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Autore: Roxar    15/01/2013    9 recensioni
Lui sa che lei non sa.
«Orsù, compari, dovrete convenire con me che gli scrittori avevano un certo culo nelle faccende amorose».
Lei non sa che lui sa.
«Chi mai potrebbe mandarti questi telegrafici post-it anonimi, Lily? Sicura che non sia una trovata di “Vanity Witch”?»
Lui sa e non ci sta.
«Violeresti la legge numero 15: Uso improprio dei gufi».
Lui sa ma non ce la fa.
«Compare, tu stai cercando di dirmi che tenterai di conquistare la Bertuccia con biglietti anonimi? Ti prego, ti prego, lasciami qui a morire dal ridere fino a che non mi si torceranno le budella in gola».
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Dal capitolo 2: PS: La tua fantasia è come te: imbarazzante.
Dal capitolo 4: «Il prezzo. Ho scordato di staccare il cartellino col prezzo dal regalo per Evans».
Dal capitolo 5: Da quel giorno, la sessualità di Sirius Black venne ampiamente messa in discussione.
Dal capitolo 8: «Puoi evitare di svenire? Ho bisogno di conforto».
Dal capitolo 9: «Vuoi complimentarti per la mia ragazza-procione?»
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Lily Evans, Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Wolfstar'
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6. Capitolo V.

Quando tocchi il fondo, non ti resta altro da fare che scavare.

 

 

 

 

A gennaio, Hogwarts fu pervasa da un’atmosfera tesa ed elettrica, nonché da molti nervosi neuroni in caduta libera.

Capitava spesso che le ragazzine scoppiassero un pianto disperato dopo che tutti – ma proprio tutti – i professori rammentassero loro l’imminenza degli esami e di quanto essi sarebbero stati impegnativi.

Capitava ancora più spesso che il malumore degli studenti più anziani contagiasse la magia all’interno del castello, la quale provocava scoppi improvvisi ed improvvisi sputi di scintille.

Le sopracciglia di Marcus Hang ne sapevano qualcosa.

James Potter si vantava in lungo in largo d’avere dentro un sangue magico così potente da creare temibili tornado che precipitavano sulla tavola imbandita, mandando all’aria ogni pietanza.

Sirius Black, di questo, non era assolutamente contento.

 

Quel giorno, James Potter era così di malumore che fece esplodere la zuppiera del minestrone, la quale si riversò addosso ad una dozzina di ragazzi, Sirius incluso.

 

«Oh, James, vaffanculo! Ma guarda qui, guarda che schifo! Ho minestrone anche nel solco del—».

Minerva McGranitt si sentì in dovere di schiarirsi dolorosamente la voce e troncare le parole blasfeme del suo allievo non-proprio-preferito. Bravo, indubbiamente, ma scapestrato e poco propenso alle norme della buona educazione.

 

«Signor Black, le pare forse un’osteria, questa?» allargò le braccia, indicando la Sala Grande improvvisamente ammutolita.

 

«Mi scusi, professoressa. È solo che al momento sono pervaso da una disgustosa sensazione di... viscido. In luoghi molto intimi» aggiunse, tirando la patta del pantaloni verso il basso.

 

La donna ebbe pietà di lui.

 

«Vada a cambiarsi. E lei, signor Potter, contenga il malumore, per l’amor del Cielo» sbuffò, tornando impettita al suo posto.

A James parve di scorgere un sorriso divertito sulle labbra di Silente.

 

Nel frattempo, a pochi posti di distanza...

 

«Mio Merlino, quel Black è disgustoso» si lamentò Marlene McKinnon, le labbra arricciate di riprovazione. Mary, al suo fianco, scosse la testa.

 

«È colpa di Potter, come al solito» aggiunse Lily, inchiodando il ragazzo con uno sguardo di raggelante biasimo.

«Se ne sta sempre lì, con quel suo stupido broncio per qualche suo stupido problema con qualche stupida ragazza».

 

Mary fece per dire qualcosa, ma Marlene la anticipò.

 

«Il problema sei tu, Lily».

 

«Cosa?! Starai scherzando».

 

«Quel povero ragazzo vuole solo godere della tua compagnia. Se solo tu potessi dargli un’occasione...» sventolò la mano a mezz’aria, lasciando cadere la frase.

 

«Ma è un tale idiota!»

