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Autore: xswaghair_    29/12/2012    5 recensioni
Pronta a lavorare, Emma ritorna a Londra e rivive tutto quello che aveva visto qualche anno prima insieme alla sua famiglia. I primi mesi di lavoro non sono dei migliori, è naturale per una giovane giornalista in apprendistato. Fa già parte una redazione e il lavoro si complica: poco tempo per tante cose. Si allontana dalla famiglia, dal fidanzato, dai vecchi amici ma dai libri, ciò che le hanno insegnato a sognare, no. Fra la confusione nei sotterranei londinesi, però, comincia a ricordare. Cosa? ''Ero piccola, una ragazza appena uscita dalle medie mano nella mano con mamma e papà, proprio qui davanti questa parete. Ricordo che la fissavo felice, ma non riesco ad andare oltre...''. Ne sono passati tanti di giorni per riuscire a ricordare. Lì c'era una pubblicità, una volta. ''I miei idoli, i miei cinque ragazzi: i One Direction'' tutte incertezze che svaniscono dopo un ''vai ad intervistare questi due ragazzi, degli altri tre non ne ho notizie. Questi oggi sono ospiti nella...'' erano ospiti da Alan Carr, perché due su cinque? ''Non puoi entrare negli studi. Solo alla fine dello spettacolo...'' ripeteva il capo parlando di coloro che non si dimenticano con il cuore. Ma poi...
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MEMORIES

Second chapter.


« Che sonno! » dissi sbadigliando.
Mi ero appena svegliata, e finalmente in uno di quei modi che vengono immortalati nei video dei film. Poi guardai l'orologio. L'orologio, cazzo. Non c'era un orologio in quella stanza! Mancava l'apparecchio fondamentale alla vita in quaranta metri quadrati di un monolocale?! Ah, a proposito... avevo affittato un appartamentino - non proprio un monolocale, anche se non era così grande - sempre a Marylebone, era troppo grazioso: l'esterno in rosso che veniva spezzato dal verde del piccolo prato, una casetta a due piani di cui io occupavo solo il pian terreno - il piano superiore non fu mai affittato, a volte avrei voluto visitarlo, ma nonostante il fatto che possedevo anche la chiave della porta principale (e superiore), non rischiai mai. Il buio mi metteva troppa paura -, l'interno era perfetto, mobili classici, letto matrimoniale tutto per me, cucina attrezzata e stessa cosa il bagno. L'appartamento era ospitale e soprattutto pulito! Ci trovai anche una boccetta di profumo, un biglietto da visita appartenente al proprietario, uno spazzolino portatile nuovo, tutta la posateria e le stoviglie, coperte e lenzuola nuovissime e soprattutto un televisore quaranta pollici samsung. Pft, come se il televisore fosse più importante del camino che avevo trovato nella sala da pranzo. Capite? Camino! Io l'ho detto di essere dentro un film! Da quando si trova un camino nel proprio appartamento? Io a Parigi né in altre città non lo avevo mai trovato! Aspetta aspetta... volevo accendere il camino a giugno o mi rendeva felice il solo pensiero di averne uno a casa - che proprio casa non lo era, almeno all'inizio -? Comunque, ritornando all'orologio... mancava l'orologio! Dico, ero contentissima di aver prenotato un alloggio confortevole per la mia lunga permanenza - sapevo già che primo o poi me ne sarei scappata e avrei comprato una casa tutta mia, e solo mia - ma mancava l'orologio, eh?! L'unica soluzione fu alzarmi dal letto e andare a cercare il cellulare. Lo trovai ed erano le 09:17. 
« Emma, mettiamoci a lavoro: prepara la colazione, sistema i bagagli, mangia, lavati, vestiti e poi sei pronta per andare a lavoro. Non dimenticare di aggiungere un filo di trucco, però! »

I miei monologhi non avevano avuto mica una sosta, ah?! Erano solo scomparsi per un bel po', il bello era che con me stessa parlavo in italiano e poi mi ritrovavo a parlare in inglese con la redazione e tutto il resto del mondo che mi circondava. La prima volta che chiamai Rob da Londra andò a finire che parlai in inglese, perché? Perché secondo lui avrei dovuto mantenere l'allenamento. Ero troppo debole per parlare sia italiano che inglese, erano i primi giorni e dovevo fare belle figura, diceva. 

