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Autore: Stellalontana    16/07/2007    3 recensioni
«Era questo che volevi, alla fine di tutto?» chiese sorridendo.
«Mmm…» le accarezzò una spalla «non proprio» scese sul nodo dell’asciugamano e lo sciolse, concedendo a Lily la possibilità di arrossire violentemente «ma mi posso organizzare»[...]
Ultimo capitolo postato, ragazzi!!!
Genere: Commedia, Avventura, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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A VOI TUTTI SALVE

A VOI TUTTI SALVE!

Finalmente ho riavuto il mio caro amico computer sotto mano ^_^. Questo è l’ultimo capitolo della storia, spero che vi sia piaciuta e che continuiate a recensirmi!

 

Un bacione grandissimo a tutti voi!!

 

E adesso l’ultimo capitolo…

 

Buona lettura!

 

 

 

OMBRE NEL DESERTO

 

 

Alì alzò la testa dai cuscini su cui si era lasciato cadere.

 

Suo padre troneggiava davanti a lui come una montagna. Lo guardò.

 

«C’è qualcosa che desideri dirmi Alì?» chiese in arabo incrociando le braccia. Il giovane beduino strinse il cordone del suo mindil e alzò le spalle.

 

«Non vedo che cosa» ribatté increspando le labbra. Sekmeth lo fissò ancora per qualche minuto, poi, sdegnato uscì dalla tenda. Il ragazzo scoppiò a ridere.

 

Era riuscito a farla in barba perfino a suo padre. Doveva essere veramente scaltro. Intrecciò le mani dietro la testa e si stirò all’indietro. Sarebbe diventato sheikh molto presto e quel mercante da strapazzo di Luxor non avrebbe certo avuto i suoi soldi da lui.

 

Chiuse gli occhi, godendosi la sensazione di potenza che gli fruttava la sua recente scoperta. Aveva mentito e truffato, ma non era mai stato tanto felice di aver infranto la legge. Era una sensazione nuova, poter provare finalmente che cosa significa essere potenti, poter fare ciò che si vuole.

 

Era passato più di un giorno da quando i due ragazzetti se ne erano andati e ciò significava che non avevano ancora scoperto un bel niente. Non sarebbero tornati e lui avrebbe potuto mettere in atto il suo piano ingegnoso più in fretta del previsto.

 

Però, pensò, quella ragazzina non era niente male. Increspò le labbra. La straniera era molto carina, aveva tutte le curve al posto giusto e sarebbe stato davvero un piacere poter condividere qualche momento con lei.

 

Alì scosse la testa. Adesso che era così potente avrebbe potuto avere tutte le donne che gli fossero piaciute. Non poteva essere altrimenti!

 

Uno dei suoi fratellastri entrò nella tenda e gli saltò sullo stomaco. Alì cacciò un urlo.

 

«Jihara!» prese il bambino da sotto le ascelle e lo scaraventò di lato. Il bambino emise un ululato degno di un coyote. La madre accorse e lo prese in braccio.

 

«Dovresti essere più gentile con i tuoi fratelli, Alì»osservò dura.

 

«E tu dovresti guardarli a vista i tuoi piccoli demoni!» ribatté il giovane beduino.

 

«Sono anche i tuoi fratelli»

 

«Non farmi la ramanzina, Jihara. Non sei mia madre!» indicò il bambino che mangiucchiava il cordone del mindil di Jihara «E loro non sono i miei fratelli… semmai fratellastri!»

 

«Sei crudele a dire così» sbottò la donna. Alì alzò le spalle.

 

«Già, e anche un gran bugiardo!» una voce di donna irruppe alle spalle del giovane. Jihara si voltò verso l’ingresso della tenda e i suoi occhi si spalancarono. Alì si voltò a sua volta.

 

Appoggiata al palo portante della tenda era appoggiata Lily, accanto a lei James.

 

«Come osi dare del bugiardo a me?» sbraitò Alì in inglese alzandosi calciando di lato i cuscini.

 

«Abbiamo chiesto a tuo padre se conosceva un certo Ismail, mercante di Luxor, ma lui ci ha detto di non averne mai sentito parlare» Lily si guardò le unghie «noi crediamo a tuo padre e Ismail ci ha detto che lo sheikh che aveva acquistato da lui la pietra che sua figlia aveva trovato era molto giovane, sulla ventina»

 

«Le cose sono due: o Ismail e Sekmeth mentono o sei tu a mentire» completò James. Alì increspò le labbra.

