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Autore: daemonlord89    18/01/2013    1 recensioni
Due avvenimenti lontani tra di loro: l'omicidio di un vecchio precettore, che aveva scoperto qualcosa che doveva restare nascosto e il ritorno di un'antica minaccia sepolta tra i ghiacci. Apparentemente scollegati, i due fatti si riveleranno tasselli di un unico, mortale puzzle.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La trilogia dell'Angelo Nero '
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CAPITOLO PRIMO
-Un incarico importante-

 

---Cittadina di Landam---
---Ora del Risveglio---

Lo squillo di tromba lo colse di sorpresa. Thomas si svegliò di soprassalto, ansante. La luce che filtrava dalle tende della sua stanza da letto rivelava che il sole non era sorto da molto. Era l'Ora del Risveglio, quando i lavoratori di Landam cominciavano a prepararsi alle loro mansioni quotidiane.
Il giovane uomo si voltò e si mise prono sul comodo letto, puntellandosi sui gomiti e passandosi entrambe le mani sul volto come a scacciare il sonno residuo.

Perché, maledizione? Perché un comunicato ufficiale proprio durante uno dei miei giorni di riposo?

La melodia che la tromba diffondeva per le vie della cittadina era un codice che imponeva a tutti coloro che facevano parte della guardia cittadina di presentarsi nella piazza centrale, un richiamo ufficiale da parte dello stesso governatore. Naturalmente l'urgenza di quei comunicati, solitamente, richiedeva la presenza di tutto il corpo delle guardie, compresi quelli che, come Thomas in quel momento, non erano di turno.
Maledicendo in silenzio il suonatore, egli si alzò e cominciò a prepararsi. Diede un'occhiata veloce allo specchio: i capelli castano chiaro, tagliati molto corti, non erano stati deformati dal sonno e non necessitavano di grande cura. Avrebbe dovuto rasarsi, ma un velo di barba sul viso, pensò, non avrebbe influenzato l'opinione della gente. Sciacquò velocemente gli occhi azzurri con acqua fredda, per eliminare ogni traccia di stanchezza, e si vestì. Indossò una camicia a scacchi bianca e blu e dei pantaloni in pelle. Non era obbligato, non essendo in servizio, a mettersi l'uniforme.

Uscendo da casa, Thomas si ritrovò nella via principale di Landam, che collegava direttamente la piazza e i cancelli occidentali. Anche a quell'ora del mattino, brulicava già di gente. Quel giorno poi, era giorno di mercato e i venditori cominciavano a montare le bancarelle lungo tutta la strada.
Coprendosi gli occhi per ripararli dal sole, si incamminò verso la piazza, in una cornice fatta di grandi edifici, quasi tutti a due piani, e di voci chiassose ed allegre.
La piazza lo accolse, come ogni volta, suscitando la sua meraviglia. Un boschetto di pini formava un cerchio attorno ad un viale acciottolato, che conduceva al centro esatto della piazza, dove un'immensa fontana, costruita perché rassomigliasse ad un insieme di draghi e pesci, spruzzava acqua per rinfrescare i cittadini.
Oltre alla fontana, al termine del viale, c'era la meta di Thomas, il palazzo del governatore.

 

Giunto nello spiazzo di fronte all'ingresso principale, la guardia vide che già molta gente si era raccolta lì, aspettando l'arrivo del governatore. Individuò un posto che gli garantiva una visuale abbastanza libera e si posizionò lì, con il petto in fuori e la testa alta.
Notò che c'erano diverse persone davanti al palazzo, persone che solo recentemente erano arrivate al villaggio. Si trattava di un gruppo di archeologi e ricercatori, chiamati a seguito della scoperta di un grande arco di pietra al sito archeologico ad ovest. Thomas intuì che il comunicato avesse qualcosa a che fare con quella scoperta.