« Ciao Emma! Desideri un caffè? » mi chiese il brufolone, aspetta... come si chiamava? Ah, sì. Mark.
« No, grazie » gli sorrisi e suppongo che lui abbia apprezzato quel dilatamento delle labbra, continuava a fissarmi e diventò anche fastidioso « non ne ho si bisogno, ne ho già bevuto un po' questa mattina e sinceramente berne un'altra tazzina mi farebbe uscire fuori di testa! »
Lui ricambiò il sorriso e poi si avvicinò a me Andrew. Non mi salutò né con uno ''ciao'' né con altro. Mi strinse semplicemente la mano, e mi sorprese. Perché? Perché si vedeva che anche in quell'ambito avevo cambiato aria. In Italia, o per lo più a Palermo, la gente salutava in modo molto amichevole anche gli sconosciuti, invece a Londra c'era chi - come i palermitani - salutava in modo amichevole, senza far caso al galateo e poi chi porgeva la mano, in modo freddo. 
Poi però Andrew si sciolse, mi parlò.
« Raccontaci un po' dell'Italia... Com'è la vita da quelle parti? »
Quella domanda era speciale, non vedevo l'ora di rispondere.
« Beh, io sono siciliana » immaginavo già che nelle loro menti - ormai tutti quelli della redazione si erano avvicinati a me, per salutarmi e poi ascoltarmi. Mancava solo il capo, che neache gli altri avevano visto - sarebbero comparse immagini di mafia, ma dall'esterno io non vidi nulla « e la vita lì non è delle migliori, ma d'altronde tutta l'Italia è messa male, forse anche tutto il mondo. C'è troppa distinzione fra gente povera e gente ricca, gente che da buona lavoratrice si reca a lavoro senza fiatare per prendere quel che gli spetta alla fine di ogni mese, ma altra non fa niente e guadagna più di chi si spezza la schiena a lavorare giorno e notte per far sì che i propri figli abbiano un pezzo di pane... » continuai il mio racconto parlando anche di cose positive, del buon cibo e del mare italiano. Parlai anche dei monumenti e fu lì che venni interrotta da un botto. Era il capo che chiuse la porta dell'ufficio in modo violento. 
« Senti Emma, se vuoi raccontare qualcosa ai tuoi nuovi amichetti cerca di non farlo qui. Soprattutto non davanti a me. » mi disse il capo - di cui non sapevo ancora il nome -. 
Primo giorno. Primo rimprovero.
« Adesso vai a Trafalgar Square. Hanno cominciato una conferenza stampa, anzi no. Deve ancora cominciare. Svelti voi altri! » incitò indicando gli altri compagni, poi continuò « Allora, Emma. Dove eravamo rimasti? Ah, ricordo. Dunque... c'è una conferenza stampa sotto copertura. Fai domande, tante domande e non stupide. Non voglio più rimproverarti. Andrew, accompagnala. Emma oggi dovrà mettersi a lavoro: lei domanderà, prenderà appunti e abbozzerà tutto per l'articolo. Tu farai le foto. Andrew, guardami. Cerca di fare foto decenti. A più tardi. O al massimo, a domani. »
Il capo chiuse la porta dietro di sé per andarsene. 

Io e Andrew prendemmo i nostri cappotti e scendemmo in strada.
« E' molto tosto il capo, fa sempre così? » domandai lungo il marciapiede che stavamo percorrendo, pronti a scendere nei sotterranei e prendere l'Underground londinese.
« Ancora non lo conosci, baby! » rispose in modo sarcastico, almeno nei miei confronti.

Arrivati a Trafalgar Square vidi un grande capannone - forse era stato costruito per ''proteggere'' coloro che dovevano essere intervistati dal freddo o sicuramente perché il meteo aveva previsto pioggia, ma non piovve affatto - e gente ammassata davanti le transenne. Avvicinandomi ancora di più vidi che davanti a me c'erano dei bodyguards alti e muscolosi. Mi tranquillizzai quando Andrew fece notare la sua cartellina da ''giornalista'' e ci fecero entrare. Entrare, dove? Beh, ci fecero superare le transenne e poi sì che mi accorsi di chi era che dovevo intervistare: Emma Watson. C'era lei lì, con altri signori che presumevo fossero i registri di un nuovo film in cui la protagonista era proprio l'Hermione Granger di Harry Potter!
Andrew mi sorrise quando notò il mio stupore, poi poggiò delicatamente la mano sulla mia schiena per farmi avanzare e poi prendere posto fra gli altri intervistatori.

