato di aiutare Hinata. O almeno, da quello che aveva capito, quella che avrebbe dovuto aiutare era lei e non Tenten.
-Spiegati meglio, che cosa dovrei fare? A me non sembra che abbia bisogno di aiuto.- Quella abbassò lo sguardo, coprendo gli occhi con la corta frangia castana. –Vedi, Naruto, probabilmente non dovrei dirtelo, ma non ce la faccio proprio a vederla soffrire così, è ingiusto! Pensa che non ne ha parlato nemmeno con me…- Beh, se all’inizio era sorpreso, adesso era semplicemente confuso.
Perché mai Hinata avrebbe dovuto soffrire? Anche se non la vedeva spesso, le sembrava come al solito, non triste, non arrabbiata… normale, ecco. Decise che avrebbe dovuto fare maggiore chiarezza: -Scusami tanto Tenten, ma credo di non aver capito. Dici che soffre, che a te non ha detto nulla, e che io devo aiutarla… ma scusami, che vuol dire?-
Lei rialzò lo sguardo, fissandolo su quello perplesso di Naruto. –In sala professori. Ho ascoltato cosa dicevano e ne stavano appunto parlando. Non conosco il motivo, ma sembra che Hinata cambierà scuola.- Il ragazzo non rispose. O meglio, non lo fece perché non aveva idea di cosa dire. Insomma, ok che cambiare scuola non era una cosa positiva, ma era anche vero che avrebbero potuto benissimo vedersi alla fine delle lezioni, qual’era il problema?
-Naruto, non credo che tu abbia capito. Ascolta, so benissimo che potremmo vederci dopo la scuola, ma è molto difficile viaggiare da una città all’altra tutti i pomeriggi, non trovi?- Lui inarcò un sopracciglio, confuso. –Da una città all’altra?- Un sorriso amaro si dipinse sul volto della ragazza, e con un sussurro le sue parole arrivarono alle orecchie di lui.
-Sai, diciamo che il quartiere di Konoha è abbastanza lontano dalla città di Tokyo…- detto questo se ne andò.
Naruto rimase immobile alcuni secondi, fissando il vuoto. “Ma che Diavolo…?!”
 
Erano passate ore ormai, ma le parole di Tenten continuavano a ronzargli in testa: “Il quartiere di Konoha, è abbastanza lontano dalla città di Tokyo…”, “La città di Tokyo…”, “Hinata cambierà scuola…”.
Si buttò su di una panchina a caso, e mise la testa tra le mani. Perché non riusciva a togliersi quelle parole dalla testa? Cosa cavolo gli importava? E se anche gli fosse importato qualcosa, perché gli importava? Insomma, lui era fidanzato, avrebbe dovuto trascorrere il periodo più felice della sua vita, eppure non riusciva proprio a dimenticarsi della partenza di Hinata.
Poi perché doveva trasferirsi? Nemmeno questo sapeva. Quello che però gli dava più fastidio, era non sapere cosa fare. Tenten gli aveva esplicitamente chiesto aiuto, ma perché a lui? E per fare cosa? Non aveva la minima idea di come impedire una cosa simile.
Un’altra incognita era il motivo della partenza. Ovviamente doveva esserci un motivo, altrimenti perché una cosa simile? C’era forse un modo per scoprirlo? L’unica soluzione era chiederlo ad Hinata, o poteva ottenere le risposte in un altro modo?
Pensò a lungo, ma alla fine si arrese. E’ vero, gli avevano chiesto aiuto, ma come poteva mai aiutare qualcuno in una situazione simile, di cui non conosceva assolutamente nulla? Si alzò dalla panchina e fece per andarsene, ma un presentimento lo trattenne fermo sul posto.
Attese guardandosi intorno, ma evidentemente si era sbagliato, perché non c’era proprio nulla lì. Riprese a camminare, ma qualcosa lo bloccò nuovamente: -Uh-uh, a quanto pare hai un buon istinto, peccato che non ti sia servito a molto, visto che non ti sei fidato di esso nemmeno per un secondo.- Naruto si voltò lentamente, osservando poi la strana figura sotto di lui: una vecchia.
Trattenne una risata al buffo animale sottostante, ma rimase alquanto affascinato dall’abbigliamento che indossava questa. Così piccolo ed abbagliante. Aveva un kimono bianco in seta,insolitamente bianco. A parte il fatto che ormai i kimoni non venivano più indossati così spesso, averlo bianco era del tutto innaturale. Da quello che sapeva lui si usavano soltanto come abito da cerimonia per le spose.
Sorrise, rispondendo gentilmente all’anziana signora: -Mi scusi, ma l’istinto non mi serve per difendermi da una vecchietta come lei. Adesso vado, arrivederci.- fece un lieve inchino, ridendo silenziosamente. La donna ghignò, e prese a seguire lentamente il giovane. Seppur consapevole di avere una vecchia alle spalle però, lui decise di non farci troppo caso, e non si voltò nemmeno una volta.
 
