Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: _echo of lost voices    19/01/2013    4 recensioni
«Wow, che hai combinato? Questa camera è ancora più in disordine del solito! Dovresti darti una calmata, Leah.»
Esclamò una voce maschile, ed io sussultai guardandomi attorno.
Un ragazzo sulla ventina mi guardava divertito oltre il vetro dello specchio, ed io sgranai gli occhi spaventata.
Era di una bellezza immane, aveva gli occhi di un blu intenso, riuscivi quasi a scorgerci frammenti della sua anima,
i capelli castani sembravano non avere una vera e propria direzione, e i lineamenti, dolci e delicati,
davano quel tocco al suo viso che lo rendevano estremamente perfetto.
«E tu chi diavolo sei?!» Esclamai spaventata, e lui ridacchiò.
«Piacere, Louis Tomlinson: il tuo amico immaginario.» Esclamò tutto pimpante, ed io lo guardai scettica.
«Mio dio, sto impazzendo.» Esclamai portandomi le mani fra i capelli, scuotendo leggermente il capo.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

An imaginary Love.
Chapter one.

 
 
Tamburellai nervosamente la matita sul libro di matematica, sbuffando. Erano due ore che ero su quella maledetta pagina, ed ancora non riuscivo a svolgere nemmeno un esercizio, nonostante l’indomani avessi quella fottuta verifica di cui ne valeva la mia promozione.
«Ma perché? Perché la matematica è così fottutamente difficile?!» Esclamai passandomi stancamente le mani sul volto. Sospirai, scostandomi il ciuffo che mi era caduto sugli occhi.
Mi alzai di scatto chiudendo furiosa il libro, e mi avvicinai allo specchio. Osservai la mia figura riflessa, e sospirai osservando i miei occhi: uno azzurro, l’altro marrone. No, non ero un’aliena, tantomeno una mutante. Ero semplicemente affetta dall’Eterocromia, una malattia che ti portava ad avere gli occhi di colori differenti. Sinceramente, quella mia caratteristica non mi andava proprio a genio: attirava troppo l’attenzione, ed io non amavo molto essere al centro dell’attenzione. Mi passai una mano fra i capelli, cercando di aggiustare quella massa informe che mi ritrovavo in testa.
All’improvviso, la mia figura venne sostituita da un ragazzo moro che mi guardava divertito, ed io sussultai spaventata.
«Oddio no, ancora tu.» Esclamai con tono lagnoso, osservando Louis che ricambiava il mio sguardo divertito.
«Ma come, il tuo angelo custode è venuto fin quì per salvarti da quel cattivone di un libro di matematica e tu lo ripaghi così?!» Chiese fingendosi offeso, ed io roteai gli occhi al cielo.
«Cosa vuoi, Louis?» Chiesi incrociando le braccia al petto ed inarcando un sopracciglio.
«Aiutarti in matematica. Sono sicurissimo che è una cavolata immane!» Esclamò sicuro di sé, ed io sorrisi maligna.
«Bé, quando riuscirai ad uscire da questo stupido specchio ed a prendere un libro in mano, fammi un fischio, genio della matematica.» Dissi ironica prima di voltarmi e tornare al mio libro. Presi la matita, ma anziché completare quel maledetto esercizio, presi a fare dei cerchi astratti sull’intestazione della pagina.
Un botto assordante mi fece sussultare. Mi girai furiosa nella direzione di Louis, che mi guardava con gli occhi da cucciolo, seduto sui cocci del mio specchio, ora completamente distrutto.
«Louis, ma che diavolo hai combinato?!» Urlai agitando le braccia in aria, e lui mi guardò preoccupato.
«Sono uscito dallo specchio, no?» Rispose ovvio, ed io ringhiai dalla rabbia.
«E c’era bisogno di farlo in mille pezzi?!» Urlai ancora, e lui sbuffo roteando gli occhi al cielo.
«Oddio, ‘sta un po’ zitta e apri quello stupido libro.» Esclamò alzandosi in piedi ed avvicinandosi alla scrivania. Spalancai la bocca fino a formare una ‘o’, gli occhi sgranati.
«Forza!» Mi incitò notando che non accennavo a muovermi dalla mia posizione. Scossi la testa con fare esasperato, prima di sedermi accanto a lui. In effetti, era un po’ strano averlo in carne ed ossa al mio fianco.
«Come… come hai fatto?» Domandai curiosa, e lui scrollò le spalle.
«Ho semplicemente pensato al punto in cui atterrare, ho chiuso gli occhi e mi sono ritrovato davanti allo specchio. O meglio, a quel che ne resta.» Spiegò assumendo un tono dispiaciuto nell’ultima parte della frase. Io annuii leggermente, prima di aprire ancora una volta il libro di matematica, e posare il mio sguardo sull’esercizio.
Louis mi sfilò la matita di mano, sorridendomi appena, e cominciò a spiegarmi il tutto.
Stranamente, dopo un’ora di spiegazione, riuscii a capire tutto ed a completare un terzo degli esercizi.
«Dio, grazie Louis! Mi hai salvata dalla bocciatura, lo sai?» Esclamai buttandomi esausta sul letto, e lui ridacchiò.
«Quando vuoi.» Disse buttandosi accanto a me.
«Sappi che non basta questo a farmi cambiare opinione su di te.» Dissi puntandogli un dito contro, e lui ridacchiò ancora. «Come non detto.» Disse.
«Leah, posso chiederti una cosa?» Chiese all’improvviso, ed io lo guardai di sbieco.
«Dipende.» Risposi, e lui sorrise leggermente.
«Perché i tuoi occhi…?» Iniziò a dire, ma io lo bloccai quasi subito.
«Eterocromia, è una malattia.» Risposi, e lui mi guardò negli occhi.
«Sono belli, sono particolari.» Disse, ed io roteai gli occhi al cielo.
«Certo, non capita a tutti di avere gli occhi diversi. E comunque non è vero, non sono belli. Sono troppo anormali.» Risposi con una smorfia disgustata sul volto, e lui sospirò.
«Non ti piace essere fuori dal comune, vero?» Mi chiese, ed io gli sorrisi strafottente.
«Capitan ovvio è fra noi.» Risposi girandomi dal lato opposto. Lo sentii sospirare nuovamente, poi sentii un peso spostarsi dal letto. Mi girai curiosa, e lo vidi avviarsi alla porta.
«Louis, dove stai andando?» Domandai, e lui mi guardò infastidito.
