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Autore: JulietAndRomeo    29/12/2012    4 recensioni
Questo è il prequel di 'Niente è più dolce della vendetta'.
Dalla storia:
Li percepii sedersi e, infatti, poco dopo attaccarono bottone: -Hey, bambola, da dove vieni?- chiese quello che sembrava il più grande dei tre.
Tutti gli occhi delle persone del locale erano puntate su di me e potevo sentirli perforarmi il collo con lo sguardo, ma non me ne curai più di tanto e, chiudendo lentamente il menù, alzai gli occhi per posarli sui tre tipi seduti di fronte a me: -Chiamami ancora 'bambola' e per venirti a prendere a calci dovrò farmi un viaggetto nell'aldilà. Tra l'altro, non sono cavoli tuoi le mie origini, bambolo- risposi con un sorrisetto sulle labbra.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Ho un appuntamento con Draco Malfoy... porca Morgana!




-Ok, Malfoy, io non piaccio a te e tu non piaci a me, ma questo non ci impedisce di passare comunque una serata carina, no?- dissi speranzosa.
-Ma tu mi piaci, Granger… no, non fraintendermi,- si corresse lui, quando notò il mio sopracciglio alzato: -Io intendo nel senso che non mi fai schifo… cioè, volevo dire, non sei il massimo, ma sei il meglio a cui posso aspirare al momento… nel senso che… non sto andando bene, vero?- terminò lui, rosso come un pomodoro.
-No, non stai andando per niente bene… e comunque ho capito quello che intendi, o almeno credo…- risposi perplessa.
-Che si fa?-.
“Bella domanda” pensai.
-Potremmo comunque provare ad andare a cenare, in fondo, lo avremmo fatto comunque anche se non in un ristorante, giusto?- proposi io.
-Giusto! E magari poi andiamo a prendere un gelato? È così che si dice, giusto?-.
-Giusto. Così elimineremmo il sapore della cena, in caso non fosse buona-.
-Ottimo… una domanda: come ci arriviamo al ristorante?-.
-Beh, ci puoi Smaterializzare-.
-No, non posso. Il tornado rosso che tu chiami “amica” si è presentata qui dicendo che le avevi parlato di me e che ti ero sembrato triste (a proposito, se questa parte della storia è vera, ci tengo a puntualizzare che non sono per niente triste o depresso, Granger) e che quindi, dato che ormai la guerra è finita e dobbiamo darci una mano a vicenda e visto che una sua amica voleva uscire con me (se volevi uscire con me potevi semplicemente dirlo, Mezzosangue), aveva prenotato una cena per due in un ristorante qui vicino che si chiama… beh il nome non me lo ricordo. Fatto sta che io il posto non l’ho mai visto e quindi non posso Smaterializzarmi. Tu lo conosci?-.
-Se tu ti ricordassi il nome, potrei anche provare a capire che posto è, ma dato che sei senza testa… mando un gufo a Ginny- dissi cominciando a salire le scale.
Andai in camera mia e presi la carta da lettere e brevemente scrissi a Ginny, dicendo che né io, né Draco sapevamo dove fosse il locale. Liberai Oscar, la mia nuova mascotte dopo Grattastinchi, e gli affidai la pergamena.
Oscar prese il volo e tornò dieci minuti dopo, durante i quali io e Malfoy avevamo evitato anche di guardarci in faccia, con la risposta di Ginny.
 
Si chiama “Wallflower Street”, me lo hanno consigliato. Divertitevi,
Ginny.
 
