Questo capitolo è dedicato
a Lucy Light, che aveva capito dove tutto ciò andava a
parare almeno 3 capitoli fa :-)
Cap. 12 –
L’illuminazione
Quella sera Harry si defilò, grazie all’aiuto del solito mantello
dell’invisibilità ed alla mappa del malandrino, dal suo dormitorio, e
sgattaiolò non visto fino alla stanza delle necessità.
Dopo pochi minuti arrivò anche Draco, che si guardò un po’ intorno per cercare
di capire se il compagno fosse già lì o meno.
Harry tentò di trattenere il respiro, ma ci riuscì per poco,
e nel riprendere fiato fece quel minimo rumore che permise a Draco di
accorgersi della sua presenza.
Il serpeverde, con un ghigno, afferrò il mantello ed esclamò, tentando di
mantenere un tono basso di voce:
– Preso!
Harry gli fece la linguaccia e mormorò
– Vediamo quante altre volte riesci a prendermi, stasera…
Il biondo lo guardò allusivo, ed imitando il tono dell’altro,
rispose semplicemente:
– Vediamo quanto riesci ad ispirarmi, stasera…
Harry si concentrò, e mentre faceva i soliti passi avanti ed indietro per far
apparire la stanza, cercò di pensare ad un posto accogliente e comodo. Quando finalmente entrò, dovette complimentarsi con sé
stesso, ed anche Draco parve abbastanza soddisfatto.
– Complimenti, Potter… vedi che se fai girare bene le rotelle qualcosa del tuo
cervellino funziona?
Disse divertito, abbracciandolo da dietro spingendolo fino al divanetto bianco
di fronte al camino.
Dietro di loro c’era anche un letto a baldacchino, ma quello l’avrebbero utilizzato più tardi.
Harry si sedette sul divano e Draco lo seguì immediatamente, poi prese fra le mani il volto del moro e lo baciò appassionatamente.
Rimasero svariati minuti così, solo a baciarsi, poi
Draco cambiò posizione, fino quasi a sedersi su Harry, e cominciò a spogliarlo.
Il moro lo lasciò fare, mentre le sue mani vagavano sulla schiena di Draco, e
le sue labbra si staccavano da quelle dell’altro per cominciare a baciare
dolcemente il collo del serpeverde. In breve finirono sul pavimento, e lo fecero
lì, incuranti della comodità del morbido divano alle loro spalle, riscaldati
ognuno dal calore dell’altro e dal fuoco del camino che contrastava con il
freddo del pavimento.
Quando furono entrambi soddisfatti, Harry ricondusse
Draco sul divano, e lo strinse a sé, dandogli un breve bacio a stampo sulle
labbra.
– Draco…
Mormorò poi, sollevando la testa per guardarlo meglio.
Il biondo era rimasto abbastanza silenzioso per quasi tutto il tempo, ed anche
se durante il loro amplesso si era abbastanza lasciato andare, per il resto gli
era parso piuttosto nervoso. Non che anche lui non lo fosse,
per via di Sirius, di Hermione e tutto il resto, ma vedere il compagno
preoccupato gli faceva sentire qualcosa, all’altezza dello stomaco, che non
riusciva più ad ignorare.
Draco rispose con un mugolio, mentre stringeva maggiormente le braccia attorno
alla vita di Harry, il quale si fece coraggio e domandò timidamente:
– Qualcosa non va?
Draco, colto sul vivo, scosse vigorosamente la testa.
Non voleva che l’altro si preoccupasse, e poi non gli pareva il momento adatto
a renderlo partecipe di tutte le sue elucubrazioni, ora che l’atmosfera era così rilassata.
– No, è tutto a posto.
– Sicuro? – domandò Harry, perplesso, – Perché a me non sembra
molto. Sai che a me puoi dire tutto, no?
Harry, dopo aver pronunciato quella frase, ammutolì di colpo. Le sue parole
erano state praticamente le stesse che Hermione gli
aveva rivolto poche ore prima… era davvero così brutto sapere che c’era
qualcosa che non andava ma non sapere cosa? O, peggio,
sapere tutto ma vedere che l’altro non si fida abbastanza da esternare i suoi
problemi?
