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Autore: Fuffy91    22/07/2007    1 recensioni
Rieccomi!! Spero vi piaccia! é una storia di avventura, coraggio e mistero.Una strana ragazza legata ad un segreto , ad una ciurma di pirati ben conosciuta e ad un capitano con un cappello di paglia. Intrighi, paure, misteri, segreti, dolori, vie nascoste, strade insidiose, nascondigli , gioie, sorrisi, bevute in compagnia, profumo di arance e magia...questo è Orange Town! Leggete e commentate se volete! Baci da Fuffy91!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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“Ecco a te Ruby, e questo è per voi ragazzi!” esclamò Mary mentre serviva un bel piatto di spaghetti con la salsa d’arance alla bella moretta e porgeva il menù a Nami, che lo prese rivolgendole un sorriso e ringraziandola con un caloroso:” Grazie molto gentile.” “ E anche bellissima!” aggiunse Sanji rivolgendole di nuovo uno sguardo intenso e stranamente serio, che stupì molto la sua compagna dai capelli scarlatti e anche quella con i capelli simili alla pece, che per un attimo si scambiarono uno sguardo stupito, seguito poi da un sorrisino complice, mentre entrambe pensavano:” Che si stia davvero innamorando?” e a quel complimento la dolce biondina avvampò di colpo e gli rispose un po’ imbarazzata:” Gr-Grazie!” e subito Sanji, deludendo molto le sue compagne, aggiunse trasformando in un lampo i suoi occhi in due cuoricini rosa palpitanti e sfumacchiando cuoricini, come se il tabacco contenuto nelle sue sigarette fosse targato”Love-Love” e con una voce mielosa:” Oh ma figurati mia cara Mary! Oh Mary!” ed era entrato completamente in uno dei suoi sogni irrealizzabili, quando Nami, con un energetico pugno, lo riportò alla realtà, mentre il malcapitato si massaggiava la testa dolorante e la guardava innamorato perso. Tutto questo suscitò una grande risata di Ruby, la quale intanto lottava con il suo vicino di posto, che voleva a tutti i costi appropriarsi dei suoi spaghetti, ma alla fine se li mangiò tutti in una sola forchettata lasciandola allibita e con un sorriso spiazzato sulle labbra:” Tu hai per caso mangiato un frutto del mare?” gli chiese a brucia pelo, mentre Rubber si stava ripulendo l’intero viso sporco di salsa di arance allungando la sua lingua in maniera esageratamente lunga:” Si, il frutto Gom Gom, perché?” e lei sorridendo come al suo solito:” Semplice, amico. Perché anche io ne ho mangiato io!” e a questa affermazione seguirono dei corali:” Davvero?!” “Certo. Si chiama Cur Cur, che mi permette di correre ad una velocità impressionante;non solo, mi rende straordinariamente agile e veloce e…” si interruppe improvvisamente Ruby, come se si fosse accorta di qualcosa che mancava, mentre gli altri la guardavano interrogativi, finché Usopp le chiese esitante:” Qual-Qualcosa non va?” e a questo seguì un urlo acuto di Ruby che si alzò in piedi con uno scatto di reni improvviso, poi si guardò intorno, sul tavolo, dappertutto, finché non si voltò verso Mary che stava servendo ,incurante degli spostamenti continui della sua amica, le ultime porzioni sul tavolo, che Rubber si precipitò ad ingoiare, sempre puntando gli occhi neri verso la sua nuova amica, che sembrava essere più pazza della sua amica navigatrice:”Mary!!!” le urlò contro Ruby, e questa sempre tranquilla le rispose:” Si, cosa c’è Ruby?” le chiese con un sorriso ammiccante:” Dov’è?” si precipitò a chiedere la moretta dai capelli elettrici:” Dov’è cosa?” le chiese anche lei con uno sguardo interrogativo:” La birra! La mia birra! Quella che dovevi portarmi!” e a questa ultima esclamazione, Mary assunse un espressione di disappunto, serrando le labbra e crucciando le sottili sopracciglia, ed inseguito le disse con un tono quasi di rimprovero:”Ruby, quante volte devo ripetertelo?! Tu la birra non puoi berla, sei minorenne. Ti