«Vado via, visto che quì non sono gradito. Ho cercato in tutti i modi di farmi piacere: aiutandoti con la matematica, facendoti dei complimenti. Ma niente! Sei più acida di un limone verde!» Esclamò guardandomi arrabbiato, ed io lo guardai dispiaciuta. In fondo, non era così male, ed io lo stavo trattando davvero male.
Fece per aprire la porta, ma io mi alzai di scatto e gli bloccai un polso.
«No Louis, non andare via. Scusa.» Sussurrai abbassando gli occhi, non ero abituata a mettere il mio orgoglio da parte scusandomi per la mia acidità con le persone. Lui mi guardò sorpreso, un luccichio negli occhi color mare.
«Dici sul serio? Ti stai davvero scusando? Che fine ha fatto Leah, e tu chi sei? Perché hai rapito il suo corpo?! Cosa le hai fatto, brutto bastardo?!» Cominciò ad urlare, ed io rotei gli occhi al cielo.
«Louis, fanculizzati. Non mi ha rapita nessuno, e si, ti sto chiedendo scusa. Lo so che ho un carattere di merda, ma purtroppo sono così. Non posso –e non voglio- cambiare.» Risposi seria, e lui fissò il suo sguardo nel mio.
«Scuse accettate, ma ti prego, non trattarmi così male... io sono un povero piccolo Macaco indifeso!» Esclamò facendomi gli occhi da cucciolo, ed io inarcai un sopracciglio ridendo.
«Un “povero piccolo Macaco indifeso”? Louis, tu lo sai cos’è un Macaco, vero?» Domandai scettica, e lui mi guardò con aria superiore.
«Certo che lo so! Sono quelle scimmiette pelose con il culo rosa!» Esclamò esaltandosi, ed io lo guardai scettica. Poi scoppiai a ridere, scuotendo la testa con fare esasperato.
«Non potevi che essere un frutto della mia mente: sei così stupido, Louis Tomlinson!» Esclamai con fare teatrale, prima di prenderlo per le orecchie e trascinarlo nel salotto, mentre lui si lamentava per il dolore. Mi infilai il giubbotto, ed aprii la porta, immergendomi nel freddo glaciale di Londra.
«Ehi, Leah! Aspetta! Vorrei ricordarti che sto con le maniche corte, e che non siamo di certo in pieno Agosto!» Si lamentò, ed io sghignazzai.
«Tu sei immaginario, non provi emozioni. Quindi non puoi sentire freddo.» Gli ricordai, e lui scrollò le spalle camminando al mio fianco.
«Chi te lo dice che io non provi emozioni?» Mi chiese strafottente, ed io lo guardai aggrottando le sopracciglia.
«Perché, non è così?» Gli chiesi ingenua, e lui storse la bocca in una strana smorfia. All’improvviso, mi ritrovai stretta al suo corpo, e provai una sensazione di freddo, umido, ma allo stesso tempo mi sentivo maledettamente bene fra le sue braccia.
Sgranai gli occhi quando vidi la figura sfumata delle sue braccia, che si fondeva con l’aria.
«Oddio Louis, che ti è successo?!» Urlai staccandomi spaventata, e lui ridacchiò.
«Strano, vero? Succede ogni volta che cerco di sfiorarti. Comunque, non so se l’hai capito, ma con quell’abbraccio volevo dimostrarti l’affetto che provo nei tuoi confronti. Ti voglio bene, e questa è di certo un’emozione!» Sussultai a quelle parole: Louis mi voleva bene, era la prima volta che qualcuno me lo diceva. Arrossii leggermente.
«“Succede ogni volta che cerco di sfiorarti”? Perché, quando mai tu hai provato a toccarmi?» Chiesi poi riflettendo sulle sue parole, e lui arrossì visibilmente.
«Io… io, ecco… ieri sera, tu dormivi… ecco…» Cominciò a balbettare mangiandosi le parole, ed io ridacchiai, attirando la sua attenzione.
«Sbaglio o sei in imbarazzo?» Domandai stuzzicandolo, e lui roteò gli occhi al cielo.
«Allora, dove si va?» Chiese cercando di cambiare discorso, ed io imitai il suo gesto di poco prima.
«St James’s Park?» Proposi, e lui approvò sorridendo. Cominciammo a camminare in direzione del grande parco, finchè non arrivammo in un piccolo spazio d’erba sotto un pesco, con accanto un laghetto dall’aria ghiacciata.
Mi sedetti a terra, rabbrividendo al contatto tra il terreno ghiacciato ed il mio sedere. Louis sparì per un attimo, ed io mi guardai attorno preoccupata. Dopo un po’, comparve dietro il Pesco, facendomi sussultare dallo spavento.
«Guarda un po’ che ho trovato lì dietro!» Esclamò mostrandomi una palla da calcio, negli occhi una scintilla emozionata. Risi alla vista di quel suo lato così bambino, e scossi la testa.
«Louis, sarà di qualche bambino, dobbiamo restituirla!» Lo rimproverai, e lui fece una smorfia con la bocca.
«Hai idea di quanto sia grande Londra? Non lo troveremmo mai! Dai, non cercare scuse ed alza quel bel culetto tondo, Tomlinson ha voglia di giocare e di renderti ridicola!» Mi scimmiottò, ed io alzai un sopracciglio.
«Louis Tomlinson, tu non sai contro chi ti sei messo.» E mi scagliai contro di lui, prendendo in possesso la palla. Cominciai a fare vari passaggi con le gambe, mentre il poveretto cercava di tenermi testa, senza nessun risultato. Strano ma vero, il calcio era sempre stata una mia passione, fin da piccola. Amavo giocare con la palla!
Continuammo così, ridendo e scherzando per un bel po’, finchè Louis non inciampò nei suoi stessi piedi e cadde a terra, tirandomi con sé. Mi ritrovai su di lui, e di nuovo quella strana sensazione di umidità e leggerezza si fece spazio nel mio corpo, accompagnata dalla visione di un Louis dai tratti indefiniti, che si perdevano nell’aria.
Mi alzai di scatto, quella cosa mi inquietava e mi incuriosiva allo stesso tempo. Lui mi guardò dispiaciuto, chiedendomi scusa con gli occhi ed io scrollai le spalle, riprendendo il possesso la palla e dimenticando l’accaduto. Continuammo a giocare, anche quando la leggera pioggerella si fece più insistente e fitta, bagnandoci tutti. A noi non importava, ci stavamo divertendo come matti, insieme.
Louis Tomlinson era davvero qualcosa di inaspettato, di nuovo, di diverso. Ed in cuor mio, sapevo che la mia vita non sarebbe più stata la stessa con lui al mio fianco.
Non era poi così male, avere un amico immaginario.




