Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Segui la storia  |       
Autore: Horrorealumna    24/01/2013    1 recensioni
Sussulto, ma lei mi tiene l’indice affusolato premuto sulle mie labbra, intimandomi quindi il silenzio.
Non riesco a definirne i lineamenti, nell’ombra della notte, ma i suoi occhi sono vivi e quasi luminosi. Non hanno più il bel colore azzurro che li caratterizza: sono scarlatti, rossi come il sangue.
Involontariamente sento il mio corpo tremare.
Paura.
Timore.
Posa lo sguardo sul medaglione d’argento per un secondo, poi sussurra:
- Zitta. Resta zitta e non fiatare. Muoviti il più lentamente possibile.
Rimango immobile come ha detto.
- Non muovere gli occhi - mi rimprovera - Chiudili. Ci osserva...
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic


Una Festa Per Conoscerci
 
Raccolgo il pacchetto senza smettere di fissarlo, mentre la macchina avanza, via dal vialetto di casa mia verso casa di Tom. Il passaggio sotto i lampioni illumina ad intervalli regolari i suoi capelli chiari e i suoi occhi azzurri brillano ancora più del giorno. Fa un caldo pazzesco... ma lui è vestito di tutto punto con una camicia azzurra a maniche lunghe con jeans.
- Non lo apri? - sussurra concentrato guardando la strada.
Esamino l’oggetto; deglutisco a difficoltà: non si era mai ricordato del mio compleanno, né mi aveva mai regalato qualcosa. L’unica persona estranea alla mia famiglia che sapeva il giorno in cui ero nata era Lucy, ma in quel periodo era diventato difficile vederla, visto che progettava di trasferirsi.
Tiro l’estremità del fiocco di raso bianco lentamente e butto sulle ginocchia la carta. E’ una scatola di piccola dimensioni che tengo tra le mani; tolto il coperchio, vedo davanti a me una collana.
Una bellissima e luccicante catenina d’argento, con attaccato un piccolo medaglione apribile dalla forma ovale. Mai ricevuto qualcosa del genere. Nemmeno dai miei genitori.
- Che ne pensi, Elle? - dice lui con un sorrisino strano, quando per un momento si volta ad osservare la mia espressione stupita.
- Il... regalo è stupendo... - balbetto - Ma il motivo... ?
- E’ il tuo compleanno - si giustifica lui.
- Ti sarà costato un po’ - dico osservando il ciondolo nell’oscurità.
- Non ti preoccupare...
Quel ragazzo non me la raccontava giusta; prima il cellulare, ora quello!
- Non mi hai mai... fatto regali di compleanno - dico piano distogliendo a fatica gli occhi dal gioiello - Non siamo stati amici. Veri, intendo.
Jason scosse la testa lentamente:
- Veramente me ne sono ricordato solo stamattina, e te lo avrei dato stamattina, ma te ne sei andata senza salutare...
- Io non ho mai riferito ai quattro venti la data, comunque - noto.
Non rispose.
 
La villa di Tom Breins era fuori città, lontana dalle realtà e circondata dal verde. Una bella abitazione, con un enorme giardino, che la faceva assomigliare ad un castello fiabesco. In pratica lui e i suoi genitori sguazzavano nell’oro, ma lui non era un tizio permaloso o avido... al contrario, era troppo buono. Era anche abbastanza strano, visto che negli ultimi tempi aveva cominciato a pedinarmi di giorno e a lanciarmi sassolini contro la finestra di notte. Solo per il gusto di vedermi, diceva lui.
Io non ero niente di speciale: né troppo bella, o popolare; non aveva idea di come potessi interessarlo... e di come avessi fatto. Semplicemente non accettavo le sue lusinghe. Le uniche, d’altronde, che avessi mai ricevuto prima del mio diciannovesimo compleanno.
Arriviamo dopo non molto tempo; Jason lascia la macchina accanto alle altre, in una specie di mini-parcheggio, toglie la chiave e mi guarda.
Ho la scatola in grembo, chiusa.
- Mettitela - dice allegro - Starai benissimo; la luna vi farà brillare.
Parla sempre in questo modo? Non sono abituata. Ma rifiutare un regalo sta male; mi ha anche dato un “involontario” passaggio alla villa. Gli sono riconoscente per troppe cose stanotte. Così decido di indossarla, sotto i suoi occhi. L’argento freddo mi procura piccoli brividi all’inizio, ma il risultato è davvero stupefacente. Mi sento completa con quella catenina al collo, e il piccolo medaglione proprio sotto il collo.
- Grazie - sussurro.
Ora sembra davvero soddisfatto.
- Nessun problema... ci si comporta così, tra amici - dice prima di uscire dalla vettura.
L’ultima frase mi costringe ad aprire con uno scatto la portiera e raggiungerlo; la ghiaia, sotto i nostri piedi, produce un dolce rumore ad ogni passo.
- Amici? Da quando siamo diventati... amici? - chiedo sorpresa a Jason incrociando le braccia.
- Bhè - fa lui - Credo sia naturale... dopo averti riportato il cellulare...
- Ed esserti preso il mio numero senza permesso! - borbotto.
- ... per averti dato uno strappo alla festa, per il regalo... non sono cose che fanno gli amici? - conclude.
Siamo ai due lati opposti della sua macchina. Sembra la scena di un film... o sto solo divagando.
Sospiro:
- Direi di sì. Ma potevi anche pensarci cinque anni fa. O fai così solo perché tua sorella non è nei paraggi?
Un altro sorriso gli increspa le labbra:
- Cosa ti importa di mia sorella? Voglio solo fare amicizia. Visto che di amici non ne ho.
- E io sono la perfetta cavia?
- No, credo tu saresti l’amica perfetta. Ecco perché siamo soli.
- Non sono sola. Ho Lucy...
- E poi?
Mi coglie impreparata. Lucy è Lucy. Nessun altro ha preso un posto speciale come il suo nel mio cuore.
Mi capisce; mi fa cenno di seguirlo verso la villa, scuotendo i ricci biondi:
- Andiamo alla festa, non pensiamoci più.
 
