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Autore: Liz_Eagle    09/01/2013    1 recensioni
Avete presente tutte le informazioni biografiche sui vostri idoli? Quelle che avete visto scritte talmente tante volte da impararle a memoria? Beh.. dimenticatele.
Perchè questa è una storia senza tempo, che tratta episodi realmente accaduti (ogni tanto).. ma non in ordine cronologico, che cita personaggi veramente coinvolti nelle vicende dei Guns.. ma anche personaggi mai esistiti. E soprattutto.. che vive la Los Angeles del 2012 come fosse quella del 1986.
Ma chissene frega se Axl non ha mai avuto figli, o se Perla è l'unica donna di casa Hudson. Uno Slash padre a poco più di vent'anni è difficile da immaginare? Basta un po' di fantasia in più.. che poi, chi l'ha detto che Grace e Mae Marie McKagan debbano per forza essere due dolci e innocenti bimbe bionde?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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10. My worst enemy

10 MY WORST ENEMY

 

I rumori della città, di macchine in corsa, di voci di passanti, e le luci dei lampioni, dei fari, delle grosse insegne appese ai locali erano uno sfondo così poco adatto a quello che Cash stava ammirando. E tuttavia così perfetto. Il viso della ragazza veniva illuminato a tratti da luci di diverso colore e un lampione poco più in là faceva risplendere i suoi capelli di luce artificiale, ma ad ogni modo risplendere. Non sapeva quanto tempo era passato da quando aveva appoggiato pesantemente la sua schiena al muro, tirando contro di sé i fianchi della ragazza, spinto da chissà quale forte desiderio di sentirla più vicina a sé. Sarà forse stato il suo sguardo di poco prima, quando aveva inconsapevolmente portato gli incisivi a torturarsi il labbro inferiore in modo così eccitante? Non sapeva dirlo. Non sapeva descrivere quali fossero stati i suoi sentimenti quella sera. Quella che prima considerava semplicemente una bella ragazza, di quelle per le quali vale la pena spendere un po’ del proprio tempo in cambio di una notte da favola, in quelle poche ore aveva assunto una luce decisamente diversa e per certi versi inquietante ai suoi occhi. Il modo in cui l’aveva vista sgranare i grandi occhi azzurri quando si era avvicinato al tavolo, la sua limpida risata alle battute di Gillian, i suoi modi così dolci nei confronti di quelli che era consapevole fossero degli animali più che degli amici, l’avevano incatenato a un pensiero diverso. La preoccupazione mal celata che gli aveva letto negli occhi quando, tentando di non farsi vedere, cercava con lo sguardo sua sorella, che conosceva da così poco; si era stupito di vedere così tanto di quella ragazza in una sola sera, e quello che aveva visto, l’aveva colpito profondamente. Ma più di tutto, era stato il modo in cui si era rivolto a lui, il modo in cui forse senza una vera intenzione gli aveva riservato piccole attenzioni che l’avevano fatto sentire così diverso da tutte le altre persone sedute a quel tavolo a fargli realizzare quanto fosse diverso il suo atteggiamento verso quella ragazza. Anche ora, mentre lo guardava con gli occhi resi lucidi dalle luci notturne, non poteva non sentire quanto si stesse avvicinando a lei, alla sua persona, al suo carattere. E aveva paura, aveva paura perché Giada sembrava aver risvegliato in lui sentimenti assopiti da tempo, o sarebbe meglio dire mai davvero accesi. Da nessuno.

 

La sensazione del cuore che forte martellava nel petto le provocava un forte fastidio. Non le piaceva l’idea di emozionarsi così alla presenza di Cash. Non era venuta in America in cerca di storie complicate e casini. Non le piaceva il fatto che sentisse nel suo stomaco quella morsa che anche Robin era stato in grado di provocarle. Allora le era piaciuta, si era lasciata andare. Ma ora era diverso; il luogo era sbagliato, il momento era sbagliato. Eppure quella morsa stringeva sempre di più man mano che i secondi passavano senza che lui accennasse a distogliere lo sguardo. E più quella morsa stringeva, più Giada sentiva crescere in lei una sensazione di tipo diverso, il bisogno quasi fisico di avvicinarsi di più a lui. Non era sol una questione di chimica tra due corpi; non voleva meramente accostarsi al suo fisico. Voleva unirsi a lui in modo più profondo; voleva conoscerlo meglio, scoprire cosa gli piaceva e cosa no. E soprattutto, in quel momento in cui quelle sensazioni tanto la confondevano e spaventavano, sentiva il bisogno di udire la sua voce bassa e roca che se non altro avrebbe placato i suoi sentimenti, così assurdamente alimentati dal suo sguardo penetrante.