rendi conto che hai solo 17 anni?! Non puoi bere birra a 17 anni! Io non te lo permetto, e scordati che te la serva, chiaro? Non voglio che tu diventi una alcolizzata e che precipiti nel baratro dell’alcol. Io ci tengo a te e alla tua salute. Vuoi che a 30 anni il tuo fegato esploda, eh? È questo che vuoi?” “ No ma…” e Mary con un sospiro, e sorridendo come al solito le disse:” Perfetto, allora eccoti una bella spremuta di arancia. Bevi è tutta vitamina C, e poi fa bene alle tue gambe e corri ancora più veloce!” e Ruby risedendosi ,sconfitta dalle motivazioni incontestabili della sua migliore amica,le disse con le lacrime agli occhi:” Ma io voglio la birraaaa!” “Ruby!” la rimproverò di nuovo la sua amica:” Oh e va bene. Dammi quel maledetto succo d’arancia!” “ Brava così mi piaci!” le disse servendogliela e baciandola sulla guancia aggiunse prima di andare a servire il tavolo successivo:” Vedrai, è tutta vitamina C!” “Si, si ho capito!” e sbuffando rassegnata le rivolse un sorriso e la vide scorrazzare tra i tavoli e la cucina:” Accidenti, è per questo che non vengo molto spesso qui, perché so che Mary non mi lascia bere birra!” “ Però ha ragione sai! In fondo sei minorenne, non puoi bere birra. Per esempio, prendi Rubber, lui è felicissimo di bere tutto tranne che alcolici o non alcolici di ogni genere, ed avete la stessa età!” disse Nami per tirarla un po’ su di morale:” Già e poi Mary ti vuole bene, non te la proibisce di bere per dispetto, lo fa per vederti sempre in salute. L’hai sentita no?” le disse Sanji:” Si, si lo so, lo so!” ed in seguito aggiunse rispecchiandosi nel succo di arancia freddo con aria nostalgica:” Sapete mio padre mi ha insegnato a bere la birra a 12 anni. Diceva che un pirata che non beveva, era come un arancia senza buccia!” e rise al ricordo mentre gli altri la guardavano con un sorriso malinconico e divertito nello stesso tempo, e come al solito Rubber, con la cannuccia in bocca per il succo d’arancia che stava bevendo tra un pasto e l’altro, con una curiosità disarmante, le chiese direttamente:” Chi è tuo padre? Vive qui sull’isola? È un pirata anche lui?” Ruby inizialmente rise a tutte quel flusso di domande che quel bizzarro capitano gli aveva riversato addosso come un onda anomala, mentre gli altri lo trucidavano con gli occhi per la sua invadenza:” Si lui era un pirata. Mi ha trasmesso lui il senso dell’avventura, la fame di tesori nascosti, di risse, combattimenti…insomma mi ha insegnato ad amare la pirateria, nel suo lato buono e in quello cattivo. Era il capitano di una ciurma di pirati svitati e folli fino al midollo. Andavano in giro, senza una rotta precisa e un log pose che funzionasse a dovere- una pausa in cui lei scoppiò in una nuova fragorosa risata, poi a fatica continuò il racconto-a volte, per orientarsi in mare e tracciare una rotta decente, mio padre chiudeva gli occhi, lanciava una moneta e si affidava alla dea bendata: se usciva testa, andavano nella direzione che indicava il log pose, se invece usciva croce, andavano dove decideva lui, e fortunatamente usciva quasi sempre testa, altrimenti chissà per quanto tempo saremmo restati sulla stessa isola, e ad operazione compiuta, i membri della ciurma gli davano dell’idiota o ridevano fino alle convulsioni, o magari rassegnati si battevano una mano sulla fronte e tra sé pensavano” Ma chi me l’ha fatto fare ad imbarcarmi con lui!”