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Autore: Lady Grace    08/01/2013    4 recensioni
«Oh, devo avere sbagliato ancora numero.» risponde il riccio ovvio.
«Grazie per l’informazione, non ci sarei mai arrivata da sola.»
«Sei così bassa?» ride Harold, realizzando di non essere poi così simpatico.
«In realtà sono alta un metro e settantasei centimetri, senza tacchi.»
«Sei una modella?»
«No.»
«E perché no?» I fatti tuoi Harold, mai eh?
«Perché ho un occhio solo, tre gambe, i denti cariati ed ingialliti e mi mancano cinque dita delle mani.»
«Il senso dell’umorismo no di sicuro.» risponde il riccio, realizzando che quella voce non è poi così fastidiosa come pensava.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CALL TO FATE.
Giorno II.





 
  «Lou?» chiede Harry stiracchiandosi, dopo una lunga giornata in studio.
  «Perché oggi non mi dici faccia da culo? Mi ero preparata una serie di epiteti poco carini da rifilarti qualora mi avessi presa ad insulti!» si lamenta l’altra.
  «Oddio, non dirmi che ho sbagliato numero ancora, sto parlando con uno sconosciuto?!»
  «A forza di confondere i numeri siamo quasi diventati amici… quindi dire che non stai propriamente chiacchierando con una sconosciuta.»
  «Sono mortificato, davvero.» si scusa Harold, abbozzando un sorrisino sghembo.
  «Per il fatto che hai sbagliato numero nuovamente o perché non hai chiamato ieri alle sette?»
  «Ieri sono stato incredibilmente indaffarato, avrei richiamato davvero se avessi avuto tempo, Zoie!» spiega il riccio, sbadigliando.
  «Allora ti ricordi il mio nome!» esclama quella. Sì, solo perché fa schifo, riflette Harry, evitando accuratamente di pronunciare i suoi pensieri.
  «Sì, del resto non capita tutti i giorni di incontrare qualcuno che ha un occhio solo, tre gambe, i denti cariati ed ingialliti ed è privo di tre dita delle mani»
  «Sono cinque le dita che mi mancano.»
  «Allora è una ragione in più per non dimenticarsi di te.» risponde il riccio, chiudendo gli occhi.
  «E tu Harry come sei?»
  «Ho tre occhi, la carnagione celeste, ma questo è solo il risultato delle lampade che faccio, tre gambe anche io – anche se suppongo si tratti di qualcosa di diverso rispetto a quanto riguarda te – e poi mangio carne umana.»
  «Buona?» domanda Zoie ridendo.
  «Non sempre, dipende dalla persona  di cui ti cibi.»
  «E delizioso l’argomento che stiamo trattando.» borbotta l’altra.
  «Ancora, lo definirei squisito.» farfuglia poi Harry, ben sapendo che a breve sarebbe crollato. Il riccio si massaggia le tempie e sbadiglia.
  «Non ricordo più la password di Twitter.» si lamenta Zoie dopo un po’, alzando la voce e cambiando discorso.
  «Prova con Harry-figo.»
  «”Non dire stronzate” mi è venuto visualizzato. Pensi che il sito mi stia intimando di non prenderlo in giro?» se la ride la ragazza.
  «No, probabilmente la risposta giusta è “Harrysuperfigo”.» replica il riccio, sbadigliando ancora.
  «Förfall, avevo lasciato il “super” nella tastiera.» Harry la sente digitare velocemente, «Nah, neanche questa. Però adesso dice “modestia stuprami”. Chissà cosa vorrà dire?»
  «Qualcuno dovrebbe spiegar loro che non è una questione di umiltà, miei cari, ma soltanto di realtà.»
  «”La preghiamo di smettere di inventarsi frottole”.»
  «Sempre Twitter?» domanda Harold.
  «No, il mio ego femminile.»
Harry sorride.
  «Voi maschi siete così superficiali e vanitosi, elemosinate continuamente complimenti.»
  «E questa perla è propria sempre del tuo ego o proviene da qualche altra saggia fonte?»
  «Stavolta è tutto merito della mia conoscenza.»
  «Allora deve essere molto limitata per affermare qualcosa del genere.»
  «Oppure tanto sconfinata da non riconoscere le eccezioni.» spiega Zoie, ed Harold può chiaramente sentire uno sbadiglio provenire aldilà del cellulare.
  «Probabilmente.»
  «Il che si riferisce chiaramente a mio fratello. L’unico uomo capace di mettere da parte il proprio orgoglio e trarre importanti insegnamenti dai consigli che gli vengono dati.»
  «Stessa identica cosa che faccio io.»
  «Cinque secondi fa Twitter non era propriamente d’accordo con te.»
  «I social network non sono mai affidabili.»
  «Lei è un santo, Mr. Harry.»
  «Se mi vedessi saresti d’accordo.»
  «Se ti incontrassi ti tirerei un calcio nel culo immediatamente.» Zoie ride. «E probabilmente ti prenderei a parolacce per ricambiare.»
  «Interessante direi…» si gratta il capo Harold, poggiando la testa allo schienale della poltrona. La stanchezza di fa sentire.
  «Però ti farei incontrare Lou.» continua il riccio.
  «Ah, faccia da culo, pezzo di merda, stronz-»
  «Sì, lui.»
  «Allora ci conto.» risponde Zoie.
  «Però tu mi presenti Ginevra.»
  «No.»
Harry sgrana gli occhi. «E perché? È un mostro anche lei?»
  «Direi di sì.»
  «Beh, se sopravvivo alla tua vista il gioco è fatto…»
Zoie sbadiglia ed Harry fa lo stesso, perché sono le due di notte e non hanno ulteriori forze per reggersi in piedi.
  «Beh, Sant. Harry.»
  «Sì Zoie, dimmi…»
  «Io vado.»
  «A letto?» domanda il riccio.
  «Massè, a fanc-»
  «Zoie tu ti lamenti di me per la mia scurrilità, ma ti sei sentita?» Louis Tomlinson entra nella stanza posizionandosi davanti ad Harold. Lo fissa qualche secondo con un’espressione interrogativa, della seria “con chi stai parlando a quest’ora?”. Il riccio scuote il capo e allontana il cellulare dalla bocca. «Arrivo subito.» Tomlinson annuisce.
  «Te l’avevo detto che dopo le sette di sera ero incagabile.» si difende l’altra.
  «Forse avevi ragione.»
  «Io ho sempre ragione.»
Louis muove freneticamente la mano, incitando Harry a chiudere la chiamata.
  «Ma allora sei anche modesta! Sai, penso seriamente che tu sia la ragazza per me.»
Louis ora strabuzza gli occhi. “Chi cazzo è?” sillaba al riccio.
  «Sono già impegnata.»
  «Con chi scusa?»
  «Con il mostro delle caverne!» Harry sghignazza.
  «Beh, siamo abbastanza simili, o no?» Zoie ride. E il cuore di Harold fa un a capriola. No scusate, è solo inciampato sulla terza gamba.
  «Più o meno.»
  «Domani casualmente dovrò richiamare Lou, quindi ti chiedevo se verso le cinque sei libera.» dice Harry, continuando a far aspettare il povero Tomlinson.
  «Se non sono impegnata con MDC direi che è perfetto.»
  «MDC?»
  «Mostro delle caverne!»
  «Oddio scusa, non me lo ricordavo.» Lou sbuffa.
  «Adesso vedrò se perdonarti o no…»
  «Facciamo che me lo dici domani quando chiamerò Lou?»
Il diretto interessato lo fissa con il cipiglio alzato.
  «No comunque davvero, se vuoi posso chiamare anche MDC e chiedergli un appuntamento tanto non-»
Louis Tomlinson esce furioso dalla stanza. Harold continua a non ascoltarlo. Pazienza, domattina si sveglierà in ritardo un’altra volta.
 
