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Autore: bloodingeyes    06/01/2013    2 recensioni
Venivano chiamati pacificatori sociali e la loro era una particolare casta della società vampirica. Il loro unico compito era quello di rasserenare gli animi del popolo e dei nobili, di appianare qualsiasi divergenza e fare in modo che tutti potessero vivere una vita tranquilla e felice. Erano, agli occhi di Zane, soltanto delle puttane di alto borgo, nulla più.
Genere: Erotico, Fluff, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Mpreg
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            Venivano chiamati pacificatori sociali e la loro era una particolare casta della società vampirica. Il loro unico compito era quello di rasserenare gli animi del popolo e dei nobili, di appianare qualsiasi divergenza e fare in modo che tutti potessero vivere una vita tranquilla e felice. Erano tenuti in gran considerazione persino dal re, che richiedeva i loro servizi quando la situazione a corte si faceva tesa. Erano quasi tutti ragazzi giovani e belli, spesso anche nobili, che passavano le loro giornate ad intrattenere altri uomini. Erano, agli occhi di Zane, soltanto delle puttane di alto borgo, nulla più. In realtà, ne capiva l’utilità sociale: fra i vampiri le donne erano così poche da potersi quasi definire delle rarità. Il gene del vampirismo non attecchiva bene al cromosoma X mentre era molto facile che si legasse all’Y, per cui per ogni vampira c’erano circa 100-150 vampiri maschi. Da qui si capiva perché questi pacificatori fossero così importanti per la società: l’astinenza sessuale non fa bene a nessuno.

Però Zane non si riusciva a capacitare del fatto che suo padre lo stesso incoraggiando, quasi costringendo, a diventare un frequentatore di quell’ambiente. Lui non era interessato a fare sesso con altri ragazzi: lui era fidanzato ad una ragazza, era uno dei pochi fortunati che avrebbero avuto una donna accanto per il resto della vita e non capiva perché avrebbe dovuto interessarsi anche agli uomini. Ma suo padre fu irremovibile su quell’argomento e un giorno lo portò con sé alla Casa, il bordello della città. Prima di scendere dalla carrozza suo padre gli diede un ciondolo con attaccato un grosso rubino

-Non te lo togliere per nessuna ragione- gli disse l’uomo tremendamente serio mentre se ne metteva al collo uno simile e il suo volto si trasfigurava per magia, dandogli tutt’altro aspetto –nessuno deve sapere che siamo qui- il giovane annuì e si mise a sua volta il ciondolo addosso, nascondendolo sotto la camicia e la giacca. Si specchiò nel vetro della carrozza ritrovando ancora un bel viso pallido, i capelli neri raccolti in una treccia stretta e i suoi occhi di un rosso sano ed intenso, ma era un po’ differente: in naso un po’ storto, le sopracciglia con una curva diversa e le labbra più sottili. Sul suo polso destro era sparita la cicatrice che aveva da quando era nato e, immaginò, doveva essere sparita anche la voglia sul retro collo. Suo padre fu il primo ad uscire dalla carrozza e quasi si fiondò dentro la Casa che, non fosse stata per l’insegna sopra la porta, sarebbe sembrata una delle tante della via. Le mura bianche e le finestre grandi, decorate da intarsi floreali, due alberelli di rose rosse ai lati del grande portone di legno chiaro e nient’altro di particolare. Una casa come tutte le altre. Zane entrò e fu stupito da non ritrovarsi già davanti qualche coppietta che amoreggiava, ma in un piccolo atrio con diverse porte, molti dipinti di paesaggi e nature morte e una grande scalinata che portava ai piani superiori. Al centro dell’atrio c’erano alcuni divanetti color crema e un tavolo su cui erano appoggiati alcuni giornali, una scatola di sigari con portacenere e un vaso di fiori. Non si sentivano sospiri o altri gemiti sessuali, solo una melodia tranquilla e piacevole. Zane era sorpreso, si era aspettato un ambiente decisamente più discinto, con uomini che scopavano da tutte le parti, in tutte le posizioni e invece quella continuava a sembrare una casa normale

-Ragazzo, entra, non ho tutta la giornata!- lo richiamò suo padre impaziente, stava di fianco ad un altro ragazzo della stessa età di Zane con i capelli biondi raccolti in una coda e gli occhi rossi molto intensi, segno che aveva mangiato da poco. Era bello, dovette ammettere, alto e magro, vestito con gusto e con un sorriso piuttosto piacevole. Zane gli prese una mano e gliela baciò, come era costume fare, e il ragazzo fece altrettanto

