Era mattina presto, si sentiva un frusciare di voci nel dormitorio femminile, dovevano essere le sette circa, Hermione si avvicinò a Ginny che cercava ancora di dormire.

-Su sveglia Ginny.- disse scuotendo la ragazza e togliendole le coperte soffici e calde che l’avvolgevano.

Ginny per istinto prese il cuscino con la federa bianca e si coprì la testa ancora assonnata.

-Hei, hai ancora sonno? Hai fatto le ore piccole stanotte? Dove sei stata, ieri sera non ti ho visto tornare… lo sai è da incoscienti uscire la sera, soprattutto ora che a Hogwarts ci sono Auror dappertutto, rischi una punizione bella grossa….- Hermione cominciò con la paternale ma venne interrotta da Ginny che si alzò di scatto, guardò la ragazza un po’ stordita. Poi si andò a preparare.

Hermione stranamente non fiatò, decise di proseguire il discorso appena fosse pronta.

Nel frattempo nel dormitorio maschile Harry si era svegliato più stordito che mai, Ron come al solito dormiva, così decise di svegliarlo. Gli tolse sia le coperte che il cuscino.

-Ron, dai svegliati, alla prima ora abbiamo la McGranitt, non vorrai sentire la sua predica e che ti metta in punizione come l’ultima volta?!- disse in tono stanco.

Ron molto lentamente si alzò dal letto, guardò Harry con occhi stanchi, sembrava distrutto come se la sera prima si fosse consumato davanti ai libri per studiare, ma era una cosa improbabile, soprattutto per Ronald Weasley.

Qualche ora dopo, dopo le lezioni, Harry, Ron ed Hermione andarono a pranzare. Come al solito la Sala Grande a quest’ora era sempre gremita di gente. I ragazzi si sedettero ai loro soliti posti, in tavola erano state servite pietanze di ogni genere da far venire l’acquolina a qualsiasi persona.

I ragazzi una volta finito di mangiare si avviarono in biblioteca per studiare. Harry era insolitamente distratto, si guardava a destra e a manca, ma sembrava non trovare quello che cercasse.

- Harry, stai cercando qualcosa, o qualcuno?- chiese Hermione sottolineando in modo particolare l’ultima parola della domanda.

-No…niente- rispose in tono vago.

I tre cominciarono a fare i compiti, Ron supplicava Hermione di aiutarlo, mentre lei voleva svolgere lo studio in tranquillità senza essere interrotta. Purtroppo il rosso era davvero insistente, allora la ragazza per farlo tacere rispose: - Ok, Ron ti aiuterò ma solo dopo aver finito i miei compiti.- sbuffò

-Oh, Hermione, io..io non so come ringraziarti…io TI AMO!!- esclamò felice e soddisfatto.

-Risparmiati i complimenti- tuonò Hermione

Passò qualche ora, i ragazzi avevano finito di studiare, o almeno questo valeva per Hermione ed Harry, Ron come al solito ci aveva provato ma senza alcun risultato.

Improvvisamente il moretto si alzò.

-Dove vai Harry?- chiese preoccupata l’amica.

-Ehm…io...vado a farmi un giro.- rispose frettoloso il ragazzo

I due guardarono Harry andarsene velocemente dalla biblioteca.

-Ron, sono preoccupata.- disse Hermione abbassando gli occhi sul libro.

-Perché?- domandò stupito il ragazzo.

-Beh, Harry si comporta in modo strano, scompare sempre…ieri sera a che ora è tornato?- ad un tratto chiese.

-Mmh..non so dirtelo…..- ci pensò un attimo – Miseriaccia!Ieri sera era così tardi che mi sono addormentato, ed Harry ancora doveva tornare, però non so dirti l’orario…- rispose un po’ abbattuto.

-Oh, Ron, sei un caso perso.- esclamò Hermione esasperata.

Intanto il ragazzo con gli occhiali tondi gironzolava per Hogwarts, senza una meta precisa, con mille pensieri in testa, ma tra questi uno in particolare continuava ad ossessionarlo, si chiedeva dove fosse finita Ginny, l’aveva vista stamattina, ma poi né a pranzo, né in biblioteca e né nei corridoi di tutta Hogwarts l’aveva trovata. Ora Harry passava davanti alla Stanza delle Necessità, convinto che Draco stesse architettando qualcosa, infatti davanti alla porta c’erano due ragazzine che sembravano essere del primo anno, ma in realtà lui sapeva che fossero Tiger e Goyle trasformati grazie alla pozione polisucco. Ma ora per il moretto non era il momento di pensarci troppo, voleva trovare la sua ragazza, infondo era la sua, di nessun’altro, e allora se era la sua ragazza, doveva star con lei, ma dov’era??