Era ormai davanti casa, e sembrava proprio aver incontrato per strada una vecchia alquanto insistente. Possibile che dopo tutta quella strada, lo stesse ancora seguendo?
-Posso sapere cosa vuole? La sua presenza mi irrita.- La vecchia signora uscì dal suo nascondiglio situato dietro ad un basso muretto, e sorridendo avanzò verso di lui. –Sai ragazzo, sei molto divertente uh,uh. Devo dire che sei uno dei più stupidi che io abbia mai conosciuto…- Si irrigidì improvvisamente, e si strinse nelle spalle. Non poteva rispondere male ad una vecchia, per carità, lui era un ragazzo maturo non poteva permettersi di certe scenate!
Sospirò rumorosamente e si girò nuovamente sorridente verso di lei: -Pazienza. C’è chi è intelligente e chi è stupido, cosa posso farci? Adesso se non le dispiace, entrerei in casa mia, visto che sta facendo buio e non vorrei fare troppo tardi. Buonasera, signora.- fece scattare la molla della serratura, ma a quanto pareva quella non aveva proprio intenzione di sparire senza intraprendere almeno una breve conversazione: -Ma certo come vuoi tu. Soltanto una cosa ti dico: se non riesci a dimenticarti di qualcosa, probabilmente è molto importante…- il tempo di girarsi, e la vecchia non c’era più.
Possibile che proprio adesso che voleva parlarci, se ne andava così? Diamine che confusione!
Entrò in casa, fiondandosi in cucina e preparandosi un buon caffè.
 
Naruto era sempre stato consapevole di non essere proprio un genio nel capire le cose, ma sapeva per certo di non essere affatto stupido. E gli sembrava piuttosto strano, non essere ancora riuscito ad arrivare al punto dopo tutto quel tempo.
Hinata: era lei l’unico problema. Per lui era sempre stata una ragazza misteriosa, una di quelle che non andavano affatto prese con troppa leggerezza. Lui non riusciva mai a capirla, reagiva in maniera così strana! La trattava male, e piangeva insultandolo; cercava di risponderle, e continuava a stressarlo, e… lo amava.
Amarlo. Chissà perché si era innamorata di lui… sempre che non fosse una bugia; in fin dei conti, lui come poteva sapere se mentiva quando si era dichiarata? Mh. Che ragazza assurda! Come poteva una ragazza tanto carina, perché sì, era carina e molto, essere allo stesso tempo tanto complicata?
Il caffè si era raffreddato da un pezzo, eppure le labbra di Naruto non avevano ancora nemmeno sfiorato la delicata  porcellana della tazza. Troppi pensieri, troppi rompicapo impossibili da risolvere con la scienza. Ecco perché odiava tanto i legami e la psicologia: non erano mai uguali, nemmeno una volta; e lui non ce ne capiva un accidente.
Hinata. Di nuovo. Ormai, era certo che quel pomeriggio non avrebbe pensato ad altro. Strano, non aveva mai pensato per così tanto tempo ad una persona soltanto, figurarsi una ragazza. E proprio Hinata, poi… strano. Davvero stranissimo.
Perché mai una ragazza di cui non gli importava minimamente, doveva stargli impressa nel cervello tutto il pomeriggio? Cosa doveva capire? E che diamine voleva quella vecchiaccia di prima? Naruto odiava essere confuso, ed in quel momento la confusione regnava sovrana dentro di lui.
 
Minuti. Ancora minuti. E poi ore, molte. Quanto tempo era passato esattamente? Naruto non lo sapeva.
Il suo caffè era ancora in attesa di essere sorseggiato e, senza rendersene conto, aveva passato la giornata a pensare. Sì, a pensare.
A lei. Ad Hinata.
-Ok, ora basta. Mi sono davvero stancato.- Si alzò, lasciò il caffè sul top della cucina e uscì, correndo, di casa.