-Aspetta… Wallflower... ma si! Me lo ricordo! Prendi il mio braccio, Malfoy!- dissi scattando in piedi e tendendo il braccio a Draco.
Lui esitante mise la mano sul mio braccio e poi, dopo il normale senso di soffocamento, ci ritrovammo davanti ad un ristorante non troppo lussuoso, ma elegante.
-Quindi sarebbe questo?- chiese Draco.
-Si, Ginny ha scritto così-.
-Beh, se è giusto dovrebbe esserci una prenotazione a mio nome-.
-Proviamo, allora-.
Entrammo velocemente nel locale e ci dirigemmo verso la postazione del maître.
-Buonasera, i signori desiderano?- chiese l’uomo.
Era un uomo sulla sessantina, alto e slanciato. I capelli erano grigi, ma molto curati ed ordinati, gli occhi, dietro gli occhiali rettangolari, erano marroni. Era vestito in smoking e portava delle scarpe nere tirate a lucido.
Sembrava un tipo molto professionale, anche nel modo di parlare. Non scambiammo molte battute con lui, ma il suo modo di porsi era ricercato e molto sobrio, nonostante l’eleganza.
-Abbiamo una prenotazione, a nome Malfoy- disse Draco.
-Oh, si. Un tavolo per due. Prego, seguitemi, signori- disse l’uomo uscendo da dietro la sua postazione.
Noi lo seguimmo, guardandoci un po’ intorno. Malfoy non sembrava molto colpito dall’eleganza dell’ambiente, probabilmente era abituato a posti del genere, io invece sembravo un pesce fuor d’acqua e, con la bocca aperta, ammiravo tutto quello che la vista offriva.
La sala era illuminata da una luce soffusa, che faceva risultare l’ambiente intimo e confortevole. Proprio davanti a noi, su un piccolo palco, un pianoforte nero a coda dava un bello spettacolo di sé.
-Prego, signori- disse l’uomo, fermandosi davanti ad un tavolo apparecchiato per due.
-Grazie- disse Draco, congedando poi il maître, non prima che questo potesse lasciare i menù.
Fece il giro del tavolo e mi spostò la sedia per farmi sedere.
-Wow, non credevo potessi essere così cavaliere- dissi prendendolo in giro.
-Non credevo conoscessi così poche cose di me, Granger… eppure tu conosci sempre tutto di tutto e tutti- rispose lui con lo stesso tono.
-Touché- ribattei prendendo il tovagliolo e posizionandolo sulle gambe.
Passarono alcuni istanti di silenzio, durante i quali lui continuò a studiare l’ambiente e io presi a studiare la sua espressione. Ad un certo punto si voltò di nuovo nella mia direzione e notò che stavo osservandolo.
-Che c’è?- chiese: -Ho qualcosa che non va?- proseguì prendendo un cucchiaio e guardando il suo riflesso.
Io risi della sua vanità e risposi: -No, Malfoy, sei apposto… mi stavo chiedendo solo come mai non hai una ragazza-.
-Che significa?- disse lui, preso in contropiede.
-Intendo, sei bel… piacevole come persona, non capisco come mai tu non abbia una relazione fissa- spiegai.
-Non sono il tipo da relazioni fisse- rispose guardando la rosa che stava al centro del tavolo: -O forse non ho ancora incontrato quella giusta- continuò alzando poi lo sguardo su di me.
Io arrossii impietosamente, immaginandomi in una relazione con lui.
“Impossibile” disse una parte di me, paragonabile all’angelo che appare sulle spalle della gente. “Lui è Malfoy”.
“Si, ma il bacio di Malfoy, all’aeroporto, ti è piaciuto, ammettilo!” ed ecco che il diavolo appare puntuale sull’altra spalla.
“Hermione è una ragazza ragionevole, non si farebbe coinvolgere per così poco” disse l’angelo.
-Sparisci, angelo, il diavolo ha vinto- borbottai, scuotendo leggermente la testa.
-Come?- chiese Draco.
-Cosa?- risposi io, facendo finta di nulla.
-Hai detto qualcosa-.
-No, non è vero- dissi velocemente.
-Stai migliorando, Granger-.
-Eh?- chiesi confusa.
-A dire le bugie, ma io sono sin troppo bravo per te, non puoi fregarmi- disse.
Io feci una smorfia e non risposi.
Il cameriere arrivò un secondo dopo, per prendere le nostre ordinazioni, ma prima che potessi anche sollevare il menù, Draco chiese: -Tu mangi di tutto, giusto?-.
-Ehm, si… perché?- chiesi confusa.
-Mangeremo pesce. Dica allo chef di sorprenderci. Da bere una bottiglia di vino, che vada bene con il pesce però-.
Il cameriere annuì brevemente e poi si congedò, portando con sé i menù.
-“Dica allo chef di sorprenderci?”. Non siamo ad uno spettacolo di magia- chiesi ridendo.
-Voglio vedere come se la cavano i Babbani con la cucina, quindi cosa c’è di meglio di una sorpresa, Granger? E poi, magari è qualcosa di nuovo, che non ho mai provato e avrò l’occasione di fare un’esperienza nuova- rispose sogghignando.
-Perché ghigni sempre? Cioè, voglio dire- dissi quando lui alzò un sopracciglio: -Quando sorridi sei più bello e più sopportabile, di sicuro- continuai senza pensare a quello che avevo detto: -quindi perché ghigni?-.
-Che hai detto?- chiese lui guardandomi con gli occhi fuori dalle orbite.
-“Quindi perché ghigni?”- ripetei,
-No, prima-.
-“Perché ghigni sempre?”- tentai di nuovo.
-No, dopo-.
Riflettei un attimo, per ricordare quello che avevo detto: -Oh, merda- sbottai, quando realizzai.
-Dillo, Granger-.
-L’ho detto senza pensare, voglio dire, la domanda del “perché ghigni” è stata fatta pensando, poi ho scollegato il cervello. Non intendevo dire che sei… ehm, quello, ecco… io intendevo dire che potresti esserlo se non ghignassi, ma dato che lo fai, non lo sei- risposi ingarbugliandomi.
Lui non parlò per qualche secondo poi disse: -Ammettilo, non lo hai capito neanche tu quello che vuoi dire. La mia bellezza evidentemente ti fa confondere sin troppo-.
Ed eccolo il ghigno che mi aveva fatta finire nelle sabbie mobili fino al collo.
“Maledetto ghigno!” pensai.
Salvandomi da Malfoy e da me stessa, soprattutto, arrivarono le nostre ordinazioni: due piatti di ravioli di pesce.
L’odore era unico, mi fece venire l’acquolina in bocca e soprattutto fece sorgere la speranza che, pensandola come me, Malfoy smettesse di imbarazzarmi ulteriormente.
-Per questa volta ti risparmio, Granger, ma solo perché questi ravioli sembrano buoni. Poi mi spiegherai perché mi trovi così bello ed attraente- disse lui.
-Hey, io ho detto solo “bello”! Non “attraente”- risposi io senza collegare i fili.
-Ecco, lo vedi lo hai ammesso. E comunque essere belli, include anche l’essere attraenti- disse versando del vino bianco in entrambi i bicchieri.
“Sono un’idiota” pensai tra me e me.
-Buona cena, Granger- disse lui.
-Buona cena, Malfoy- risposi io, prima di cominciare a mangiare.
 
