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Autore: walking disaster    05/01/2013    1 recensioni
Temptation. Frustration. So bad it makes him cry.
Oliver Wood, capitano della squadra di Quidditch di Gryffinodr.
Jane Spitfire, unica battitrice che la squadra di Slytherin ricordi.
[... La rossa fu scossa da un brivido lungo tutta la schiena quando i loro sguardi si incrociarono. Era carico di rabbia, di dolore ma soprattutto di voglia di migliorare, di mettersi alla prova. La vedeva pulsare sotto la sua pelle sottile, la sua voglia di vincere. Devastante come una cascata a stento trattenuta da una flebile diga. Così la volontà di Wood palpitava nell'aria. Jane ne fu spaventata. Spaventata ed attratta...]
Genere: Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Oliver Wood/Baston
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Nel dormitorio degli Slytherin si prospettava una grande festa per quella sera, ovunque c'erano studenti che addobbavano con la magia la sala di festoni e coccarde. Sembrava avessero vinto la coppa annuale di Quidditch. Ma si sa, una partita vinta 180 a 60 contro i Gryffindor era davveromemorabile. I sei ragazzi della squadra stavano raccogliendo i complimenti di tutti, compreso il professor Snape.
Jane invece era ancora chiusa in camera sua, sola, sdraiata sul letto a baldacchino a tende dischiuse, in modo che il panorama fuori dalla finestra fosse ben visibile. La sua nimbus 2002 riposava in trono, su una mensola coperta da una teca, per evitare di impolverarla o che qualcuno accidentalmente vi prendesse contro, scaturendo le ire della battitrice. La mazza invece era tenuta a fianco del cuscino, fedele compagna di tanti ricordi, non avrebbe accettato di separarvisi a qualunque costo.
La sua divisa da Quidditch era abbandonata nel saccone per la lavanderia, ora, era vestita solo di una felpa della casata con ricamato un grosso serpente che s'avvolgeva tutt'attorno al morbido petto. I fianchi erano stretti da una gonna alla scozzese verde argento e i piedi ancora nudi. La folta chioma color del rame riversata sul candido cuscino, ancora profumata dopo il lungo bagno, le incorniciava il viso, illuminandolo d'una fioca luce autunnale.
-Jane!-
la familiare voce di Victoria richiamo la sua attenzione oltre la porta. Stiracchiandosi la pelle si destò fino a porsi in posizione seduta
-Che c'è Viky?-
-Sono le otto, tra un'ora inizia la festa, so che è inutile dirtelo, ma, vedi di essere puntuale, almeno stavolta!!>

Jane si limitò ad un mugugno a mo di risposta e si catapultò giù dal letto, avvicinandosi alla finestra e sedendosi sul davanzale di essa. Non uno spiffero dell'aria gelida che fuori scuoteva le chiome dei primi alberi della foresta proibita penetrava dai vetri, che perfettamente lindi, permettevano di osservare l'esterno. Le luci erano tutte spente, ed ora che Victoria si era allontanava il silenzio regnava sovrano, nella stanza così come nella mente della battitrice.
Dalla sua stanza lo stadio non era visibile, in compenso scorgeva alla perfezione una strana roccia, un cumulo di massi dall'aria grava e gelida, dalla superficie liscia e a tratti coperta di muschio. Si trovava al limitare della foresta e spesso di notte si poteva intravedere la luna splendere attraverso l'arco naturale che formavano. Non era nulla di particolare rispetto alle mille meraviglie dell'accademia, ma in qualche modo, rappresentava un'immutabile sicurezza per Jane.
Stava per voltarsi e darsi l'ultima ritoccata prima di scendere in sala comune quando una saetta rossa ruppe la quiete del paesaggio e si fiondò all'interno della piccola "caverna". Sorpresa e curiosa di scoprire cosa fosse stato avvicinò ancor più il viso al vetro, ma era come se nulla fosse successo. La calma regnava nei prati di Hogwarts e la roccia sembrava uguale a prima, non un suono che non fosse il vento proveniva dall'esterno.
Ma Jane non credeva mai agli inganni dei sensi. Nella vita così come nelle partite si affidava solo al proprio intuito. Sapeva che qualcosa era successo, qualcosa era volato in quella caverna. Forse per la testardaggine di provare la propria ragione, o forse per sfuggire ancora per un po' alla festa afferrò la nimbus 2002 che riposava nella teca e spalancò la finestra.
Sprofondò nuovamente nell'inebriante sensazione che il vento fra i capelli, le procurava; si sentiva in qualche modo parte dell'aria. Dopo un paio di evoluzioni nel parco deserto si diresse verso la roccia. Scivolò giù dal manico e portandolo con se si introdusse nella piccola caverna che da tempo conosceva. Il muschio che cresceva tutt'intorno rilasciava una fievole ma gradevole fragranza selvatica. I suoi piedi a contatto con il terreno gelido facevano risalire il freddo lungo tutto il corpo.
-Wood!!-
grugnì con la stessa gentilezza con la quale era solita imprecare.
Il Gryffindor era chino su se, avvolto da una grande coperta rosso oro, tra le mani stringeva il manico della sua scopa, una silver arrow niente male. Ma non fu certo il modello di scopa a sconvolgerla, piuttosto il sangue che sgorgava su di esso; proveniva dalle mani, che presentavano una serie di ferite qua e la. Appeno quello si rese conto della presenza della Slytherin destò il capo, scosso e sorpreso di quella improvvisa intrusione. Balbettò un monosillabo.