* * *

 
Il quartiere dove si trovava casa Hyuuga era sempre stato molto complicato da raggiungere. Non era molto lontano, ma per uno che veniva da un semplice residence con cinque palazzine, era molto difficile orientarsi in un territorio così sconfinato e sconosciuto. Ma soprattutto, pericoloso.
La famiglia di Hinata non era mai stata lodata per il giro di contatti che si era procurata. Spesso veniva coinvolta in piccole rapine innocenti e si salvava soltanto per la classe sociale al quale apparteneva. Se non si ricordava male, Naruto sapeva che anche dal punto di vista economico se la cavavano: da quello che raccontavano le vecchie signore del centro, avevano superato una grande crisi e adesso era tutto a posto.
Ma stava perdendo la concentrazione. Allora, dove poteva abitare Hinata? Dove doveva cercare? Cosa doveva cercare? Chi, doveva cercare?
Si fermò un istante. Chi conosceva che abitava in quel quartiere? Se non si sbagliava, lì vicino abitava Tenten. Sì, ma a lei non poteva chiedere. Quella ragazza era troppo speranzosa, se fosse venuta a conoscenza dell’interesse che Naruto aveva tirato fuori per Hinata, si sarebbe fatta troppe illusioni, e probabilmente lui non sarebbe riuscito a fare nulla, alla fine.
Poi Hinata aveva un cugino. Neji Hyuuga, ed era anche un grande amico di Tenten. Sicuramente gli avrebbe detto lui dove abitava Hinata se gli avesse detto che stava facendo un favore alla castana. Sì, doveva provare.
Fortunatamente era stato più di una volta a casa del ragazzo, quando frequentavano le elementari, e ricordava la strada.
Nonostante la mancanza di luce, trovò ugualmente l’appartamento di Neji, e quando gli chiese se poteva indicargli la via per raggiungere la dimora della cugina, quello acconsentì subito, fortunatamente.
Venti minuti, e Naruto si trovò esattamente davanti al portone di casa Hyuuga.
Un attimo di esitazione, ma poi con un gesto secco il campanello suonò.
Nessuna risposta.
Suonò nuovamente, stavolta accompagnando il suono con dei leggeri pugni sul portone in legno.
Ancora niente.
Prese il telefono dalla tasca: aveva il numero di cellulare di Hinata. Le fece uno squillo, senza aspettare che rispondesse. Giusto per farle capire che la stava cercando.
In risposta, lui ricevette uno squillo dalla ragazza. Capì che a breve sarebbe venuta ad aprirgli la porta, così attese davanti all’uscio per alcuni minuti.
Hinata non apriva.
Bussò nuovamente, e chiamò il nome della ragazza.
Ancora nulla.
Ok, si stava davvero stufando. Prese da terra alcuni sassolini, e li lanciò contro tutte le finestre che poteva raggiungere, così alla fine, Hinata si affacciò.
Lui le fece cenno di scendere, ma lei aprì semplicemente la finestra. –Cosa vuoi, Uzumaki?- Naruto la guardò, serio. Scrutandola. Soltanto allora notò quanto freddo fosse lo sguardo che racchiudeva in quegli occhi così particolari. Solo in quel momento comprese.
Hinata non era affatto come lui l’aveva sempre vista.
-Hinata, scendi. Devo parlarti.- Lei lo guardò, perplessa. Non le aveva mai prestato attenzione, e adesso veniva lì, sotto casa sua, a darle ordini? Ma chi Diavolo si credeva di essere? –Senti, è tardi e io vorrei dormire. Ho anche freddo, e se non ti dispiace vorrei evitare di ammalarmi per colpa tua. Adesso ho da fare, buonanotte!- fece lei, sbattendo con forza la finestra al quale era affacciata.
E’ poco dire che Naruto per poco non si metteva a tirare i calci alla porta dalla rabbia, ma come sapeva bene, non era affatto stupido!
Fortunatamente la finestra di Hinata si trovava al primo piano e non sarebbe stato affatto difficile arrampicarsi fin lassù. Prese la rincorsa, fece un salto e si aggrappò al davanzale della finestra. Un gioco da ragazzi!
Ci si sedette sopra e scrutò all’interno. La camera di Hinata era esattamente l’opposto di come l’aveva immaginata: si aspettava una stanza piena di oggetti che le ricordavano le sue amiche, qualche poster di una band musicale, qualche cosa di suo.
Ed invece, era così triste… diversa. Le pareti erano bianche, prive di qualunque segno di personalità. Il letto singolo al centro di una delle pareti, la scrivania in ciliegio e l’armadietto panna di fianco alla porta.
Naruto notò soltanto un piccolo particolare di quella stanza. Di fianco al letto, un comodino rosa. Su di esso c’erano molte foto che la ritraevano insieme alla sua famiglia.
Ticchettò sul vetro, attirando l’attenzione di Hinata. Quella guardandolo sgranò un poco gli occhi, per poi abbandonarsi ad uno sbuffo ed avviandosi ad aprire la finestra per permettergli di entrare. La aprì. –Certo che sei proprio insistente, eh?- Lui sorrise –Mai quanto lo sei stata tu.- un altro sbuffo. –Dai, entra.- Gli fece largo, sedendosi sul proprio letto e attendendo che lui parlasse.
-Wow, certo che hai proprio una bella camera! Somiglia un po’… alla mia.- lei non rispose, e Naruto divenne improvvisamente serio. –Devo parlarti.- lei sorrise sarcastica –Beh, questo l’ho capito anch’io… dimmi pure.-
Hinata era troppo strana quella sera, anche se rispondeva spesso male, non si era mai comportata così. Che fosse per l’ormai prossimo trasferimento?
D’altra parte, Naruto non capiva i sentimenti che proprio in quel momento stava provando lei. Come avrebbe potuto?
Ma l’agitazione era talmente tanta, che non riusciva ad essere gentile. O quanto meno educata. Insomma, avere in camera il ragazzo che ami da sempre, e per di più lui vuole parlarti, non è proprio una cosa facile da superare!
Si accorse però del silenzio che Naruto si imponeva di mantenere, e decise di rimediare: -…e va bene, scusami tanto. Non so cosa mi prende questa sera, ti prego di perdonarmi. Adesso però, potresti dirmi di cosa devi parlarmi? Ci terrei davvero tanto a saperlo…-
Beh, adesso Hinata aveva confermato a Naruto di avere degli sbalzi d’umore incredibili, ma lui decise di lasciar perdere questo particolare e di concentrarsi sulla ragazza.
-Bene. Probabilmente io sono l’ultima persona che dovrebbe venire qui da te a chiederti spiegazioni ma, è proprio vero che te ne andrai?- silenzio. Lui la guardò negli occhi, osservando la sua reazione. Li vide cominciare ad inumidirsi sempre più, e pian piano spalancarsi di stupore… o paura? Anche Naruto sgranò d’istinto gli occhi, di fronte ad una tale reazione della corvina.
-H-hinata… che ti prende?- era sul punto delle lacrime, ecco cosa le prendeva. Lui sentì una strana morsa al cuore e, lentamente, si sedette accanto a lei. Le mise una mano sulla spalla, facendola sussultare. –Come… c-come l’hai saputo!?- Hinata si girò di scatto verso di lui, afferrandolo per la maglietta.
-Hinata, cosa c’è? Calmati! Mi è stato riferito da Tenten che mi ha chiesto di aiutarti. Tutto qui.- Hinata lo lasciò e rimaste ferma, immobile. Quindi era venuto soltanto perché glielo aveva chiesto Tenten? E dire che per un attimo aveva davvero sperato che si fosse interessato a lei spontaneamente. –Ehi, tutto bene?- La ragazza portò nuovamente il suo sguardo su di lui, e sorrise. –Sì,sì, tutto bene, certo. Ora che sai che me ne andrò, puoi anche andare, giusto? Sempre che tu non debba dirmi altro…-
Naruto scosse la testa, e si alzò. Avvicinandosi alla finestra però, sentì Hinata soffocare un singhiozzo e si girò, improvvisamente preoccupato. –Non va tutto bene, vero? Tu non te ne vuoi andare… no?- Lei non rispose, di nuovo. –Guarda che, se vuoi, puoi sfogarti con me. So che ne hai bisogno.- Ancora niente.
D’altronde, che cosa avrebbe dovuto rispondergli? Tutta quella preoccupazione la spaventava. Naruto non aveva mai mostrato interesse nei suoi confronti, eppure ora sembrava davvero desideroso di aiutarla, di confortarla. Nemmeno Naruto stesso sapeva come mai si stesse comportando così ma, sentiva che doveva aiutare Hinata.
Quello che provava però era talmente assurdo che lo spaventava. Era tutto così nuovo. –Hinata, ti prego… non andartene.- lei alzò di scatto la testa, fissandolo. –C-come…?- Naruto si avvicinò nuovamente a lei, aiutandola ad alzarsi: -Ho detto… non te ne andare, Hinata.- e l’abbracciò. Non conosceva la ragione di quel gesto, voleva farlo e basta. Probabilmente lei dopo poco lo avrebbe allontanato, ma non importava. Naruto sentiva il bisogno di stringerla a sé, di consolarla.
-N-naruto, ma cosa…? Perché ti stai comportando così?- Lui si scostò leggermente dall’abbraccio, quel poco che bastava per guardarla in viso, e le disse, sussurrando: -Perché adesso ho capito, Hinata. Tu sei importante per me, e non voglio che tu te ne vada.- Hinata lo guardò, stupita. –Non dici sul serio.- Lui sorrise –Sì, invece.-
A quel punto era inutile provare a trattenerle, le lacrime bagnarono dolcemente le guance candide della ragazza, e Naruto la abbracciò nuovamente. –Scusa… scusa se ti ho insultato così tante volte, e scusami se ero sempre arrabbiata con te! Soltanto che, sei sempre stato così freddo e mi dava fastidio…- lui la strinse più forte, e rispose a voce bassa: -Scusami anche tu. Ho sempre pensato che tu non fossi realmente interessata a me, che volessi soltanto prendermi in giro, eppure adesso ho capito quanto in realtà mi sbagliassi! Non so per quale motivo, ma sento di potermi sinceramente fidare di te.-
Lei sorrise tra sé, sprofondando con il viso nel petto caldo di Naruto.
 
