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Autore: _son of rage and love_    11/01/2013    3 recensioni
Sentii il suo tocco, delicato, sulla guancia. La sua mano ad accarezzarmi dolcemente, piano, come fossi qualcosa di prezioso. Per poi alzarmi il mento,lentamente, fino a far incontrare i nostri sguardi. Sentii i battiti del mio cuore accelerare, farsi pian piano sempre più irregolari, e detro di me pregai che non se ne accorgesse. Mi diede un ultimo sguardo, più insicuro, quasi imbarazzato, poi prese corraggio e avvicinò il suo viso al mio.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nick Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se stavo girando per il centro di Bologna stringendo in mano un biglietto con su scritto un indirizzo, era per puro egoismo. Non avevo dormito tutta la notte pensando alla questione. Lei forse aveva trovato il suo equilibro, ma io no. Non poteva finire così. Dentro di me avevo sempre e solo aspettato il giorno in cui saremmo tornati insieme. Avevo bisogno che lei mi dicesse in faccia che era finita per sempre, che non aveva più bisogno di me. Ma in fondo sapevo che non sarebbe succcesso. 
Ero di nuovo accecato dalla rabbia, ma questa volta anche dall'amore.
 
Quando trovai il palazzo corrispondente all'indirizzo che sua madre mi aveva dato (con riluttanza), non entrai. Ero troppo codardo per suonare o per chiamarla. Mi sedetti sui gradini, invece. Una parte di me sperava che non sarebbe mai arrivata. In fondo era piacevole stare li, con le farfalle nello stomaco, la brezza sui capelli, attendendo che l'amore della mia vita si presentasse. Quando sentii la sua risata provenire dalle scale, però, quel desiderio svanì e non volli altro che correre da lei per guardarla, stringerla a me, farla di nuovo mia, per sempre. Il battito accellerò mano mano che i passi si avvicinavano. Alla sua voce se ne univa un'altra. Parlavano in italiano e non potei cogliere quel che si dissero. Dopo poco arrivò alla porta. Io ero seduto, con la testa bassa, e inizialmente lei non fece troppo caso a me. Ma quando alzai lo sguardo per guardarla, vidi la sua espressione cambiare. La sua bocca che era aperta in un sorriso rilassato, si pietrificò in una smorfia di stupore, mentre i suoi occhi mi fissavano confusi. Notai dopo il ragazzo che le cingeva la vita. Era alto, biondo e irritato. Lei gli si allontanò un po', lo guardò dolcemente e gli disse qualcosa, con un sorriso falsamente dispaciuto. Nuovamente non compresi di cosa parlasse, ma non mi interessava neanche. Ero ipnotizzato dal suo sguardo sul ragazzo. Non lo amava come aveva amato me. Era una certezza. Mi sentii un po' sollevato. 
Nonappena lui se ne andò, lei mi disse. 
-Sapevo che saresti tornato, lo sapevo.- La voce le tremava e gli occhi si erano fatti lucidi. 
-Mi sei mancata così tanto- Ribattei io. Non c'era più imbarazzo nella mia voce, la voglia di starle accando più di ogni altra cosa lo avevano spazzato via molto tempo prima. 
-Anche tu. Ma lo sapevi già.- A quel punto la breve distanza che ci separava divenne insopportabile e mi avvicinai a lei. Ci abbracciamo, stringendoci forte, come se avessimo paura di poterci perdere un'altra volta. Nel profumo dei suoi capelli trovai finalmente pace. Le sue lacrime, discrete e silenziose, diedero un senso al mio dolore. La sua mano nella mia riempì il vuoto che la sua assenza aveva lasciato. E finalmente mi sentii vivo, potei respirare di nuovo a pieni polmoni, guardare il mondo e vederne i colori. Quando le mie labbra baciarono le sue, qul pomeriggio, quella città, divennero nostri. Lei mi prese per mano, ridendo, e mi trascinò nel suo appartamento. Sapevamo come sarebbe andata a finire, ed eravamo pronti. Su suo letto facemmo l'amore e ,pur non essendo vergini, fu la nostra prima volta. Niente aveva mai avuto quel sapore. Niente poteva essere comparato alla dolce consapevolezza di appartenerci. Ci addormentammo l'uno accanto all'altro, ma non fu un sonno sereno: stavamo già facendo i conti con la realtà. 
 
-Quanto rimarrai in Italia?- Mi svegliò così la sua voce, qualche ora dopo.
-Qualche giorno. Ma a Bologna solo oggi.- Risposi io, a malincuore. 
-Va bene. Va bene. Ce la faremo. Insomma, io potrei venire in America di tanto in tanto e tu potresti spingere per farti venire più spesso qui.- La osservai. Stava cercando di rassicurare sè stessa, non me. Aveva gli occhi rossi e gonfi. Era già sveglia da un po', doveva aver pianto parecchio. Delle occhiaie violacee le contornavano gli occhi. Notò la mia espressione amareggiata e provò a sorridere. Ma quello non era il suo bellissimo sorriso luminoso. Quella non era la mia Giada. Graziosa, socevole, goffa, matta e sempre felice. Proprio perchè l'amavo non riuscivo a vederla così. Perciò feci la cosa più difficile al mondo. 
-E' stato così, per una notte.- Dissi, mentre volevo morire. -Io non ti amo più da tempo.-
I suoi occhi si ricoprirono di lacrime. Non la guardai mentre mi rivestivo e me ne andavo. 
Non ero mai stato così coraggioso, e mai lo sarei stato ancora in vita mia. Non mi voltai indietro, non la guardai nemmeno un'ultima volta. Se mi avesse visto piangere avrebbe capito. Avevo bisogno che credesse alle mie parole. Forse così mi avrebbe dimenticato. Pensai che probabilmente mi avrebbe odiato per sempre e mi venne voglia di tornare indietro di corsa, prenderle le mani e ripeterle all'infinito quanto l'amavo. Ma poi me la immaginai laureata, archeologa, contornata da bambini ed amici, sposata con il ferramenta all'angolo.  Fu questo pensiero a darmi la forza. 
Sapere di non poter essere altro che un dolore per la persona che ami e che amerai per sempre fa male. Ma, nonostante tutto, sorrisi lasciando quel palazzo perchè per quanto avessimo sofferto, era stata la mia Giulietta ed i il suo Romeo.  
 
Non avrei mai più trovato pace senza lei, ma forse in questa vita non mi era semplicemente dato essere felice.

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Ho pianto tantissimo scrivendo quest'ultimo capitolo. 
E' la prima storia che concludo. L'ho scritta in un periodo 
un po' particolare della mia vita ed è stata il mio piccolo sfogo. 
Sembra stupido da dire perchè sono ancora molto giovane, ma 
sono sicura che questi personaggi mi rimarranno per sempre un 
po' dentro. Loro sono stati un po' miei, ma suprattutto, io molto
loro. Detto ciò, mi scuso per averla fatta finire in tragedia,
ma sono fatta così. 
Ringrazio TUTTI, ma veramente tutti, infinitamente. Ogni singolo 
lettore è stato il mio conforto e la mia felicità durante i periodo in cui
mancavo di ispirazione o mi sentivo giù. In molti hanno letto in silenzio,
e non voglio che si sentano esclusi da questi ringraziamenti. 

Siete magnifici. Un bacio,
Bianca (eh, si, ormai ve lo dico il nome!) <3
 
  
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