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Autore: LaDamaLuthien    17/08/2007    25 recensioni
Oddio. Da quando Emmett porta il pannolino?
Genere: Romantico, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emmett Cullen
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Grazie per le recensioni. Siete troppo generose. Questa storia diventa ogni capitolo più stupida…che ci volete fare, sono rimbecillita come al solito 8forse di più).

 

Sperando che vi piaccia….eccovi il capitolo!

 

 

 

*Baby Vampire – Mi si sono ristretti i vampiri*

 

 

-Ga, ga, ga!-

 

 

 

Afferrai al telefono e pregai che fosse a casa.

 

-Pronto?

 

-Mamma, perché i bambini piangono?

 

-Come scusa?

 

 

 

 

-Mamma ti prego, come si fa a far smettere i bambini di piangere?

 

-Beh, dipende da cosa hanno. Bella, tesoro…chi è che sta piangendo?

 

-I bambini!

 

-Quali bambini?- Mi chiese sconvolta mia madre.

 

-I Cullen, cioè…i bambini..

 

-I Cullen hanno DEI BAMBINI?

 

-No, non i Cullen, io in verità…

 

-TU HAI DEI BAMBINI?

 

-CATTIVA BEFANA!!!- Urlò Rosalie in contemporanea.

 

-NON SONO LA BEFANA!!!

 

Calò il silenzio.

 

Quattordici paia di occhietti neri mi fissavano sconvolti.

 

-Grazie mamma, non serve.

 

Riattaccai, mentre dalla cornetta provenivano vari epiteti come “sciagurata” e “taglio” “gli” “alimenti”.

 

Ma non avevo tempo per preoccuparmi degli scatti nervosi di mia madre. Avevo risolto la cosa della crisi di pianto e dovevo agire in fretta per trovare un diversivo che non ci riportasse al punto di prima.

 

Rose mi si avvicinò, lo sguardo altezzoso, le mani sui fianchi.

 

-Lo tai che non ci urla.

 

Ma non la stetti a sentire. Guardai compiaciuta le altre sei creaturine che mi fissavano ad occhi sgranati, senza fiatare.

 

-Allora bambini, vi va di giocare un po’?

 

Sorrisi quando partirono esclamazioni festanti di “shiiiiii” ed “evviva”.

 

In fondo, non erano poi così male quando sorridevano felici.

 

E poi, badare a sette bambini non poteva poi essere così difficile.

 

 

 

 

 

 

Un ora dopo: (ex) salotto di casa Cullen.

 

 

 

 

-E’ terribilmente difficile! Oh, dio, cosa ho fatto di male?

 

Attualmente mi trovavo legata e distesa sul pavimento in una finta ferrovia creata con coperte e cuscini. Che dire, i cuccioli di vampiro hanno molta fantasia.

 

In quel momento, una fila di vampiretti festanti mi calpestò, passandomi sopra in fila.

 

-Ciuuuuu, ciuuuuuuf!!- Urlava Alice, il capotreno.

 

-Bambini, non…possiamo…smetterla…di giocare…al prigioniero legato alle rotaie e…uhg…al trenino?

 

-NOOOOOOO!!!!

 

Rosalie, non contenta di avermi calpestata almeno una decina di volte, ci aveva preso gusto e continuava a passarmi sopra.

 

-Rosalie, cara bambina…

 

-Bella babina, bella…

 

 Sbuffai. –Rosalie, BELLA bambina, la puoi smettere di passarmi sopra?

 

-Gno, mi diverto. E poi non hai deto la parolina…

 

-La parolina?

 

In quel momento il “treno”  mi investì un’altra volta.

 

-La parolina magica.- Cinguettò Rosalie con un sorriso a sedici denti e mezzo.

 

-Per favore…?-

 

Ma in che cavolo di situazione mi ero cacciata? Stavo davvero implorando Rosalie?

Stavo davvero pregando un mostriciattolo di cinque anni, vestito D&G (perché ovviamente la nostra cara bimba si era cambiata d’abito) e con seri problemi dentali?

 

-Troppo tardi.- Rise sadicamente e tornò al suo gioco preferito: torturarmi.

 

Feci due respiri profondi. Quella situazione era già troppo disperata senza doverci anche aggiungere il piacere sadico di Rosalie.

