Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses
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Autore: PJ_    02/01/2013    2 recensioni
"Ci incontriamo ancora.."
"Non ti ho mai dimenticato bambina"
"Credo di pensarla diversamente Saul.."
"Mi sei mancata"
"Anche tu, non sai quanto"
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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slash1 |sla sh |
verb [ trans. ]
cut (something) with a violent sweeping movement, typically using a knife or sword : a tire was slashed on my car | they cut and slashed their way to the river | [ intrans. ] the man slashed at him with a sword.
 
La giovane donna aveva lungi capelli biondi, occhi di ghiaccio e pelle diafana. Le esili spalle erano avvolte in un maglione di lana grigia, le unghie laccate di smalto nero, i jeans scoloriti. Era entrata nel piccolo albergo alla ricerca del suo passato. Alla reception un giovane magro, dai capelli rossi e lunghi, un’espressione arrogante dipinta in volto le aveva posato un braccio esile e muscoloso sulle spalle, con voce fin troppo nota le aveva chiesto: “Cerchi qualcuno piccola?”, lei non aveva risposto subito, torcendosi le mani arrossate dal freddo.
“Credo di avere io ciò di cui hai bisogno..” ma, mentre tentava di avvicinarsi più del dovuto lei si era riscossa, chiedendo lui: “Sei Axl Rose, sei tu vero?”.
L’uomo aveva sorriso, affabile, tentando di conquistare lo sguardo stranito e le iridi glaciali. “Slash è qui? Saul è nel motel?” lo aveva spiazzato questa, ferendolo nell’orgoglio.
Il lato acido e da primadonna dell’uomo prevalse, sprezzante,
“Tu chi saresti? La sua nuova puttanella?”, come poteva qualcuno preferire il chitarrista al leader, al carismatico comandante?
“Aiutami, devo vederlo” la sua voce era flebile. Poggiò i gomiti al bancone nella hall: “Devo vedere Saul” disse ferma, lo sguardo torvo che inchiodava il cantante imbronciato al suo fianco. “Seguimi..”
Lei lo seguì, dal colletto del maglione spuntava il suo tatuaggio, timido e seducente allo stesso tempo, allo stesso modo. L’inchiostro nero le tingeva il collo e tutta la schiena, era ingombrante, importante, un tatuaggio di cui –sussurrava la gente- lei si sarebbe pentita presto.
Entrò nell’ascensore ed esaminò l’uomo premere il tasto numero 6, era davvero bello William, peccato –pensò- non si ricordasse di lei.
Davanti alla camera 613 attesero un po’ di tempo, sapeva benissimo che Slash non avrebbe risposto alle chiamate del compagno, sapeva dov’era. Anche quello l’aveva frenata alcuni anni prima, l’eroina, la dipendenza, sapeva che, entrando, avrebbe trovato Slash in bagno, un cucchiaino in mano, silenzioso. Lo sapeva. Quindi attese. Quando lui aprì, alla fine, lei si scostò dall’ombra, dietro Axl e semplicemente disse: “Ciao Saul..”
  
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