 

Il governatore Gallin, un uomo di circa quarant'anni, ma che ne dimostrava almeno cinque in meno, aprì il portone del palazzo e tutti, compreso Thomas, lo salutarono come si conveniva, con il pugno destro alzato in corrispondenza della spalla sinistra.
L'uomo li squadrò da cima a fondo, poi annuì compiaciuto.
“Uomini!” esordì “Noto con piacere che avete risposto in maniera celere alla chiamata. Ciò che voglio comunicarvi riguarda il procedere degli scavi ad ovest.”. Thomas annuì, sorridendo; aveva indovinato.
“Come sapete, qualche settimana fa è stato rinvenuto un arco di pietra che sarebbe perfettamente intatto, se non fosse per la mancanza della pietra di volta.” guardò nella direzione di un secondo uomo, leggermente più anziano di lui, senza capelli ma con una folta barba, facendogli segno di avvicinarsi.
“Questo è il dottor Fass, il capo del gruppo di ricercatori che stiamo ospitando a Landam. Ci ha riferito, qualche giorno fa, che alcuni suoi conoscenti, appartenenti al suo stesso ordine, hanno trovato un pezzo di pietra, carica di una forte energia magica, che sembra combaciare perfettamente con l'arco in questione. Ci ha spiegato che potrebbe essere una scoperta sensazionale, riguardante una qualche civiltà dimenticata e che potrebbe offrirci delle immense opportunità.”
Il governatore si prese una pausa per controllare la reazione dei soldati, ma non notò molto entusiasmo, se non da pochi uomini sparsi qua e là. D'altronde, la guardia cittadina non era famosa per il suo interesse in archeologia.
“Ho chiesto al precettore Alken di effettuare alcune ricerche per mio conto su questa storia e, proprio stamattina, ho avuto la conferma che si tratta di un'occasione che non va assolutamente sprecata. Ho pertanto deciso di assegnare ad alcuni di voi il compito di recarsi al nord, al villaggio di Valarel, per recuperare questa pietra di volta.”
Il nome Valarel fece sussultare gli uomini schierati; si trattava di un lungo viaggio, verso il confine con una delle regioni più fredde del continente: Theros, la Regione dei Ghiacci Eterni. Normalmente un lamento del genere, seppur sommesso, sarebbe stato considerato un atto di insubordinazione, ma Gallin, sempre più simile ad un padre piuttosto che ad un governatore, liquidò la faccenda con un sorriso.
“Si facciano avanti i seguenti soldati.”
“Mekor!”
“Shaina!”
“Vigran!”
“Thomas!”
“Selene!”
Sentendo il suo nome, Thomas strinse le labbra. Aveva davvero sperato che non toccasse a lui. Fece qualche passo in avanti, andando a mettersi, assieme agli altri quattro, davanti allo schieramento, rivolto verso il governatore.
“Voi siete tra i migliori soldati di cui dispongo. So che il viaggio sarà lungo e pericoloso, ma so anche che ce la potete fare. Partirete domattina, all'alba. Al cancello nord riceverete, da un mio uomo, tutte le istruzioni necessarie.”
Il governatore strinse la mano a tutti e cinque, e poi sciolse il comizio.

 

Ci è andata male, eh?” disse Mekor, un burbero veterano di cinquant'anni suonati, levandosi l'elmo.
“Male? Non direi.” rispose Selene, una giovane donna che era stata preda degli ormoni di molti ragazzi “E' un'occasione fantastica! Potremmo vedere luoghi nuovi, conoscere un sacco di persone!”
“Ah! Ah!” rise Shaina, sorella maggiore di Selene, riconoscendo il tipico modo di fare dell'altra.
“Sono d'accordo.” convenne Vigran, ventenne atletico e di bell'aspetto, sempre pronto a mettersi in mostra in qualsiasi situazione “Un viaggio mi ci voleva proprio, inoltre. Giusto per staccare un po' dalla monotonia! E tu, Thomas, che ne pensi?”
Thomas rifletté un momento prima di dare la risposta, corrugando la fronte.
“Thomas?” incalzò Shaina.
“Mmm?” il giovane si riscosse dai suoi stessi pensieri, alzando la testa a guardare gli altri “Io eseguo gli ordini. Non sono troppo entusiasta, ma non posso rifiutare.”
L'espressione dei suoi compagni denotò la loro insoddisfazione: non era quella la risposta che si attendevano.
I cinque si diedero quindi appuntamento ai cancelli nord per l'alba del giorno successivo e tornarono alle proprie mansioni.