 

«Sai», fece Mary, con fare petulante, «non la pensavi così quando tornavi dalle punizioni nei sotterranei. Eri tutta un sorriso, contenta, soddisf—».

 

SPLAT!

 

Mary non ebbe modo di dire altro; per qualche oscuro artificio, il budino le esplose addosso, insozzandole la divisa.

 

 

 

 

°        °        °

 

 

 

 

La vita di uno studente medio di Hogwarts era dura.

La vita di uno studente modello di Hogwarts era un inferno.

D’improvviso pareva che tutti i docenti si aspettassero da Lily e da Remus un rendimento ancora maggiore, ancora più elevato, ancora più tutto.

 

Lily fu la prima ad andare in crisi.

Venne prima il compito di Trasfigurazione (bene, è gestibile, posso farcela), poi quello di Incantesimi (una bazzecola, anche se la domanda numero due mi ha messa in crisi), e ancora quello di Aritmanzia (cos’è questa roba? Quando è stata fatta? Perché io non ne ho saputo nulla?!), nonché quello di Pozioni (oh, che noia. Mancano ancora due ore alla conclusione. Potrei abbozzare un biglietto per Anonymous, nel mentre).

Quello di Erbologia, invece, fu un disastro (Oh, mio Dio, mio Dio! Che cosa disgustosa, che fetore insopportabile, che... no, no, gli escrementi addosso no!). Lily si lasciò distrarre dalla creatura vegetale particolarmente incline ai dispettucci e non prestò al dovuta attenzione al compito, che provvedeva in un ritratto della pianta e la descrizione delle sue funzionalità, in termini rigorosamente tecnici, giusto per facilitare le cose agli studenti.

Il compito di Difesa contro le Arti Oscure fu particolarmente ostico e Lily rischiò davvero una brutta crisi di nervi (Ho sbagliato tutto! Tutto! Dannazione, mi bocceranno, non mi ammetteranno ai MAGO, me lo sento! Maledetta me! Maledetto Merlino! Maledetto Potter, è tutta colpa sua e della sua presenza!).

 

Remus invece tenne duro, salvo poi avere un brutto svenimento quando, durante Erbologia, la pianta gli azzannò il pollice, incidendo la pelle.

Non riuscì a sopportare il fiotto di sangue e perse i sensi addosso a Sirius, gettandogli provvidenzialmente le braccia al collo, il quale lo afferrò in vita per risparmiargli un doloroso impatto contro il pavimento.

 

Da quel giorno, la sessualità di Sirius Black venne ampiamente messa in discussione.

 

 

 

 

°        °        °

 

 

 

 

I compiti in classe e le diverse interrogazioni si esaurirono nel giro di due settimane e i professori, non potendo torchiare gli allievi in altri modi, ricordarono loro l’imminenza dei MAGO, la loro importanza, la loro complessità, la loro utilità, la loro complessità. E tante altre cose, tra  cui la complessità.

 

James Potter fu sordo agli avvertimenti dei docenti e continuò tranquillamente a calzare i panni di Anonymous.

 

Sirius Black fu sordo agli avvertimenti dei docenti e continuò ad affatturare chiunque osasse discutere della sua sessualità.

 

Remus Lupin entrò in quella sua fase da studente modello e iniziò la sua consueta spola dalla Biblioteca al Dormitorio e viceversa.

 

Peter Minus se ne lavò le mani, ma questo non gli impedì comunque di lamentarsi su quanto i MAGO fossero una perdita di tempo.

 

Lily Evans seguì la scia di Remus, scribacchiando nel frattempo biglietti da inviare al suo amico di piuma.

 

E così, gennaio trascorse inesorabile e nervoso.

 

 

 

 

°        °        °

 

 

 

 

Il mio regalo ti sta molto bene addosso, sai? Sei molto graziosa. Come va con lo studio? Ci dai dentro anche tu?

 

Anonymous

 

Altroché. Non posso mica lavarmene le mani. Tu, d’altra parte, puoi capirmi. Come vanno le tue lezioni?

 

Molto bene, ti ringrazio. Tuttavia, sento già i primi sentori dei MAGO. Mi innervosiscono un poco. Tu che ne pensi?

 

Anonymous

 

Penso che siano necessari per un futuro soddisfacente, penso che valgano la candela, insomma.”