Draco gli diede un bacio sul collo e sorrise.
– Qualche problema con i compagni di casa, nulla di che… Non preoccuparti, è
tutto ok, davvero…
Harry sospirò, consapevole che non sarebbe riuscito a
tirargli fuori altro, almeno per il momento.
– E poi fra i due sei tu quello che sta più con la
testa fra le nuvole…
Continuò Draco, con le labbra poggiate sul collo di Harry, che sentì un brivido
percorrerlo mentre l’altro parlava su di lui.
– Non è vero…
Protestò debolmente il moro.
– Oh, sì che lo è… avanti, cosa sta succedendo ora?
– Le solite cose…
Draco alzò un sopracciglio.
– Ovverosia?
Harry sbuffò.
– Uffa… perché finiamo sempre a parlare dei miei problemi e mai dei tuoi?
Draco alzò gli occhi al cielo. Effettivamente, il compagno aveva ragione… Ma
non era colpa sua se non gli andava di parlare dei suoi problemi. Parlarne non
li avrebbe risolti comunque, e per di più avrebbe
anche fatto preoccupare Harry inutilmente. Ma a quel punto, tanto valeva…
– A quanto pare in questa scuola la gente non ha
niente di meglio da fare che decidere che cosa il sottoscritto fa o non fa
quando non è a scuola, e qualcuno è giunto all’assurda conclusione che io sia un mangiamorte… mi chiedo come
possano pensare che una cosa del genere posa essere vera… ad ogni modo, questa stasera
Pansy è venuta a trovarmi per fare quattro
chiacchiere, e mi ha detto che Nott la pensa così,
oltre a qualche Corvonero che non si fa gli affari propri, e pochi tassorosso.
Nessuna notizia da parte dei grifondoro, perché ovviamente Pansy non parla con
loro… ma non è questo il problema, visto che le fonti
sui rosso-oro non mi mancano di certo… Soddisfatto ora?
Domandò stancamente ad Harry, che l’aveva seguito
attentamente senza perdersi nemmeno una parola.
Il moro annuì, mormorando semplicemente:
– Mi spiace…
Draco ridacchiò.
– E di che? Mica è colpa tua…
Harry sospirò.
– Sì, ma a te non andava di parlarne ed io ti ho praticamente
costretto. Scusa…
Lo sguardo del serpeverde si fece più dolce, e con una mano accarezzò la
guancia di Harry.
– Ehi, guarda che io non faccio mai niente controvoglia, capito? Se te l’ho detto è perché mi andava. Più o meno. Comunque hai ragione: non posso pretendere che tu ti fidi a
confidarti con me se poi io non faccio altrettanto…
Harry gli sorrise, e lo baciò brevemente.
– Allora, posso sapere che cosa ti affligge?
Domandò preoccupato il biondo.
– Niente di che… insomma, in effetti ci sono un paio
di cose, però… ecco…
Harry abbassò lo sguardo. Dove cominciare? C’era il
problema di Sirius, ma dubitava che Draco potesse essergli di qualche aiuto in
quello. Forse era meglio dirgli prima di Hermione.
– Beh c’è Sirius… di cui ti avevo già accennato se ti ricordi… e poi
‘stasera è successa una cosa che non mi aspettavo, è
che… insomma, credo che Hermione abbia capito che mi vedo con qualcuno…
Draco lo guardò perplesso.
– Per me non è un problema, credevo fosse chiaro
ormai, no?
– Sì, infatti… è solo che… non lo so, non mi sento ancora di dirglielo. Non che
io mi vergogni di te, o di essere… beh, insomma, di
essere gay, però… non lo so, il fatto che potesse saperlo mi ha fatto sentire a
disagio. E poi quando ho detto a Ron che secondo me Dean ha una cotta per Seamus, ci è mancato poco che non svenisse…
Draco strinse Harry, e gli accarezzò lentamente i capelli. Capiva come si
sentiva, in fondo era un po’ quello che provava lui; però per qualche motivo
sapere che il moro non si sentiva sicuro della loro relazione lo faceva star
male. Era una cosa stupida, visto che fino a poco prima lui stesso stava
pensando al fatto che prima o poi sarebbe finita, non
c’era scampo… ma allora, perché si sentiva così?
