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Autore: MichaelJimRaven    06/01/2013    1 recensioni
Arrivo al castello di Peter, james e Sirius
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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"Silente non è così stupido da farsi fregare da noi, Sirius! "
Erano passati solo tre giorni dal rientro degli alunni ad Hogwarts dopo le festività natalizie. I tre ragazzi si erano subito messi a discutere su cosa potesse mai esserci al quinto piano che avesse bisogno di tutta quella protezione. Durante le restanti serate delle vacanze, Peter aveva cercato di scoprire qualcosa in più sul fatto. Aveva seguito sia Hagrid che Donkers, mentre inchiodavano le porte del corridoio delle armature con grosse assi di legno, ed era arrivato nuovamente alla porta che aveva varcato per fuggire all'armatura da guardia. La stanza era approntata per ospitare delle persone: c'era da leggere, c'era del cibo, un letto e diverse immagini di una spiaggia sotto un sole accecante che, per magia, illuminava realmente quel luogo come se fosse giorno.
Stava mettendo al corrente delle cose i due amici che non erano rimasti lì per le feste. Sirius aveva subito preso in mano la situazione cercava di spronare James e Peter a scoprire il mistero.
"Non lo so, Black. La cosa non mi piace affatto! Ieri a lezione di Incantesimi, Silente mi guardava di continuo! Credo sospetti che non me ne sia stato sempre in Sala Comune, durante le feste!"
"E allora? Non ti ha mai beccato, no?! Non è un problema quello! Dovremmo cercare di proseguire le indagini! Secondo me…"
Alcuni ragazzi del terzo anno erano appena passati dal buco nel ritratto, maledicendo Moody per le sue lezioni pratiche; a sentirli, pareva che tale Jarvis  fosse finito in infermeria per colpa di una dimostrazione leggermente troppo enfatica di uno schiantesimo.
Aspettarono che la piccola folla si spargesse per la sala comune e, sottovoce, ripresero a parlare della cosa: "Secondo me dobbiamo farlo alternativamente. Se uno solo lo facesse di continuo, prima o poi verrebbe individuato, non credete?"
"Ha ragione Sirius! Peter, tu hai già svolto egregiamente la tua parte: la mappa che hai tracciato in questi giorni è fenomenale. Ora tocca a me proseguire il lavoro!"
“Hey! E io?!"
"Tu, Sirius, coordinerai i giri notturni fino a fine mese… e poi, a febbraio, inizierai tu! Sempre se io e Peter non scopriamo prima cosa succede!"
Il resto della serata era trascorsa in dotte discussioni su incantesimi e cioccorane e anche sulle colorite imprecazioni che i Grifondoro coniavano quotidianamente per Moody e Dippett.
Il mattino successivo, i Grifondoro del primo anno avevano la loro lezione di Erbologia. Aveva nevicato da poco e il parco del castello sembrava un’enorme distesa di glassa lucente. I ragazzi si facevano strada tra la neve, arrancando a fatica in mezzo ad essa. Le serre si trovavano all'estremo nord del Castello e, solitamente, potevano essere raggiunte agevolmente percorrendo una serie di corridoi che portavano dal giardino di Trasfigurazione fino al terzo piano, per poi scendere da dietro un vecchio arazzo fino al basamento del castello. Da lì, seguendo un cunicolo abbastanza comodo, si sbucava esattamente dentro lo spogliatoio delle serre. Purtroppo, sembrava che qualcuno o qualcosa avesse bloccato il passaggio. Sirius, James e Peter sapevano esattamente il perché: a metà del percorso, vi era una deviazione nascosta dietro alla statua di un Goblin a cavallo, che portava fino al quinto piano.
"Curioso, no? Che caso strano! Hanno bloccato anche quel passaggio! E sono sicuro che non lo conoscano in molti, oltre a noi!" aveva detto Sirius, continuando a scribacchiare appunti sulla mappa che teneva costantemente sotto aggiornamento. Dopo qualche minuto di passi nella neve, tra imprecazioni per il freddo e tazze di latte bollente, erano tutti arrivati davanti alla serra principale.
Con sorpresa di tutti, non vi era la solita professoressa Bamp a tenere la lezione. Albus Silente era seduto alla scrivania di Erbologia e stava scribacchiando qualcosa. Al suo fianco, un ragazzino dallo sguardo stanco e la tipica cera di chi aveva visto giorni migliori, stava dando le sue generalità all'uomo.
Si erano oramai tutti stipati dentro il piccolo ufficio del professore, in attesa di capire cosa mai avessero dovuto fare, data la mancanza della professoressa, quando il professor Silente si era alzato dalla scrivania, aggiustandosi gli occhiali sul naso.
