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Autore: kat_gunsnroses_love    14/01/2013    3 recensioni
Mi sono messa la prima maglia che ho trovato,quella faccia di Gesù stampata nella t-shirt bianca mi ricordava qualcosa.
Solo quando guardai quella foto sul comodino capii a chi l’avevo vista tante volte indossare.
Axl Rose??? Non è possibile
Così, presa da qualche strana emozione, mi misi a correre per quell’immensa e bella casa, finche lui, coperto solo da quei boxer neri ai quali avevo tanto sbavato dietro, mi bloccò.
“Buongiorno Catherine! Bella maglia!”
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axl Rose, Duff McKagan, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro diario,
Le tue pagine che prendono vita grazie alle mie idee, i miei desideri e le mie esperienze, mi hanno sempre fatta sentire importante.
Scriverti è liberta, come quando accendi la tv e vedi lo sciatore in vetta alla montagna che,con il fiato ghiacciato dal freddo, sta per scendere tra quel immensità bianca.
Quando mi trovo davanti a te io sono un po’ come lui, respiro meglio tra i miei pensieri.
L’ultima volta che ti ho scritto ti avevo rivelato il mio più grande desiderio, quello di partire.
Lasciare tutto e provare a fare una vita realmente mia, che mi appartenesse,era diventato l’unico mio obbiettivo.
Eppure tu lo sai, avevo tutto.
Avevo i soldi,una bella casa, una prestigiosa famiglia (bigotta e di antiche vedute), tante amiche (tutte figlie, perfette e benestanti,dei cari amici dei miei genitori) ho studiato privatamente a casa mia(sotto l’acuta osservazione di mia madre) e tante altre cose che però non ritengo così importanti da elencarti.
Ah dimenticavo! Mi sembrava proprio di aver lasciato indietro qualcosa..
Avevo anche quello che tutte le ragazze mie coetaneo vorrebbero, un fidanzato per ben cinque lunghi,lunghissimi anni!!!
Paul è esattamente un palloso ventenne che vedevo ogni sabato dalle 17 alle 20.
Di buona famiglia voleva aspettare il matrimonio, anche per baciarmi.
Sono io che gli faccio così schifo o è lui che è gay?
Boh, in ogni caso la fortuna è stata la mia.
Come ben sai tutto questo non mi appartiene perché io dentro sono una fottuta cantante rock!
Ok, meglio non esagerare dato che la mia voce assomiglia tanto a quella del campanaccio della chiesa vicino a casa mia.
Diciamo che ho un animo un po’ ribelle, solo quello perché di trasgressivo non ho mai fatto niente.
Il disco colonna sonora della mia esistenza, oltre che da quelli rock, è stato quello che io chiamo “Dei no”.
C’era “ Dei no 1” che apparteneva al periodo della mia infanzia e il “Dei no 2” che apparteneva alla mia adolescenze(anche se ho 18 anni sono considerata nella fase della pubertà, solo dai miei simpatici genitori ovviamente)
Il primo era chiamato da mia madre regole alfa e diceva
Catherine non si deve mai ridere con la bocca aperta
Catherine non si devono mai mettere i gomiti sul tavolo
Catherine non devi mai portare a casa gli animali
Il secondo era chiamato,sempre da questo strano essere che è colei che mi ha generato, regole beta,erano ben 4 e dicevano
Catherine non devi uscire la sera, solo dopo esserti sposata potrai farlo
Catherine ci si deve vestire sempre in abiti eleganti,possibilmente di alto valore economico
Catherine si fa sesso solo,e solo, dopo il matrimonio(non c’è pericolo mamma,tranquilla!!!)
Catherine tu devi avere solo amici rispettabile e appartenenti a famiglie di prestigio sociale
Regole da me rispettate, almeno fisicamente.
La mia mente sicuramente era più furba del mio corpo e immaginava di essere tra le braccia di qualche rock star stafiga, di tornare tardi la sera e di vestirmi come mi pareva.
E così pochi giorni fa ho assecondato quello che desideravo veramente fare.
