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Autore: Sally_230710    30/12/2012    0 recensioni
La trama è ancora da stilarsi, io scrivo a seconda dell'ispirazione. Di conseguenza essa potrebbe cambiare. Sappiate solo che è una storia che parla di vampiri, dove il Bene e il Male non sono poi così ben distinti. Il Bene può trasformarsi in Male e viceversa, tutto dipende da un unico fattore: l'Amore. Ma non solo l'amore tra amanti, ma anche quello fra amici e fratelli e beh...cugini. E' la mia prima storia, spero vi piaccia.
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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“Che paesino inutile! Maledizione alla setta! Solo perché mi sono fatto scoprire da un’umana adesso devo nascondermi. Chissà cosa le avranno fatto, maledizione! L’unica umana intelligente che avevo conosciuto adesso sarebbe stata rovinata…e questo solo per colpa mia!”. Con questi pensieri Alex Hamilton aspettava di arrivare nella sua nuova casa, si sentiva in prigione mentre viaggiava in macchina e osservava quel raccapricciante paesino di provincia. Arrivati nella nuova casa portò giù le valigie e disse:” vado a caccia, torno tardi”. “Non creare danni, ne hai già fatti abbastanza!” queste furono le parole con cui il Signor Hamilton salutò suo figlio prima che questo sbattesse la porta e rompesse la maniglia.
Camminando per il paese si accorse di essere osservato, così tese l’orecchio: “Quello lì deve essere il figlio dei nuovi vicini dei Thompson”, altri invece avevano una faccia alquanto cupa:” Alla fine si è scoperto di chi era il cadavere?”, “ No, non ne ho idea. Ma forse lo faranno sapere presto. Comunque gira voce che solamente la sua gola fosse lacerata per il resto il corpo era intero”.
“Meraviglioso!”, pensava Alex “ mi sa che non mi lasceranno vivere in pace nemmeno qui, è solo grazie a mio padre che sono ancora vivo, fosse stato per quei dannati, ora del mio corpo sarebbero rimaste solo ceneri.” Mentre camminava e rifletteva, Alex si guardava in giro e notava che in realtà c’erano davvero delle belle ragazze, forse vivere lì non sarebbe stato poi così male. Forse anche il loro sangue era buono quanto il loro aspetto.
Mentre aspettava la sera, o meglio l’ora giusta per cacciare, si sedette in un bar e ordinò un bicchiere di whisky. “Ragazzo, quanti anni hai?” gli chiese il barista. Aveva il viso tondo come la luna piena e la pancia non era da meno. Indossava una camicia bianca logora e dei pantaloni che gli tagliavano la vita esaltando ancora di più il suo pancione. Sopra ciò aveva un grembiule marrone sporco di grasso e sulla spalla uno straccio. I pochi capelli che aveva in testa erano brizzolati e unti, radi come l’erba che appare ai primi scioglimenti delle nevi. Le mani giganti erano ingrassate quanto il grembiule. “ Abbastanza per bere” rispose il ragazzo.
“ Mostrami un documento” ribatté l’altro. “ Sono più che certo che non ti serva. E ora dammi questo maledetto bicchiere!” mentre diceva ciò Alex fissava con i suoi profondi occhi azzurri l’uomo che in un batter d’occhio sembrava aver cambiato idea: “ Si si certo adesso arriva”. Detto ciò il barista porse al ragazzo il whisky.

 












 