 

«Io sono il figlio dello sheikh. Posso fare ciò che voglio con il mio tempo e voi stranieri non avete il diritto di giudicarmi»

 

«Non credo proprio» Lily scosse la testa «tu come Sekmeth e come tutti, non potete infrangere al legge. Soprattutto quella dei credenti. Le razzie ai danni delle popolazioni sedentarie sono proibite, Alì! E non solo dalle leggi cristiane, ma anche dalla tua religione»

 

«Che cosa ve ne importa se ho compiuto razzie? Voi siete soltanto degli stranieri non potete capire» replicò Alì. «Sono il figlio dello sheikh e lo sarò io stesso molto presto!»

 

In quel momento Sekmeth entrò nella tenda in mano reggeva una coppa. Alì sbiancò.

 

«Questa l’ho trovata nella tua tenda» la rovesciò. Il vino che vi era contenuto cadde a terra e sugli stivali di Sekmeth. Una pietra ovale, liscia e di colore giallo-verde rotolò sulla sabbia. Lily si affrettò a raccoglierla. Tolse un fazzoletto dalla tasca e ce l’avvolse.

 

«Sei stato scorretto, Alì» sentenziò. Il ragazzo rise.

 

«Ho fatto i miei interessi, straniera. Come tutti. Dovevo fare qualcosa! Tu» indicò il padre «avresti dato la discendenza a uno dei tuoi bastardi, senza contare che anche io potevo diventare sheikh. Avresti dovuto darmi un po’ più retta padre. Avrei potuto cambiare le cose, ma voi siete venuti per scombinare tutti i miei piani» aggiunse con rabbia in direzione di Lily e James.

 

I due ragazzi si guardarono, ma Sekmeth si affrettò a tappare la bocca al figlio, schiaffeggiandolo così duramente che il giovane beduino cadde a terra tramortito.

 

«Avevo avuto la sensazione di aver cresciuto un figlio con un po’ di intelligenza e buona creanza, ma a quanto pare mi sbagliavo» sussurrò. Alì rimase a terra, asciugandosi il sangue dalle labbra.

 

«Avevi occhi soltanto per lei» Alì indicò Jihara «e non pensavi che avrei voluto qualcosa di più»

 

«Adesso basta Alì» la voce della donna lo fece voltare verso di lei «non sono tua madre, ma lei certamente non avrebbe approvato il tuo comportamento infantile e sciocco!» lo rimproverò.

 

Alì rimase in silenzio per un momento. «Io…» borbottò «Mi hai sempre trattato come un ragazzino scocco e presuntuoso, quando volevo solo che tu mi notassi. Invece hai sposato mio padre, quando avresti dovuto sposare me!»

 

Jihara lo guardò a lungo, poi s’inginocchiò sui cuscini e gli accarezzò il viso. «Non puoi sempre ottenere ciò che vuoi, Alì. Lo sai come sarebbe andata. Perché non hai potuto accettare?»

 

Alì non rispose.

 

Sekmeth condusse fuori Lily e James. «Sono sconcertato» ammise. Lily gli pose una mano sulla spalla.

 

«Non affliggerti» ripose la pietra in una tasca dei pantaloni «tu non potevi sapere nulla. Comunque, la pietra rimarrà in Egitto»

 

«Che cosa?» l’urlo di James rimbalzò sulle dune. Lily lo guardò. «Abbiamo fatto tutta questa strada, abbiamo dormito sotto le stelle quattro notti per trovare questa cavolo di pietra, ci siamo risolti tutti gli enigmi di Tolomeo, abbiamo percorso miglia su un cammello brontolone e adesso vuoi lasciare la pietra qui?»

 

Lily gli lanciò uno sguardo indulgente. «Questa pietra appartiene a Tolomeo. La getteremo nella sua tomba. Credo che sia la cosa più giusta da fare»

 

Sekmeth annuì, dando un’occhiata alle dune.

