Libri > Fallen
Segui la storia  |       
Autore: GiuliaFray    22/01/2013    1 recensioni
Ho scritto questa storia alcuni mesi fa per una mia carissima amica, appassionata come la sottoscritta del personaggio Cam di questa saga. Inizio col pubblicare il prologo. Spero di poter fare il resto anche con gli altri capitoli!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo nono

 

 

 

Consumati, consumati, corta candela!

La vita è un'ombra che cammina,

un povero attore che si agita e pavoneggia la sua ora sul palco

e poi non se ne sa più niente. È un racconto narrato da un idiota,

pieno di suoni e furore,

significante niente.

William Shakespeare

 

La voce soave di Cam era la sveglia più piacevole che lei avesse mai posseduto.

-Pronta a partire?- Sara aprì gli occhi con una smorfia per la luce del sole che entrava nella stanza senza pietà per i suoi occhi e il viso di Cam la salvò dallo strazio.

Il viaggio di nozze. Perfetto, il momento giusto per trascorrere assieme momenti mortalmente disagevoli. Cam, vestito solo con un paio di pantaloncini corti, le sfiorò il viso con il dorso della mano e un'espressione di gioia indiscussa.

Sara si alzò a sedere e gli baciò le labbra, il miglior modo per cominciare una giornata.

-Sì, più o meno- brontolò sulla sua bocca. -Che vuol dire più o meno?- Lei appoggiò la testa sul suo petto scolpito e ascoltò i battiti del suo cuore. -Vuol dire che mi devo dare una sistemata, prima di partire.- Cam sembrò rassicurato e si districò dal suo abbraccio, fiondandosi in bagno e chiudendosi la porta alle spalle. Sara restò a fissare il cuscino su cui Cam aveva dormito e toccò il tessuto morbido ancora caldo. Vi era ancora impressa la forma della sua testa e desiderò di ritornare indietro nel tempo e guardarlo dormire.

Quando Cam uscì dal bagno già completamente vestito, lei si sentì infinitamente lenta e con un sospiro scese dal letto e aprì le ante dell'armadio. La accolse un fiotto di puzzo stagnante di borotalco e una decina di insetti neri che le svolazzarono attorno per poi dileguarsi dalla finestra aperta. Con una smorfia disgustata, Sara afferrò un paio di jeans e non fece in tempo a chiedersi che cosa diavolo ci facessero dei jeans a Gerusalemme in una villetta sperduta, che Cam le si parò davanti con un piumino tra le mani. Vedendo la sua espressione curiosa, si spiegò: -Be', fa un po' freddo lassù.- Sara lo prese e se lo allacciò sotto lo sguardo di Cam. -Non pensavo che avremmo volato.- Cam sorrise e si voltò, ripescandone un altro dall'armadio. Sara lo affiancò e fece tanto d'occhi per convincerlo a rivelarle la destinazione del loro misterioso viaggio di nozze. -No, Sara, non cedo, non questa volta.-

Lei si mise le mani sui fianchi. -Ma perché? Insomma, tanto tra poco ci saremo arrivati. Cosa cambia?- Cam non rispose, come faceva quando reputava inutile continuare la discussione per evitare un litigio. Il nostro primo litigio da coppia sposata, pensò Sara rabbrividendo. Così, non parlarono più fino a quando Cam la guidò sul davanzale della finestra e aprì totalmente le imposte, portandola all'esterno. Sara si fece trascinare e, nonostante ci fosse abituata, non poté evitare di restare senza fiato quando Cam librò le ali, che si innalzarono dietro di lui come se volessero raggiungere il cielo limpido. Erano meravigliose come sempre e le venne un improvviso desiderio di spiegare le sue.

Ma Cam la fermò con un gesto secco della mano e senza alcuna difficoltà l'afferrò per la vita prendendola in braccio. Sara si sentì come ritornata in Paradiso. Cam era la perfezione e non desiderava altro che stargli accanto fino alla morte, se solo ci fosse stata.