*
 
Neanche stamattina la sveglia è suonata (o così continua a dire Harold) e dopo essersi fatto una doccia fredda e tre caffè per vedere di svegliarsi più velocemente, Harry Styles corre per le vie di Londra con uno zaino sulle spalle e l’Iphone in mano. Anche stamattina è scientificamente testato che un Paul adirato lo chiamerà, riprendendolo per i suoi continui ritardi, ma è altrettanto provato che a Harry non fregherà niente… e che picchierà Louis Tomlinson per non averlo alzato. Si porta il cellulare all’orecchio.
  «Sei un grandissimo figlio di puttana lo sai?» urla il riccio.
  «Non è colpa mia se non la smettevi di stare al telefono, MCD… o era CDM… oddio non me lo ricordo!» si lamenta Tomlinson.
  «Uno, era MDC, due vaffanculo! Perché non mi hai svegliato?»
  «Tu ieri sera mi hai cagato?»
Harry si sente in colpa… per non trovare altre parolacce da dirgli.
  «Se la smettessi di stare al telefono per ore e dormissi, e mi prestassi attenzione, magari potrei anche iniziare a chiamarti la mattina. Ma a quanto pare sei troppo impegnato…»
  «William era importante.» commenta Harold.
  «Io penso sia molto più importante che tu ti muova e ci raggiunga allo studio adesso. Paul ti vuole parlare riguardo il tour.»
  «Non può dirlo a voi?»
  «Quando vieni qua poi lo senti…» dice Louis, chiudendo la chiamata.
 