Draco poggiò la fronte nell’incavo del collo di Harry, e sospirò.
– Tu credi che continueremo a vederci, dopo Hogwarts?
Domandò un po’ incerto.
Harry gli prese il mento con due dita, e gli alzò il volto in modo da poterlo
guardare negli occhi.
– Vuoi scaricarmi prima?
– Non hai risposto alla mia domanda…
– Io non voglio lasciarti, Draco. E non voglio
darmi dei termini, pensando a quanto tempo ci rimane o angosciandomi pensando
che tutto questo dovrà finire a causa della guerra e del fatto che tu sia
mangiamorte, e che io vorrei diventare un auror… certo, sarà difficile, ma se
tu sarai con me, è mia intenzione provarci. Potrebbe succedere qualsiasi cosa
nel frattempo, Voldemort potrebbe ammazzarmi, o potremmo
stancarci l’uno dell’altro, anche se non credo che riuscirei a trovare
facilmente qualcuno con cui rimpiazzarti, – ridacchiò, – ma per il momento non
credo di volerti, o di poterti dire addio di qui a pochi mesi.
Draco sorrise, pensando che forse quelli che si faceva erano
problemi inutili. Aveva ragione Harry, potevano succedere un’infinità di
cose prima che la scuola finisse, ed un po’ era triste
dover vivere nell’incertezza costante di quale sarebbe stato il proprio
destino. Però… però forse potevano davvero continuare
a stare assieme anche dopo, costruirsi un futuro, essere felici. Eppure, c’era
qualcosa che lo preoccupava… non sapeva bene di cosa si trattasse,
ma non riusciva a pensare al loro futuro assieme così serenamente come sembrava
fare il compagno.
– E se ci dovessimo trovare a combattere su fronti
opposti? Che farai allora? Anche
se sono diventato mangiamorte come spia, non puoi sapere cosa potrebbe cambiare.
E se per il tuo lavoro di auror ti dovessi trovare
nella condizione di dovermi uccidere?
Lo sguardo di Harry si incupì un po’, e diede un bacio
al compagno. Poi mormorò, sicuro:
– Piuttosto mi faccio ammazzare…
Il tono del grifondoro colpì profondamente Draco, che si sentì invaso da un
calore che gli proveniva dall’interno. Sapeva che ciò che Harry pensava
veramente ciò che aveva detto, gli si leggeva in faccia.
Gli sorrise, così apertamente che gli sembrò di non
aver mi sorriso veramente prima d’allora, e lo baciò intensamente, portando le
proprie braccia attorno al collo del moretto e stringendolo a sé.
– Non ci provare nemmeno, o ti raggiungerò anche fosse
all’inferno solo per pestarti a sangue per punirti…
Gli mormorò quando si furono staccati.
Harry ridacchiò.
– Sei proprio crudele… uno non può nemmeno morire in
pace!
Draco gli mise un dito sulle labbra per zittirlo.
– No, tu non puoi…
Ci fu un breve istante di silenzio, poi Draco, tornando serio, domandò:
– E riguardo Sirius?
– Oh, quella… è una storia complicata. Non credo serva a qualcosa parlarne.
– Magari sì. Potremmo trovare una soluzione…
– C’è poco da trovare. Ti avevo già parlato, in parte, del fatto che
quando è caduto dietro il velo non è morto, ma è
rimasto imprigionato. Il punto è Silente crede che possiamo farlo tornare
indietro con una specie di incantesimo d’appello. Per farlo, però, ci vuole
qualcuno che abbia un legame di sangue con lui, e
nemmeno io vado bene, anche se Sirius è il mio padrino…
Draco si accigliò un istante, poi sembrò pensare a qualcosa.
– Qualcuno con un legame di sangue, hai detto?
– Sì, e deve anche volerlo riportare indietro. Abbiamo, cioè
hanno, provato anche con il sangue di Narcissa Black… ma non è servito a nulla.