Ridacchiò quando Cam spalancò del tutto le ali e le sbatté nell'aria fendendola con forza, salendo sempre più su, bucando le nuvole e il cielo stesso. Era bellissimo e Sara, che soffriva di vertigini nonostante fosse un angelo belle e pronto, si rannicchiò contro il suo petto, seppellendo il viso nel suo collo morbido. Sentì il petto massiccio di Cam rimbombare e capì che era scoppiato a ridere per il suo terrore dell'altezza. Sara lo guardò per tutto il tempo, contemplando, come un esperto di arte che studia una scultura, il suo profilo perfetto e mozzafiato, gli occhi stupendi che riflettevano la luce del sole, le labbra rosse come bacche. Più bello delle statue di Michelangelo, più bello della luna stessa, più bello di ogni altra cosa al mondo. Volarono per molto tempo e Sara capì che erano atterrati quando Cam si voltò verso di lei e le sorrise raggiante, segno che il suo entusiasmo aveva raggiunto livelli inimmaginabili. Lei scese dalle sue braccia non senza un certo rimpianto della sensazione di calore che aveva sconfitto il freddo della temperatura del cielo e lo baciò, buttandosi addosso a lui. Era un modo per ringraziarlo di amarla, averla sposata e di averla portata in un posto solo per stare con lei e nessun altro.

Si guardò attorno e la prima cosa che vide fu una casetta in lontananza, piccola e di legno con una porta spalancata e delle finestre a forma di cerchio sulla sommità vicino al tetto. -Dove siamo, maritino?- Cam sghignazzò e le circondò le spalle con un braccio.

-Quello è il posto in cui trascorreremo la prima, cioè la seconda, notte di nozze.- Sara si bloccò. Dovevano per forza? Lo desiderava, sì, ma era piuttosto timida riguardo a quelle faccende amorose e sinceramente non era sicura di riuscire a farlo. Era successo altre volte, ovviamente, ma non si erano mai messi d'accordo per ritrovarsi e... Oh, non ci voleva nemmeno pensare. -Non pensare male. Se non ti va non faremo nulla.-

Sara sperò di non averlo offeso. -Io... è che non vorrei sfruttare questa occasione solo per... - Cam annuì e la sospinse verso la casetta. -Ho capito. Allora resteremo casti come in un convento.- Sara aveva avvertito il tono freddo nella sua voce e la totale mancanza, se non negativa, di allegria e fermò i suoi passi mettendosi davanti a lui. -Cam, non devi offenderti. Io ti voglio, solo che... Tecnicamente, questa non è la prima volta per noi, quindi non abbiamo bisogno di venire in un posto isolato dal mondo solo per... -

Dannazione. Non riusciva a fare un discorso del genere con Cam senza cadere in preda all'imbarazzo più totale. Ma lui le appoggiò un indice sulle labbra. -Sara, davvero, non è importante per me. Abbiamo un'eternità davanti. Prima o poi... - Sara gli diede di gomito. -Piantala.- Cam rise e la prese di nuovo in braccio, correndo incontro alla casa. Sara sobbalzava sul terreno scosceso e ne approfittò per farsi un'idea di dove diavolo fossero finiti. Era una baia circolare affacciata sull'oceano di un blu incontaminato ed irresistibile, il suolo era sassoso e ogni tanto, come iceberg in mare aperto, spuntavano dei massi appuntiti e di un grigio scuro. Davanti alla spiaggia si ergevano degli scogli alti alcuni metri, attorno ai quali svolazzavano dei gabbiani e uccelli multicolori. Era incantevole, un paesaggio suggestivo che le sembrava vagamente familiare. Vagò con la mente alla ricerca di un'immagine simile a quella, scavando tra i suoi ricordi per trovare qualcosa che le potesse dire che erano in... -Nuova Zelanda!- strillò, abbracciando Cam con tutta la forza che aveva. Lui tossicchiò per liberarsi dalla sua presa, ma lei era così felice di esserci ritornata dopo tanto tempo passato a poltrire in America! -Mi hai portato in Nuova Zelanda! Oh, Cam, sei il marito che tutte vorrebbero.- Cam sorrise malizioso. -Lo so.-

Varcarono la soglia della casetta e il demone l'appoggiò delicatamente per terra.