Harry Styles impreca, maledicendo Louis Tomlinson per non rivelargli mai niente. Finalmente è arrivato allo studio ed un po’ titubante entra. Sulla porta ci sono un Paul leggermente alterato, uno Zayn indifferente, un Niall assonnato ed un bruttissimo figlio di puttana, testa di c- Harold! Ma cosa dici? Il riccio scuote la testa, fulminando con lo sguardo Tomlinson, il quale se la ride sotto ai baffi.
 
  «Il principino si è svegliato, vedo. Grazie Harry per degnarci della tua presenza.» Harold arrossisce.
  «Scusatemi, qualcuno ha dimenticato di svegliarmi.» dice il riccio riferendosi all’amico. E Louis fa per difendersi quando Paul lo interrompe adirato.
  «Harry non accetto più nessuna scusa! La prossima volta che arrivi con anche un centesimo di secondo in ritardo ti butto fuori dalla band!»
Harry ride, perché sia lui che Paul sanno bene che non può farlo.   «Mi dispiace ma davvero non è colpa mia!»
  «E di chi è? Del lupo?» No, ovviamente, di una modella con un occhio solo, tre gambe, i denti cariati ed ingialliti e priva di tre – cinque- dita delle mani. Ma Harold si astiene dal pronunciare quella frase, perché alla fine della giornata vuole rivedersi con gli stessi connotati.
  «Non succederà mai più, promesso.»
Paul ghigna, borbottando qualcosa a lui incomprensibile. «Ed ora fila a fare le prove con gli altri!»
Il riccio ascolta attentamente l’ordine del manager e lo esegue, entrando nella stanza e dirigendosi al microfono. Louis Tomlinson sibila un “ti sta bene” con un sorrisino idiota. Harold preferisce evitare di rispondergli, perché solo Zoie – e la sua finezza - sarebbe in grado di dirgli tutto quello che il riccio vorrebbe urlargli. Harry sorride, ma non esattamente per Tomlinson.
 
*
 
  «Dovremmo parlare.» esordisce Paul riferendosi ad Harry, entrando nella stanza. Il riccio non parla, aspettando che l’altro inizi il discorso.
  «Hai trovato una fidanzata?» il riccio scuote il capo.
  «Non mi piace l’idea, Paul.»
  «Devi farlo. Diamine Harry, puoi prenderti chi vuoi che provvederemo noi ad accordarci, e tu ti lamenti?»
  «E se mi prendessi una modella con un occhio solo, tre gambe, i denti cariati ed ingialliti e priva di tre, no erano cinque, dita delle mani, la paghereste lo stesso?»
Paul sembra pensarci. «Se è bella sì.» Harry sbuffa.
  «Ripetimi perché lo stiamo facendo perché non ci capisco più niente…»
  «Per la pubblicità.»
  «Non mi va. Non potete far fidanzare Niall?»
Paul lo guarda, scuotendo il capo. «Si tratta solo di cinque mesi. Solo cinque mesi.»
  «Sono sei.»
  «Harry ti stanno proponendo un affare: puoi prendere la ragazza più bella che vuoi e sarà tua, tua, Harry, per sei mesi.»
L’interessato alza le spalle. «Non mi interessa realmente.»
  «Ma sai che devi farlo, quindi meglio evitare di rimandare ancora ed ancora.»
Harry si alza e fa per uscire dalla stanza.
  «Cinque mesi. Niente interviste del cazzo, uscite a comando o altre stronzate. Io ci sto, ma decido io di fare quello che voglio.»
Paul si passa una mano tra i capelli. «Troveremo un compromesso. Ogni tanto dovrete pur farvi vedere in pubblico!»
  «Ed entro quando devo trovarla?»
  «Mercoledì prossimo.»
Harold annuisce, fa un cenno a Paul con il capo e sparisce.
 
Esce dallo studio e cerca un taxi, perché vuole disperatamente arrivare a casa. Non ha voglia di pensare a finte fidanzate e finti sentimenti. Almeno, non adesso. Estrae dalla tasca il cellulare e digita il numero di quel Louis Tomlinson… perché Zoie non risponde?
 
  «Le conviene spostarsi dalla strada prima che qualcuno la investa.» dice una signorina alle sue spalle.
Harry si gira e la vede, sempre lei, sempre la ragazza bionda del giorno prima. Il riccio sorride, perché gli è venuta un’idea a dir poco geniale. Chiude la chiamata e ripone l’Iphone nei pantaloni.
 
  «Allora, prima che io muoia, accetterebbe uno Starbucks offerto dal qui presente?»

  
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