 

«Sai James» Lily si voltò verso il deserto, mentre si alzava un leggero vento caldo «ho finalmente capito quello che voleva dire Tolomeo nei suoi papiri, ma nessuno conoscerà mai questa storia. Credo che la pietra abbia fatto già abbastanza del male»

 

Il ragazzo abbassò la testa e le abbracciò le spalle, appoggiando il mento sulla sua testa. Lei gli prese le mani. «Come vuoi» sussurrò lui.

 

 

 

A El Cairo, tre giorni dopo

Lily si sedette sul letto della camera d’albergo. L’asciugamano morbido strettamente legato attorno al corpo. I capelli bagnati le solleticavano le spalle, oscillando alla brezza che entrava dalla finestra. Dopo tre giorni di viaggio su quel cammello dondolante erano finalmente rientrati a El Cairo e l’indomani mattina avrebbero preso l’aereo per far ritorno in Inghilterra.

 

Con la bacchetta accese le lampade della stanza. Il buio cominciava ad entrare nella stanza e lei non voleva rimanere senza luce. Ad un tratto sentì bussare alla porta.

 

«Avanti»

 

La testa scarmigliata di James entrò nella camera. «Posso?» chiese. Lily annuì.

 

Il ragazzo indossava di nuovo i suoi vecchi jeans scoloriti e la camicia color cielo con cui era partito giorni addietro. «Non sei pentita di aver nascosto di nuovo la pietra?» chiese sedendosi sul letto con lei. Lily scosse la testa tamponandosi i capelli con un asciugamano.

 

«No. Sono convinta di aver fatto la cosa giusta. Era pericolosa e non volevo che creasse scompiglio» rispose. James sospirò e si buttò sul letto atterrando con la testa sul cuscino.

 

«Certo che siamo stati veramente dei bastardi con Alì» osservò. Lily sorrise.

 

«Si meritava una bella ramanzina»

 

«Sei sicura di non voler più tornare?»

 

«Sì James. Magari torneremo per salutare Sekmeth e Jihara, ma non certo per andare a ricercare la pietra»

 

«Però…» cominciò James. Lei lo fermò con una pacca sullo stomaco.

 

«Niente però, James. Ormai non torno indietro, quindi smettila di fare congetture sulla pietra!» si alzò, diretta verso il bagno, ma il ragazzo le afferrò il braccio.

 

La guardò negli occhi per un attimo, poi l’attirò a sé in un abbraccio. Lily ridacchiò.

 

«Fammi asciugare i capelli!» si divincolò, ma lui la stringeva troppo forte per lasciarla andare. Immerse una mano nei suoi capelli bagnati, pettinandoglieli all’indietro.

 

«No» scosse la testa fissandola «Sei più sexy così»

 

«Andiamo James, per una volta fai il serio»

 

«Oh Lily, ma io sono maledettamente serio» le prese il mento con due dita e la baciò «Mai stato più serio in vita mia» aggiunse. Lily lo fissò.

 

«Era questo che volevi, alla fine di tutto?» chiese sorridendo. Il ragazzo sembrò pensarci su, mentre misurava con gli occhi il nodo dell’asciugamano della ragazza.

 

«Mmm…» le accarezzò una spalla «non proprio» scese sul nodo dell’asciugamano e lo sciolse, concedendo a Lily la possibilità di arrossire violentemente «ma mi posso organizzare».

 

Lily non protestò quando il ragazzo la sollevò in un abbraccio.

 

Nessuno dei due si preoccupò di chiudere la finestra. Le stelle, la luna, la brezza leggera e un’ombra solitaria nel deserto li vegliarono fino al sorgere del sole, quando l’ombra, un sorriso argenteo sul viso brunito scomparve, tornando alla sua tomba, all’inizio del deserto.

 

 

 

FINE

 

 

SPAZIO AUTRICE

 

 

Spero di non aver deluso i miei lettori con questo capitolo non molto lungo, ma dovevo trovare una fine ragionevole alla storia della pietra e a quella d’amore di Lily e James.

 

Ringrazio in anticipo tutti quelli che vorranno recensire questa storia, chi l’ha già fatto e anche quelli che leggeranno solamente. [Recensite vi prego che una recensione di tre parole vi fa perdere cinque secondi del vostro preziosissimo tempo alla tastiera del computer e fa felice me…]

 

SALUTISSIMI!!!

 

Stellalontana*

   
 
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