-Eccoci qui. Che te ne pare?- La stanza in cui entrarono era abbellita da un letto a baldacchino enorme, drappeggiato da tende di velluto rosate, un mobile di legno scuro con uno specchio grande sospeso sopra, un tappeto persiano color porpora che soffocò i loro passi. -Carino. È stata adibita solo ed esclusivamente per passarci una notte di nozze? A quanto pare la cosa principale è il letto.- Cam scoppiò a ridere e con sua sorpresa e al contempo meraviglia, si tolse il cappotto e la maglietta nera aderente che indossava sotto, restando a petto nudo. -Ti va di fare un bagno con me?- Sara restò a fissare il corpo di Cam come incantata e si ritrovò ad annuire nonostante fosse certa che l'acqua fosse congelata e non proprio ideale per farsi un bagno. Cam andò in un angolo della stanza e prese una valigia arancione e anonima da terra, ripescandone fuori dei pantaloncini neri e un costume a due pezzi bianco che lanciò a Sara. -Ci vediamo fuori, allora- disse Cam avviandosi verso la porta. Sara lo raggiunse in tutta fretta, appoggiandogli una mano sul bicipite. Il tatuaggio nero spiccava sulla sua pelle perlacea e metallica. -No, non uscire.- Si sorprese per la sua audacia e fece per smentire ciò che aveva appena detto quando fu Cam a salvarla.

-Vuoi che ti guardi svestirti?- Cam era così sincero e diretto che Sara sorrise per il modo con cui l'aveva fatta ritornare in sé. In realtà, non voleva perdere la visione del suo fisico, ma ribatté: -No, allora vai fuori.- Cam, conoscendola abbastanza bene da distinguere la vera rabbia da un semplice attacco di ambiguità, se ne andò senza dire nient'altro e Sara continuò a guardargli la schiena fino a quando lui svoltò a sinistra, nascondendole la sua vista. Anche da quella distanza riuscì a vedere le piccole cicatrici in corrispondenza della scapole da dove uscivano le ali possenti. Sara, improvvisamente eccitata all'idea di entrare in acqua con Cam -Santo cielo, era suo marito! Perché era ancora timida quando si trattava di questioni di desiderio fisico?- si cambiò rapidamente, apprezzando il fatto che Cam conoscesse alla perfezione la sua taglia per il costume. Si diede un'occhiata allo specchio, pettinandosi i capelli con le dita e notando quanto le stesse da favola quel costume. Amava il bianco e adorava il modo con cui quel colore si intonava perfettamente con il colore ambrato della sua pelle. Si guardò ancora attorno prima di precipitarsi fuori, ansiosa di farsi avvolgere dalle braccia muscolose del suo Cam. Sara uscì dalla casetta e lo vide appollaiato sotto le fronde di una palma alta e flessuosa, lanciando sassi per terra e scrutando l'orizzonte in cerca di qualcosa che solo la sua mente poteva recepire.

Quando sentì i passi di Sara, che arrancava nel tentativo di non bucarsi i piedi per le pietre aguzze che le graffiavano la pelle liscia, si alzò in piedi e la soccorse, stringendola dolcemente a sé. -Ti sta bene. Sono felice che ti sia piaciuto- disse Cam, indicando il costume. Evidentemente lo aveva capito dalla sua espressione per una volta non imbronciata e Sara si sentì per l'ennesima volta raggiante di gioia per averlo trovato e amato.

-Già, è molto carino.- Cam le guardò il corpo esposto alla luce del sole con gli occhi improvvisamente bramosi e le prese il viso tra le mani. Le loro bocche erano vicinissime e Sara fissava la sua mentre lui diceva sommessamente: -Ti porto in un posto, amore mio. Non riusciresti mai a trovarne uno simile, te lo prometto.- Lei non riuscì a trattenersi e allungò il capo, tanto quanto bastò per baciarlo e per scioglierglisi addosso. Cam l'attirò a sé, tirandola per il fiocco che le teneva fermo il reggiseno e Sara gli passò una mano tra i capelli serici, gustando la sensazione celestiale della sua vicinanza. La schiena di Cam era così liscia e longilinea, che lei vi si strinse come se lo dovesse abbandonare da un momento all'altro. Cam si staccò quando le mani di Sara scesero fino al suo costume, il respiro leggermente accelerato e il battito del cuore che rimbombava sul petto di lei. -Non sei affatto coerente, moglie. Tutto quel discorso sulla mancanza di desiderio dove è andato a finire?- Sara aggrottò la fronte e lo fissò, finalmente negli occhi, con un'espressione contrita. -Non ho detto che non ti desidero, Cam. E non chiamarmi moglie. È umiliante.- Cam le diede un pizzicotto sul fianco facendola fremere. -È quello che tu sei per me, dico bene?- Sara alzò gli occhi al cielo e lo prese per mano, lasciandosi guidare da lui. Cam la condusse attraverso un boschetto fitto che circondava la spiaggia popolato da uccelli e creature animali di ogni varietà possibile e immaginaria, arricchito da alberi dalle fronde chiomate, i tronchi odorosi e frutti tipici di quelle zone, come il kiwi, per esempio. Tutto era lussureggiante, come se fossero stati i protagonisti di un libro fantasy, una natura pura e mai violata dall'essere umano, tanto che Sara sentì il sospetto che loro fossero i primi umani a metterci piede, talmente non c'era traccia di un sentiero o di legna lasciata lì dopo una battuta di caccia o un fuoco acceso. Avanzarono per alcuni minuti, fino a quando Cam svoltò bruscamente come suo solito a sinistra, aprendosi un varco tra le felci alte e cresciute senza controllo. Quando i due superarono un masso enorme, non senza una certa difficoltà, Sara vide il paesaggio più bello che avesse mai guardato. Era una cascata, una splendida e maestosa cascata che si apriva proprio sotto i loro piedi, scendendo giù con una rapida discesa di parecchi metri. Ma la cosa più spettacolare era la vegetazione protagonista di quel luogo assieme ad uccelli esotici di tutte le forme e dimensioni. Se la foresta era stata lussureggiante e nel complesso silenziosa, la cascata era tutto il contrario. I timpani di Sara venivano perforati dal fragore incessante dell'acqua limpida e nulla era più udibile oltre a quello e al battito del suo cuore agitato.