Era da un po’ che Hinata aveva smesso di piangere, e adesso erano entrambi seduti sul suo letto, in silenzio. Non c’era bisogno di parole in quel momento. O almeno, loro non volevano avere qualcosa da dirsi. Tutti e due avevano paura, paura di affrontare l’argomento. Quell’argomento.
Poi, Naruto si fece coraggio, e parlò per primo: -Hinata… perché vuoi andartene?- lei gli lanciò un’occhiataccia, e lo zittì. Poi rispose: -Credi davvero che io voglia andarmene? Sono costretta a partire, non è affatto una mia scelta. Anche perché, non avrei motivo per andarmene… capisci?- Lui annuì, assorto.
Hinata non fece tanto caso al fatto che lui la stesse ascoltando o meno, ed incominciò a raccontare tutta la storia. Dall’inizio, con calma e senza fretta. Voleva far sapere tutto quanto ciò che era accaduto a Naruto, e così avrebbe fatto.
In meno di qualche minuto, anche il ragazzo era venuto a conoscenza di tutte le sofferenze che aveva dovuto patire lei. Seppe della bancarotta della sua famiglia, della morte di sua madre, di Sakura ed il motivo della partenza.
Poi, improvvisamente, capì.
Tutto quell’interesse verso di lui mesi prima, la sua voglia incessante di aiutarlo. Hinata aveva sempre avuto paura: la grande paura di perdere di nuovo, una persona a lei cara.
Non voleva assolutamente che Hinata andasse a Tokyo. Non da sola. Non così lontana da lui. La guardò con la cosa dell’occhio: anche lei era presa totalmente dai suoi pensieri. Continuò ad osservarla, fin quando non gli venne in mente un’idea geniale! –Hinata! Farò in modo che tu non parta! Conta su di me, so come fare!- lei sussultò, sorpresa. –Che intendi con “lascia fare a me”? E che vuol dire che farai in modo che io non parta? Cos’hai in mente?-
Naruto non rispose a nessuna di quelle domande e, com’era entrato, uscì dalla stanza, lasciando un’Hinata confusa al suo interno.