"Benvenuti, benvenuti. Vi prego di prendere posto! Troverete le postazioni botaniche già pronte. La professoressa Bamp si è recata assieme a caro Hagrid nella remota Mongolia e temo non tornerà prima di un paio di settimane… settimane nelle quali avrò io il privilegio di insegnarvi questa affascinante materia!"
Sirius, Peter e James si erano scambiati un occhiata veloce. Hagrid era solitamente utilizzato come guardiacaccia e come custode: il fatto che la Bamp e Silente lo avessero inserito in questo viaggio, aveva del misterioso.
"Vi presento – e mi riferisco a tutti, ma in particolari modo ai Grifondoro – un nuovo studente che è qui per unirsi alla nostra scuola e alla casata di Godric. È arrivato ora a causa di una spiacevole influenza. Il San Mungo ce lo ha restituito in forze e pronto a rinforzare le fila della nostra cultura: vi presento il signor Remus J. Lupin!"
Il ragazzino emaciato e pallido aveva fatto un sorriso tirato, avanzando di qualche passo verso gli studenti. Un paio di Corvonero si erano scostati guardandolo scettici. Ma erano stati i Serpeverde a dare il primo "benvenuto" al ragazzo.
"Sicuro di non essere contagioso? Diavolo! Hai una cera pessima!"
Silente non si era fatto sfuggire quel poco simpatico saluto ed aveva incrociato le braccia al petto parlando come sempre, senza puntare qualcuno di preciso.
"Voglio che sia chiaro per tutti che non ci sarà bisogno di fare a gara per chi vorrà aiutare il signor Lupin a mettersi in pari con il programma. Sarò oltremodo felice di complicare l'anno scolastico a quanti si permetteranno di mettergli i bastoni tra le ruote!" E qui lo sguardo dell'uomo si era posato sul gruppo di Serpeverde che aveva immediatamente smesso di ridacchiare.
Remus Lupin aveva fatto ancora qualche passo tra i mormorii dei ragazzi, andando a nascondersi dietro il gruppo dei Grifondoro, praticamente accanto a Peter.
Ora che lo vedeva da vicino, tutto lasciava ad intendere che non avesse avuto dei bei mesi: il viso era emaciato, gli occhi quasi vitrei e stanchi, i vestiti lisi e consunti, strappati qua e là e rammendati alla menopeggio. Il profumo che emanava, era in netto contrasto con l'aspetto. Odorava di vaniglia e menta. Evidentemente teneva molto alla pulizia.
I tre ragazzi gli si erano fatti vicini, mentre Silente iniziava a spiegare agli altri cosa fossero i Bubotuberi e che tipo di proprietà avessero.
"Benvenuto, Lupin. Sei uno di noi, oramai. Mi spiace per te!" aveva detto Sirius, dandogli una pacca sulla spalla.
"Hai proprio un pessimo aspetto, lasciatelo dire. Mi piace!" aveva rimbeccato James, ridacchiando al suo indirizzo. Solo Peter non aveva detto assolutamente nulla. Si sentiva a disagio e non ne capiva il perché, rimanendo accanto a Lupin.
Durante la lezione, i quattro ragazzi avevano iniziato a conoscersi, chiedendo a Remus dove fosse stato durantei primi mesi di scuola, quale malattia avesse avuto e come mai avessero deciso di far iniziare il suo anno da metà, senza aspettare il successivo per iscriverlo.
"In realtà, l'iscrizione non è una cosa che si decide: il gufo con la richiesta ti arriva automaticamente quando hai compiuto l'undicesimo anno di età. Non ho mai letto o sentito di qualcuno che si fosse iscritto dopo! Per quanto riguarda il motivo del mio ritardo.. Be’, avete sentito il professor Silente: ho avuto una brutta influenza. Mi ha preso le ossa e i guaritori del San Mungo ci hanno messo un bel po' per mettermi a posto…" Le parole del ragazzo uscivano fluide e scorrevoli, come se stesse ripetendo un lezione imparata a memoria. Sirius e Peter avevano preso a canzonare i guaritori del S.Mungo etichettandoli come dei pivelletti, mentre James incalzava con le domane. Ad un certo punto, come se si fossero completamente dimenticati di dove si trovavano, Sirius aveva estratto la bacchetta per farla vedere a Remus, ed imprecare anche con lui su quanto la trovasse poco adatta alla sua persona.
Mentre la mostrava ai tre, però, la stessa prese il volo di propria sponte, attraversando interamente la serra di erbologia per finire tra le mani di Albus Silente, che li stava guardando accigliato.
"Molto bene, signori miei! Credo di aver trovato i volontari per pulire le gabbie dei gufi, su alla guferai. Oggi pomeriggio, tutti e quattro vi presenterete all'ufficio del signor Donkers, sito al pianterreno, e vi farete dare del materiale rigorosamente babbano per ripulire quel luogo ameno. Riflettete sul fatto che l'attenzione alle lezioni, specie alle mie, è fondamentale per avere un corretto flusso di interesse verso le altre!"