Dopo aver lasciato un bigliettino ai miei con quello che pensavo,ossia – Per essere amati bisogna amare. Me ne vado, vado a cercare l’amore- sono partita.
Armata solo del mio bancomat (dire solo mi sembra poco dato che la mia cara mamma e il mio caro papà hanno cercato di farsi perdonare, per non avermi mai dato affetto, con tanti,tantissimi soldi. Peccato per loro che il bene non si compra) ho preso l’aereo.
Non mi serviva nient’altro. Volevo cambiare, e per farlo era necessario partire da zero.
Destinazione? Los Angeles, quella città ricca di perdizioni che hanno da sempre accompagnato le mie fantasie.
Così arrivai nella città degli angeli che era ormai sera.
Ho chiamato un taxi ma non avevo veramente la più pallida idea di dove andare, ma soprattutto non ero abituata a cavarmela da sola.
Così chiesi di portarmi a per Beverly Hills, tanto per non sbagliare.
Beh niente da dire, tutto era meraviglioso… e ricco! E di ricchezza ne avevo già vista troppa.
Quello che cercavo era il divertimento, quello che da sempre mi era stato vietato.
Volevo un posto con gente diversa da quella a cui ero stata in contatto per diciotto anni,senza puzza sotto il naso.
Sarebbe stato perfetto un pub, e perché no, magari con buona musica.
Presente quei locali annebbiati dal fumo tipici degli anni 80?
Ecco, volevo questo.
E ho decisamente avuto, quello che si dice, un gran culo perché ho proprio visto lì davanti a me un tizio capellone in abiti in pelle che sembrava uscito da quegli anni li.
Come non approfittarne per chiedergli se ne conosceva uno?
Eccome se c’era, il locale era pure vicino!
Mi mancavano solo dei vestiti e dei trucchi adatti per uscire la sera.
Per i trucchi nessuna difficoltà, era pieno di profumerie.
Per i vestiti ho fatto un po’ di fatica, volevo qualcosa in stile “rock”, così mi incamminai per cercare un negozio che avesse degli articoli di quel genere.
Dopo aver fatto tanta strada, per fortuna non per niente, ho trovato il posto adatto a me.
Optai per dei leggings neri, per una maglia lunga e sagomata dei Guns n’ roses, per un mini giubbottino nero borchiato e per degli stivaletti dello stesso genere.
Perfetto, mi mancava solo una bella doccia,così ho preso una stanza in un bell’hotel vicino a quella che era la meta di quella sera.
A dir la verità non avevo nessuna idea di quello che avrei fatto nel pub, sorrisi: Ben arrivata libertà!
Il posto era molto carino ed era strapieno di gente.
Decisi di sedermi all’ultimo posto rimasto, lo sgabello del bancone.
Come i miei miti,ordinai un bicchiere di Jack Daniel’s.
Lo so, potevo evitarlo dato che il mio corpo non aveva mai visto un goccio di alcool.
Ma quella sera era la spensieratezza a farla da padrona.
Volevo star bene a tutti i costi e assumere un po’ di alcool pensavo mi potesse aiutare a sciogliermi un po’.
Il problema è che quello che successe dopo non me lo ricordo proprio.
 
 
AXL
Ero a Los Angeles per l’ultima notte e prima di ripartire per quello che sicuramente sarebbe stato un estenuante tour, avevo una gran voglia di andare in qualche fottuto bar a divertirmi e a non pensare a niente.
Un po’ come ai vecchi tempi.
E anche se ultimamente stavamo litigando spesso avevo voglia di stare proprio con loro, Slash e Duff, compagni di tante avventure.
“Hey coglioni! Siete carichi per stasera?”
“Cazzo Axl, io lo sono. E poi sai mi è rimasta quella voglia che devo assolutamente soddisfare…”
“Slash sei un’animale. La tua voglia si chiama fare sesso”
“Smettila Duff. Tanto lo so che ne hai voglia anche tu”
“Tutti ne abbiamo voglia ragazzi miei”
E per fortuna che erano sposati, va beh che anch’io ero fidanzato.
