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Autore: ChelseaH    02/08/2007    17 recensioni
Se Tom e Bill fossero cresciuti separati, ignari o quasi delle reciproche esistenze, il loro legame sarebbe ugualmente così forte?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Importante: I Tokio Hotel non mi appartengono e questa è una storia di pura finzione che non intende dare rappresentazione reale dei loro caratteri/azioni. Anche se non mi spiacerebbe possedere i gemelli *.* cuccioli loro <3

.°*Du Bist Nicht Alleine*°.

Capitolo 1

Magdeburg, 03 settembre 1989

“Signori Kaulitz mi dispiace” furono le parole con cui l'agente a capo delle indagini si congedò da una giovane coppia che aveva appena perso il suo bene più prezioso. I Kaulitz erano una delle due famiglie che avevano pagato a caro prezzo le azioni di uno psicopatico che si era introdotto nel reparto maternità dell'ospedale di Leipzig il giorno prima, rapendo due neonati e minacciando di ucciderli se non riceveva una somma improponibile come riscatto. Rendendosi conto che nessuno era in grado di pagare quella somma e non volendo tornare sui suoi passi ne tantomeno costituirsi, l'uomo scappò verso Berlino ma nel giro di poche ore venne localizzato. Preso dal panico e dalla paura della galera a vita decise di farsi saltare in aria insieme alla macchina e ai due neonati.
Quella mattina all'agente capo era toccato dare la brutta notizia alle due famiglie. La signora Kaulitz, Simone, aveva partorito due giorni prima due bellissimi gemelli, nei nove mesi di gravidanza aveva passato le sue giornate facendo progetti e fantasticando su come sarebbero cresciuti insieme, su quali strade avrebbero intrapreso, su che tipo di persone sarebbero diventati. Ora tutti questi pensieri le parevano così futili e lontani nel tempo… nulla di tutto ciò che aveva desiderato per loro si sarebbe realizzato, non sarebbero potuti crescere insieme sostenendosi a vicenda, Bill non avrebbe mai condiviso nulla con la creaturina con la quale aveva passato nove mesi nella pancia della madre.
Non se la sarebbe nemmeno ricordata.
Sulla strada di casa rivisse minuto dopo minuto tutto il parto.
Le pareva di morire dal dolore, le dicevano di spingere e lei spingeva ma non succedeva nulla. Poi d'un tratto, quando ormai iniziava a perdere le speranze di farcela, Tom decise che era ora di venire al mondo.
Il primo dei due gemelli.
Quello che le era stato tolto.
Appena lo vide dimenticò il dolore e il cuore le si riempì di un calore mai sperimentato prima. Bramava più di ogni altra cosa tenerlo fra le sue braccia ma non glielo permisero perché doveva concentrarsi sull'altro bimbo in arrivo. Dieci minuti più tardi finalmente anche Bill si degnò di cacciare la testa fuori dalla pancia della mamma e a Simone parve quasi di morire dalla gioia.
Era bello quanto Tom, e insieme formavano la cosa più bella che i suoi occhi avessero mai visto. Quando glieli misero entrambi in braccio passò i cinque minuti più belli della sua intera esistenza.
Perché un pazzo aveva dovuto rovinare tutto?
Perché le avevano tolto Tom?
Non riusciva a darsi pace e probabilmente se non fosse stato per il fatto che doveva essere forte per stare vicina a Bill, sarebbe finita col fare qualche sciocchezza.
Arrivata a casa mandò via in malo modo la baby sitter che aveva chiamato per tenerle il piccolo mentre lei era al commissariato e si sedette su una sedia vicino alla culla del bimbo iniziando a parlargli di Tom.
Aveva deciso che se non potevano crescere insieme almeno lui doveva diventare grande con la consapevolezza di aver avuto un fratello gemello.
Non avrebbe permesso che Tom venisse dimenticato.

Berlino, stessa sera

In un vicolo a fondo chiuso dietro un minimarket una signora si era messa a frugare fra i cartoni in attesa di essere smaltiti attirata da un rumore che pareva molto quello di un bambino piangente. Dopo aver spostato l'ennesimo scatolone disfato finalmente lo vide: un bimbo nato da poco, con qualche ciuffo biondo in testa che piangeva disperatamente. Era avvolto in una copertina azzurrina sulla quale erano ricamate a mano alcune lettere “T & B” e addosso non aveva altro che un pannolone e una magliettina, oltre al classico braccialetto al polso che mettono in maternità sul quale c'era scritto solo il nome “Tom”, un po' poco per dargli un'identità. Tremava per il freddo e la fame e la signora lo raccolse portandolo al più vicino posto di polizia dove subito si prodigarono per scaldarlo e per vedere se riuscivano a risalire ai genitori. Dopo due ore di ricerche infruttuose e dopo aver controllato le denunce di scomparsa, giunsero alla conclusione che il piccolo probabilmente era stato abbandonato e contattarono i servizi sociali per dargli una sistemazione. Così Tom venne affidato ad un orfanotrofio nel centro di Berlino, del tutto ignaro del fatto di avere una famiglia che piangeva la sua scomparsa e di avere un fratello gemello di nome Bill.

NOTE: I know, I know, ho mille fic in sospeso fra qui e il forum dei McFly ma.. è più forte di me >.< Tanto questa è corta, sono pochi capitoli *sisi* E intanto continuo a postare Angels of the Silences :)
E' un po' particolare come storia, i protagonisti sono i gemelli (per una volta niente twincest però ^^) e mi sono ispirata allo specialissimo rapporto che c'è fra di loro. Spero possa piacervi :)

Le recensioni le gradisco molto *.*

   
 
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