La cena continuò, vuoi per colpa del vino, vuoi perché Malfoy era diventato più simpatico, tra risate e racconti del passato.
Tornammo a casa, verso l’una di notte e, nonostante avessimo deciso di passeggiare un po’ dopo essere usciti dal ristorante, per smaltire il principio di sbornia che mi ero presa, le risate continuarono, fin quando Draco non mi fece sedere su una panchina, poco distante da casa.
Ci alzammo poco dopo e riprendemmo a camminare lungo la strada, uno di fianco all’altro.
-Si, quella volta ti avrei davvero fatto male, se Harry non mi avesse fermata- dissi, con il sorriso sulle labbra, ripensando al mio terzo anno ad Hogwarts.
-Devo la vita a San Potter, allora?-.
-Beh, tu e San Potter, vi siete alleati contro di me, quando eravamo a casa sua-.
-Tu non porti gli orecchini… ammetti che stavi origliando, non sei brava a dire le bugie-.
Io annuii due volte, lentamente e poi, quando arrivammo sulla porta di casa, dissi: -Devo ringraziare Ginny-.
-Come?- chiese lui, voltandosi verso di me, mentre entravamo.
-Ho detto che devo ringraziare Ginny- ripetei togliendomi il cappotto.
-E perché mai?-.
-Tu credi che saremmo qui, se non fosse stato per lei? Mi ha fatto fare qualcosa che non avrei avuto il coraggio di fare. E tu mi hai fatto passare una bellissima serata. Grazie Malfoy- dissi alzandomi in punta di piedi e baciandolo leggermente sulle labbra.
Lui mi afferrò per la nuca e approfondì il contatto, fino a farmi schiudere le labbra, permettendo alle nostre lingue di rincorrersi.
Poi si allontanò dolcemente da me e poggiò la fronte contro la mia: -Quando vuoi, Granger- disse, lasciandomi un altro bacio a stampo, prima di salire le scale, diretto in camera sua.
Quando sentii la porta della sua camera chiudersi, mi guardai intorno, come risvegliatami da una trans. Pensai al giorno della partenza per Londra, quando in aeroporto mi aveva baciata.
“Non c’è nessuna guardia di sicurezza che ci guardava, adesso” pensai.
Sorrisi.












Ce l'ho fatta!!!! Ho partorito questo maledettissimo capitolo, che da nove maledettissimi giorni provo a scrivere.
Adesso che mi sento realizzata per il mio ritorno, vi auguro di passare un bel Capodanno, un felice anno nuovo e spero che continuerete a seguirmi anche nel duemilatredici che si spera sia meglio del maledetto duemiladodici... devo smettere di dire "maledetto".
Ça va, mes amis, je vais étudier <3
Juliet :DDD
   
 
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