…” a quei racconti tutti si sbellicavano dalle risate, finché Chopper tra uno scoppio e l’altro le disse:” Tuo padre è una persona davvero sensazionale! Mi piacerebbe conoscerlo!” e tutti gli altri aggiunsero a ruota:” Si, anche io!” ma le risate si spensero quando una lacrima silenziosa rigò il volto della bella moretta:” A-Abbiamo detto qualcosa di sbagliato?” le chiese esitante e timorosa Nami, e Ruby scuotendo il capo:” No, no affatto, anzi! Il fatto è che mio padre purtroppo è morto cinque anni fa, quindi non potrete incontrarlo. So che è sciocco da parte mia piangere ancora la sua scomparsa dopo cinque lunghi anni ma, davvero è più forte di me!” disse con voce roca per un pianto trattenuto forse troppo a lungo, e Rubber tendendogli un fazzoletto bianco e inghiottendo con fatica un improvviso nodo in gola, che gli si formava ogni volta che qualcuno piangeva, le chiese quasi in un sussurrò:” Come è successo?” e Ruby soffiandosi energicamente il naso gli rispose:” Era una bella notte di luna piena, stavamo festeggiando tutti insieme il bottino che eravamo riusciti a prelevare da una nave mercantile. All’improvviso, una nave della marina militare ci colse di sorpresa. Dopotutto eravamo nei pressi di Orange Town, papà aveva deciso di tornare a casa nostra per trascorrere un po’ di tempo con la mamma che ci aspettava sempre sulla scogliera ogni 10 luglio fino a notte fonda. Era il nostro patto, la nostra promessa…ma quel giorno non potemmo mantenerla. Quel giorno la marina non doveva esserci, non passavano quasi mai le navi della marina da quelle parti, ma quella notte, quella orribile notte di cinque anni fa, ci assalirono tre navi carichi di marines armati fino ai denti. Non erano molto abili nel combattimento, ma erano tanti, tantissimi. Mio padre e tutti i suoi amici combatterono come dei leoni, ma alla fine li arrestarono tutti. Mio padre, difendendo me e i suoi compagni fino alla fine, propose al generale maggiore di prendere lui al posto di tutti i suoi uomini, e gli fece promettere che avrebbe riportato me sana e salva qui, ad Orange Town, da mia madre. Il generale accettò la richiesta di mio padre e rispettò la sua volontà:liberò i suoi compagni e mi imbarcò su un’altra nave della marina diretta in città, ma io non volevo lasciare mio padre, così corsi verso di lui e lo abbracciai stretto, e lui mi disse che dovevo essere forte, che avrei dovuto dare un bacio alla mamma da parte sua e dirle che l’amava tantissimo, poi mi strinse di nuovo a sé e mi disse dandomi un bacio sulla guancia:” Ti voglio bene, Ruby. Piccola mia, sarò sempre con te!” poi i marines sciolsero il nostro abbraccio e lo portarono su un isola adiacente a questa, e lì lo fucilarono. Portarono anche me e tutti i membri della ciurma di mio padre, che impotenti guardavano il loro capitano soccombere. Mi sembrava solo un brutto sogno, il peggiore dei miei incubi, e non riuscivo più a svegliarmi. Un marines disse vicino ad un uomo alto, con la pelle bianchissima e con gli occhi color del ghiaccio che forse era meglio se io non guardassi, ma lui con un sorriso velenoso disse che la figlia di un pirata e di una svergognata meritava di assistere a quella scena.- “ Che bastardo!” pensarono tutti i presenti con rabbia e disgusto, pensando al trauma che avrebbe dovuto subire quella povera bambina vedendo il padre fucilato davanti ai suoi occhi- Poi, quando tutti i marines allineati in una sola fila caricarono i fucili per prepararsi all’esecuzione imminente, mio padre con un dolce sorriso si voltò verso di me che piangevo come una fontana, e mi disse:” Non piangere Ruby! Ricorda sempre che sei una piratessa e le piratesse non piangono mai!” e poi ci fu solo un boato di spari e il corpo di mio padre accasciarsi a terra con tonfo sordo.” Quando Ruby terminò il suo triste racconto, tutti i membri della ciurma erano il ritratto della tristezza e del dolore:Chopper e Usopp non riuscivano a trattenere le lacrime che colavano dai loro occhi arrossati e lucidi in pesanti goccioloni, Nami , Sanji e Zoro avevano abbassato lo sguardo persi nei loro ricordi dell’infanzia, Nico Robin rispecchiava i suoi occhi azzurri e vitrei, velati da un leggero strato di lacrime che minacciavano di sgorgare e rigarle il volto, nel bicchiere di tè ormai diventato freddo, solamente Rubber era rimasto ad osservare la moretta tutto il tempo, mentre