Tutta la classe era scoppiata a ridacchiare, guardando i quattro Grifondoro; anche i loro compagni di casata.
"Professor Silente, ma…"
"Nessun ‘ma’, signor Potter! Potrete usare il tempo che trascorrerete assieme al signor Lupin, su nella guferia, per fare conoscenza e discutere del programma scolastico! Avrete decisamente molto tempo a vostra disposizione, quest'oggi!"
"Ma…"
"Ho detto nessun ‘ma’, signor Minus! Occorre che capiate che la scuola non è una vostra personale sala giochi. La discussione è chiusa! E ora, per favore, avvicinatevi ai vostri Bubotuberi per il lavoro e prestate loro la massima attenzione per il resto della lezione!"

Il pranzo successivo alle lezioni del mattino fu come una benedizione. Silente sapeva essere coinvolgente nelle spiegazioni quando voleva, ma altrettanto pesante quando ne sentiva a necessità. I quattro ragazzi si erano presi i rimbrotti dei compagni di anno per aver reso una lezione che sembrava divertente in una noiosa spiegazione didattica su come il pus di Bubotubero venisse creato dalla pianta stessa e per cosa venisse più comunemente utilizzato.
"Potter, grazie a te e ai tuoi compari oggi ci siamo acculturati oltremodo sui Bubotuberi! Spero che le prossime ferite che il loro pus curerà, saranno le vostre! Accidenti a voi!" e via di questo passo, per tutta la durata del pranzo. Sirius, Peter , James e Remus avevano deciso di lasciar perdere il dolce, pur di dileguarsi dalla Sala Grande al più presto ed evitare lo scherno che si era abbattuto su di loro.
Sopra di essi, il soffitto della Sala mostrava un cielo blu e limpido, al contrario di quello che c'era realmente fuori dalle mura.
La neve aveva ripreso a cadere proprio quando i ragazzi erano arrivati a salire i gradini che portavano alla torre della Guferia.
Era situata fuori del complesso di Hogwarts, staccata dal corpo centrale del castello e collegata ad esso solo da un camminatoio delle mura che partiva dalla torre est.
L'altro accesso era quello che stavano percorrendo loro: fuori dal giardino in pietra, prendendo la prima serie di scale si arrivava ad un piccolo cortile esterno alle mura e da lì, alla gradinata della torre dei Gufi.
Il vento batteva sulle mura della torre rimbalzando beffardo sui loro visi, spruzzandoli con dei frammenti farinosi di neve.
Una volta entrati dentro la Guferia, l'enorme camino che riscaldava la tana dei volatili aveva portato un sollievo alle membra dei ragazzi.
"Ci siamo. Auguri, ragazzi!"
Peter aveva dato uno sguardo in alto: almeno due centinaia di gufi erano appollaiati sui propri trespoli. Alcuni, quelli più vecchi, dormivano della grossa. Altri si becchettavano a vicenda e altri ancora si gonfiavano come pesci palla, per tentare di apparire minacciosi agli umani. Alcuni trespoli erano vuoti: evidentemente alcuni gufi erano stati utilizzati di recente per mandare delle comunicazioni.
"Oddio… Ditemi che non è vero!! Ohhh babba biaaaaa!"
Sirius aveva arricciato il naso e se lo era tappato con le dita per evitare di annusare.
A terra, proprio sotto i trespoli, c'era il disastro. I gufi sembravano avere le stesse esigenze alimentari degli elefanti e, soprattutto, sembravano produrre le stesse quantità di rifiuti organici!
"No... Davvero! Non crederanno mica che puliremo quella... quella…"
“‘Merda’, Remus! Si chiama ‘merda’!" James si era già rimboccato le maniche ed aveva preso il secchio per attingere dal pozzo esterno. "E a meno che tu non voglia passare qui più tempo di quello che occorra, sarà meglio che ci si dia una mossa!"

Quattro ore dopo, erano riusciti a terminare il lavoro e a ritornare mestamente verso la torre Nord per recarsi dentro la propria sala comune. Avevano preso alcuni effetti personali, e si erano recati tutti a farsi il bagno, nelle docce poste sopra la cucina.
Ci avevano messo un po': Peter non riusciva proprio a togliersi di dosso l'odore acre della mota di gufo e Remus sembrava come impazzito. Si grattava il naso come se quell'odore gli si fosse azzeccato nelle narici.
"Ricordatemi di non distrarmi più alle lezioni di Silente! Miseria! Sono qui da 24 ore scarse e sono già finito in punizione!"
"Significa che sei dei nostri, Remus! Benvenuto nel gruppo dei Malandrini!" aveva detto James.
