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Autore: BogartBacall    28/01/2013    2 recensioni
“Il Wizengamot, nella persona del Ministro della Magia Rufus Scrimgeour, dichiara l’imputato Lucius Malfoy… colpevole!”
Il suono del martelletto riecheggiò nell’aula e coincise con il fendente che colpì Narcissa Malfoy, nata Black, al petto, crepando il suo cuore già sofferente. Lucius, suo marito, l’amore della sua vita, l’uomo che aveva commesso un unico, tragico errore, quello di divenire seguace dell’Oscuro Signore, sarebbe finito ad Azkaban.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Narcissa Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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- Questa storia fa parte della serie 'Non si vede bene che col cuore'
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Incipit

“Il Wizengamot, nella persona del Ministro della Magia Rufus Scrimgeour, dichiara l’imputato Lucius Malfoy… colpevole!”
Il suono del martelletto riecheggiò nell’aula e coincise con il fendente che colpì Narcissa Malfoy, nata Black, al petto, crepando il suo cuore già sofferente. Lucius, suo marito, l’amore della sua vita, l’uomo che aveva commesso un unico, tragico errore, quello di divenire seguace dell’Oscuro Signore, sarebbe finito ad Azkaban.

Avrebbe voluto urlare, gridare al mondo il suo dolore, la sua frustrazione, ma non poteva. Sapeva che quella era stata una scelta infelice. Non aveva mai approvato la decisione di suo marito di farsi marchiare, aveva appena diciannove anni quando, per ambizione, era finito fra le schiere di Voldemort, attirato da quegli ideali di purezza, vendendo parte della sua anima a quell’essere malvagio e senza scrupoli. Quando l’aveva saputo se n’era andata, lasciandolo solo, in balia di quel marchio indelebile che aveva il potere di insinuarsi nel suo io più profondo, combattendo e annientando quanto di buono c’era in lui.
Perché lei, solo lei sapeva che era un uomo buono, un uomo capace di amare con ogni fibra del suo essere, ma che la vita aveva costretto ad indossare una maschera da cinico e freddo opportunista, per sopravvivere alla vergogna e al senso di colpa. Nessuno capiva, nessuno sapeva. Solo lei aveva visto suo marito cambiare, invecchiare per il peso delle sue scelte, comprarsi un posto in una società che lo guardava con sospetto. Solo lei l’aveva cullato ogni notte, dopo la caduta del suo padrone, spaventato, confuso riguardo il suo destino, finché era giunto a quella conclusione, l’unica plausibile. Si sarebbe dichiarato vittima di un sortilegio, avrebbe finto di non essere nel pieno possesso delle sue facoltà mentali mentre serviva il Signore Oscuro.
Pochi gli avrebbero creduto e anch’essi sarebbero vissuti col dubbio della sua lealtà. Meglio, comunque, una vita nella menzogna e nell’infamia, comprando il silenzio, piuttosto che perire per una causa a cui non aveva mai veramente creduto, da cui si era lasciato accecare per convenienza ed interesse.
Era vero. Lucius credeva fermamente nella necessità di una società magica composta da soli purosangue, ma mai sarebbe arrivato ad uccidere per questo. Era un opportunista, un calcolatore freddo e spietato, ma non era un assassino, Narcissa questo lo sapeva per certo. Era troppo debole, troppo spaventato per uccidere.
L’aveva appoggiato, giurando davanti all’intero Wizengamot che quello non era suo marito, che da quando era stato marchiato come una bestia non era più stato lui, arrivando persino a confidare che l’aveva lasciato, per quel motivo.
Le avevano creduto. Avevano creduto a lei e alle migliaia di galeoni che Lucius aveva donato per le cause più disparate, per lavare via la colpa e pagare la propria redenzione.

Ma ora, Lui era tornato. La sera in cui il marchio aveva ripreso a pulsare, dopo tredici anni, Lucius non aveva avuto scelta, era dovuto accorrere. Da mesi, ormai, qualcosa era nell’aria. Il simbolo della sua sottomissione era lentamente riaffiorato sul suo avambraccio, la cicatrice rimasta dopo la scomparsa del suo creatore aveva lentamente ripreso colore fino a tornare come un tempo. Lucius aveva cercato di nasconderla, di celarla, soprattutto a lei, ma il repentino cambiamento di atteggiamento, l’aggressività che aumentava in lui, la paura nei suoi occhi, avevano fatto capire a Narcissa che presto avrebbe dovuto ricominciare a dividere il suo uomo con Lord Voldemort.
Il vero presagio di sventura, però, era stata l’evasione da Azkaban della sua folle sorella. Bellatrix aveva perso il lume della ragione anni prima, nel momento stesso in cui si era votata anima e corpo alla causa del sangue puro. Ma dopo la sua prigionia era divenuta ancora più squilibrata e aggressiva. Provocava Lucius, reo di aver tradito il loro Signore, sbeffeggiandolo e insultandolo.
Quando Voldemort aveva affidato a Lucius il compito di recuperare la profezia, Narcissa capì immediatamente che c’era Bellatrix, dietro quella scelta. Sapeva che era un compito arduo, quasi impossibile. Significava introdursi al Ministero, dove Lucius era conosciuto e influente, con un altissimo rischio di essere catturati dagli auror e scoperti. Il Signore Oscuro non avrebbe mai rischiato di sua spontanea volontà di perdere quell’inesauribile fonte di informazioni riservate che Lucius rappresentava.
Come prevedibile, Lucius aveva fallito e la conseguenza era stata quella spietata, scontata condanna. Reclusione ad Azkaban a tempo illimitato, in attesa di fare chiarezza anche sulla sua posizione nella precedente guerra. Narcissa sapeva che era la pena che spettava ai Mangiamorte che non collaboravano con il Ministero e che quello non era di certo il momento migliore per mettersi a fare nomi, a meno che non si desiderasse ricevere un Anatema che Uccide in piena fronte. Tuttavia sapeva che l’animo tormentato di suo marito non avrebbe retto l’incontro con i Dissennatori, finendo per perdere quel briciolo di umanità che lei aveva strenuamente difeso e preservato in tutti quegli anni.

Voleva urlare, Narcissa, ma non poteva. Perché questa volta non era sola. Si voltò verso il ragazzo seduto alla sua destra, quel ragazzo spaventato che cercava di mantenere la testa alta, lo sguardo fiero, torturandosi la mano al cui dito medio portava l’anello con il vessillo di famiglia donatogli dal padre anni prima. Voleva essere un uomo, il suo piccolo Draco, ma era solo un ragazzo, poco più di un bambino. Gli prese la mano e la strinse forte, ricevendo in cambio uno sguardo teso. Gli sorrise, colma di quell’amore che solo una madre possiede. Sarebbe andato tutto bene. L’avrebbe preso per mano e l’avrebbe difeso, anche a costo della vita. Doveva salvare la sua innocenza, finché era in tempo. Sarebbe stata la sua ancora di salvezza, come lo era stata per suo padre.


Carissimi! Rieccomi a voi con una nuova, breve storia, ancora una volta a tema Malfoy. Fa parte della stessa serie di "Come il sole all'improvviso", di cui è una virtuale prosecuzione. Spero vi piaccia e che siate calorosi come con la precedente. A presto!
BB

   
 
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