 
* * *

 
Il giorno successivo, Naruto correva a perdifiato verso la scuola, andando spesso a sbattere contro qualcuno e mormorando uno “scusa” senza pentirsi seriamente.
Arrivato nel cortile dell’edificio, si guardò intorno con agitazione, abbandonandosi ad un sospiro di sollievo quando intravide la sagoma della sua ragazza in lontananza. –Sakura, Sakura!- si avvicinò velocemente a lei, facendola voltare a guardarlo sorridente.
La ragazza lo salutò con un cenno del capo e quando lui l’affiancò, si avviarono insieme verso la loro classe. Visto che però il professore non era ancora arrivato, decisero di rimanere un po’ nel corridoio a parlare.
Non lo diede a vedere, Sakura, ma in realtà era molto agitata. Insomma, per quanto Naruto fosse gentile con lei in quel momento, l’aveva… come dire… tradito? Forse quello che aveva fatto non era così grave, ma non si sentiva comunque in pace con sé stessa, e doveva rimediare immediatamente. –Naruto, ascoltami… io- ma non poté terminare la frase, che il ragazzo si allargò in un sorriso a 32 denti, sbracciandosi in direzione di qualcun altro.
Sasuke.
-Ciao Naruto, ciao Sakura!- Lei sorrise, mentre i due intraprendevano un’animata discussione. Entrambi ridevano, cosa che fece sorridere dolcemente la ragazza, ma improvvisamente Naruto divenne serio. –Sakura, devo parlarti. Ed anche a te, Sasuke!-
Un brivido percorse veloce la schiena di Sakura, che subito pensò al peggio. E se Naruto avesse scoperto tutto di lei e Sasuke? E se adesso i due ragazzi si fossero picchiati proprio di fronte a lei? E se per colpa sua non volessero più parlarsi? E se non volessero più parlarle
Naruto si schiarì la voce, guardando Sakura con un’espressione strana. Dispiaciuta, forse. –Emh… Sakura non so come dirtelo ma… credo di volerti lasciare.- Lei, stranamente, non reagì.
Non sapeva per quale motivo, ma si sentiva sollevata. O forse sì, lo sapeva eccome.
-Ti prego, dimmi che non ti ho offesa! Se sei arrabbiata picchiami pure quanto vuoi, io ti lascerò fare! Però ti prego, non starci male, ok?- Sakura lo guardò per un istante, e poi sorrise. –Non preoccuparti Naruto, non sono arrabbiata.- Lanciò un’occhiata fugace a Sasuke, e lui ricambiò.
Naruto invece sospirò, eliminando tutta la tensione che aveva accumulato, e prese Sasuke in disparte. –Sasuke mi raccomando, la lascio nelle tue mani.- l’altro fece una strana smorfia, evidentemente confuso, e Naruto sorrise. –Ti piaceva, no? Fatti avanti!- E se ne andò, ridendo sotto i baffi.
Purtroppo, non vide mai il leggero ghigno che si formò sulle labbra del moro.
 
Finite le lezioni, Naruto andò nuovamente a casa di Hinata. Adesso che aveva lasciato Sakura, mancava soltanto di attuare il famoso piano a cui aveva accennato la sera prima.
Quel giorno non era venuta a scuola, e temeva che fosse già partita. Corse più forte, fino ad arrivare davanti alla villetta. Era abbastanza grande, probabilmente l’ultimo frammento di quella ricchezza persa anni prima.
Bussò alla porta e, diversamente dal giorno prima, venne immediatamente qualcuno ad aprire. Una donna sulla trentina apparì sulla soglia, mostrando un dolce sorriso. Naruto si presentò: -Molto piacere, sono un amico di Hinata. Lei è in casa?- quella scossa la testa, e per un attimo, Naruto temé il peggio. –E’ andata un attimo al supermercato qui vicino, tra poco sarà di ritorno. Se vuoi accomodarti per aspettarla.- lei lo fece entrare, conducendolo nel salotto.
Si sedette su un divano di pelle bianca, e Naruto fece lo stesso, ma su quello di fronte. Anche il salone, come la camera della ragazza, era completamente bianco. C’erano però molti più mobili, ognuno con la sua storia da raccontare.
Un silenzio imbarazzante calò nella sala, e Naruto decise di romperlo – Avete proprio una bella casa, complimenti…-  sorrise lei, annuendo impercettibilmente. –Grazie, emh…- -Naruto. Mi chiamo Naruto, signora.- si affrettò a dire, ricevendo in cambio un altro meraviglioso sorriso. Quella donna sorrideva molto, si vedeva che era felice.
Strano, perché non assomigliava nemmeno minimamente ad Hinata.
-Di un po’, Naruto, tu e mia… figlia andate molto d’accordo?- sembrò esitare di fronte alla parola “figlia”, e questo turbò abbastanza il ragazzo. Ma non ci badò, rispondendo prontamente alla domanda –Veramente è da poco che ci frequentiamo.- lei annuì, e sembrava stesse per dire qualcosa, ma il rumore delle chiavi nella toppa della porta la fermò.
-Sono a casa!- La voce bassa, ma decisa di Hinata riecheggiò nella stanza, e quando anche lei fece il suo ingresso nel salone, Naruto notò un accenno di stupore nel suo sguardo, vedendolo.
Subito i ricordi della sera prima riaffiorarono nella sua mente. Quando l’aveva stretta a sé, inspirando il suo profumo e sentendo i morbidi capelli sotto le sue mani. Era così esile che avrebbe potuto spezzarla se l’avesse stretta più forte.
Naruto le sorrise e lei ricambiò timidamente. Timidamente…? Mah…? Lui sospirò, certo che non sarebbe mai riuscito a capirla.
La donna si avvicinò ad Hinata, le sussurrò un qualcosa nell’orecchio e poi se ne andò. –Ciao, Naruto.- lui la salutò con la mano, invitandola ad accomodarsi di fianco a lui. Lei non si mosse. –Cosa ti serve, Naruto?-
-Aiutarti, Hinata. Nulla di più.- lei inarcò un sopracciglio, stranita. –Ieri dicevi sul serio?- annuì, ed Hinata rimase senza parole. Davvero lui voleva aiutarla? Voleva impedirgli di andarsene sul serio? E come avrebbe fatto? Ma soprattutto… perché voleva farlo?
-Che vuoi fare?- lui sorrise ancora, alzandosi ed avvicinandosi a lei. Quando le fu davanti, parlò:- Portami da tuo padre.-
Un sussulto, e poi l’inaspettato.
Quella sera, quando Hinata e Naruto uscirono da Villa Hyuuga, si abbracciarono. Le guance di lei rigate da calde lacrime, ed il viso di lui illuminato da un rassicurante sorriso.
 
