Crossover
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Autore: Registe    17/01/2013    3 recensioni
Terza storia della serie "Il Ramingo e lo Stregone".
"L’esercito del Grande Satana colpì in modo violento l’Impero Galattico. Non vi furono preavvisi, minacce o dialoghi alla ricerca di una condizione di pace. I demoni riversarono i loro poteri in maniera indiscriminata, non facendo differenza tra soldati e civili, guidati solo da un ancestrale istinto di distruzione. Soltanto la previdente politica bellica dell’Imperatore Palpatine riuscì ad impedire un massacro in larga scala.
-“Cronistoria dell’Impero Galattico, dalla fondazione ai nostri giorni” di Tahiro Gantu, sesta edizione.-"
[dal primo capitolo].
E mentre nella Galassia divampa la guerra, qualcun altro dovra' fare i conti con il passato e affrontare i propri demoni interiori...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga, Film, Libri, Telefilm, Videogiochi
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Ramingo e lo Stregone'
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Narratore: “Bentornati amici lettori, e soprattutto amiche lettrici! Una nuova avventura sta per avere inizio! Come al solito lascio la parola alle Registe per l'annuncio del titolo di questa nuova serie che, ve lo anticipo sin da subito, sarà mooolto più lunga e articolata delle precedenti, ma anche più emozionante e ricca di colpi di scena! À vous, mesdemoiselles!”
REGISTE: “Questa insolita cortesia da parte del Narratore non lascia presagire nulla di buono... aehm, ehm... *colpo di tosse* … stimatissimo pubblico, abbiamo l'onore e il piacere di presentarvi il nuovo episodio della saga più lunga e spettacolare di tutti i tempi:


Il Ramingo e lo Stregone:
La Guerra dei Mondi



Narratore: “Ebbene sì amici lettori! Il GSB è incavolato come una biscia a cui hanno pestato la coda, e ha deciso di concretizzare i propositi bellicosi espressi alla fine de “I Sentieri si reincrociano”! Riusciranno l'Imperatore e quei buffoni dei Signori Oscuri a contrastare le orde demoniache? E che ruolo avranno gli eroici Ribelli in questo scontro tra titani? E l'impavido Narratore ce la farà a strappare lo scettro del potere dagli artigli delle tiranniche Registe?”
REGISTE: “No comment.... “
Narratore: “... lo scoprirete solo leggendo! Buon divertimento!”




Prologo




Il laboratorio di Zaboera




Erano a circa tre quarti del lavoro quando il generale Baran fece il suo ingresso nel laboratorio.
Vexen udì il rumore della porta che si apriva e con la coda dell'occhio riconobbe la sagoma imponente del Cavaliere del Drago; subito si affrettò ad abbassare la testa, fingendosi concentratissimo nel suo lavoro.
Qualche giorno prima il demone gnomo gli aveva gettato con malagrazia un pacco di fogli ingialliti sulla scrivania e ordinato di redigere un rapporto completo sui Nuclei Neri, la loro composizione e i dettagli del procedimento di fabbricazione.
E forse lo avrei già finito se non mi avesse costretto a dettarlo parola per parola...
Quel demonietto arrogante e insopportabile lo aveva ricoperto di improperi quando aveva letto le prime pagine del suo lavoro, lamentandosi di non capire nemmeno una parola della sua calligrafia; i fogli erano spariti in una vampa di fuoco nella sua piccola mano rugosa e adunca, e per un attimo Vexen si era sentito di nuovo il bambino redarguito dai preti bigotti dell'inutile scuola del suo villaggio. Dovette mordersi l'interno del palato per non rispondere in malo modo allo gnomo, anche se la temperatura nella stanza diminuì comunque di parecchi gradi.
Era stato costretto a ricominciare il lavoro da capo, stavolta dettando a Camus ogni singola frase.
“Scusi padron Vexen... diceva?”
L'ingresso del Cavaliere lo aveva distratto. Camus era in attesa, la penna d'oca sollevata sul foglio; aveva già riempito una ventina di pagine della sua calligrafia ordinata e precisa, ben diversa dai ghirigori puntuti caratteristici di quella dello scienziato.
Eppure Camus la legge senza problemi. E... non solo lui.
“Allora... ´la struttura interna del Nucleo Nero... ´”
Si bloccò di nuovo. Era convinto che il Generale Baran fosse venuto nel laboratorio per discutere con lo gnomo, e invece... invece dopo aver scambiato appena due parole con Zaboera si diresse proprio verso di loro. Anche Camus se ne accorse, e nei suoi occhi passò un lampo di preoccupazione.
“Umani.”
Il Cavaliere del Drago non aveva bisogno di sfoderare il suo potere per apparire minaccioso. Aveva l'aspetto di un umano qualunque, eppure un suo sguardo lievemente accigliato avrebbe fatto tremare anche chi non conosceva la sua vera identità. Vexen si era sempre chiesto come mai una creatura talmente superiore si abbassasse a servire il signore dei demoni quando poteva far saltare in aria il suo palazzo semplicemente starnutendo un po' più forte del solito. Al suo posto, con un tale potere a disposizione, lui non si sarebbe fatto sottomettere da nessuno.
“Il Grande Satana ha un ordine speciale per voi.”
Solo in quel momento si accorse che il Generale teneva qualcosa tra le braccia, una forma avvolta in un mantello che aveva più o meno le dimensioni di una persona di bassa statura.
Il Generale poggiò l'involto su un lettino operatorio e scostò i lembi che lo ricoprivano, rivelando un volto esangue e privo di sensi.
Camus si portò le mani alla bocca e soffocò a stento un gemito.
“E' un prigioniero catturato nel corso di uno degli ultimi scontri” spiegò il Generale, ma alle orecchie di Vexen le sue parole sembravano arrivare dalle profondità di una dimensione lontana. Per un attimo non udì altro che il rombo distante degli Star Destroyer e il crepitio dei turbolaser che da settimane violentavano senza sosta la superficie del loro mondo.
“Tutto chiaro, umani?”
“Io... “
“Avete quattro ore di tempo. Il Grande Satana vuole portare a termine l'operazione prima di sera. Verrò io a riprenderlo.” E senza degnare di un ulteriore sguardo né loro né la figura sul lettino lasciò la stanza a passi pesanti.
“Padron Vexen... “ la voce di Camus era poco più che un sussurro deformato dall'orrore. “Non... non possiamo... ”
“Zitto.”
Con cautela, come se temesse di svegliare il suo occupante, Vexen si avvicinò al lettino. A parte l'estremo pallore del viso il ragazzo sembrava immerso in un sonno sereno, come se i problemi del mondo non potessero sfiorarlo. Vexen gli si sedette accanto. Inconsciamente allungò la mano per scostargli i capelli dal viso, un gesto divenuto automatico dopo anni di abitudine; ma ci ripensò. Ritirò la mano, e vide che tremava.
Gli ordini del Generale Baran continuavano a rimbombargli nelle orecchie.
“Insomma! Non avete sentito il Generale?! Mettetevi al lavoro, umani!”
Non prestò attenzione alle lamentele dello gnomo.
Continuò a guardare il ragazzo che dormiva, catturato nel vortice dei ricordi del passato.
  
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