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Autore: Beliel    30/07/2007    1 recensioni
Un ragazzo distrutto dall'alcol e dalla droga... ma giunge inattesa una possibilità di salvezza...
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5:Primo Dialogo

5:Primo Dialogo

 

 

Mi addormentai e passai una notte, stranamente, dopo mesi, senza sogni.

Mi risvegliai che già la luce dei raggi del sole filtrava dalla finestra e illuminava la stanza.

Mi alzai e mi stirai, dopo di che andai in bagno, una stanzetta contigua alla camera da letto.

Mi lavai e, come di consuetudine a casa mia, uscii nudo dalla doccia.

Entrai nudo nella camera da letto, ma appena aprii la porta i miei occhi incontrarono quelli di Valeria, che subito imbarazzata e rossa in viso girò lo sguardo.

-Ehm, scusa- mormorò con un filo di voce.

-No! Scusami tu, di solito a casa mia sono abituato così!- gli risposi, dopo aver infilato boxer e pantaloni.

-Ti puoi girare ora…- gli dissi.

Valeria lentamente si voltò e mi guardò preoccupata.

-Come stai?- mi chiese.

-Ora abbastanza bene. Ma non riesco a capire perché tu mi abbia aiutato…- risposi io.

A quella risposta Valeria diventò rossa e volto di scatto lo sguardo altrove, fissando un punto indefinito dell’armadio lì di fronte.

Richiamata alla realtà dal rumore della sedia che avevo spostato, mi rispose:- L’ho fatto perché sento giusto aiutare i ragazzi in difficoltà- rispose con un sorriso.

Io, ovviamente non gli credei.

-Grazie mille! Scusa per il disturbo. Ora mi sa che è meglio che vada- gli dissi.

Valeria a quel mio proposito di lasciare casa sua si scosse e, quasi gridò- NO!-; poi, accortasi che le sue parole che potevano far capire le sue intenzioni, rispose più lentamente e con un tono di voce più calmo- Ho chiamato i tuoi e mi hanno detto che è meglio se resti qui ancora per qualche giorno, con io che ti faccio compagnia- aggiunse.

Io alla fine, innocentemente, credei alla sua versione dei fatti, non sapevo, povero me, che i miei non sapevano niente di niente, e nemmeno conoscevo i propositi di quella ragazza, all’apparenza così dolce.

-Ma dove siamo esattamente?- chiesi a Valeria, riferendomi alla nostra collocazione in città.

-Non siamo più a Palermo, ma a Cefalù. Ti ho portato l’altra sera fin qui in auto.- rispose Valeria.

Io conoscevo questo paese, dato che in passato, da bambino, ci ero stato e mi era anche piaciuto.

Vedendo che ero immerso nei miei pensieri e che non parlavo più, Valeria si avvicinò a me, che ero seduto sul letto e si sedette vicino a me.

Notai che la sua mano sottile e delicata si avvicinava lentamente alla mia, e non feci niente per impedirlo.

Muovendo la mano un po’ più rapidamente, afferrò la mia e me la strinse forte.

Finalmente sbuffò, dato che per tutto il tempo necessario alla sua “operazione” aveva trattenuto il respiro.

Restammo così, senza guardarci negli occhi, finché suonò il telefono che ci riscosse dai nostri pensieri.

-Scusa…- disse Valeria, alzandosi.

-Tra un po’ ti porto la colazione- aggiunse con un sorriso e sparì dalla mia vista.

Io, non volendola disturbare, mi sdraiai sul letto a rimuginare su ciò che era successo in questi giorni.

Questa ragazza mi aveva aiutato, non conoscendomi, e mi aveva portato a casa sua, ospitandomi e badando a me, senza volere niente in cambio.

Poi aveva chiamato i miei, che non so come, avevano accettato a farmi rimanere da Valeria, senza nemmeno venire a trovarmi.

Probabilmente Valeria doveva avergli detto i miei problemi con la droga, di cui loro ero all’oscuro, e allora perché non stavano facendo niente?

Decisi che avrei approfondito il discorso non appena Valeria fosse tornata.

E poi rimaneva da analizzare il comportamento di Valeria nei miei confronti: come interpretare il suo comportamento, come quello di poco prima, quando mi aveva afferrato la mano o quando mi aveva abbracciato quando ero in delirio.

Era soltanto un comportamento di protezione o forse c’era qualcosa di più?

La seconda possibilità, dovetti ammetterlo, non mi sarebbe dispiaciuta, ma decisi di non volare troppo con i pensieri.

Probabilmente Valeria si era comportata così solo per aiutarmi e per farmi sentire sicuro, non mi dovevo illudere: una ragazza carina come lei poteva avere tutti i ragazzi che voleva, figuriamoci se gli interessava un drogato come me….

  
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