quest’ultima continuava a stringersi il fazzoletto che le aveva prestato spasmodicamente al petto con la mano destra e con la sinistra il bicchiere di succo di arancia, il cui ghiaccio si era ormai dissolto:” è morto da capitano.” Disse Rubber all’improvviso interrompendo il flusso di pensieri che affollavano la mente dei suoi amici:” Come?!” gli chiese Ruby tirando su con il naso e volgendo il viso dalla sua parte per guardarlo dritto negli occhi, ma questi le apparvero velati dal suo amato cappello di paglia e da qualche ciuffetto corvino che gli accarezzava la punta del naso, ed egli ripeté ancora una volta con tono più deciso:” Si, è morto da capitano. È morto per salvare te ed i suoi compagni, ha sacrificato la sua vita per voi, per le persone che amava. È da lodare per questo, e tu dovresti essere fiera di essere sua figlia.” Quelle parole colpirono molto Ruby; dalla morte di suo padre, le erano state dette molte parole di conforto,alcuni lo avevano criticato, altri lo avevano ammirato ed altri ancora lo avevano rimpianto, ma mai nessuno gli aveva detto che suo padre era morto da capitano, ed in effetti era vero! Lui era decaduto a testa alta, con il sorriso sulle labbra e rimanendo intatto il suo onore, la aveva rincuorata quando invece doveva essere il contrario. Si, Rubber aveva ragione:suo padre, il suo adorato padre ,era morto da capitano!” Si, Rubber! Hai ragione, è morto da capitano!” “ Già, con onore. Ti confesso che anch’io al suo posto avrei fatto lo stesso. Anch’io avrei sacrificato la mia vita per salvare quella dei miei compagni. Perché loro sono la mia unica vera e grande famiglia.” Aggiunse Rubber con un sorriso e guardandola negli occhi, trasmettendogli un po’ del suo buon umore, mentre i suoi amici lo guardavano anche essi con il sorriso dipinto sulle labbra e grati nei confronti del loro capitano, che a modo suo li aveva salvati e tirati fuori dal baratro dell’angoscia e della solitudine in cui erano precipitati con la forza, ed ora stava facendo lo stesso con Ruby, e questo li sorprese da un lato e gioire dall’altro:” Oh Rubber, sei così caro!” pensò Nami guardando il suo capitano sorridere platealmente ad una sua nuova compagna di sventure. Prima, quando aveva fronteggiato quel tipo inquietante, che le aveva messo i brividi ad un solo sguardo fuggente, l’aveva trovata assolutamente meravigliosa, e l’aveva ammirata per questo. Ma ora, mentre la osservava raccontare il suo triste passato, l’era sembrata così piccola e vulnerabile, trasmettendole solo tristezza e facendole ricordare quel lontano giorno, quando lei e sua sorella avevano visto la loro madre adottiva, Bellmer, morire per mano di quel viscido di Arlong davanti ai propri occhi, e purtroppo ricordava e capiva benissimo quel senso di smarrimento e di impotenza che ti pervade le membra ,come il corso continuo di un veleno nelle proprie vene, quando vedi la persona a te molto cara perdere nell’arco di un secondo la vita e cadere in un sogno eterno. Basta una semplice parola per descrivere quel momento:orribile!. Ed ora Nami voleva anche lei consolare quella minuta ragazzina così simpatica e strana, ma anche così irrimediabilmente triste, che ora se ne stava lì in un angolo a ridere per le battutine e per le smorfie del suo unico e bizzarro capitano, ma ancora con le lacrime agli occhi per un dolore straziante e opprimente covato nel suo candido animo per cinque lunghi anni:” Ascoltami Ruby, voglio dirti una cosa. Tutti noi abbiamo avuto un’infanzia orribile , ognuno ha subito sulla propria pelle le terribile sofferenze portatici da tristi eventi che noi purtroppo, non siamo riusciti a deviare, eppure li abbiamo affrontati e superati. Come del resto hai fatto anche tu. Quindi non sentirti in pena per tuo padre e ricorda sempre che lui sarà sempre con te e ti proteggerà fino alla fine dei tuoi giorni. E non sentirti mai