Vivevo conla mia famiglia a Milano,eravamo una famiglia molto numerosa,padre,madre,4 sorelle e 2 figli.
All'età di 10 anni iniziai a lavorare con mio fratello maggiore Conor che all'epoca aveva 13 anni,eravamo i maggiori
e dovevamo portare a casa da mangiare per mia mamma che si era ammalata e le mie due sorelle,Rosa e Maria.
Quando io feci 14 anni le mie sorelle ne compivano 12 e pronte per lavorare mio padre le fece seguire da me,così io
ebbi il compito di cercare lavoro alle due.
Io e Conor eravamo legati,lavoravamo nella stessa fabbrica e nessuno di noi aveva mai studiato,visto la nostra
vita molto povera e spiccia,ma lui mi ripeteva spesso che la mia mente era molto aperta,che nonostante
non fossi diplomata ero molto inteligente infatti l'anno dopo nacquero Lara e Luca e io dovetti lavorare il doppio,
e con la mia grande inteligenza fui promossa dal capo della fabbrica e iniziai a lavorare negli uffici dove
Franco il capo della ditta,aveva espressamente detto che mi avrebbe insegnato a scrivere e che lo stava facendo perchè trovava in
me l'ingegno giusto che cercava da tempo.
L'anno dopo,ero io l'uomo di casa,io che sfamava tutti e Rosa dovette rimanere a casa a badare ai due,perchè
purtroppo mia madre venne a mancare sopraffatta dalla sua malattia che la portò via da noi l'inverno del 40.
Ormai gli anni passavano sereni e nel 42 mio padre morì nel crollo della miniare e io a Conor con soli 16 e 19 anni
dovemmo diventare i genitori di questa povera famiglia,che grazie al mio stipendio aveva più soldi.
Ma il momento rosa passò in poco tempo,in un lampo oso dire.
Passò l'inverno e le porte del 43 si aprirono velocemente e con questo la guerra e l'alleanza con i tedeschi.
Conor dovette dare servizio al fronte e dopo tante lacrime e addii partì.
La guerra peggiorava di giorno in giorno ed era troppo pericoloso per la mia famiglia,così portai le mie 3 sorelle in convento,
così Rosa e Maria divennero suore e i due piccoli di soli 3 anni vennero accuditi dalle suore vicino alle due donne e sorelle che avevo lasciato.
La vita era noiosa nonostante il grande rumore che creava la guerra e tutte quelle macchine da guerra.
Un giorno uscendo per procurarmi del cibo,mi trovai per caso sulla strada Franco,che parlava sottovoce con alcuni uomini.
Appena mi vide mi raggiunse e lasciò nella mia mano una busta e se nè ando velocemente raccomandandosi di non farla leggere a nessuno.
Dopo essere tornata a casa impaziente di leggere quel pezzo di carta,mi sedettia ia piedi del letto e l'aprii con le mani tremanti.
"Le donne,parte fondamentale,per la società e per noi partigiani,donne di carattere di coraggio,di forte ingegno
e valore.
Aiutaci a far scomparire la guerra unisciti a noi.
Raggiungi il monte a mezzogiorno e chiedi di James."
Feci come diceva il foglio,il giorno dopo.
Ero convinta degli stessi loro ideali,la guerra non serviva a niente,il motivo era futile e non era giusto,
sapevo a cosa andavo incontro,ma ero una donna di carattere e coraggio,così seguii i partigiani.
Inizia a fare la staffetta,portando molti uomini in salvo dalla strage che era in atto.
Imparai molte cose,sulla deportazione e sulla morte truce che macchinavano i tedeschi con la competenza di noi italiani.
La "pacchia" da staffetta durò poco,soli 8 mesi.
All'altezza di settembre fui scoperta da un tedesco,e dopo violenze e percosse dure e pesanti,dopo tante tuture a cui
non mi lasciai piegare e non rivelai il nome del mio capo,ma ero ormai segnata alla morte,sulla lsta nera.
Ormai avevo la consapevolezza che la mia vita non sarebbe stata molto lunga,e lascia che si imprimesse questo pensiero
nella mia testa senza cercara di uscita sapendo che non cenerano.