-I..Io-
-Ma guarda... ti stai punendo per il brutto risultato di oggi? Speri di fare qualche sacrificio ad un dio del Quidditch? Nemmeno la fata turchina vi potrebbe aiutare in una situazione simile. Fate pena.-
Umiliare e aggredire era una delle grandi abilità di Jane, che, nonostante fosse più pallida del solito in viso, pareva non aver perso il vizio sputare acide sentenze.

-Spitfire... vattene-
La rossa fu scossa da un brivido lungo tutta la schiena quando i loro sguardi si incrociarono. Era carico di rabbia, di dolore ma soprattutto di voglia di migliorare, di mettersi alla prova. La vedeva pulsare sotto la sua pelle sottile, la sua voglia di vincere. Devastante come una cascata a stento trattenuta da una flebile diga. Così la volontà di Wood palpitava nell'aria. Jane ne fu spaventata. Spaventata ed attratta .

Sentì come se il suo corpo venisse attratto da lui, come se la terra le mancasse sotto i piedi, spingendola a sfiorarlo. Non importava come, un bacio, una carezza, voleva solo toccare quel suo viso devastato. Dovette trattenersi facendo un passo indietro, orripilata dalle sensazioni che la sua pelle andava trasmettendole. Per solidificare la sua posizione di astio sibilò una serie di cattiverie al solo scopo di cancellare le sensazioni provate.
-Voi Gryffindor siete tutti uguali, mi fate schifo. Siete la feccia di questa scuola, insieme ai Hufflepuf, se hai voglia di considerali maghi, quelli.-
E con questa gentile affermazione voltò i tacchi ed uscì dalla grotta, le gambe tremanti. Tra se e se pensò che dovesse essere il freddo. Ma nel profondo sapeva perfettamente cosa le faceva quell'effetto. O meglio, chi.

Invece di tornare nella propria camera volò alto, oltre gli alberi della foresta proibita, alta come le più alte torri del castello, a sfiorare quel fuggente confine terra-cielo. Si lasciò cullare dal vento, senza però mai perdere il controllo della scopa. Il panorama mozzava il fiato, in lontananza la brughiera inglese dipinta con le tenui tinte di un tramonto sgombro dalle nuvole. Dove l'arancio dominava, lanciando lunghe e tremolanti ombre sul terreno brullo.
Scosse il capo parecchie volte, ma la visione di Oliver dalle mani distrutte e il volto scavato dal dolore non voleva smettere di tormentarla.
-VATTENE-
gridò nel vuoto, sperando che quelle immagini sparissero. Ma fu così solo per l'attimo in cui urlò, poi di nuovo il viso di Oliver.

Sconsolata scese in picchiata verso il proprio dormitorio fiondandosi attraverso la finestra che aveva lasciato aperta. Proprio in quell'istante entrò Victoria, le mani sui fianchi e l'espressione furente.
-Jane, per la misera dove sei stata?-
domandò mentre il suo sguardo cadde sulla scopa e sui piedi nudi.
-Ti voglio giù adesso, e non solo io, la squadra e l'intera casata ti stanno cercando. Infilati un paio di scarpe e scendi. Non me ne vado finchè non verrai.-
-Mi pare ovvio che mi aspettino con ansia. Sono o non sono la battitrice più affascinante della storia di Hogwarts?-
Sorrideva e tremava al tempo stesso, cosciente che per lei vi sarebbe stato un unico protagonista quella serata, nella sua mente; ed a dispetto di ogni aspettativa, non vestiva una cravatta verde argento.

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Ed ecco il secondo capitolo, grazie a tutti quelli che l'hanno letta, commentata, inserita tra le preferite/ricordate :)

  
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