più sola, perché sei circondata da tantissime persone che ti vogliono bene, e poi ora hai anche noi, di cosa vuoi lamentarti?!”le disse la bella navigatrice regalandole un occhiolino e un sorriso sincero, che la fecero sorridere e lacrimare di gioia per questi nuovi e speciali amici che sembravano capirla meglio di chiunque altro, e che non la giudicavano o biasimavano, e che la rincuoravano e le scambiavano degli sguardi pieni d’amore e di comprensione, e tutto questo la commosse:” Grazie ragazzi! Vi ringrazio tantissimo! Siete i migliori amici che abbia mai avuto! A parte Mary naturalmente!” terminò facendoli sorridere tutti:” Naturalmente!” aggiunse tra le risate Sanji:” Su, ora basta piangere!” le disse ancora Nami, e lei la ringrazio di cuore stringendogli la mano che le stava asciugando le ultime lacrime, trovando in lei un’altra cara amica:” E tua madre come prese la notizia della scomparsa di tuo padre?” le chiese Chopper ancora commosso:” Quando ritornai a casa sulla nave di mio padre, guidata dal suo vice- capitano, visto che la marina si riteneva più che soddisfatta e mantenne la promessa di lasciarci andare, lei ci aspettava come ogni 10 luglio sulla cima della scogliera, e appena vide la nostra nave ritornare, corse immediatamente al porto. Appena scesi dalla nave ricordo che mi sentii subito stringere dalla braccia calde di mia madre, a quel punto non trattenni più le lacrime e piansi disperata. Poi corsi a casa e mi chiusi nella mia cameretta, e ancora piangente, mi addormentai. La mattina dopo, mi svegliai udendo nella stanza accanto dei rumori leggeri. Mi precipitai a vedere chi li provocasse, e quello che vidi fu mia madre piangere disperata sul pavimento dopo aver scoperto la notizia che mio padre era morto, quella notte nessuno aveva avuto la forza per riferirglielo. Qualche mese dopo la vita era tornata normale. I compagni di mio padre erano ripartiti per un'altra grande avventura, mentre io rimasi con mia madre, aiutandola a raccogliere le arance nel nostro frutteto. Tutto era tornato sereno, fin ad una bella giornata d’estate. Mia madre mi ordinò di andare in città per delle commissioni, mentre lei raccoglieva le ultime arance sull’albero più grande del nostro campo. Quando tornai però non la trovai nel frutteto. Cercai ovunque, finché non raggiunsi la sua camera da letto. Entrai con molta discrezione, finché non la vidi: mia madre era lì, sdraiata sul letto, pallida come un censo,con i capelli biondi che ricoprivano il suo volto bianco più del dovuto e il resto del letto. Era morta. Si era suicidata accoltellandosi al petto. Tra le mani stringeva ancora il pugnale macchiato del suo sangue scarlatto. Era una scena orribile, raccapricciante. Ingenuamente cercai di svegliarla, ma ormai era troppo tardi. A quell’ora aveva già raggiunto mio padre in cielo. Così piansi disperatamente, stringendomi vicino alla sua ferita mortale. Ma poi mi accorsi di una cosa impensabile in quel tragico momento. Io avevo visto ogni genere di ferita provocata con un pugnale, ma quella sembrava molto più profonda del dovuto e molto più grande per una lama così piccola. In breve scoprii che mia madre non si era affatto suicidata, era stata assassinata. Molto probabilmente la mente malata che aveva commesso il delitto aveva pensato di iscenare il suicidio. A quel punto non ci vidi più dalla rabbia. Mi asciugai rapidamente le lacrime, presi mia madre e dopo averle dato giusta sepoltura accanto alla tomba di mio padre, andai in cerca dell’assassino. passò un anno in cui cercai disperatamente il colpevole di quel atroce delitto, e finalmente, dopo accurate ricerche lo trovai…” “ E chi era?” chiese tentennando Usopp, un po’ combattuto, come del resto tutti, da quella tragica storia, e Ruby alzando lo sguardo e puntandolo dritto verso quello del cecchino gli rispose con tono pieno di una rabbia antica e con un