“Cosa pensi di questa cosa dell’omicidio?” chiese la più giovane alla maggiore.
“Credo che non siano affari nostri, lasciamo risolvere a papà e agli altri uomini, serviranno pure a qualcosa! E poi c’è pure la polizia”. Ma non vedendo la sorella soddisfatta della risposta: “ Suvvia, Emily! Si dice sia stato un animale, bisogna solo stare attente a non andare al cimitero, nel bosco e a non stare fuori la sera troppo tardi”. Detto ciò Emily parve un po’ più rassicurata, ma ancora non del tutto convinta. “ Va bene, andiamo a dormire che domani si torna a scuola”, disse.
Detto ciò entrambe spensero la luce della loro meravigliosa cameretta in stile vittoriano e si addormentarono.
* DRRIIN DRRIIN *
“Spegni quella sveglia!” biascicò Chloe, con la voce ancora impastata dal sonno.
“ Alzati che è ora! Faremo tardi a scuola!”, detto ciò Emily si alzò e tirò le tende facendo entrare dei meravigliosi raggi di sole che parevano una cascata d’orata che entrava ad illuminare una grotta buia, quale era la camera delle sorelle.
Successivamente, Emily, dopo aver ammirato il paesaggio fuori dalla finestra, aprì immediatamente l’armadio per scegliere cosa mettere: oggi si sentiva felice, era meteoropatica, e, a differenza della sorella, apprezzava anche il brutto tempo, perché ciascun momento secondo lei era importante, che esso fosse bello o brutto. Viveva la giornata senza mai rimanere delusa da ciò che accadeva attorno a lei. Pensava che la sua vita fosse perfetta. D’altra parte Chloe non apprezzava mai niente, anzi, che fosse bel tempo o brutto non cambiava: c’era sempre qualcosa che non andava. Pian piano quest’ultima, dopo essersi lamentata in modo incomprensibile riguardo al sole che l’aveva accecata, si alzò dal letto di malavoglia e si diresse in bagno e poi a fare colazione. Nel frattempo Emily si era già vestita, aveva fatto colazione, si era lavata i denti e poi truccata. Per ultima cosa prese lo zaino e si diresse alla porta per fare una passeggiata aspettando sua sorella. Dopo mezz’ora anche Chloe era pronta: vestita con dei jeans neri e una maglia bianca, con un giubbotto di pelle nero. Sembrava quasi che per lei non esistessero le sfumature, solo nero o bianco.  Uscita dalla porta trovò sua sorella intenta a giocare con Lilly la loro bella cagnolina, anche se usare questo termine non era molto adatto, infatti era un lupo cecoslovacco, molto raro da quelle parti. Ma che il caro paparino aveva pagato fior di quattrini pur di accontentare le sue due amate figliole.
“Che bella giornata oggi!” esclamò Emily.
“ Tu vedi sempre il bello dappertutto, non ti capisco” borbottò Chloe.
Emily la guardò stranita e, un po’ delusa dall’atteggiamento della sorella, si diresse al cancello con aria offesa.
Appena uscita sulla strada non vide un mattone per terra e vi si inciampò, ma due forti braccia la presero al volo.

 

“Oh” esclamò Emily: “ Grazie”.
Il ragazzo la guardò e poi disse: “ Dovresti stare più attenta, non credo che la prossima volta riuscirò a salvare quel bel vestitino” le fece l’occhiolino e si dileguò.
La ragazza restò un po’ interdetta e affascinata da quel bel ragazzo straniero.
“Em ti vuoi muovere? Arriveremo in ritardo!” furono le parole di Chloe a farla tornare alla realtà, corse accanto a sua sorella e le disse: “ Hai visto quel tizio?”
“Chi, quello che ha ‘ salvato il tuo bel vestitino’?” rispose Chloe con tono sfacciato.
“Si Chloe, la tua è solo invidia!” disse Emily di rimando facendo la linguaccia alla sorella.
“Invidia?Emily, quando crescerai?!” detto questo Chloe entrò a scuola ignorando l’espressione di sconcertata delusione sul volto di sua sorella.
Emily si stava ancora chiedendo come potessero esistere persone acide come Chloe, quando andò a sbattere contro un ragazzo.
“Oh, Emily, è da tanto che non ci vediamo…sai volevo chiamarti e beh…ecco…”
“Lascia in pace mia sorella per favore, lei non ti vuole! E’ inutile che continui a girarle attorno scodinzolante” disse Chloe a Jason: il ragazzo che aveva una cotta per Emily sin dall’asilo.
Il povero ragazzo se ne andò deluso.
“Quando la smetterai di trattare così male le persone?” chiese Emily “ e poi da dove diavolo sbuchi?” continuò, ma sua sorella non la stava ascoltando: era impegnata a sfilare nel corridoio davanti a tutti come una feroce ma elegante pantera nera alla ricerca della sua prossima preda.
Chloe e Emily erano opposte come il giorno e la notte, come l’estate e l’inverno.
La prima era una feroce e affascinante mietitrice di vittime, non si fermava davanti a nessuno, non provava compassione per gli altri. Era egocentrica ed egoista, l’unica persona di cui le importava davvero era sua sorella, per lei avrebbe dato la sua stessa vita.
Emily invece era gentile e buona nei confronti di tutti, non sembrava essere in grado di fare del male a nessuno. Tutti la salutavano, la rispettavano, ma ciò non era dovuto alla paura, come nei confronti di Chloe, no, il rispetto a lei dovuto era una specie di eterno ringraziamento per le azioni buone della ragazza.

Mentre la sorella poteva essere paragonata ad una pantera, Emily, con la sua cascata di capelli biondi simili ad una criniera, poteva essere considerata un docile unicorno. La sua dolcezza e la sua purezza la rendevano la ragazza più desiderata della scuola, ma i ragazzi non riservavano gli stessi pensieri poco candidi che riservavano a Chloe, bensì la ritenevano la ragazza ideale. Ma nessuno osava toccarla, sia per via della nera pantera sua protettrice, sia per il semplice fatto che sembrava così fragile che al minimo tocco avrebbe potuto infrangersi come un bicchiere di cristallo.

Secondo capitolo, è un po' corto, ma come dicevo nel primo, sono alle prime armi.


Spero vi piaccia. LASCIATE RECENSIONI


- S

  
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