Thomas non tornò subito a casa. Il discorso di Gallin poteva anche sembrare normale. Un'opportunità da sfruttare, un'occasione per conoscere qualcosa su un'antica civiltà...
Ma c'era un punto del discorso non chiaro. Egli, infatti, era stato a sua volta un allievo di Alken e, come tale, era ancora in buoni rapporti con lui. Aveva incontrato il precettore solo qualche giorno prima e sapeva che l'anziano stava conducendo ricerche sull'argomento. Sapeva anche, però, che non era contento dell'andamento delle stesse. Gli aveva confidato dei timori, non era più sicuro che fosse una buona idea dare retta agli archeologi.

Com'è possibile cambiare idea così, da un giorno all'altro?
Svoltò in una via secondaria, diretto a casa di una sua grande amica.

Non poteva certo disobbedire agli ordini e, per questo, si sarebbe recato a Valarel, ma nessuno poteva impedirgli di incaricare una conoscente di svolgere indagini per
suo conto.

 

La casa di Maya, costruita praticamente al di fuori della cittadina, all'inizio delle sconfinate colline che la circondavano, era un piccolo edificio in pietra, dotato di un solo piano. Il tetto in tegole rosse e la colorazione bianca rispecchiavano perfettamente quello che era lo stile di Landam, ma l'interno era qualcosa di speciale.
Appena Thomas bussò, l'ingresso venne aperto da una misteriosa forza invisibile. Era abituato a quei trucchetti: la sua amica era una maga esperta e non esitava a mostrare le sue capacità, anche solo per divertirsi.
Immediatamente dopo aver varcato la soglia, venne investito da un'intensa miscela di forti odori, pungenti ma non sgradevoli, sprigionati dai numerosi bastoncini d'incenso posti ai lati del corridoio d'ingresso.
“Si può? Maya, sei lì” domandò la guardia.
“Certo, Thomas, vieni avanti.”
Il giovane si addentrò, accompagnato dal gelsomino, dal timo e da altri profumi sconosciuti, attraversando un passaggio ad arco gotico che conduceva nella stanza principale della casa, un salotto.
Gli affreschi di mostri, demoni ed altre creature magiche dipinti su tutte le pareti conferivano alla stanza un aspetto quasi sovrannaturale. Al centro, un tavolino in legno scuro ospitava delle candele e delle ampolle, alcune vuote, altre no.
Maya si trovava dall'altra parte del tavolo, rispetto all'ingresso. Era seduta sui suoi talloni e fissava Thomas con un sorriso.
La giovane maga era abbigliata in maniera stravagante, con un lungo mantello nero calato su una veste in cuoio tinta di rosso. Tra i lunghi capelli corvini portava degli amuleti di piume, che erano solo alcuni dei gingilli innestati in quegli abiti; amuleti e altri strumenti del genere riempivano il suo corpo.
Maya riusciva a stupire anche nel viso: i suoi occhi erano di colore diverso, uno verde ed uno blu, e amava dipingersi le labbra sottili degli stessi colori, dividendole a metà per il verticale.
La donna non era originaria di Landam, veniva dal sud, come testimoniava la sua pelle leggermente scura. Era giunta alla città qualche anno prima, affermando di essere fuggita dal suo villaggio, distrutto da una pattuglia di Kemoriani, da sempre in guerra con la sua nazione. Il governatore Gallin l'aveva accolta come imposto dai trattati diplomatici, ma nessuno dei Landesi era mai riuscito ad accettarla pienamente come una di loro, anche per via delle sue pratiche magiche. La magia aveva mille sfaccettature, mille alfabeti differenti, e divideva la gente ancor più che la religione o l'etnia. Aveva sempre vissuto in quel luogo, lontana da tutti, ma a lei stava bene così.
Thomas l'aveva aiutata ad integrarsi, migliorando leggermente la sua reputazione, pur senza fare miracoli. Lei gli era grata, ed il loro rapporto si era saldato in maniera impressionante, nonostante nessuno dei due avesse mai cercato di andare oltre l'amicizia.

