L'aveva trovata, l'aveva raccolta,
quella lettera.
Si era accorta di come fosse uscito a grandi falcate dalla
chiesa non appena si era dovuta girare per colpa del prete. Doveva dire
le sue
promesse, ma come avrebbe fatto quando colui a cui erano indirizzate
non c’era
più in quella chiesa?
Avrebbe voluto che almeno lui prendesse il coraggio nelle
sue mani e fermasse tutto, gridasse, si opponesse a quelle nozze,
perché lei, oh no lei,
era diventata una codarda da
quando aveva accettato quell’anello di fidanzamento.
Amava lui, ma non l'uomo a cui stava per dire parole che non
significavano nulla se lo guardava, eppure da copione recitò
con tutto il
sentimento possibile. Dovvette chiudere gli occhi e immaginò
che al posto di
Finn ci fosse lui.
“Ti ho amato dal nostro primo bacio, su quel palcoscenico.
Ti ho amato come non avevo mai amato prima. Credevo di sapere cosa
fosse
l’amore, avevo letto di esso, l’avevo visto
sbocciare e fiorire in mille opere
di ogni genere e credevo di poter descrivere ogni sintomo che rimandava
ad
esso, ma.. in realtà solo quando ti ho baciato ho capito
cosa fossero davvero
le farfalle nello stomaco, quelle farfalle che non riuscivano
però a
trattenersi lì dentro, che svolazzavano in tutto il mio
corpo. E le campane?
Quelle che ho sentito nella mia testa? Battevano all’unisono
con il mio cuore.
Avevo la stessa velocità del mio sistema nervoso.
Il nostro amore.. è sempre stato ostacolato, da qualcuno o
qualcosa, e quando succedeva noi ci amavamo in silenzio, con gli
sguardi, i
sorrisi, i piccoli sfioramenti e le canzoni.
E adesso sono qui a prometterti di non lasciare mai il tuo
fianco, perché finalmente ho capito che sei
l’unico che voglio.” Blaine.
Quel nome, pensato, sperò di ritrovarselo in carne ed ossa
davanti mentre apriva gli occhi acquosi e piani di lacrime. Ma lui non
c’era,
al suo posto l’uomo che non avrebbe capito che quel primo
bacio di cui parlava
lei, sul palcoscenico, non era il loro, ma quello di quando lei si era
ubriacata al suo stesso party con lui. Non avrebbe capita che gli
ostacoli non
erano Quinn, Santana, Puck o chiunque si fosse messo in mezzo.. no,
erano
proprio lui e Kurt.
Ma non poteva far sapere agli altri tutto ciò, non che
qualcuno se ne fosse accorto. Forse i suoi papà, forse Quinn
e Kurt stessi. Sì,
loro sapevano probabilmente, erano quelli che le erano stati
più vicini in quel
periodo, che avevano cercato di leggerle ogni incertezza, ma lei,
chissà
perché, aveva continuato quella farsa pure con loro,
impuntandosi, sperando che
al ‘puoi baciare la sposa’, la sua bestia si
sarebbe trasformata nel suo
principe come per magia.
Ma la magia non avvenne e lei non era Belle, non era una
principessa che poteva avere finalmente il suo lieto fine. Lei era la
prigioniera di qualcuno che l’avrebbe rinchiusa con lui in
casa, facendola
diventare la moglie perfetta, la parodia della vera se stessa.
E così attraversò la navata con lui, sorridendo
come mai
aveva fatto, tutto per le fotografie. Si prese solo un momento a
guardare il
punto esatto in cui lui era rimasto lì, in piedi. In cui era
rimasto senza far
nulla. E in quel momento vide il foglio.
Si bloccò adducendo la scusa di aver perso un orecchino e si
apprestò a mettere la lettera dentro il corpetto del
vestito, uscendo dalla
chiesa al braccio del marito e iniziando a recitare la sua parte, la
sua prima
ed ultima opera.
O così pensava che fosse.
“Caro
Blaine,
che strano scriverti
caro.. fa così antico, fa così vecchia me.
Sai.. alla fine sono
stata accettata alla NYADA, ce l’ho fatta Blaine, proprio
come avevi detto tu.
Ho annullato le nozze entro le 72 ore concessemi e sono partita seduta
stante.
Vorrei dirti che ho
letto la tua lettera non appena sono andata al bagno al ristorante del
ricevimento,
ma non mi hanno lasciato un attimo sola. La prima notte di nozze poi
pensavo di
averla persa e ho iniziato ad agitarmi e ho rovinato tutto. In
realtà ho
rovinato tutto a Finn, io.. io ero più che felice di non
dover adempiere ai
miei compiti da mogliettina. Sai, non andavo a letto con lui da quel
primo sì.
Ti ho pensato tanto in
quei due giorni. In realtà non so neanche perché
ti sto scrivendo solo adesso.
Oh, sì, perché ho ritrovato la lettera il giorno
della mia laurea. Tre anni
dopo. Me l’hanno spedita i miei papà quando hanno
deciso di vendere il mio
abito da sposa, non l’avrei comunque rimesso.. Ad ogni modo,
l’hanno ritrovata.
Sono felice di averla
potuta finalmente leggere. Se solo non fossimo stati così
codardi entrambi
probabilmente adesso sarebbe finita diversamente.. chissà.
Probabilmente avrei
trovato tutte le parole di questo mondo per avermi salvata, ne avevo
tanto
bisogno a quel tempo.
Ma.. sono felice
ugualmente sai? E devo di nuovo ringraziare i miei papà che
ti mandarono il video
con la mia promessa di matrimonio. Sono felice anche se non ho avuto
quei
giorni in più con te, che ho dovuto aspettare un anno di
relazione a distanza
per potermi finalmente godere la vita che volevo con te.
Sono felice perché
adesso tu mi dormi accanto e quando ti sveglierai, mentre io
sarò alle prove
del musical, leggerai questa lettera e troverai il test di gravidanza
in bagno
e saprai che stai per diventare papà, e spero tu sia felice
come quanto lo sono
io di diventare finalmente la signora Anderson il prossimo anno, subito
dopo la
tua laurea.
Ti amo infinitamente,
tua per sempre,
Rachel.”