“Ma si dai! Divertiamoci almeno per stasera! Come ai vecchi tempi!”
“Esatto! Come nei fottuti anni 80!
Il locale era pienissimo ma ci hanno lo stesso trovato un tavolo, per fortuna un po’ appartato.
Essere famosi allora serve a qualcosa, oltre a essere assaliti dai fan!
Da bravi ragazzi che eravamo avevamo subito adocchiato le nostre prede.
Slash sbavava dietro a una rossiccia con due gran tette niente male, Duff a una bella biondina e io a lei, una bellissima mora.
“Ragazzi facciamo presto a bere lo zio Jack perché non sto più nei pantaloni”
“Per una volta siamo d’accordo con te Slash”
Gli altri erano andati da quelle che sarebbero state,quasi sicuramente,le loro amanti per una notte.
“In bocca al lupo Axl con la nostra fan”
“Fan?”
“Sì ha la nostra maglia”
Ancora meglio, sarai stato ancora più felice se solo non avessi visto che la ragazza che mi interessava aveva trovato compagnia e stava andando via con quei ragazzi.
Ma cazzo, sarò stato un po’ brillo ma non troppo per non vedere che se la stavano trascinando dietro.
L’alcool le doveva aver fatto parecchio male.
Così li segui e senza farmi troppo vedere mi misi vicino a quel gruppo di ragazzi.
Quello che vedevo e sentivo non mi piaceva per niente.
L’avevano già caricata in macchina, mentre parlavano di quanto si sarebbero divertiti con lei.
La rabbia mi salì al cervello, e se anche erano in tanti non esitai ad avvicinarmi
“Hey teste di cazzo, volete darmi la ragazza o preferite che vi ammazzi?”
“Sì che sono Axl Rose. Allora?”
Scoprì subito che altro non erano che delle merdine.
Mi presi la ragazza e, non potendola lasciare lì in quello stato, decisi di portarmela a casa,
sperando che non mi vomitasse in macchina.
Da ubriaca ha cominciato a parlare e.. a vaneggiare.
“Oddio ma tu non sarai mica il mio mito. Bella macchina”
“Dipende tesoro, chi è il tuo mito?”
“Beh è ovvio, sei tu Axl. Sei bello da togliere il fiato”
“Ti ringrazio, ce la fai a dirmi se devi sboccare che mi fermo?”
“Devo sboccare”
Mi sono dovuto fermare per 3 volte, non sono riuscito a salvarmi le scarpe ma almeno la macchina sì.
Era stanchissima, meglio così perché non potevo sopportare una persona che mi parlasse di continuo.
Così l’ho portata a letto e l’ho svestita da quei panni pieni di vomito, come non notare quanto fosse splendida?
Va bene Axl, non diventare come Slash. Cerca di tenere a freno i tuoi ormoni.
Decisi di andarmi a fare una doccia, sì una bella doccia gelida era quello che mi serviva.
Ero stanco anch’io. Meglio dormire sul divano però.
Così mi accesi la tv.
Una foto e un’ annuncio mi fecero rimanere di merda.
Scomparsa Catherine Hewson, figlia di un importante magistrato.
I genitori vogliono essere sicuri che stia bene, chiunque la veda è pregato di chiamarci.
Oh cazzo.
Possibile che io mi debba sempre mettere nei casini?
Va beh, ormai è tardi e Catherine non connette tanto bene.
Aspettiamo domani.
 
 
CATHERINE
Dire che quando mi sono svegliata avevo il panico è molto riduttivo.
Ero spaventata a morte.
Ero in intimo,per giunta in un letto di una casa sconosciuta.
Così ho fatto la prima cosa che mi è venuta in mente, frugare nei cassetti per coprirmi!
(Se tanto dovevo scappare mica potevo andare in giro nuda!!!!)
Mi sono messa la prima maglia che ho trovato,quella faccia di Gesù stampata nella t-shirt bianca mi ricordava qualcosa.