Non riusciresti mai a trovarne uno simile, te lo prometto. Cam aveva sempre ragione e quella ne era la dimostrazione. Sara si voltò verso di lui e per un attimo, invece dei consueti capelli corvini e degli occhi smeraldini, vide per un attimo il profilo di Ian e il suo fisico simile e diverso rispetto a quello di Cam. L'ultima volta che si era recata in Nuova Zelanda ci era stata con Ian e per un attimo sentì una fitta di nostalgia per l'uomo che per tanto tempo aveva popolato i suoi sogni. Lo dimenticò subito quando Cam le strizzò l'occhio, le mollò una mano, inarcò la schiena prendendo un respiro profondo e saltò nel vuoto, piegandosi in un perfetto tuffo ad angelo. Sara si precipitò verso il termine della cascata per vederlo cadere come un tuffatore professionista. Ma di una cosa era certa: Cam era professionista in tutto, niente discussioni. Senza esitare e cercando di non scivolare accidentalmente sguazzando nell'acqua che le arrivava a metà polpaccio, prese la rincorsa e si lanciò, sperando che l'acqua fosse abbastanza profonda da attutirne l'impatto. Per un attimo, le si mozzò il respiro e il cuore le salì in gola, facendole desiderare che Cam fosse accanto a lei. Le sembrò di essere ritornata indietro al momento della Caduta per il modo con cui l'aria le sferzò il viso con violenza e per la sensazione di vuoto che la circondava.

Cadde in acqua e il suo corpo venne sommerso dal fluido, entrandole in bocca e facendola sputacchiare. Era piuttosto inesperta come angelo nella vita quotidiana, fu costretta ad ammettere, ma tutto cambiava quando doveva difendere sé stessa o Cam con una tattica di taekwondo. Allora diventava insuperabile, come se avesse avuto un sangue diverso nelle vene, diverso da quello degli angeli normali, una sostanza adatta al combattimento.

Sentì le mani di Cam trovare la sua vita e stringerla, tirandola indietro fino a quando lui appoggiò la schiena contro la parete ruvida di una rientranza nella roccia possente dietro lo scrosciare della cascata. Sara si voltò e l'unica cosa che riuscì a fare fu baciarlo. Cam ricambiò l'impeto di gioia e presto le sue mani le esplorarono il corpo da cima a fondo, facendola rabbrividire e accendendole una passione in corpo che mai aveva provato.

Come Cam le aveva annunciato, il viaggio di nozze in quella località sperduta, ma che da ora in poi le sarebbe restata nel cuore come un tatuaggio indelebile, sarebbe durato tre settimane e Sara era certa che prima o poi sarebbe dovuta cedere alle lusinghe di quel demone tremendamente affascinante. Sara gli passò le gambe attorno alla vita e Cam si girò per metterla con le spalle al muro. Le loro labbra erano così avvinghiate che nemmeno se fosse apparso Lucifero in persona si sarebbero scollate, Sara ne era certa. Si baciarono e accarezzarono fino a quando l'ambiente attorno a loro si oscurò del tutto, segno che era calata la notte e nonostante avessero passato un tempo che parve loro infinito ad amarsi come non mai, il desiderio in loro non si era spento neanche di un briciolo, dandole l'impressione che avrebbero potuto passare l'eternità lì rintanati in quella cascata, ignorando il resto del mondo come se fossero finiti in un'altra dimensione.