Serve proprio una persona in carne ed ossa, solo il suo
sangue non basta…
Draco ridacchiò.
– Certo che non potete usare solo il sangue, a meno che non vogliate metter su
un rito satanico!
Harry sbuffò, staccandosi da Draco, e guardò quest’ultimo con un’aria di
rimprovero.
– Mi chiedo cosa ci trovi di divertente!
– Forse il fatto di avere un ragazzo totalmente rincoglionito…
Harry lo guardò perplesso.
– Che cosa vuoi dire?
Draco ridacchiò di nuovo.
– Hai detto che ci serve qualcuno con un legame di sangue… ma vanno bene i
parenti di qualunque grado?
– Credo di sì… Silente non mi ha detto nulla in proposito.
– E Silente è più rincoglionito di te. Lui e tutta la
sua combriccola di dementi!
– Mi spieghi dove vuoi andare a parare?
Chiese Harry, sempre più spazientito.
– Hai detto che avete usato il sangue di Narcissa Black, no?
– Ah-ah…
– Perché ha un legame di sangue con Sirius Black.
– Esatto…
Draco scoppiò a ridere più forte di prima.
– Potter… SVEGLIATI! È Narcissa… Narcissa Black in Malfoy!
Harry lo fissò a bocca spalancata, colto da un’improvvisa illuminazione.
– Tu…
Draco annuì, divertito.
– Avete usato il sangue di mia madre, coglione! Se io sono suo figlio, ho dei legami di sangue con lei,
OVVIAMENTE… E se lei ha dei legami con Sirius Black…
– Tu potresti aiutarci a riportare indietro Sirius!
Harry gli si gettò letteralmente addosso, avvinghiandogli le braccia al collo.
– Lo faresti?
Domandò con il cuore traboccante di gioia, gli occhi leggermente velati dalle
lacrime.
– Dipende… a quanto pare hai bisogno di me. Ma devi
guadagnarti il mio aiuto…
Rispose suadente Draco, accarezzandogli la schiena fino ad arrivare ai glutei,
ed alle cosce.
Harry lo strinse ancora di più a sé, cercando di calmare le lacrime di gioia
che cominciarono a scendere copiose. Draco gli avvolse le braccia ai fianchi,
mormorandogli in un orecchio:
– Ehi, calma! Se soffri così all’idea di rivedere il
brutto muso di Black, forse è il caso che lasciamo perdere…
Harry ridacchiò, ma la sua risata fu quasi subito interrotta da un singhiozzo.
– Grazie… grazie Draco…
Il biondo fece un’alzatina di spalle.
– Per così poco… non è colpa mia se tu sei tanto idiota da non pensare alle
cose più ovvie. Chissà com’è il vecchio non ci è
arrivato subito!
– Forse non vuole farti correre rischi…
– Dopo il marchio, non credo che questo sia poi un così grande
pericolo.
Harry dovette dirsi d’accordo, ed annuì convinto. Poi baciò brevemente il
compagno, ed alzandosi lo prese per mano.
– Andiamo a vedere quant’è comodo il letto?
Gli chiese, ora più tranquillo.
Il biondo non se lo fece ripetere due volte, e prendendolo in
braccio di peso, lo portò sul morbido giaciglio.
***continua***
Note dell’autrice
Prima o poi doveva arrivare… l’ultimo capitolo già
scritto. In realtà ne ho altri 2 pronti, ma sono salvati in un
cd dati che ho fatto mentre il mio pc era
infestato dai virus… spero di riuscire a recuperarli, in modo da postare più in
fretta. Altrimenti dovrete aspettare un paio di settimane, perché ora come ora
a casa ci torno solo per dormire e la domenica studio (o meglio, faccio finta)
per l’esame di giapponese che vi renderete conto da
soli mi occuperà parecchio tempo… Sempre per questo motivo non posso
rispondervi ora (non ce la faccio) ma sappiate che leggo con amore e immensa
gioia ogni singolo commento (e non vi sto prendendo per i fondelli, è vero…)
Un bacione a tutti, continuate a leggere e
commentare!