 

“Ho finito le sigarette” Quanto suonò falsa e stupida quella frase anche alle sue di orecchie! Ma non riusciva più a sostenere quell’assurdo silenzio. Era chiaro che Cash la attraeva, ma non era il caso di abbandonarsi a momenti imbarazzanti come quello; anche se non era per niente sicura di aver letto imbarazzo negli occhi di lui.

Cash fu come risvegliato da un sogno ad occhi aperti quando quelle poche lo raggiunsero. Si scosse tornando coi piedi per terra e senza nemmeno essere sicuro di aver capito cosa la ragazza gli aveva detto, tirò fuori il pacchetto pieno di sigarette, offrendogliele in ogni caso. Non poté fare a meno di seguire trasognante con lo sguardo il percorso della sigaretta fino alle labbra della bionda e il modo in cui queste si arricciavano per indirizzare la sigaretta verso l’accendino, saldamente tenuto in una mano mentre l’altra era impegnata a proteggere la fiamma più per abitudine che non per un’effettiva presenza di vento. Cash la imitò accendendosi a sua volta una sigaretta, sbuffò fuori dalle labbra carnose una nuvola di fumo denso, scostando finalmente lo sguardo dalla ragazza e alzando gli occhi al cielo, un cielo senza stelle, invisibili immersi com’erano nelle luci metropolitane.

 

Il silenzio calò di nuovo tra loro. Giada si sentiva quasi imbarazzata dall’improvviso mutismo nel quale si era chiuso il ragazzo, ma allo stesso tempo, senza il suo sguardo palpabile su di lei, ebbe il tempo di ammirarlo più da vicino, mentre lui era distratto da chissà quali pensieri. Era bellissimo col capo appoggiato al muro e gli occhi semichiusi, le sensuali labbra che a tratti stringevano la sigaretta, per poi rilassarsi e gettare fuori il fumo bianco. Passò osservando la linea della sua mandibola e del suo collo, fino al pomo d’Adamo e più giù, dove la t-shirt usurata e dal collo stracciato lasciava spuntare i forti muscoli delle spalle e le clavicole. Inspirò a pieni polmoni tra un tiro e l’altro, sentendo distintamente l’odore del moro entrarle prepotentemente nelle narici. Espulse l’aria in un sospiro che arrivò all’orecchio del ragazzo. Lo vide staccare la testa dal muro e tornare a fissare quei pozzi scuri nei suoi occhi chiari e sorriderle teneramente mentre aspirava un altro tiro dalla sigaretta. Abbassò lo sguardo sentendo il calore salirle alle gote.

 

“Sei di poche parole” Cash non aveva nessuna intenzione di proferire parola; quel silenzio non gli era pesato affatto. Sarebbe rimasto lì a lungo, semplicemente godendosi il dolce contatto della sua mano sul fianco di lei, del suo polpaccio che sfiorava leggermente la sua gamba. Ma aveva visto con la coda dell’occhio le guance di Giada tingersi di rosso. A differenza sua la ragazza era evidentemente imbarazzata, così tentò di alleggerire la tensione che quel momento aveva creato.

 

“Anche tu” Rispose lei senza il coraggio di alzare lo sguardo, ma comunque grata per quella domanda che aveva aiutato ad allentare i suoi nervi. La sua attenzione rivolta alla sensazione di calore che la mano del moro provocava alla sua pelle col contatto attraverso la stoffa della t-shirt.

 

“Ti stai divertendo stasera?”

“Si.. molto. I tuoi amici sono simpatici” Si sentiva come un’adolescente alle prime armi e la cosa la infastidiva. Era sempre stata disinibita lei.

“Già.. sono un po’ degli animali, ma ci si accontenta no? Spero non ti abbiano scandalizzata a suon di rutti” Ridacchiò lui ripensando alle scene poco ortodosse che Giada aveva visto poco prima. La risata di lei che si univa alla sua fu un toccasana. “Si insomma, diciamo che non sono proprio dei principi!”.

 

Ancora una volta quegli occhi fermi a fissarla. Ma perché faceva così? Cosa aveva fatto adesso? Suo malgrado sentiva chiaramente il calore spargersi nel suo corpo anche solo all’idea che Cash la guardasse in quel modo.. e questa volta non stava arrossendo.