Solo quando guardai quella foto sul comodino capii a chi l’avevo vista tante volte indossare.
Axl Rose??? Non è possibile
Così, presa da qualche strana emozione, mi misi a correre per quell’immensa e bella casa, finche lui, coperto solo da quei boxer neri ai quali avevo tanto sbavato dietro, mi bloccò.
“Buongiorno Catherine! bella maglia!”
Avevo il cuore in gola che batteva così forte tanto da bloccarmi le parole
“Va bene. Dai su calmati. In fin dei conti non sono un fantasma”
Fantasma? Sarei stata più calma se avessi avuto davanti uno spiritello.
Mi dovetti impegnare molto per parlare
“Oddio, tu non puoi capire. Tu sei il mio mito! Io amo i Guns n’ roses, però..”
Con quella camminata estremamente sexy, e non solo, si avvicinò a me e mi sussurrò
“No, non ne ho approfittato. Ma sai avrei voluto tanto e sai,anche se ho poco tempo, possiamo rimediare adesso che non sei più ubriaca”
“Per fortuna.. Cmq no! Sarai anche la persona più sexy sul pianeta ma non voglio! So bene come vanno queste cose”
“Ah la storia della botta e via. Va beh, allora parliamo di cose più serie, ti stanno cercando i tuoi genitori”
Fu proprio lì che mi aprì, raccontando i miei dubbi e la mia strana vita,a quell’uomo che mi sembrava di conoscere da una vita.
E’ stata l’unica persona che mi abbia mai ascoltato, senza giudicarmi, ma con unico scopo di aiutarmi.
“Sai cosa ti dico Catherine? Che devi tornare a casa. Poi vattene dove vuoi, torna qui se ti fa piacere. Ma sistema davvero le cose con la tua famiglia”
Aveva ragione. Ed era meglio farlo subito.
Così mi diede da infilare su quella maglia una sua tuta e delle sue scarpe
“Oh mamma. Sembro un clown!”
“Sì, un gran bel clown”
Tra una risata e l’altra siamo andati all’aeroporto insieme, tutti e due dovevamo partire..
Ma per direzioni diverse, purtroppo.
“Allora grazie di tutto Axl”
“Buona fortuna Catherine”
Fu quando mi stavo voltando che mi sentì prendere il braccio per poi essere stretta da lui, attaccata al suo petto.
Le nostre labbra si incontrarono per iniziare un tenero gioco di lingue.
Poi,mentre mi toccava i capelli mi guardò negli occhi e mi disse:
“Sappi che io ci sarò sempre”
Guardarlo andare via è stato difficile, pensare al fatto che potrei non rivederlo più mi fa soffrire.
Ora sono tornata a Los Angeles, ho chiarito con la mia famiglia.
Non ci sarà mai un rapporto tra di noi ma il fatto di essere partita con il loro consenso mi fa sentire meglio.
Ho preso una bella casa vicino al mare, lavoro come commessa e mi sento libera, non quella libertà fatta dagli eccessi sui quali tempo fa fantasticavo.
Parlo di vera libertà, quella fatta di piccole cose, quella che ti da la capacità di scegliere quotidianamente, indipendentemente dalle situazioni che ci si pongono davanti.
Qui sono me stessa.
Ormai è trascorso un mese da quando ho incontrato Axl.
Sono passata nella sua casa a Malibù ma mi hanno detto che lui non c’era, comunque vadano le cose avrò il ricordo di quel dolce bacio per sempre.
 

 

 

 
Ciao a tutti =)
Per prima cosa volevo congratularmi con voi, ho letto tante storie bellissime!
Poi passerò a recensire quelle che mi hanno più fatto sognare:)
Mi sono iscritta oggi, questa è la prima storia che pubblico quindi siate clementi per piacere XD!
Mi farebbe tanto piacere se lasciaste un piccolo commento con scritto cosa ne pensate di questo primo capitolo!
Intanto ringrazio chi leggerà!:)
Un bacio 

  
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