-Sono Aaron, molto piacere- si presentò per poi aggiungere rivolto verso mio padre –volete che vi accompagni alla stanza di Rama?-

-No, no! Faccio da solo… occupati piuttosto mio figlio… potrebbe scappare se non lo si tiene d’occhio, non era molto felice di venire qui, pensava di trovare gente mezza nuda appena entrato… -

-Papà- sibilò bloccandolo il ragazzo sapendo che il genitore poteva diventare decisamente logorroico se ci si metteva d’impegno

-Va bene… - fece lui sorridendogli –ci vediamo più tardi-

-Si, sparisci… - l’uomo non se lo fece ripetere e si fiondò su per le scale

-Vi accompagno dal vostro ragazzo- fece Aaron precedendolo nel corridoio

-Non sei tu?-

-No, signore io non sono che un accompagnatore… -

-Ah- fece l’altro. Aaron si fermò davanti alla terza porta a destra prima del fondo e bussò due volte senza ricevere risposta. Sbuffando aprì la porta ed entrò, chiedendo di aspettare all’ospite che però entrò lo stesso –Safi! Sveglia! Il tuo cliente è già arrivato, che figure ci fai fare?- brontolò Aaron mentre tentava di srotolare quel gigantesco bozzolo di coperte sopra al letto –Safi!- lo chiamò ancora prima di finire lungo disteso sul letto, con un altro ragazzo mezzo nudo sopra

-Preso!- fece l’altro ridendo

-Safi! Smettila di fare lo scemo! Stai facendo aspettare il nostro ospite-

-Si, si!- fece l’altro annoiato, lasciando andare Aaron mentre si risistemava i capelli. Li aveva lunghi e castani, leggermente ondulati, la pelle era meno pallida del normale e il suo corpo era semplicemente perfetto: neanche un grammo di grasso, i muscoli ben delineati ma non tanto da poterlo definire palestrato, non era molto alto ma era bellissimo. Zane più che eccitarsi si ingelosì, avrebbe voluto essere lui così bello e perfetto

-Oh! Signore, scusate se vi ho fatto aspettare!- fece Aaron, scendendo dal letto dopo aver fulminato per un ultima volta l’altro ragazzo che tornò a distendersi placido sul letto –Safi vi soddisfa?- chiese. Zane guardò il ragazzo sul letto e annuì. Che altro poteva fare in fondo? Aaron sorrise compiaciuto e fece per uscire, lasciandoli soli, ma non si dimenticò di redarguire un’ultima volta Safi, che gli rispose ridendo. Quando la porta si chiuse Zane si avvicinò al letto dove l’altro ragazzo era rimasto disteso ad aspettarlo placidamente, giocherellando con la sveglia

-Ciao, io sono Safi,- fece sorridendogli e guardandolo negli occhi per la prima volta. Zane rimase sorpreso nel guardarlo in viso per la prima volta da così vicino. Era bello, davvero bello: labbra piene e rosee, un naso dritto, gli zigomi poco pronunciati e, in complesso, un viso piuttosto dolce e attraente. Ma quello che shoccò Zane furono gli occhi: il destro era rosso mentre il sinistro era blu come il mare. Era il primo vampiro che Zane avesse mai visto con gli occhi di un colore diverso dal rosso ed era eccezionale, bellissimo. Safi gli sorrise e si sedette

-Vi piaccio?- chiese il ragazzo accarezzandogli la guancia e i capelli

-I vostri occhi sono bellissimi- venne normale rispondere a Zane, che però si diede subito dello stupido: che risposta idiota era quella? Probabilmente l’altro se lo era sentito dire milioni di volte. Invece Safi sobbalzò sorpreso e si ritirò, un po’ imbronciato

-Nessuno trova gli occhi di un mezzosangue belli- rispose acido, nascondendo il viso dietro i capelli. Zane glieli scostò e lo fece voltare delicatamente

-Io li trovo splendidi- gli disse sinceramente. Safi lo guardò per qualche istante, cercando di capire se mentisse o se lo stesse prendendo in giro, ma alla fine sorrise a sua volta

-Grazie-

   
 
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