Le venne in mente un verso di Saffo: Rapita nello specchio dei tuoi occhi, respiro il tuo respiro. Si sentiva proprio come lei, rapita dall'amore e da ciò che provoca, una fiamma ardente che sembra più non volersi spegnere. Sara spalancò gli occhi quando Cam le slacciò il reggiseno che cadde in acqua, perdendosi chissà dove. Non poteva più fermarsi, era più forte di lei. Ti amerò fino alla morte e oltre, fu l'ultima cosa che pensò Sara prima di cadere in preda a ciò che si era tenuta dentro fin da quando Cam aveva incrociato il suo sguardo la prima volta.

 

 

 

 

 

Epilogo

 

Dodici anni dopo

 

Sara si svegliò per il calore del sole che filtrava dalla finestra nella stanza. Con uno sbadiglio scese dal letto barcollando e si guardò attorno. Dov'era Cam? Probabilmente a un congresso dei demoni, si disse. Quando aprì la porta della camera da letto della loro nuova casa in periferia, un profumo squisito e delicato la colpì in pieno viso e scese le scale di corsa, sperando che almeno le avesse lasciato qualcosa da mettere sotto i denti data la sua fame da lupi. Ma annusando bene l'aria, capì che non si trattava di cibo e decise che era un odore floreale, come se qualcuno avesse piazzato delle piante per casa. Scendendo, passò di fianco alle foto appese alle pareti di lei e Cam in Nuova Zelanda, a Berlino sotto la Porta di Brandeburgo, a Mosca davanti alla piazza Rossa con Cam che sorrideva da orecchio a orecchio, a Verona sotto il balcone di Romeo e Giulietta, nella città di Firenze abbracciati nella piazza della Signoria con gli uccelli che svolazzavano loro attorno. Nonostante ogni foto fosse diversa dall'altra, c'era una cosa che le accomunava, un fatto che fece capire a Sara quanto Cam fosse fondamentale per lei: entrambi portavano l'anello al dito, il che significava che la loro unione sarebbe stata eterna. Avevano viaggiato talmente tanto in quegli ultimi dodici anni che nemmeno riusciva a ricordare tutte le tappe. Quando giunse in salotto, capì tutto. L'intero piano terra era stato riempito di peonie bianche e luminose dai lunghi petali che riempivano l'aria di un profumo squisito. Cam le aveva piazzate in ogni luogo, sulla maniglia della porta, attorno alla soglia di casa, sul divano sotto e sopra i cuscini morbidi che avevano comprato assieme dopo tanti scontri d'opinione sui colori perfetti, sul tavolo e persino nella libreria arricchita da tomi che solo lui conosceva.

Sara si portò una mano al cuore, sorridendo. Era la cosa più bella che qualcuno avesse fatto per lei e l'idea che fosse stato suo marito a procurarsi tutti quei fiori solo ed esclusivamente per farla felice la facevano sentire amata e desiderata. Si chinò e ne raccolse uno da terra. Cam sapeva essere così dolce che le lacrime le pizzicarono gli occhi. Quello era il segno che nulla avrebbe potuto sconfiggere il loro amore e che Cam, un demone, avrebbe amato per sempre lei, Sara, un angelo, e questo pensiero bastava a renderla la donna più felice al mondo.      

Angolo autrice: Salve a tutti! 
Innanzitutto, perdonatemi per la mia luuuuuuunga assenza. Non ho postato quest'ultimo capitolo per mesi e chiedo umilmente il vostro perdono. Cercavo sempre di ricordarmi del mio account su EFP, promettendomi di postare al più presto, MA, come mi capita spesso, me lo dimenticavo sempre. Oggi, con un colpo di genio, sono riuscita a collegarmi con calma e postare l'ultimo capitolo della mia storia scritta da mesi. 
Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno seguito, recensito, letto la mia storia. Grazie mille. La vostra presenza mi ha donato una grande dose di autostima che mi ha aiutata nel corso dei mesi per scrivere brevi OS. 
Un bacio!

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Fallen / Vai alla pagina dell'autore: GiuliaFray