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Autore: justme_    27/01/2013    4 recensioni
Larry Stylinson; romance;
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"Harry non poteva credere a quello che stava succedendo. Era seduto in una macchina sconosciuta, bendato e con, a giudicare dalle voci, almeno altre tre persone. La cosa positiva era che il ragazzo dagli occhi blu era seduto accanto a lui e non gli aveva ancora mollato la mano."
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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II. chapter – Just the beginning.
 

 

 (Canzone consigliata mentre si legge: "What's up" dei Four Non Blondes)

«Ci siamo, Harry!» esclamò Louis, appena Hannah spense il motore.
«Posso finalmente togliermi sta maledetta benda?» chiese l’altro.
«Non ancora, ricciolino. Manca un piccolo pezzetto di strada a piedi. Tranquillo, ti faccio da guida.» Rispose Louis mettendogli un braccio sulle spalle. Harry fece lo stesso.
Harry percepiva che erano in un luogo aperto, l’odore di verde gli aveva invaso le narici appena sceso dall’auto. C’era freddo ma Harry e Louis, stretti l’un l’altro, non ci facevano caso.
Harry inciampò parecchie volte ma il moro lo sorresse sempre.
Erano dieci minuti che camminavano, mentre gli altri tre erano in testa al gruppo, quando cominciarono a sentire delle voci e della musica. Il riccio era sempre più curioso e quando finalmente giunsero al luogo dell’incontro Louis gli sfilò la benda, liberando i due intensi occhi verdi che cercavano di mettere a fuoco.
Quando ci riuscì, non poté non lasciarsi sfuggire un «wow» per la sorpresa. Louis ammirò il suo sguardo stupito, fiero di esserne indirettamente la causa.
Negli occhi verde prato del ragazzo erano riflesse centinaia di luci di candele, sparse intorno ad un enorme spiazzo verde circondato da alberi. Al centro di questo un grande falò con molti tronchi posti intorno ad esso. E lontano da questo, ma ben visibili, tante tende bianche. Vagavano per questo spiazzo un sacco di persone  riunite in gruppi a parlare, a bere champagne, a ballare sulle note di quella musica dolce ma allegra, una musica che sembrava d’altri tempi. Le ragazze erano tutte in abito lungo, i ragazzi invece con la camicia o con la giacca. Quello che colpì Harry fu il fatto che era tutto disposto benissimo, l’atmosfera era calma e rilassata, quelle persone si comportavano come se non ci fosse un domani. Quella notte era solo per loro.
Hannah, Liam e Niall erano già scappati verso le tende e Louis, sempre al mio fianco, mi invitò a raggiungerli. Io lo seguii, ancora stordito per quell’assurda situazione. Sembrava tutto quasi surreale.
«Ehm, Harry, non ho avvertito nessuno che saresti venuto anche tu, così dobbiamo condividere la mia tenda. Ti dispiace?» gli chiese Louis.
«N-no, no.» rispose il riccio, e diceva sul serio.
L’altro sorrise soddisfatto e aprendo un poco la tenda per farlo entrare gli disse: «Ecco la nostra umile dimora!». Sembrava molto più piccola da fuori. C’erano un materasso da una piazza e mezza da un lato con coperta e cuscini, una cassapanca con uno specchio, una luminosa candela. Era accogliente.
«Bene, ricciolino. Ora togliti quei vestiti che non sono adatti per la serata e mettiti questi.» Louis gli porse un completo: pantaloni neri e camicia grigia. Harry, che ormai aveva imparato a non fare più domande, si vestì velocemente mentre l’altro era uscito per cercarsi un completo, visto che aveva ceduto il suo al nuovo arrivato. Quando Harry uscì dalla tenda trovò Louis ad aspettarlo con una camicia bianca, dei pantaloni grigio scuro con bretelle e un papillon rosso. Harry, che lo vide per primo, si fermò un attimo a contemplarlo. Squadrò la sua figura e si ritrovò a pensare che Louis avesse proprio un bel fondoschiena. Non si spiegò quel pensiero se non come una valutazione oggettiva.
Quando Louis si girò e i suoi occhi azzurri incontrarono i sorridenti occhi verdi di Harry sentì un brivido percorrergli la schiena e, dopo essersi fissati l’un l’altro per un tempo che sembrò infinito, si andarono incontro a vicenda. «Ora sembri a tutti gli effetti uno di noi!» disse il moro, mettendogli un braccio intorno al collo. L’altro sorrise e, a sua volta, pose il suo braccio sulle spalle di quello che ormai era diventato un amico.
Louis gli fece da guida e Harry ascoltava tutto quello che l’amico gli diceva, pendendo dalle sue labbra che tanto spesso si aprivano in un sorriso che agitava qualcosa dentro di lui.
«Allora, ricciolino, come ti sembra?» gli chiese Louis passandogli una bottiglia di champagne.
«Assurdo.» Fu tutto quello che rispose Harry; ma lo disse sorridendo e Louis capì che era sorpreso piacevolmente.