-Cos’hai intenzione di dirgli, Naruto? Dimmelo!- lui salì le scale della piccola villetta, senza prestarle attenzione. –Naruto! Non so come potrebbe reagire, dimmi di cosa devi parlargli, ti prego!- il ragazzo continuava a salire e, spazientita, Hinata lo afferrò per un braccio, bloccandolo.
Lui si girò, serio: -Semplice, gli farò capire che mandarti via è uno sbaglio colossale!- lo lasciò andare, indicandogli una porta.
Lo studio di Hiashi Hyuuga.
Naruto le sorrise, dirigendosi a passo spedito verso la stanza. Hinata lo seguiva a ruota, in silenzio. Quando si trovò di fronte alla porta, prese un profondo respiro e bussò, cauto.
-Avanti.- la voce profonda e secca di Hiashi lo fece sobbalzare, ma entrò senza esitazioni. Fece due passi in avanti, mostrandosi al padre di famiglia. Si schiarì la voce, attirando la sua attenzione. –Tu saresti..?- un mezzo sorriso sul volto del biondo. –Naruto Uzumaki, signore.- l’uomo lo scrutò a lungo. Sembrava che il suo sguardo lo penetrasse nel profondo, rivelando tutti i segreti del suo essere con una facilità innata.
-Che cosa posso fare per te, Naruto?- il ragazzo divenne improvvisamente serio, e trattenne il fiato, per poi rispondere deciso:-Desidero che lei ritiri il permesso per far partire sua figlia Hinata.- Hiashi lo guardò con stizza, accartocciando un documento inutile e buttandolo in un cestino sottostante alla scrivania.
-E perché mai dovrei decidere di commettere un simile gesto?- Naruto lo sfidò con lo sguardo, incassando i colpi gelidi ed ignorando le ferite che quelle parole gli stavano procurando. –Semplicemente perché Hinata non vuole partire. Ed io nemmeno voglio che lo faccia.-
Hinata sfiorò con le dita la spalla del giovane davanti a lei, sperando di calmarlo. Si stava agitando troppo e questo rischiava di compromettere le poche possibilità di riuscita.-Cosa ne sai tu, di cosa vuole mia figlia?- Naruto ghignò. –E lei invece, ne sa forse più di me?-
L’uomo sbatté un pugno sulla scrivania di metallo, facendo sussultare entrambi i ragazzi. –Non osare pronunciare simili parole di fronte a me. E’ già troppo che io ti stia concedendo un po’ della mia attenzione, sciocco ragazzo!- si avvicinò all’uomo velocemente, afferrandolo per il colletto della camicia.
-Naruto! Ma che stai facendo?- Hinata era combattuta. Che cosa doveva fare?
-Vuole che io la smetta di rivolgermi così a lei? Bene, allora le dirò educatamente come stanno le cose: a me non importa minimamente cosa lei pensi di sua figlia, ma sappia che non è assolutamente come viene descritta. Non è una poco di buono, non ha mai trattato così male Sakura come gli hanno sicuramente riferito, signore. Hinata è una ragazza dolce con un grande cuore e, se anche a volte non si capisce cosa provi e risponde male, io so che non tratterebbe mai male una persona senza un valido motivo! E se permette, trovo anche molto stupido mandarla in una specie di riformatorio soltanto perché non va d’accordo con una ragazza.-
Hiashi rimase in silenzio per un po’, poi venne fuori il verdetto: -Non se ne parla. Hinata andrà in quel collegio, che lo voglia o no. E tu sparisci immediatamente!-
-Smettila, papà!- entrambi si voltarono verso la ragazza in lacrime, sorpresi. Hinata non aveva mai replicato una decisione presa da lui, eppure adesso sembrava davvero contraria alla sua conclusione. –Hinata, si farà come ho deciso. La questione è chiusa.- L’uomo riprese a contemplare i vari documenti, ma Hinata era davvero decisa a cambiare le cose. –Non m’importa che cosa vuoi tu, papà.-
Lo sguardo dello Hyuuga tornò a concentrarsi sulla figlia, ed attese. –Non puoi decidere cosa fare della mia vita! Ho sempre fatto quello che volevi,mi sono trovata anche un lavoro per aiutarti a migliorare la nostra situazione economica, ho sempre cercato di accettare quell’estranea nella nostra famiglia come se fosse la mia vera madre, ho fatto da genitore ad Hanabi, mi sono impegnata a vincere borse di studio! Ho fatto tutto quello che potevo senza lamentarmi, ma adesso basta! Io non andrò mai in una scuola simile, non me ne andrò mai da questo quartiere, non abbandonerò i miei amici, e non lascerò che i tuoi piedi calpestino anche il mio amore!Io… non voglio lasciare Naruto.-
Hiashi afferrò il telefono e digitò un numero. –Sì? Hiashi Hyuuga. Vorrei ritirare la domanda d’iscrizione per la “Tokyo High School” se è possibile…- sul volto dei due ragazzi si dipinse un sorriso colmo di gioia –Va bene, la ringrazio. Arrivederci.-
-Non essere così felice, Hinata. Nel momento in cui tu non obbedisci ai miei ordini, significa che puoi vivere la tua vita da sola. Non farti mai più vedere in questa casa.- Hinata sgranò gli occhi, colpita in pieno dalle parole senza cuore del padre.
Lei non disse nulla.
-Hinata… Si può sapere cosa le è preso, signore? Pensavo avesse compreso la situazione!- Hiashi zittì Naruto con un’occhiataccia, rispondendo. –Infatti è così. Ma in questa casa ci sono delle regole, e visto che la signorina non vuole rispettarle, che si faccia una vita altrove.- Naruto lo guardò con rabbia, poi si avvicinò ad Hinata prendendola per mano.
-Andiamocene, Hinata.-
 