 

E dimmi, sul fronte sentimentale come va?

 

Anonymous

 

Oh, al solito. E tu?

 

Io? Io sono innamorato da anni della stessa ragazza. La amo immensamente, sarei pronto a mettere la mia vita tra lei e una bacchetta, ma purtroppo non sono ricambiato. Io continuo a sperare che un giorno lei possa vedermi come mi vedi tu.

 

Anonymous

 

Accadrà, ne sono sicura. Posso giudicarti solo dalle tue parole scritte, ma posso ugualmente dire che tu sia una bella persona. E quello che hai detto (“sarei pronto a mettere la mia vita tra lei e una bacchetta) è meraviglioso.”

 

Speriamo che accada presto. Io penso davvero tutto quello che ho scritto. Tutto.

 

Anonymous

 

 

 

 

°        °        °

 

 

 

 

Febbraio venne e gli studenti misero un freno ai loro neuroni nervosi con l’imminente arrivo del San Valentino.

Mary pareva emanare cuoricini e zucchero, se ne andava in giro a mani giunte, decantando la bellezza di quella festività.

Marlene aveva rimediato un ragazzo per l’occasione; un tale di Tassorosso che conosceva da circa tre minuti, ma questo era un dettaglio superfluo. L’importante, per lei, era non trascorrere la festa da soli, come dei veri sfigati.

 

Lily si sentì un po’ pungolata.

 

Mise l’ultimo punto al tema di Astronomia (Gli influssi di Giove su Venere: risvolti positivi e negativi) e fissò vacuamente le sue amiche.

 

Poco più in là, Alice sbaciucchiava teneramente Frank, ignorando i falsi conati di vomito di Sirius ogni volta che passava loro accanto (il che accadeva praticamente sempre).

 

E fu così, mentre fissava Alice sbaciucchiare Frank, che ebbe l’idea.

 

Avrebbe invitato Anonymous ai Tre Manici di Scopa.

Perché no, d’altra parte? Lui era innamorato di una stronzetta che faceva la preziosa, tanto valeva che dedicasse la sua attenzione a lei, che lo aveva ascoltato per mesi interi e con tanto piacere.

Provò ad immaginare la sua amata e non vide altro che una sciacquetta tutta boccoli biondi, intenta a sollazzarsi con ragazzi vanesi e frivoli.

Sorrise e pensò che probabilmente Anonymous era un caso perso.

Avrebbe avuto bisogno di una ragazza seria, diligente, umile e studiosa. Un po’ come lei, insomma.

Per questo non dubitava che il ragazzo avrebbe prontamente accettato il suo invito, giacché aveva già manifestato una certa empatia con lei.

 

Pensò molto attentamente a cosa scrivere nel suo invito, scegliendo poi una forma semplice e diretta.

 

E mentre si dirigeva alla Guferia, incrociò Potter che percorreva su e giù il corridoio del sesto piano, la mano destra che si teneva il mento.

 

«Potter, sei definitivamente andato fuori di testa?»

 

Lui sobbalzò.

 

«Evans, ogni volta che ti vedo il mio cuore sfarfalla. In tutti i sensi».

 

«Carino, da parte tua. Hai finalmente realizzato la portata della tua imbecillità e te ne disperi?» domandò, senza però alcuna cattiveria.

James le rivolse un sorriso smagliante e fu il suo cuore a sfarfallare. Stupido idiota.

 

«No. Sto pensando al modo migliore di convincere la Blackwood ad aprire le gambe».

 

«Sei rivoltante».

 

«E tu gelosa, piccola, dolce Lily».

 

Senza alcun motivo, arrossì e lo mandò al diavolo, diretta quindi alla Guferia con il cuore e il sangue in fermento.

 

 

 

 

°        °        °

 

 

 

 

James Potter continuò a percorrere imperterrito quel corridoio per molto, molto tempo, fino a che non venne sera e Pix il Poltergeist non iniziò a pungolarlo, scagliandogli addosso palloncini colmi di polvere di gesso.

 

Stava ancora imprecando contro lui quando entrò in Sala Comune, i capelli intrisi di polvere bianca.

 

«Che ti è successo?» domandò Remus preoccupato.

 

«Oh, il simpatico Pix. Dov’è Sirius? Stavo pensando di organizzare quel sega-party a cui teneva tanto».