«Posso lasciarti da solo cinque minuti? Attento al lupo nero e non accettare caramelle dagli sconosciuti.» Harry rise acconsentendo e Louis si allontanò verso un gruppo di ragazzi che lo accolsero con strette di mano e mezzi abbracci. Il ricciolo intanto si sentì chiamare dalla voce della ragazza che lo aveva portato in quello strano universo. «Quindi TU sei Hannah!» disse Harry raggiungendola e scoprendo che era una bellissima ragazza con i capelli neri e gli occhi grigio-verdi. Era insieme a Liam e Niall, che si presentarono di nuovo. Il primo era un bel ragazzo con i capelli corti e delle rosee labbra carnose e lo sguardo intelligente; il secondo, biondo e con gli occhi azzurri, aveva un’aria molto dolce e sembrava un ragazzo in gamba. Vide che anche loro era vestiti come gli altri. Una volta salutato Harry i ragazzi ripresero a parlare con il resto del gruppetto. Il riccio fece un giro all’interno della base e, proprio come gli aveva detto Louis, ogni gruppo discuteva di un argomento diverso. Chi di libri, chi di musica, chi di politica, chi di viaggi, chi di animali e così via. Ognuno, all’interno della discussione, diceva la propria opinione in merito all’argomento e se due avevano opinioni divergenti cercavano di dimostrare le proprie ragioni, ma tutto molto pacificamente e con calma. I restanti sceglievano con chi schierarsi e chi alla fine otteneva meno sostenitori perdeva e doveva portare a termine una penitenza. Harry fece un giro da tutti. Si divertiva ma continuava a pensare a Louis e al fatto che fosse scomparso: dopo che lo aveva visto in compagnia di quei ragazzi non era riuscito più a trovarlo.  
Chiese agli altri tre se sapessero dove poteva essere ma erano tutti troppo impegnati a sostenere Liam che duellava verbalmente contro una ragazza dai capelli rossi, molto sicura di sé. Così Harry smise di cercarlo e andò a recuperare la bottiglia di champagne che gli aveva passato poco prima il maggiore. Si sedette su un tronco intorno al fuoco: aveva bisogno di riflettere su quello che era successo.
Era in mezzo a un bosco, in un campo verde accessoriato per ogni evenienza, con persone (probabilmente erano tutti ricchi, per riuscire a montare una base così completa e elegante in mezzo ad un bosco!) che si comportavano come se fosse la cosa più normale del mondo. Dopo due o tre sorsi di champagne, quando ormai i suoi pensieri avevano lasciato il posto alla curiosità per quello che sarebbe successo dopo e all’apprensione perché temeva che il ragazzo dagli occhi cielo non tornasse più, si ritrovò Louis di fianco.
«Dove sei stato?» gli chiese Harry, cercando di non sembrare troppo contento di vederlo.
«Ti sono mancato, vero?» gli rispose l’altro con un sorrisino furbo.
«No, neanche un po’» mentì il riccio: «sono stato molto bene in compagnia di Liam, Niall e Hannah. Ho avuto modo di partecipare a questo vostro gioco di opinioni e ho pure vinto una volta!»
«Non avevo dubbi.» Fece Louis senza smettere di sorridere. Aveva già intravisto la testardaggine di Harry, aveva capito che sapeva far valere le sue opinioni.
«Allora, mi vuoi dire dove sei stato?»
«Sono andato ad iscriverci.» Rispose Louis.
Vedendo che Harry era confuso, spiegò: «Ho scritto i nostri nomi per partecipare al gioco di coppia organizzato stasera dai gemelli.»
«Quello che solitamente è pericoloso ed estremo?» Harry lo fissò sbigottito.
Louis rise del suo sgomento e lo fissò a sua volta: alla luce del fuoco i suoi occhi verdi risaltavano come perle sul fondo del mare; aveva i capelli un po’ spettinati e le guance arrossate, un po’ per lo champagne un po’ per la vicinanza al fuoco: era bellissimo. Era così vero. Era contento, dolce, inconsapevole.
Un forte suono di tromba riempì l’aria. Tutti si zittirono, si alzarono e andarono verso di loro, verso il grande falò circondato da tronchi.
Due ragazzi, praticamente uguali, con uno sguardo eccitato negli occhi si alzarono in piedi e si schiarirono la voce.
«Ci siamo.» Sussurrò Louis all’orecchio del riccio, mentre i capelli ribelli di quest’ultimo gli accarezzavano la faccia.
Il riccio sorrise a quella vicinanza e decise che, se Louis era al suo fianco, si sarebbe anche potuto gettare fra le fiamme.




***

 

SPAZIO AUTRICE:
Buonsalve!
Ho visto che in ben due persone avevano trovato interessante la mia storia spastica e così, avendo già scritto il secondo capitolo, ho deciso di aggiornare!
In questo secondo capitolo avete scoperto un po' di più di questa confraternita. Mi sono ispirata ad una puntata di "Gilmore Girls" ma cambiando molto. La seconda parte sarà completamente diversa, tutto frutto della mia fantasia.
Ho inserito qualche momento Larry, vfbdibid.
Quanto mi piace scrivere di quei due, dei loro sguardi.
Non vedo l'ora di farli avvicinare ancora di più; cosa che piano piano succederà, anzi sta già succedendo come si nota dall'ultima frase.
Spero di non aver deluso le vostre aspettative!
Grazie per le due persone che mi hanno lasciato una recensione del primo capitolo e per le sette che l'hanno aggiunta alle seguite.
Non sapete quanto mi faccia piacere. :3
Beh, che altro dire?
Lasciatemi una piccola recensione, con ciò che ne pensate!
Grazie anche solo per aver letto.
Un bacio,


justme_


  
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