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Autore: AriiiC_    06/01/2013    4 recensioni
Storia di Astrid, storia di Eden.
Storia di una ragazza che ha fatto le scelte sbagliate.
Storia di un'Abnegante, di un'Erudita.
Storia di una ragazza che è andata avanti per la sua strada.
Storia di una Pacifica.
Storia di una Divergente che non sa di esserlo.
"Perchè ogni ribellione inizia con una scintilla."
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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02. Breath.

 


 

 Se c’è qualcosa che sono davvero sicura di amare, quella è la neve. L’ho vista solo una volta in tutta la mia vita, quando avevo dodici anni. Ma la ricordo bene: bianca, soffice, fredda appena la tocchi ma calda dopo un po’ che la tieni in mano. È bella da vedere, quando tinge tutto e fa sembrare che vivere sia una favola. È bella da sentire sotto i piedi, quando fa ciak-ciak e ti senti sprofondare in un fango che non sporca. Mi ricordo che ci avevo giocato con Lik e Suh – i miei migliori amici, o forse dovrei dire ex migliori amici – una volta, ed erano riusciti a lanciarmi una palla in faccia, che era poi scesa dento la semplice giacca da Abnegante fino alle clavicole e al seno, facendomi venire i brividi e una voglia immensa di scappare.
 Ecco come mi sento ora.
 Cammino, anche se non mi dovrei muovere. Mia madre ha appena urlato ed è caduta a terra. Me ne dovrei fregare, ma il sottile legame tra me e lei mi porta a volerle dire che va tutto bene, che ci vedremo a casa. Ma non sarà più così: non è quella la mia casa. Mason strattona mio padre come fa di solito a me, e mi costringo a non guardarlo per non scoppiare in lacrime. La fazione prima del sangue, mi ripeto. E so che da adesso in poi sarà così. Mi metto in fila dietro a Zeena e aspetto pazientemente che gli Intrepidi e i Candidi escano. Poi tocca a noi. Non mi guardo indietro: non ho più niente da temere. Ciò che è fatto, è fatto. E non tornerò sui miei passi. Per la prima volta, prendo un ascensore: è grande, ma non abbastanza per farci stare tutti comodi. Non siamo più di una quindicina, comunque, tra iniziati interni e trasfazione. Sento un vuoto all’altezza del petto mentre l’arnese inizia a muoversi e a portarci giù, verso il vuoto. Mi obbligo a stare ferma, ma la mia mano si chiude istintivamente attorno al braccio della ragazza accanto a me.
 « E’ la prima volta che sento la stretta di una Rigida. – dice. – Non male: ti pensavo più deboluccia. »
 « Sono Rigida, non Erudita. » rispondo in tono di scherno, sapendo bene che lei era un’Intrepida.
 « Ricordati che ora siamo Pacifiche. – fa, con un sorriso in volto. – Piacere, sono Zeena. – allunga una mano verso la mia ma non capisco cosa significa. – Devi stringerla. – spiega – So che tra voi Abneganti i tocchi non sono ben visti, ma devi imparare che qui è diverso. »
 « Io sono Astrid. »
 Prima che il mio palmo possa toccare il suo, tutto si ferma e le porte si aprono, riversandoci nello stretto ingresso che conosco bene. Nessuno parla mentre ci muoviamo verso una carovana, non troppo lontana dalle vie Abneganti. È la prima volta che vedo un veicolo del genere: ha le ruote, il “pavimento” sopra di esse e la postazione di guida come un camion ma, al posto della copertura da TIR, ha un tendone color verde, tondo come una cupola.
 « Forza, Pacifici. Su. » a parlare è una ragazza che mi trovo subito a riconoscere: Kimber, la biondina che ha presieduto il mio test. Appena dopo aver dato l’annuncio, si trova a girare in mezzo a noi per controllare che vada tutto bene, magari per aiutare alcuni di noi a salire. Tipo me: dato che non sono molto alta e/o agile, l’arrampicarmi fin sopra gli pneumatici è un’impresa. Tutti, bene o male, ci riescono. Tutti, tranne me.
 « Astrid… non pensavo avresti scelto la mia fazione, dato il tuo test attitudinale. » mi dice, porgendomi una mano da sopra il veicolo per issarmi. Mi aggrappo alla sua mano e mi tiro su con non poche difficoltà. Il fatto che la macchina parta non appena metta i piedi sul metallo non è esattamente a mio favore, contando anche che mi sbilancio finendo addosso a diversi trasfazione. Stranamente, non si alzano i cori di disapprovazione che m’aspettavo. Solo dopo collego: Pacifici, la gentilezza. Mi rialzo chiedendo scusa e torno a guardare Kimber,  sedendomi di fronte a lei.