sorriso diabolico:” Ma non altri che il tenente maggiore Roger Smitt, l’uomo che considerava mio padre il peggiore dei pirati e mia madre solo una povera sciocca, nonché padre del ragazzo che avete visto poco fa, Roger Smitt…Junior!” “ Accidenti! Proprio una bella parentela!” esclamò Sanji con ironia:” E per quale motivo aveva ucciso tua madre?” chiese Nami:” Semplice, perché l’aveva rifiutato quando gli ha chiesto di diventare sua moglie…” e a quel punto il volto di Ruby si illuminò di un sorriso di trionfo e continuò:” Peccato che mia madre era già completamente innamorata di mio padre e che ,anzi, aveva accettato di buon grado di sposarlo!” “ Haha, e brava tua madre!” commentò sogghignando Zoro:” Già” aggiunse Ruby ricambiando il sorriso:” Quando venni a conoscenza da uno dei suoi uomini che era stato lui a toglierle la vita, mi diressi dritta verso la sua residenza, mi sbarazzai in un attimo di tutti i suoi stupidi burattini armati e alla fine, quando mi ritrovai faccia a faccia con lui e stavo finalmente per vendicare mia madre e mio padre, Rog, sbucando dal nulla, lo trafisse alle spalle e lo vidi accasciarsi a terra e sorridere al suo stesso assassino, che non era altri che il figlio. Io rimasi profondamente disgustata di quel gesto e stizzita gli chiesi perché avesse ucciso il suo stesso padre e se non si vergognasse per l’atto disumano che aveva commesso senza versare nemmeno una lacrima, e lui girandosi verso di me, mi scrutò dall’alto in basso con quel suo sguardo di ghiaccio ed in seguito, dirigendosi verso il buio corridoio della sua residenza, mi disse con tono piatto e privo di qualsiasi emozione:” Tu sei Ruby, vero? Sappi che i motivi per cui ho ucciso mio padre non ti riguardano, per quanto riguarda noi due, non preoccuparti ci rivedremo molto presto e quando arriverà il momento ti ucciderò.” Sono passati quattro anni da quella minaccia infondata e priva di senso,almeno da parte mia, visto che io non lo conoscevo nemmeno se non di fama, visto che a quel tempo, era conosciuto in tutta Orange Town con l’epiteto di” Rog, l’uomo di ghiaccio” e aveva solo 13 anni all’epoca, immaginate adesso quale monopolio ha su tutti i pirati d’intorno. Tutti lo temono e lo rispettano come un dio malvagio, solamente io non mi sottometto alla sua volontà, e questo per lui risulta molto scomodo. Eppure, ogni volta che ci incontriamo, rimanda sempre il nostro piccolo conto in sospeso. A volte mi da l’impressione di aspettare qualcosa. Chissà!” “ L’importante è che tu conosca le sue intenzioni e che stia all’erta ogni volta che vi scontrate, anche se non con l’uso delle armi.” Le suggerì Nico Robin, e lei annuì rispettando e tenendo in considerazione il suo parere:” Quello che non capisco è perché abbia ucciso suo padre. Insomma, perché non ha lasciato almeno che tu compissi la tua vendetta? Non ha senso!” costatò Usopp, piuttosto preoccupato per quella storia:” A questo non so darti risposta. Ciò che è certo è che vuole togliermi di mezzo.” “ E tu lo affronterai vero?” le chiese Rubber con un sorriso accattivante, sicuro di conoscere esattamente la risposta:” Si, io lo affronterò e lo vincerò!” esclamò Ruby e ricambiando il sorriso. Ad un tratto si sentirono delle grida provenire dalla strada principale e tutti a quel punto si alzarono e si diressero dritti dritti lì per vedere cosa fosse successo e lo stesso fecero loro, incuriositi, e quello che videro li sgomentò. Fine terzo capitolo. Spero vi sia piaciuto. Ringrazio tutti quelli che seguono il mio racconto con tanto interesse e soprattutto Akela, la mia fan numero uno! Mi dispiace mia cara, non c’è molta azione in questo capitolo, ma in compenso ti ho inquadrato bene il personaggio di Ruby, anche se alcuni enigmi rimangono sempre irrisolti. Fammi sapere se ti piace anche questo. Baci baci Fuffy91!!!
  
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