Dalla gente presente nel giardino di Tom deduco che lui abbia invitato praticamente tutto l’ultimo corso, perché è quasi impossibile muoversi. Per fortuna Jason mi fa strada tra la moltitudine di ragazzi e ragazze. Noto con piacere che la collanina ha riscosso davvero successo: al mio passaggio gli occhi cadono sul mio nuovo regalo, luccicante e brillante come la luna.
Una volta raggiunto, vedo Tom accanto al tavolo degli alcolici con le braccia distese e uno sguardo preoccupato sul viso; forse cercava di tenere lontani i curiosi dalla sua collezione di bottiglie d’alcool. Appena incrocia il mio sguardo, però, sembra subito dimenticarsene. Tom era un ragazzo di media statura, con degli spessi occhiali neri come i capelli, con due piccoli occhi grigi. Oggi sembrava più strano del solito.
- Ehi, Gabrielle. Jason - saluta amichevolmente  - Che ve ne pare?
Si riferisce alla festa?
Jason si guarda intorno, annuendo soddisfatto:
- Mi piace. C’è vita, cibo, musica... solo tu potevi pensare a tutto.
- Sì, ha ragione - mi limito a dire.
Tom si rabbuia:
- Da quando voi due state assieme, eh?
Incrocio lo sguardo di Jason e scuoto la testa:
- Non stiamo insieme. Mi ha accompagnato.
- Strano... - si lasciò sfuggire - Stamattina ti ho mandato un messaggio. Potevo accompagnarti io, Gabrielle.
Sento Jason muoversi alla mia destra.
E capisco tutto.
Ha per caso cancellato il messaggio di Tom, stamattina, quando ha ritrovato il cellulare?
- Scusatemi! - dico rabbiosa. Odio quando qualcuno cerca di controllare la mia vita.
Mi volto di scatto, corro a fatica sull’erba del curato giardino.
Ho bisogno di pensare. Mi manca l’aria. Voglio tornare a casa.
Ho già il telefonino in mano, quando una figura alta, pallida, vestita elegantemente mi prende per un braccio.
Lo identifico: un uomo, probabilmente sulla ventina inoltrata, di bell’aspetto mi guarda con occhi di brace. Letteralmente, ha gli occhi rossi! Saranno delle lenti a contatto.
E’ pallidissimo. Le labbra sono incurvate in un bellissimo sorriso. Ha i denti bianchissimi e perfetti, da far spaventare persino un dentista. Il naso, dritto e piccolo, è in proporzione al resto del viso. I capelli sono pettinati e dritti, neri.
Porta una strana camicia bianca, tutta pizzi e merletti, col colletto alto. Una giacca nera dalla fodera rossa e pantaloni neri. E’un tipo strano... e non lo conosco. Cosa vuole?
- Agnes! - mi urla addosso - Agnes! Sapevo che ti avrei trovata! Amore mio!
Agnes?!
- Scusi signore - dico cercando di reprimere una risatina - Ma deve aver sbagliato persona. Non mi chiamo Agnes.
L’uomo scosse la testa, ridacchiando:
- Impossibile, amore mio. Agnes! Non mi riconosci, tesoro? Sono io! Io...
La sua presa sul mio braccio è fortissima; era come se una catena freddissima mi impedisse il minimo movimento dell’arto.
Vedo le sue strane pupille fermarsi sulla mia collana e poi sul mio petto. Sto per mandarlo in un bel posto, quando quello sibila terrorizzato:
- Sento... qualcosa...
- Devo andare! - insisto - Non sono Agnes!
- Certo che non lo sei... lei non...
E’ pazzo.
Mi lascia il braccio e si allontana di qualche passo con gli occhi sgranati, sussurrando parole incomprensibili. Anche io faccio per allontanarmi, quando, in un attimo, sento la treccia disfarsi e i capelli cadermi sulle spalle nude. Non c’è vento... il nastrino rosso non poteva essere volato via. La pettinatura avrebbe tenuto ancora per molto.
Non capisco...
Cosa voleva quel tizio da me? E chi era Agnes? Non era da età di liceo, poteva essersi imbucato.
Rido pensando a quello che Tom potrebbe combinare se scoprisse che un estraneo si sia imbucato alla sua festa perfetta.
 