 « Non mi piace. » sentenzio.
 « Cosa? » mi domanda  allora.
 « Il mio nome. Non m’è mai piaciuto il nome Astrid. »
 « Allora decidine un altro, uno tutto tuo. E nessuno conoscerà più Astrid. »
 Che nome mi piacerebbe avere?
 « Eden. » sussurro. Delle volte, quando ero piccola, mia madre mi raccontò di questo giardino, così bello da fare invidia al cielo. Non m’interessa cosa significhi questo nome, ma mi piace il suo suono. Non è come Astrid, reso un nome forte dal contrasto delle tre consonanti vicine e dal suono duro della d alla fine. È delicato, reso musicale dalla ripetizione della vocale che lo rende esattamente l’opposto di quello precedente.
 Ed è questo che significa per me, cambiare fazione: passare da Astrid ad Eden. Dimenticare tutto ciò che mi porta ad essere la ragazza senza trucco, dai chiari capelli sempre legati e diventare una persona nuova, con vestiti colorati e ricci sulle spalle.
 « Ragazzi, – annuncia forte, prendendomi sotto braccio e aiutandomi a togliere la giacca grigia che lascia il posto ad una maglia a mezza manica dello stesso colore. – lei è Eden! »
 Non so che mi aspettassi, ma nessuno sorride. Semplicemente mi squadrano dalla testa ai piedi, pensando probabilmente che io sia la solida Rigida alla ricerca di un po’ di svago. Di quelle che diventano Escluse nell’arco di un paio di giorni a causa della completa mancanza di qualsivoglia virtù.
 Mi metto in un angolo tranquilla, senza parlare poi tanto. Non sono ancora abituata alla loro vita, quindi penso che il silenzio possa evitarmi non poche brutte figure.
 « Mi piace il tuo nuovo nome, Eden. – ride allegra Zeena, che ha già iniziato a socializzare con un ragazzo alto e dai capelli scuri. Penso sia un iniziato interno, dato il colore dei suoi abiti. – Lui è Fritz. »
 Fritz si avvicina stringendomi calorosamente la mano. Non so cosa dovrei fare esattamente, ma ricambio la stretta in modo forse troppo caloroso. Scopro dalla conversazione che segue che tra i Pacifici ci sono usanze completamente diverse da quelle Abneganti, che non è scabroso farsi piercing o portare maglie scollate e pantaloni corti. « Qui c’è una cerimonia di iniziazione non troppo rigida. – spiega poi. – Anche se mio fratello ha detto che il Siero della Pace fa schifo. »
 « Cos’è il Siero della Pace? » domando, senza accorgermene.
 « È quello che ci danno per “mitigare” il nostro carattere prima della Settimana con l’Addestratore. »
 « Prima di cosa? » questa volta è stata Zeena a chiedere.
 « Si passa una settimana in Fattoria, con un Addestratore. Poi, se il siero fa effetto come dovrebbe, si è dentro. Se continui ad avere un temperamento troppo forte, allora sei Escluso. »
 Sento un brivido percorrermi la schiena quando sento quelle parole. Rivedo mia madre in piedi, con le mani sui fianchi, quando mi diceva che dovevo essere più mansueta. Solo ora lo capisco davvero: ho paura. Non voglio vivere da Esclusa.
 La carovana frena di botto, facendomi andare addosso al mio interlocutore che arrossisce. È la prima volta che lo guardo davvero. Ha occhi verdi, come gli aghi dei pini. Le sue guance sono piene di lentiggini rossicce, che gli coprono anche il naso. La frangetta è tirata di lato, e, quando cade sugli occhi, la rimanda al suo posto con un rapido movimento della testa.
« S-scusa… » mi ritrovo a dire, balbettante, senza scollargli gli occhi di dosso. Lui semplicemente curva le labbra in un largo sorriso, che fa comparire delle fossette a metà del volto, forse un po’ troppo vicine alle orecchie.
 « Forza, Iniziati. Scendere. » la voce è forte e sicura. Mi tiro su e mi volto verso il suono. Trovo un ragazzo alto, occhi verdi e capelli biondi, sparati in aria. Porta dei larghi pantaloni rossi, e una canottiera gialla di almeno tre taglie più grande. Ha un viso delicato, con pelle candida e naso dritto.
 « Sono Elias. – si presenta. – E sarò uno dei vostri addestratori. »










 Adolf's corner.

 Lo so che il capitolo non vale l'attesa, ma di meglio non sono riuscita a tirare fuori.
 Prometto che aggiornerò una volta al mese, almeno.
 Così sapete quanto dovete aspettare. E che i capitoli a venire saranno meglio♥
 Un bascio♥
 Ariii, Jared, Shannon, Tomo e Marshall♥




 ... e anche quella schizzofrenica di Eden.
  
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