Harry ormai stava impazzendo, così decise di fare un giro presso la foresta.

Camminò e camminò, fin quando non scorse una sagoma un po’ bassa che volteggiava tra gli alberi della foresta. Sembrava ripetersi una scena già rivista un anno fa. Eccola lì, con il suo sguardo fisso nel vuoto, camminare leggiadra, stavolta con le scarpe, tra i nargilli.

-Ciao, Harry Potter- salutò la bionda

-Luna!- esclamò

-Cosa stai cercando??- chiese mentre accarezzava quel nargillo che fino a poco tempo fa era ancora un cucciolo.

-Sto cercando Ginny…- disse guardandola non stupito dal suo strano comportamento.

-Forse in questo stesso momento la persona che stai cercando, ora sta cercando te. Vedrai che la troverai presto.- Luna lo guardò. Harry capì e si diresse di nuovo al castello.

Mentre passava per la sala grande, sentì una voce che lo chiamava. Si girò ma non vide nessuno, continuò a camminare.

-Harryyy- continuò la voce a sussurrare.

Questa volta il ragazzo si guardò meglio e vide qualcuno spuntare dietro il muro, si avvicinò, Ginny. Ella lo salutò con la mano. Poi gli balzò addosso.

-Ti ho cercato dapperttutto, ma è possibile che tu scompaia sempre??Dove sei stato??Sai mi hai fatto preoccupare.- cominciò la rossa.

Il ragazzo sorrise stringendola a sé, e le diede un leggero bacio.

-Sai Ginny, io con te non mi sento più solo, quando sto con te sono felice, e  provo una sensazione così bella solo standoti accanto.- la baciò di nuovo.

-Harry, devi sapere che ogni attimo che ti sto vicino, che ti vedo, sento il mio cuore battere forte, sento come se stesse per scoppiare,, me lo sento in gola, non sei l’unico a provare tutte queste sensazioni messe insieme.- rispose lei ricambiando il bacio, dandogliene uno appassionato.

Stavolta fu lui a prenderla per mano e, corsero insieme fin quando non arrivarono alla Torre di Astronomia.

-Guarda Harry che bello, si vede uno spettacolo magnifico.- Ginny gli mostrò ciò che stava vedendo.

Lui annuì, poi lui la guardò, vide due splendidi occhi chiari, poi lei li chiuse e si avvicinò dolcemente al suo viso, anche Harry chiuse gli occhi, e si baciarono dolcemente. Lei si strinse a lui, mettendo le mani e le braccia attorno alla schiena di lui, egli invece poggiò le sue mani sul suo collo, pian piano scivolarono giù sulla schiena di lei.

Poi i due continuarono a baciarsi, mentre scivolavano sul freddo pavimento di marmo, lei sopra di lui, Ginny tolse la felpa ad Harry, rimase a petto nudo, un petto scolpito, ma ella non ci fece molto caso, era stata travolta dalla passione, anche se avesse voluto fermarsi e guardarlo un momento, non ci riuscì, voleva assaporare ogni secondo i baci che riceveva.Ora era il momento del moro, si girò, ora era lui che era sopra di lei, le tolse la maglietta, restò con il suo reggiseno bianco candido come la neve, con qualche merletto sulle coppe. Lui la baciò sul collo, lei lo abbracciava sentendo tra le sue mani la pelle di lui. Poi egli diede un bacio a Ginny, fu lungo e travolgente, uno di quei baci da non dimenticare. I minuti scorrevano veloci tra un bacio e l’altro, Harry stava togliendo il reggiseno a Ginny, per un momento ci fu un po’ d’imbarazzo, poi si strinsero forte, il seno di lei era strinto sul petto di lui.

Lui si sfilò lentamente i pantaloni, lei fece lo stesso. I loro cuori battevano all’impazzata, quel battito struggeva il silenzio, era emozione, confusione, ma soprattutto passione. Nelle loro menti si celava paura, ma anche voglia di continuare.