 

«Stai scherzando?»

 

«No, ovviamente. Useremo i calzini di Peter, va bene? Va bene. Oh, mio buon amico, parlavo giusto di te».

 

Sirius Black s’accasciò su una poltrona, accanto a James e ben lontano da Remus, il quale lo evitava deliberatamente.

Da quando si era diffusa la voce che il giovane Remus fosse omosessuale, badava bene a stare alla larga da Sirius.

E non che all’altro dispiacesse particolarmente, comunque.

 

«Di cosa parlavi?»

 

«Di quel sega-party».

 

Sirius Black torse il viso in una smorfia di pura ira, scoccando un’occhiata rovente a Remus.

 

«Sì, ne ho proprio bisogno, dato che ogni ragazza pronta ad aprire le gambe per me sembra averla improvvisamente d’oro».

 

Continuò ostinatamente a fissare torvo Lupin e sfoderò la bacchetta quando due ragazzini, passando accanto a loro, arricciarono le labbra per riprodurre dei sonori baci.

 

«Dovete smetterla, voi due» disse James, spostando l’indice dall’uno all’altro.

«Siamo amici da sette anni, per Morgana, non potete lasciare che le malelingue mandino a puttane tutto».

 

«Ringrazia il tuo amico, di questo! Svenirmi addosso come una femminuccia e aggrapparsi addirittura al mio collo!»

 

«Allora avresti dovuto lasciarmi cadere, coglione d’un Black!»

 

La Sala Comune si zittì quando Remus si lasciò andare ad un eccesso di nervosismo, tenuto a bada fin troppo a lungo.

 

Aprì la bocca un paio di volte, senza però riuscire a dire null’altro. E poi, infine, impettito e irritato raccolse i suoi libri e andò via, diretto probabilmente alla Biblioteca, dove avrebbe potuto crogiolarsi nel senso di colpa e leccarsi le ferite in solitaria.

 

«La tragica fine di un’amicizia» dichiarò Frank Paciok, parecchio dispiaciuto.

 

E non appena finì di proferire la sua ardua sentenza, si ritrovò appeso per aria, a testa in giù.

Sirius ripose la bacchetta e si congedò con tutta l’eleganza di un Black rinnegato.

 

 

 

 

°        °        °

 

 

 

 

Il gufo picchiò al vetro della Sala Comune dopo qualche minuto.

James accettò il biglietto e ripagò l’animale di una carezza sul becco.

 

Aveva atteso pazientemente quel biglietto e, in quel momento, desiderò non averlo mai fatto.

 

Fu col cuore pesante che si vide costretto a prendere quella drastica soluzione.

 

Era il quattro febbraio e James Potter aveva definitivamente troncato la corrispondenza anonima.

 

 

 

 

 


 

 

NdA: Sapete, il seguito che sta avendo questa stronz-- fanfiction mi lascia piacevolmente sorpresa!

No, sul serio, sono proprio contenta che piaccia.

Dunque, non ho particolari note sul capitolo che, nella sua brevità, parla da sé.

Però, ancora una volta, vorrei proporvi un nuovo, meraviglioso banner fatto da March (qui), che mi sta decisamente viziando troppo.

Ho solo una piccola comunicazione di servizio: a partire dal 29, gli aggiornamenti potrebbero andare a rilento.

Sapete, ho tipo fantastimila pagine da studiare, ergo il piccì giace inerme in un angolo, ergo il tempo stringe come un cappio alla gola, ergo potrò scrivere solo il sabato - unico giorno di pausa.

Ma, ripeto: potrebbero. Può anche darsi che, invece, io riesca ad aggiornare con la solita frequenza.

Mettiamoci nelle mani del destino.

Concludo rinnovando il mio enorme grazie a chi ha recensito (risponderò entro questa settimana a quelle recensioni senza risposta), chi ha messo la storia tra i preferiti (nove volte grazie), chi l'ha messa tra le ricordate (tre volte grazie) e chi tra le seguite (quarantanove volte grazie!).

Vi amo tutti, lo sapete.

Come al solito, sentitevi pure liberi di esprimere un parere - anche negativo se lo ritenete giusto, non mi offendo mica.

Bon, vi saluto, vi rinnovo il mio amore e arrivederci a martedì prossimo!

 

 

 

Passo e chiudo.

   
 
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