Attraverso il giardino, via dalla villa, il telefono in tasca.
Quell’uomo mi ha incuriosito. Ora voglio rimanere a questa pseudo-festa, giusto per vedere fino a che punto può arrivare la pazzia umana.
Scorgo un bellissimo gazebo in pietra, con statue greche a fare da colonne. Mi siedo sul duro e freddo muretto, lontana dalla musica e dalla confusione. Esamino lo splendente medaglione. Si apre. Dentro si possono infilare solo due piccole foto.
Deve aver speso una fortuna, se è argento vero.
Jason...
Vuole fare amicizia?
Chissà se ricorda ancora il giorno del nostro primo incontro.
 
Passa tempo... spero ore. Non voglio tornare là dentro. Ma mi sento così sola...
Ah, ecco.
Vedo arrivare dalla moltitudine di persone una figura... luminosa?
Quasi.
E subito mi ricredo quando capisco che la persona che mi sta venendo incontro è Marisol.
Bella. Stupenda. Aggraziata. I primi aggettivi che mi vengono in mente se penso a lei. E’ vestita con un bell’abito bianco a balze. Le mette in risalto il pallore della pelle, e sicuramente i capelli biondi. Si fa sempre più vicina a me.
Corre veloce a balzi, come un coniglio.
Ma credo che se dovessi associarla ad un animale, la abbinerei ad una tigre.
 
Finalmente mi vede.
E mi parla, sempre facendosi vicina:
- Perché non torni alla festa? - chiede.
Perché oggi gli Allyn mi parlano come se li conoscessi da sempre?!
Faccio spallucce:
- La musica è troppo forte. E tutta quella gente... meglio stare qui, per ora - dico, fissandomi le scarpe.
La seguo, con la coda dell’occhio: con un balzo agile si mette in piedi sul muretto. Ora alla mia sinistra vedo le sue scarpe tempestate di brillanti.
- Mio fratello... ti ha ridato il cellulare? - chiede dopo un minuto di imbarazzante silenzio.
- Sì. Ti ringrazio.
- Figurati. Per il tuo compleanno...
Ecco. Lo sa anche lei.
Mi tende la mano, facendomi cenno di salire sulla pietra. Mi aggrappo forte, ma lei con una forza indescrivibile mi tira su come fossi una bambolina. Ora arrivo al suo petto. E’ troppo alta, troppo bella e troppo elegante.
- Tanti auguri... - dice sorridente, baciandomi le guance - Possa tu avere sempre il sorriso sulle labbra.
Cosa... ?
- Grazie... ancora - sussurro folgorata dai suoi occhi.
Marisol viene scossa da un fremito quando l’occhio le cade sulla mia collana d’argento.
Mi sembra di rivedere la bambina nel parco giochi, la bambina che impazzì.
Dalla villa, una voce agli altoparlanti annuncia:
- TUTTI QUI, RAGAZZE E RAGAZZI! E’ L’ORA DEL BALLO IN COPPIA. VI VOGLIAMO TUTTI, NESSUNO ESCLUSO! TUTTI AL GRANDE SALONE!
Marisol mi parla dolcemente:
- Allora, andiamo a vedere questo ballo, Gabrielle? Scommetto che mio fratello farà di tutto per il primo ballo.
Mi fa arrossire. Da quando è interessata a me con suo fratello gemello?
Cammino al fianco dell’aggraziata ragazza.
Non ci riesco. Come fa a danzare così, quando cammina?
 

ANGOLO D'AUTRICE:
Eccomi, ancora, col terzo capitolo di questa serie. Sì, sì, serie u_u
Ma non voglio anticipare altro. Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. E fatemelo sapere con le recensioni! :D
Alla prossima, belli!
:3


 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Horrorealumna