 

“Sei bella quando ridi” Quel commento gli uscì spontaneo. Si pentì poco dopo di averlo detto. Come gli era saltato in mente di esporsi così! Si conoscevano da così poco! Tuttavia non poté trattenere la propria curiosità di vedere la reazione di lei. Giada dal canto suo rimase spiazzata. Lo guardò sforzandosi di non far crollare la mandibola e assumere quindi una faccia da pesce. Perché poi era così suscettibile ai complimenti maledizione!

Distolse lo sguardo arrossendo per l’ennesima volta quella sera. Si schiarì la voce nel vano tentativo di liberarsi dell’emozione che le stava montando dentro. Cash intanto si compiaceva di quelle reazioni; allora non le era indifferente! Fantastico.

 

“Ti sei sistemata bene al campus?” Meglio portare la conversazione su argomenti più neutri, per evitare di esporsi ulteriormente e magari spaventarla.

“Si si. In realtà non ho nemmeno disfatto la valigia, tua sorella mi tiene piuttosto occupata!”

“Ahah! Si Gin è fatta così. Appena qualcuno le sta simpatico si prodiga costantemente per il suo divertimento”

“Mmm.. è un’affermazione piuttosto equivoca non trovi?” Ridacchiò lei.

“Già! Ma per Gin vale in qualsiasi chiave di lettura.”

 

“Ma guarda un po’ chi si vede” Giada riconobbe al volo quella voce. Sentì un brivido d’ansia correrle su per la spina dorsale; adesso sarebbero stati guai. Si girò solo per confermare i suoi sospetti. Steven Rose se ne stava mani in tasca a qualche metro da lei e Cash. Guardando il ragazzo, che ancora la stringeva per i fianchi, con una scintilla di puro odio negli occhi. La bionda sentì chiaramente i nervi del moro tendersi nonostante il piccolo contatto, e i muscoli delle sue braccia tirarsi. Cash guardava il rosso con altrettanto astio. Per niente grato dell’interruzione e ancora inconsapevole dei precedenti incontri dei due.

“Ciao anche a te Rose” lo salutò tutt’altro che amichevolmente “mi mancavano le tue buone maniere” aggiunse non riuscendo a trattenersi dal fare quel commento sarcastico.

“Non ho certo bisogno di usarle con te le buone maniere, me le tengo buone per far colpo sulle signore, come la nostra bella Giada qui ha avuto modo di constatare!” Eccolo lì, Steven Rose che non ci pensa due volte a pugnalare direttamente il suo rivale di sempre. Averli visti così vicini gli aveva provocato un forte moto di rabbia e perché no.. di gelosia. Non sopportava l’idea che il moretto avesse già avuto modo di mettergli i bastoni tra le ruote. Non gli avrebbe permesso di rubargli il proprio giocattolo nuovo; perché era questo per lui Giada, un nuovo giocattolo con cui divertirsi un po’ prima di stancarsi e rivolgere la propria attenzione a qualcos’altro. O almeno così credeva, quando senza alcun dubbio attribuì quel sentimento d’astio evidentemente eccessivo al fatto che fosse Cash quello a cui Giada riservava attenzioni particolari e non un ragazzo qualunque.

 

Cash intanto soppesava le parole del rosso. Si era sentito chiaramente ferito, non solo nell’orgoglio, nello scoprire che i due si conoscevano, e il sorrisetto beffardo che l’altro non accennava a togliersi dalla faccia non lo aiutava affatto. Aveva sentito Giada irrigidirsi alle sue parole e si girò solo un attimo a guardarla. La ragazza teneva la testa bassa come chi è stato scoperto a combinare un guaio. Non sarebbe riuscito ad avercela con lei nemmeno se avesse voluto, oltre al fatto che la bionda non era affatto tenuta a sapere della rivalità dei due.

 

“Beh.. mi spiace solo che abbia dovuto subire i tuoi modi poco gentili” Disse il moro tentando di non far trapelare la sua gelosia. Sperava ardentemente che Steven avesse giocato l’unica sua arma in possesso, e che non fosse in grado di nuocergli ulteriormente. “Non mi sembrava che subisse granché oggi a cena. Vero Giada?” La ragazza alzò gli occhi duri sul rosso; non le piaceva affatto come lui stesse sfoggiando quell’unica uscita insieme. Gli dispiaceva più che altro che Cash dovesse scoprire del suo “rapporto” con Steven in quel modo, soprattutto dopo quello che aveva saputo da Gin e il modo in cui si erano sviluppati gli eventi di quella sera.