YOU KNOW THAT I COULD USE SOMEBODY YEEAH YEAAH YE-E-AH

Ja, oggi mi sono fissata con Use Somebody asdgkla
si, lo so, nemmeno questa volta c'è il banner cc
prometto, GIURO, che la prossima volta ci sarà sicuramente!
anzi, domani la mia grafica personale (ciao Grè c':) me lo farà sicuramente c:
alloooora, passando al capitolo...
quì si entra un pò di più nella storia, anche se
siamo ancora agli inizi c:
Anyway, se ve lo state chiedendo... SI, L'ETEROCROMIA ESISTE DAVVERO
AHAHAHAHAAHHA
sul serio, cercatela su Wikipedia èé
io la trovo una cosa alquanto figa, sssso, dato che Leah è figa
(è pazza, ma figa), le ho messo 'sta cosa. c:
che ve ne pare? uu
e del fatto che Louis non riesce a rimanere solido (?) quado sfiora
Leah? uasdfd io la trovo una cosa dolciosa c':
lo so che ve lo state chiedendo, e si, è una specie di fantasma. °u°
aaaaaaanyway,
se devo essere sincera, l'altra volta sono riamasta
un pò delusa. cc
ceh, mi avete scritto solo due recensioni al prologo :c

#ziaRobyisfeelingsosad
non so nemmeno se l'ho scritto bene, ma vabbè lol
questa volta siate più presenti, pls :c
fatelo per questa pazza sclerata.
Ragazze, so che state aspettando che io aggiorni
The magic of Flowers, e so pure di essere in un tremendo ritardo D:
ma in questo periodo sono stata impegnatissima cc
giuro che cercherò di aggiornare il prima possibile!
ora vado,
vi lascio il mio account
twitter e
il mio account
facebook,
nel caso avreste bisogno di contattarmi c:

#peaceloveandnondrogatevi,

un besos
,


-Zia Roby

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _echo of lost voices