 

Cercai di riflettere. Il trenino era ora in zona cucina e Rosalie era corsa a raggiungerlo. Avevo circa 45 secondi prima che mi investissero di nuovo e dovevo sfruttarli.

 

Rotolai su me stessa, ritrovandomi a pancia in giù. Senza aspettare altro tempo, comincia a strisciare ed arrivai al corridoio. Almeno, pensai, per un altro minuto sarei stata libera. Ora dovevo solo trovare un modo per slegare quelle corde.

 

Ma, appena alzai il volto per trovare qualche idea, mi bloccai.

 

Ai piedi delle scale, uno di fronte all’altro, c’erano il piccolo Jasper ed il piccolo Edward.

 

Sembrava stessero socializzando, perché si scambiavano un sacco di Gaaaa, Tttè, Uhuh e molti altri monosillabi dai dubbi significati.

 

Certo, la scena sarebbe stata molto commuovente per una madre o molto interessante per uno psicologo infantile, ma io non ero ne l’una ne l’altro.

 

Ero una povera ragazza presa in ostaggio da cinque bambini diabolici.

 

-Edward, Jasper, venite da Bella.

 

I due bambini si voltarono a guardarmi, nel visetto un’espressione di gioia e curiosità.

 

-Si, venite qui, mordete con i dentini le corde di Bella, eh?

 

-Ga?

 

-Ehm, mi dispiace Edward, non parlo il linguaggio dei gargarismi.

 

-Ismi, ga!- Annuì Jasper.

 

-No, no Jasper, no ga, vieni qui, vieni a liberare Bella, non vuoi liberare Bella?

 

Gattonando Edward e vacillando Jasper, i due bimbetti mi raggiunsero e risero.

 

-Bravi, ora liberate Bella, su…

 

Ma Edward, che si era seduto davanti alla mia faccia, rise e battè due volte la manina sulla mia fronte.

 

-Ga, ga!

 

-No, no Edward, niente ga ga! Libera Bella!

 

-Ga, ga, ga- ripeté felice il bambino dandomi “affettuosi” colpetti in testa.

 

Jasper rise. Probabilmente trovò divertente il gioco, perché cominciò a colpirmi anche lui gridolando i monosillabi.

 

-Ttè, tè!

 

-Cia, cia!

 

-Bastaaaa…vi prego!- oh, no. Ora stavo implorando anche loro. Possibile?

 

-Ttè!

 

-Ga, ga, ga, ga, ga, ga

 

Ok, rischiavo il trauma cerebrale.

 

-Ttè, ttè, ttè, ttè, ttè, ttè, ttè, ttè, ttè

 

-E ga, ga, ga, ga, ga, ga, ga, ga, ga, ga, ga, ga

 

-Ahhhhhh, ho capito. GAAAAAAAAA!!!!!!!

 

I due si fermarono a fissarmi, le sopracciglia alzate in una chiarissima espressione di incomprensione.

 

-Bene, se non mi capite con il linguaggio umano, forse mi capirete nel vostro…

 

Presi fiato e mi preparai. –Gaaa (indicai la corda con un cenno della testa), Ttè ttè (con le dita feci il segno di una forbice che tagliava), Ga ! (scrollai la testa per mimare l’essere l’ibera).

 

I due bambini mi guardarono per pochi secondi, gli occhi grandi concentrati sulla mia spiegazione, poi sorrisero e allungarono le mani verso le mie corde.

 

-Siiii!!! Ce l’ho fatta, siete grandi! Ma, ma che fate?

 

Anziché vedermi liberare, mi sentii trascinare verso il salotto.

 

-No…fermi!!! Vi prego…gaaaaaaa ga ttèèèèèèè!!!!

 

I bambini risero. Chissà che avevo detto.

 

-Eco la fugtitiva!- Urlò l’inconfondibile vocina rauca di Carlisle. Chissà quanto aveva urlato finora…

 

-Ripotamola alla ferovia.- proferì Esme.

 

Fu così che mi ritrovai di nuovo stesa a terra nei panni del povero cow boy in pericolo.

 

Solo che questa volta, Jasper ed Edward giocavano con la mia testa.

 

-Ho paura che mi servirà un moment…- Sospirai affranta.

 

-Act!- Concordò Jasper.

 

 

 

 

Ok, questo è quanto. XDXD Riguardo alla fine, chi l’ha capita, dico che  non è nelle mie intenzioni fare pubblicità occulta…

 

  
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