“Ciao, Maya.” sorrise Thomas.
“Ciao, caro. Cosa posso fare per te?”
“Avrei un favore da chiederti.” il giovane fu invitato a sedersi, e riprese a parlare solo dopo un sorso alla bevanda speziata che gli fu offerta “Ma non sarà una cosa semplice.”
“No, non lo sarà. Lo capisco dal tuo sguardo. Ma non temere, sai che farei qualsiasi cosa per te. Dimmi pure.”
“Dovresti svolgere delle indagini per mio conto. Domani partirò per una missione affidatami da Gallin e non potrò farlo personalmente. Ho bisogno che tu tenga d'occhio i ricercatori che sono giunti a Landam per l'arco di pietra.”
“E perché, se posso chiedere?”
“Vedi, proprio l'altro giorno ho parlato con il precettore Alken. Stava svolgendo ricerche per il governatore riguardo a quella struttura. Mi ha confidato i dubbi che nutriva al riguardo, circa il pericolo che, riteneva, stavamo correndo. Oggi, però, Gallin ha affermato che proprio il vecchio ha dato la sua autorizzazione a procedere con una consegna importante. Un cambio di idea del genere è strano, non credi?”
La maga si alzò e cominciò a camminare avanti ed indietro, gesto che compiva sempre quando rifletteva.
“Sì, è strano. Credi che in qualche modo sia stato plagiato?”
“Non so cosa pensare. Non ho nessun indizio che mi suggerisca la presenza di un complotto, eppure non riesco a togliermelo dalla testa.”
“Non crucciarti” lei scosse la testa “Ti capisco appieno.
“Qual è la tua risposta, quindi?”
“Ti aiuterò, ovviamente.”
Il sorriso di Maya scaldò il cuore a Thomas, che si sentì sollevato all'idea di poter contare sull'aiuto di una maga.
“Indagherò con astuzia e, se necessario, con magia.” continuò lei “Qualsiasi cosa mi sembrerà sospetta, non esiterò a contattarti.”
“Giusto, a questo proposito...”
Non ci fu bisogno di concludere la frase. Maya si recò in un'altra stanza, dalla quale riemerse dopo un paio di minuti. Teneva le mani chiuse a pugno.
Si sedette al lato dell'amico, aprendole a rivelare due piccole pietre preziose, verdi, simili a smeraldi.
“Prendine una.” disse.
Thomas la sollevò per osservarne i riflessi alla luce delle candele. Era perfettamente liscia, senza alcuna venatura interna.
“Sono Pietre Gemelle.” spiegò lei “Vengono estratte dalle vene di un minerale piuttosto raro qui intorno, ma comune nel Paese dal quale vengo. Hanno una proprietà unica, che permette loro di condividere la struttura, esterna ed interna. E' come se, in realtà, fossero la stessa pietra in due luoghi diversi.”
“Incredibile.”
“Ah! Ah! Beh, per noi maghi del sud non lo è poi così tanto. Vedi, se io parlassi vicino a questa pietra” indicò la sua “anche la tua avvertirebbe le vibrazioni sonore, trasmettendole a te. In questo modo potremo parlarci nonostante la distanza.”
“Sei meravigliosa, Maya.” sentenziò Thomas.
“Oh, così mi fai arrossire.”
“Ora ti devo salutare, però. Mi spiace andarmene così presto, ma devo prepararmi per la partenza di domani.”
“Non preoccuparti. Ci terremo in contatto.”
Maya baciò Thomas sulla guancia e lui si congedò.

Tornare alle strade caotiche di Landam, dopo aver sostato per qualche minuto in un luogo così tranquillo e magico, fu un trauma.
Si riscosse e fece mentalmente un elenco di ciò che gli serviva. Incamminandosi verso il quartiere commerciale si ripromise di fare una visita ad Alken, quella sera. Aveva molte cose di cui discutere con lui, prima di partire.

   
 
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