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Autore: Bluemask    30/12/2012    4 recensioni
Ventiquattro anni. Una figlia di sei da crescere. Il padre della bambina morto in mare. Domande che sono rimaste in sospeso per troppo tempo.
Ma, fra tutte, una sembra la più pungente:
Chi è il vero padre di Elisa?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fine del capitolo precedente:
- Sono un mostro.- singhiozzai, sentendo Louis che si sedeva accanto a me e mi abbracciava.
- Mamma, che è successo?- Elisa si avvicinò a noi, confusa.
- Niente piccola, la mamma è...-
- Louis non è tuo padre.- lo interruppi.
Sì, c’erano tanti modi per dirlo e io usai il peggiore.
Lui si irrigidì, ma continuò a tenermi stretta a sé.
Elisa aprì al massimo i suoi occhi da bambina, ancora più confusa di prima.
- Niall è tuo padre.- le confessai, mentre mi osservava stupita.
Mi guardò per alcuni minuti, forse cercando una traccia per capire che era solo uno scherzo.
Un gioco, una presa in giro, una bugia.
- E perché stava piangendo?- domandò con un filo di voce.
- Perché adesso papà mi odia.- mormorai, chiudendo tristemente gli occhi.
E lasciando che le lacrime scorressero rigandomi le guancie.
 

-

 
 
Mi asciugai gli occhi ancora umidi e mi alzai dal pavimento, respirando profondamente.
Non dovevo essere così debole davanti a mia figlia, avevo sbagliato a mostrarmi così. Avevo sbagliato di nuovo.
Louis si avvicinò alla bambina, con lo sguardo basso, ma lei arretrò di poco. Sembrava avesse paura di lui. O forse non si fidava soltanto.
E probabilmente non si fidava più nemmeno di me.
- Perché stava piangendo?- ripeté lei, non contenta della risposta.
- Perché ho sbagliato. Tu mi perdoni?- mi inginocchiai di fronte a lei, accarezzandole una guancia.
- Non sono io quella che ti deve perdonare, mamma.- ribatté, accennando col capo la porta e sorridendo.
Annuì, lasciandole un bacio sulla fronte.
- Me la tieni per un po’?- chiesi a Louis, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
- Certamente.- mormorò, e io uscii da quella casa.
Intanto aveva anche iniziato a piovere, che cosa fantastica.
Mi stinsi nella felpa, osservando che la macchina di Niall era ancora dove l’aveva parcheggiata, quindi non era andato lontano.
E sapevo anche dov’era.
Corsi fino alla spiaggia, non molto lontana da lì; si sedeva sempre in riva al mare, lui, quando era triste o doveva pensare. Infatti lo trovai seduto su uno scoglio bagnato dalla pioggia e dall’acqua salata.
Rallentai, camminando lentamente verso di lui; e se non mi avrebbe perdonata, che avrei potuto fare?
Niall alzò gli occhi di scatto, notandomi, per poi riportarli davanti a sé.
- Perdonami.- dissi, arrivata vicino a lui, con tono quasi supplicante.
- Dovrei?- si passò una mano tra i capelli biondi e fradici.
- Per favore.- ritentai, appoggiandogli una mano sulla spalla.
Lui scosse la testa, scrollando il braccio, e io ritirai la mano.
- Hai scelto lui, mi va bene. Voglio solo che si prenda cura di Elisa, che sia un buon padre.- mormorò, questa volta scossi la testa io.
- Nessuno sarà un padre migliore di te. - replicai.
- Ah, okay. Prima baci Louis davanti a me e poi dici questo? Ma ti senti quando parli?- sbottò, amaramente.
- Ero solo dispiaciuta per Louis, stava così male, era l’ultimo contatto intimo che avrei avuto con lui prima di portargli via Elisa.- singhiozzai.
- Portargli via Elisa? Ma se non l’ha mai avuta!-
- Ed è colpa sua se è caduto in mare? Io lo amav...-
- Lo amavi, certo, e quando lo hai tradito con me? -
Spalancai la bocca, sorpresa.
- Niall, eravamo entrambi ubriachi, avevamo promesso che non ne avremmo più parlato.-
Eravamo andati a una festa, in un pub, insieme; quel giorno avevo litigato con Louis, volevamo lasciarci, avevo bevuto, mi ero svegliata in una camera che non conoscevo.
Fortunatamente avevamo fatto pace, io e Louis, ma pochi giorni dopo la sua scomparsa in mare scoprii di aspettare un bambino. O una bambina.
- Lo so. - sussurrò, respirando profondamente.
Restammo in silenzio per alcuni minuti, prima di accorgermi di star battendo i denti.
- Hai freddo?- chiese a bassa voce.
- Leggermente.-
- Perché non te ne vai?-
- Perché ti amo. -
Quasi cadde per terra.
Sarebbe stato uno spettacolo divertente, se non mi sentissi bagnata fin dentro le ossa, se non avessi ricominciato a piangere, se lui non ce l’avesse con me.
- Tu...- si bloccò - ma, Louis?-
- Oh, accidenti. Ho sbagliato, ho fatto un errore davvero enorme, ma non provo niente per lui se non affetto! Io sono innamorata di te, lo capisci?- urlai.
Sorrise, mettendosi in piedi e togliendomi una ciocca di capelli dal volto, ché si era appiccicata alla fronte.
- Nel caso ti perdonassi, giuri che non mi farai più soffrire?-
- Lo giuro, davvero.- sorrisi anche io.
Si strinse nelle spalle, abbracciandomi.
- Ti amo anche io. - sussurrò contro il mio orecchio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 