Dopo qualche domanda arrivò il mio turno. Forse era passata mezz'ora o anche sessanta interi minuti, ma stavo ascoltando la voce di Emma Watson dal vivo, e questo mi bastava. Era ormai grande, una donna sposata con un figlio, ma per me rimase sempre l'intellettuale Granger. 
« Signorina Watson! » dissi, alzando un po' il tono della voce per farmi sentire e alzando il braccio sventolandolo in modo che potesse notare da dove provenisse quel richiamo, il mio richiamo « Ha fatto così tanti film, e io sono una sua ammiratrice da quando lei era bambina, o meglio... ragazzina » avrei voluto continuare senza far arrossire le mie guance, ma l'emozione e le risate degli altri giornalisti mi fecero bloccare per qualche secondo. Poi ripresi, osservando piacevolmente l'interesse della Watson « lei mi ha sempre fatto emozionare, le sue espressioni sono fantastiche e tutti i premi che ha vinto se li è proprio meritati » feci una pausa, sospirai « beh, tutti le hanno fatto domande per il nuovo film, e sinceramente non vedo l'ora di correre al cinema per vederlo... » altri risolini mi interruppero « ma volevo domandarle delle cose in particolare... cosa ne pensa adesso di Harry Potter? E mi scusi, per la domanda fuori contesto! » conclusi sorridendo. Adesso gli intervistatori che mi avevano preceduto si ammutolirono e diedero spazio solo alle parole di quella splendida ragazza. 
« Harry Potter è la serie che ha fatto gioire milioni di ragazzi, ma i primi siamo stati io, Rupert e Daniel. E' stato fantastico girare per quel film e l'emozione che si prova durante la ''pietra filosofale'' è la stessa dell'ultimo della serie. Avrei continuato e continuato a recitare la stessa parte per quel film, d'altronde lì è descritta anche la storia di ognuno di noi: attori e bambini, ragazzi ed adulti! Chi se lo sarebbe mai immaginato: la piccola Emma Watson, una dei tre protagonisti della serie! E' fantastico, anzi magico! »
Io annotai tutto quello che disse, Andrew, nel frattempo, cominciò a scattare delle foto. 
« Grazie per la sua risposta, Emma. Forse non ho centrato il concetto del nuovo film, ma suppongo che i ricordi non facciano male. E questo non è un brutto ricordo! »
Lei sorrise e le sue piccole rughe comparirono lungo il contorno degli occhi.
« Oh, forse è stata la migliore delle domande di quest'oggi. Ricordare è un bene, hai ragione. Qui abbiamo parlato tutti delle emozioni provate nel nuovo cast, dei nuovi attori - anche americani - che ho conosciuto, ma tornare al passato e confrontare quello, con il presente, è ancora più allettante! Beh, io direi che come amici-attori non ne troverò mai con lo stesso umorismo e semplicità di Daniel e Rupert e anche tutti gli altri del cast di Harry Potter, dunque... se sono qui è grazie a loro e a voi che mi seguite sin da quando avevo undici anni, o anche meno. Penso che la differenza fra tutti gli altri film in cui ho recitato e quest'ultimo che quella ragazza ha evidenziato » disse indicandomi « c'è: sono belli, ma Harry Potter rimane Harry Potter. Adesso devo andare, babbani! » concluse con un mezzo sorrisino.
''Babbani'' era l'ultima parola che aveva detto fra i suoi occhi lucidi e la mente piena di ricordi. Era ancora Hermione Granger, quella che io imitavo da piccola.

Con l'emozione ancora addosso, ritornai insieme a Andrew alla base - mi sentivo nel film di 007, sì - e poi cominciai ad abbozzare tutto quello che avevo ottenuto, mentre lui sfogliava - per lo più osservava... - le foto salvate nella sua Nikon.


QUESTO E’ GIA’ IL SECONDO CAPITOLO, SPERO DI AVERLO SCRITTO BENE E COME HO CHIESTO ALLA FINE DEL PRIMO… POTRESTE FARMI IL PIACERE DI COMMENTARE E SCRIVERE SE HO FATTO EVENTUALI ERRORI DI BATTITURA O ANCHE SE PENSATE CHE COME PRIMA PARTE DELLA STORIA NON E' DELLE MIGLIORI, VOGLIO SOLO AVVISARVI CHE IL MEGLIO - LA PARTE CHE ANCHE IO PREFERISCO - NON ARRIVERA' SUBITO, NON AVREBBE SENSO SECONDO ME, LA STORIA NON SAREBBE PIU' AVVINCENTE O ORIGINALE. SE INVECE VI E' PIACIUTO COME PRIMA PARTE DELLA STORIA E VORRESTE SAPERE QUALCHE ANTICIPAZIONE COMPLESSIVA DEI FUTURI CAPITOLI POTETE RINTRACCIARMI QUI FACENDOMI QUALCHE DOMANDA --> http://ask.fm/xzaynsmoustache , NON SONO PRONTA A RISPONDERE A TUTTE QUELLE CHE PROBABILMENTE MI FARETE RIGUARDANTI IL TESTO, PERCHE' SINCERAMENTE NON HO GIA' PRONTI TUTTI GLI ARGOMENTI DA TRATTARE ANCHE NEI PROSSIMI CAPITOLI, TIRO TUTTO FUORI IN MODO SPONTANEO E MOMENTANEO QUINDI ADESSO NON SO COSA POTREI SCRIVERE NEL QUINTO CAPITOLO, lol. 
SPERO VI SIA PIACIUTO E VI RINGRAZIO IN ANTICIPO PER AVER LETTO CIO' CHE RIGUARDA DUE MIEI GRANDI SOGNI. GRAZIE, DI NUOVO.
  
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