-Starai da me per qualche giorno, fin quando non ti sarai trovata una sistemazione, va bene?- Lei annuì, e si diressero verso la casa di Naruto.
 

* * *

 
Ormai erano a metà strada, quando Hinata si fermò improvvisamente.
-Ehi, qualcosa non va?- Lei scosse la testa, tenendo lo sguardo basso. –Posso farti una domanda, Naruto?- il ragazzo annuì, confuso.
-Perché ti comporti così, Uzumaki?-
Impossibile, ancora quella domanda. Erano passati mesi ormai dall’ultima volta che glielo aveva chiesto, eppure, non avere una risposta la turbava ancora. Quella ragazza era folle; follemente innamorata di lui. Possibile che anche dopo aver ricevuto tutte le attenzioni che voleva fosse ancora interessata al motivo del suo precedente comportamento?
-Non molli mai, eh?- ci scherzò su, ma lei rimase seria. –E va bene. Risponderò, ma ad una condizione.- Hinata lo incitò a continuare, e lui sorrise. –Devi rispondere alla mia di domanda.- la ragazza acconsentì, e lui le pose il quesito: -Hinata, tu sei realmente innamorata di me?-
Rimase in silenzio Hinata, arrossendo lievemente. Poi incominciò a camminare, avvicinandosi lentamente a lui. Gli mise le mani sul viso e mettendosi in punta di piedi lo baciò.
Solo una lieve pressione sulle labbra di lui, ma quel piccolo gesto, valeva più di mille parole. Rimase ad un centimetro da lui e sussurrò: -Sì…- Naruto sorrise e, prendendola per mano, le raccontò tutta la storia, fermandosi quando si rese conto di averle raccontato tutto con una naturalezza incredibile.
Quando si era confidato con Sakura, non era stato così semplice per nessuno dei due.
Arrivò poi il momento di completare il racconto con l’ultima incognita sconosciuta a tutti. Lo avrebbe detto solo a lei, soltanto ad Hinata.
Non lo avrebbe mai pensato ma, Naruto si fidava ciecamente di quella ragazza.
-Beh, adesso immagino tu voglia sapere il motivo del perché io non mi sia mai fidato di te né di nessun altro, vero?- Lei annuì lievemente, e Naruto sospirò malinconico.
 

“Smettila di credere a tutto ciò che ti dicono. La gente non è come pensi tu. A nessuno importerà mai veramente di te, a nessuno.
Sei solo, Naruto. Lo sei sempre stato.”