Giada sentì il moro allontanarla leggermente dal suo corpo e la presa sui suoi fianchi sparire. Lui non la guardava, teneva lo sguardo fisso su Steven come se avesse potuto colpirlo con quei suoi occhi scuri. Incrociò le braccia guardando a sua volta il rosso, cercando disperatamente un modo per porre fine a quella lotta di sguardi. “Cosa vuoi Steven?” Chiese giusto per attirare l’attenzione del ragazzo e distoglierlo da Cash “Sai fin troppo bene che voglio.. e poi sei tu che mi hai dato appuntamento qui. Ricordi?” Ecco, ora che sentiva di nuovo addosso lo sguardo di Cash avrebbe voluto sprofondare, perché era uno sguardo ben diverso da quelli che le aveva riserbato per tutta la serata. Sentì il forte bisogno di difendersi da quelle accuse non vere “Io non ti ho invitato” disse cercando di sembrare il più convincente possibile, tuttavia senza che il suo sembrasse un rimprovero agli occhi del rosso.

“Beh, non direi. Mi hai detto tu che saresti venuta qui e che se fossi stato da queste parti ci saremmo visti. A me questo suona come un invito”

“Ho solo risposto alla tua domanda. Tu mi hai chiesto cosa avrei fatto stasera..”

“Mi vuoi dire che non sei contenta di vedermi?” La bionda tentennò. Come rispondere senza che Cash si infuriasse probabilmente andandosene e allo stesso tempo senza alterare il precario umore del rosso? Sorvolando sul fatto che avrebbe mentito se avesse detto che le dispiaceva vederlo. Certo, i suoi modi spesso la infastidivano e con Cash si era trovata benissimo quella sera. Ma non poteva negare l’attrazione quasi magnetica che Steven aveva su di lei.

“Il tuo egocentrismo mi stupisce!” Tentò di deviare il discorso ed evitare una risposta.. “Fa parte del mio fascino! Allora? Beviamo qualcosa?” Chiese quello avvicinandosi impudentemente alla ragazza nonostante il moro. A quel punto Giada si alterò parecchio. Era un figo impossibile negarlo, e se la situazione fosse stata altra probabilmente avrebbe accettato senza problemi quell’invito; ma così no. Non poteva davvero pensarla così persa per lui da lasciare lì Cash da solo. “No Steven.. forse non te ne sei accorto ma ci hai interrotto.” Lo sguardo sorpreso del rosso portò di nuovo piacere alla bionda!

“Ma davvero? Interrotto da cosa?”

“Stavamo parlando” Intervenne Cash, grato della piega che stava prendendo la cosa.

“Ma certo! Cos’altro potresti fare con una ragazza come lei Hudson?” Rispose quello guardandolo con sdegno. “Non fare lo sbruffone con me Rose.. non credo mi serva ricordarti cosa posso fare con le ragazze che ti piacciono” Affondo andato a segno! Impagabile l’espressione del rosso.. anche se i tipi come lui non ci mettono molto a rialzarsi: “Ti ho sempre restituito il favore!”. Ma Cash si era preparato a questa risposta e non ne fu turbato, capace di rispondere tranquillamente “Lo so. Non sono io quello che ha messo in dubbio le capacità dell’altro”.

 

Giada aveva assistito allo scambio di battute basita. Quei due si odiavano proprio! Impossibile negarlo.. la cosa la eccitava da morire! Pensare che tue ragazzi così potessero litigare per lei! Il sogno di moltissime donne.. Nonostante questo però, si era stufata dei battibecchi dei due e voleva rimanere di nuovo sola con Cash.

“Potreste finirla? Io non sono un oggetto per il quale litigare! Chiaro?” I due si voltarono a  guardarla, Cash sorrise piano: “Bene Rose. Direi che è l’ora che tu ti faccia da parte..”. Il rosso si accigliò: “Perché doveri essere io a farmi da parte?”. Giada venne in aiuto del moro “Perché ci hai interrotti, te l’ho già detto”.

 

Steven le rivolse uno sguardo che non aveva nulla di buono, quella ragazza stava tirando troppo la corda.. il suo orgoglio l’avrebbe spinto a rinunciare o a prenderla per sfinimento. E probabilmente avrebbe optato per la seconda, più allettato dall’idea di infastidire Cash che per puro sentimento per lei. Non era però il caso di andare avanti; probabilmente quella sera, con la testa della ragazza inebriata delle belle parole di Cash, non avrebbe ottenuto granché. La salutò mesto azzardando un bacio sulla guancia e riservò un’occhiataccia a Cash prima di allontanarsi dalla coppia. Ferito, ma non vinto..

 Eccomi con un nuovo capitolo ragazze! Grazie mille a chi recensisce! 

Un bacio! Liz

  
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