 
 
 

Epilogo
 

- Guarda come è bello il mare, papà. – esclamò felice Elisa, mentre lo indicava.
- Oh, è stupendo. Ed è dello stesso colore dei tuoi occhi, sai?-
La piccola, si portò le mani sulla bocca, voltandosi verso di lui e scoppiando a ridere.
- Anche i tuoi occhi sono dello stesso colore!- sorrise, appoggiando la testa sulla sua maglia.
Niall annuì, stringendola a sé.
Anna sospirò, felice che finalmente le cose si siano aggiustate, alzandosi e lasciando un bacio sulla guancia del suo futuro marito.
Dall’altra parte dell’imbarcazione, Louis, con le braccia incrociate e appoggiate alla ringhiera bianca, fissava silenziosamente la distesa scura di fronte a loro.
- Quando la dimenticherai?- domandò, abbastanza frustrato, un ragazzo dai capelli ricci; era quella persona che lo aveva salvato appena in tempo quando era caduto in mare e che non aveva potuto fare a meno di innamorarsi di quei occhi verde alga e azzurro cielo.
- Quando troverò qualcuno che mi amerà, almeno quanto mi amava lei.- rispose, con lo sguardo basso e le guancie arrossate.
- Forse hai già trovato questo qualcuno ma non te ne sei accorto.- borbottò, dando voce ai suoi pensieri senza volerlo.
- Tipo?- fece l’altro, divertito, con un sopracciglio inarcato.
- Se non lo sai tu. - sorrise, roteando gli occhi verdi.
- Io credo di saperlo, però.- appoggiò la faccia su una mano, girandosi a guardarlo.
- Ah, sono felice per te. - sussurrò, sorpreso, lo sguardo fermo sui piedi e una crepa nel cuore.
- Non capisci proprio niente, riccio.- rise l’altro, mettendogli un dito sotto il mento e alzandolo verso di lui. - Io stavo parlando di te. - gli soffiò sulle labbra, unendole alle sue.
Harry spalancò gli occhi, con un intero zoo nello stomaco.
Altro che farfalle.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Heeello.
Larry, larry, larry, larry everywhere!
Come avrete sicuramente capito, questa è la fine.
Signore, sono lieta di annunciarvi che ho concluso la mia prima mini-long. <3
In realtà doveva essere una long vera e propria, ma l’ispirazione s’era andata a farsi un giro a Londra (almeno lei che può) e mi aveva lasciata solo davanti alle pagine bianche di Word.
Ovviamente si sono aggiunti altri problemi che non vi dirò per non annoiarvi, ma vabbè.
Quuuindi. Ringrazio tutte le persone che hanno recensito questi sette ed entusiasmanti capitoli (notare l’ironia, tsk); grazie davvero c:
E poi, beh, nulla.
Chiedo perdono a Liam e Zayn per non averli incastrati da qualche parte, perdonatemi gays.
Volevi dire, guys. *tossisce*
See you soon, babes.


  
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