 
Lui scosse la testa.
-Quando i miei genitori morirono, io venni preso in affidamento da un uomo. Si chiamava Madara e faceva davvero di tutto per me. Io gli sono grato per tante cose, e lo sarò per sempre. Purtroppo però lui non aveva sempre tempo per me, e spesso veniva a trovarmi il mio caro vecchio Zio Jiraiya. Con lui passai dei momenti bellissimi, mi divertivo un mondo quando veniva a casa mia, ma un giorno…- Naruto si perse nei tristi ricordi, e soltanto quando Hinata gli sfiorò il braccio lui si risvegliò da quella specie di trance.
-Naruto, tutto bene?- Lui annuì. –Sì, scusami tanto Hinata. Adesso continuo.- prese fiato. –Allora, stavo dicendo… un giorno però, Madara venne da me e mi riferì che mio zio era morto. Era stato assassinato.- la ragazza sussultò. Naruto continuò, amareggiato.
-E’ stato da quel giorno… mi rivelarono che Jiraiya, proprio come i miei genitori, erano soltanto un ostacolo che andava eliminato. Tutti loro… le persone a cui volevo bene erano state uccise senza scrupoli, solamente perché quei farabutti volevano i soldi. La mia eredità. Essendo io un bambino ancora troppo piccolo, se i miei fossero morti mi sarebbe stato affidato un tutore e di conseguenza a lui sarebbe andato tutto il patrimonio della mia famiglia. E’ per questo che non mi sono più fidato di nessuno. La gente è capace di fare cose orribili per qualunque sciocchezza, soprattutto per il denaro. Fu proprio Madara ad aprirmi gli occhi, a farmi capire che dovevo smetterla di dare fiducia alla gente che non la meritava.- Fece una pausa.
-E quando anche Madara morì per lo stesso motivo, io mi ritrovai senza un soldo. Tutto quello che avevo sempre temuto avvenne, ed io rimasi solo. Incapace di affezionarmi a qualcuno e di avere dei legami.- poi sorrise. –Questo ovviamente, prima di conoscere Sasuke, Sakura e… te.-
Hinata si scusò, e la conversazione finì lì.
-Ehi Naruto… ma noi due adesso stiamo insieme?- lui scosse la testa, prendendole la mano. –Non ancora. Al momento questa situazione mi piace così com’è. Io non voglio perdere nemmeno un secondo di noi, per cui, lasciamo che il destino faccia il suo corso.-
Hinata sorrise, abbandonandosi al suo abbraccio.
Era bello il tempo che passava con Naruto, e andava bene così. Almeno per il momento.
 

* * *

 
-Itachi, sono a casa!- Sasuke salì le scale, deciso a farsi una bella dormita, ma aprendo la porta della sua camera, non poté fare a meno di rimanere sorpreso.
Lo sguardo serio e profondo di Itachi lo paralizzò. Mai una volta l’aveva visto così.
-Devo parlarti, Sasuke.-






 
 
 
 
Note dell’autrice:
Buonasera a tutti, cari lettori e lettrici!
Ok, non uccidetemi per aver lasciato a metà la scena con Itachi e Sasuke, e non trucidatemi per avervi fatto questo schifo di passato di Naruto che aspettavate con ansia (Perché lo so che vi stavate leggendo la storia soltanto per sapere cosa gli era capitato .-.), è solo che su queste cose non so essere emozionante… mi dispiace! :(
Ma vabbé u.u
Mi scuso per il tremendo ritardo, ma sapete, le feste sono impegnative! (Sì, inventatene un’altra? .-.) E va bene, lo ammetto, mi sono presa una vacanza xD Ma andiamo, a nessuno capita mai di essere un pochino stanco e di volersi riposare ogni tanto? (Ogni tanto? Rientrata dalle vacanze estive hai pubblicato tre capitoli e ti sei presa quelle di natale! -.-“) Ah-ah-ah *Con agitazione*
*Fischietta ignorando la sua coscienza che la sgrida.*
Allora, che ne pensate del capitolo? Io sinceramente lo trovo un po’ esagerato, ma visto che era il capitolo dedicato completamente al NaruHina, mi sono lasciata un po’ andare… però ammettetelo, non è il capitolo più lungo che voi abbiate letto, scritto da me? Esattamente 15 pagine e 6.251 parole di World! *O*
Super lugno e fluffuoso!
Naruto e Sakura si sono lasciati! Si sono lasciati! Si sono lasciati! (Sì, sì, sì, sì!!!!)
Cooomunque! Sinceramente non volevo mettere in così cattiva luce Hiashi, ma volevo mandare Hinata a vivere con Naruto, così l’ho sfigurato u.u
Cos’altro dire, mi sono sentita di mettere in mezzo anche Neji visto quello che sta succedendo nel manga, volevo fare una specie di piccolissimo tributo anche a lui :’(
Questo capitolo (strano ma vero) mi è stato ispirato da una canzone che ho scoperto ultimamente… se volete sentirla, è questa: Hear You Me - Jimmy Eat World
Le parole sono bellissime, mi è venuto quasi da piangere quando le ho lette! O:
Allora cari lettori, cosa succederà adesso che Hinata e Naruto stanno “insieme”? E tra Sasuke e Sakura continuerà ad andare tutto rose e fiori? Cosa vorrà mai dire Itachi a Sasuke di tanto importante?
Scopritelo nel prossimo capitolo di “Un fiore pieno di speranza”! Che potrete leggere molto, molto presto! (Ok, piccola bugia di consolazione u.u)
Beh, non credo di aver altro da aggiungere a parte: Auguri a tutti per il nuovo anno, spero sia migliore di questo appena trascorso!
Un bacione grande!♥
 

Juno.

   
 
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