Remus lo guardò come se non avesse capito.
"I Malandrini, fratello!" aveva incalzato Sirius "Lascia che ti spieghi!"
Mentre continuavano a strofinarsi per rendersi più sopportabili all'altrui olfatto, Sirius stava spiegando a Remus come mai loro tre fossero stati soprannominati in quella maniera. Era stato lo stesso Silente a coniare per loro quel soprannome a causa delle numerose occasioni in cui avevano infranto le regole, facendosi pizzicare. Per loro fortuna, erano tutti molto bravi nelle materie scolastiche, quindi godevano di una certa popolarità tra gli studenti del loro anno e, addirittura, anche tra alcuni degli anni superiori. Per merito della loro bravura, diverse cose venivano loro perdonate. Specie da Silente.
"Meno male che vi vede di buon occhio!" disse Remus alla fine della spiegazione. "Non voglio pensare a cosa ci avrebbe potuto infliggere oggi come punizione, se gli foste stati antipatici!"
Era arrivata l'ora di cena. Tutta la scuola si stava riversando nella Sala Grande da ogni via di accesso esistente. Due ragazzi del settimo anno erano spuntati da dietro un arazzo che prima sembrava incollato al muro. Le tavole erano già imbandite e piene di cibo. James e Peter si erano dati alla pazza gioia, buttandosi di faccia su una teglia di cosce di pollo arrosto. Sirius giocherellava con le lasagne, smontandole pezzo per pezzo come se fosse una composizione artistica. Remus, signore come pochi a quel tavolo, era seduto composto, cercando di tagliarsi una bistecca al sangue.
"Parola mia, ragazzi, non mangiavo così bene da un bel po'! Mille punti agli elfi domestici di Hogwarts!" Aveva commentato alla fine, satollo.
Il tavolo degli insegnanti era stranamente attento: Dippett, Silente e la McGranitt stavano guardando esattamente verso i Grifondoro, cambiando improvvisamente la direzione dei loro sguardi ogni volta che uno dei Malandrini guardava verso di loro.
"Stasera sono nervosi, eh? Si vede che non hanno ancora capito chi sia stato a mettere della RosaLuna dentro la zuppa del professor Moody, ieri. Ah! Ah!"
Peter stava ridacchiando, mentre indicava il posto vuoto di Alastor Moody, evidentemente ancora chiuso nel suo ufficio a causa della dissenteria.
"Siete tremendi!" aveva commentato Remus, senza però riuscire a nascondere il sorriso che gli si era formato sul volto.
A fine cena, il ritorno verso i dormitori si stava svolgendo pigro e lento come sempre. I prefetti si dividevano le aree di pattuglia, i Capiscuola davano indicazioni agli studenti su cosa fare e non fare a seconda dell'anno e delle disposizioni dei professori e gli studenti regolari andavano semplicemente incontro ai loro letti.
Arrivati davanti alla scalinata principale, Remus si era fermato e si guardava attorno, come spaesato.
"Che c'è, ti sei già perso, Lupin? La sappiamo noi, la strada per la nostra Sala Comune. E anche la parola d'ordine per il ritratto!"
Lupin aveva annuito sorridendo, prima di parlare ai ragazzi.
"So tutto anche io, ragazzi, grazie… ma devo andaste a dormire in infermeria. Sono ancora sotto controllo medico e Silente ci tiene che io non trascuri la cosa."
"Quindi, vai in infermeria?"
"Sì, ho lì la mia roba. Mi trasferirò in dormitorio alla fine di questa settimana, stando a quel che dicono. Non va nemmeno a me di passare le nottate da solo al terzo piano, ma pare che dovrò farlo ancora per qualche giorno!"
Il gruppo si era quindi diviso all'altezza del corridoio del terzo piano. Lupin aveva preso la via per l'infermeria, mentre James, Peter e Sirius proseguivano salendo verso la sala comune di Grifondoro.
Confabulavano tra loro sull'indomani e su come passare in maniera divertente le due ore di pozioni.
Lupin, arrivato a metà del corridoio del terzo piano, si era fermato tendendo le orecchie verso la tromba delle scale. Le voci dei tre ragazzi non si udivano più.
Con un sospiro ed un aria piuttosto affranta, aveva dato un ultima occhiata alla finestra che dava sul lago, da quella posizione. Era buio e c'erano le nuvole. Sentiva il cuore pulsargli nel petto per l'ansia e la paura. Improvvisamente, uno spicchio di luce era entrato da quella stessa finestra, illuminando il pavimento alla luce della luna.
Terrorizzato da quel bagliore inaspettato, Remus si era messo a correre lasciandosi alle spalle l'infermeria, puntando deciso verso la scalinata ovest.
Quella che portava al quinto piano.
  
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