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Autore: DarkLucifer    30/01/2013    3 recensioni
Una nuova ditta di spedizione, una ciurma di anime perdute,un nuovo implacabile nemico...l'equilibrio di potere a Roanapur sarà messo in pericolo?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo Yellow Flag era saturo di un gran silenzio, riempito però da una di quelle tensioni, che non ti limiti a percepire, arrivi quasi a toccarle con mano, gustarne l’intenso sapore, vederne i risvolti rispecchiati nei volti e nelle espressioni degli astanti.
I membri della Black Lagoon e della Hell’s Souls erano al centro della scena, oltre che della stanza, e quattro di essi erano ancora con le armi spianate, puntate ognuno sul proprio obiettivo.
Revy teneva ancora sotto tiro le due donne della Hell’s Souls, ricambiata dalla bionda in piedi alla sua sinistra; la punk, invece, teneva ancora Rock saldamente per i capelli neri, tirandoli in modo tale che il giapponese fosse costretto a tenere la gola scoperta, mentre lei ci appoggiava il grosso coltello da caccia, che ormai andava tracciando una piccola linea rossa sulla pelle di Rock.
Benny stava da parte, così teso da non potersi muovere, voltando lo sguardo come se assistesse ad una partita di tennis.
Dutch e Lucifer, i due pezzi grossi delle due compagnie, si puntavano le rispettive pistole dritte in faccia, in una posa plastica degna di un film d’azione, mentre alle spalle di Lucifer, l’irlandese si rialzava a fatica, tenendosi il naso sanguinante, ma per il resto in gran forma, per uno che è appena stato fatto volare per circa tre metri da un enorme afroamericano incazzato.
Dutch si prese tutto il tempo per parlare, valutando attentamente la situazione e osservando bene il “campo di gioco”: in ballo c’erano le vite dei suoi sottoposti ed il futuro della Lagoon, ed avrebbe usato ogni risorsa in suo possesso per distruggere quella nuova minaccia, a qualsiasi costo.
“E di cosa vorresti parlarmi, straniero?” chiese Dutch “Sai, non sono molto in vena di chiacchiere quando minacciano la vita di uno dei miei collaboratori … “.
“Se scegli degli incapaci come collaboratori, bestione, cosa ci possiamo fare?” ringhiò di risposta la punk, torcendo i capelli, e quindi la testa, del giapponese, che si lasciò sfuggire un verso di dolore “Squittisci, topolino, squittisci!” aggiunse lei con ironia e divertimento nella voce.
“Se non la pianti rivernicio la parete con le tue cervella, lurida troia!” ringhiò Revy togliendo con il pollice la sicura dalla pistola.
“Non credo, a meno che tu non voglia essere la prima donna a fumare con la fronte” rispose la bionda, spavalda.
Lucifer non intervenne durante queste battute, anzi il suo sguardo di ghiaccio non si mosse mai da Dutch, come se stesse cercando di cogliere ogni minimo particolare per studiare al meglio il nemico.
“Ebbene” disse Dutch, visibilmente spazientito “cosa vorresti risolvere? Qual è il motivo di tutta questa messa in scena? Se non mi hai ancora sparato vuol dire che non hai intenzione di farlo, quindi perché non mi dici quello che vuoi ed evitiamo il massacro di San Valentino proprio qui?”.
Lucifer abbozzò un sorrisetto soddisfatto, come se tutte le parole dette da Dutch rispecchiassero perfettamente le sue aspettative e rispose: “Devo farvi i complimenti, signori, a tutti quanti. Meritate la fama che vi precede” disse con orgoglio “Ma … ” ed in quel momento la sua espressione cambiò, e scese un gelo sui suoi occhi, una decisione che il capo della Lagoon aveva visto poche volte nella sua vita: quello era un uomo che non conosceva la parola ripensamento o paura, e che avrebbe fatto di tutto per assecondare i suoi scopi.
“Il motivo della nostra chiacchierata improvvisata è lo stesso che mi ha spinto a raggiungere questa terra con queste anime nere che vedi qui. Signor Dutch, questa è casa mia,ora. Sono spiacente, ma se ci ostacolerete, verrete distrutti senza rimorsi.” Fece una pausa dopo quelle parole, come se pensasse attentamente a scegliere con cura le parole successive “Volevo conoscerti di persona, perché non c’è onore nel distruggere un nemico con la tua fama senza misurarsi in campo aperto. Non ho mai nemmeno preso in considerazione l’idea di chiederti di arrenderti, sottometterti o scappare come gli altri cani, so che non lo faresti mai ... in fondo, io e te siamo molto simili”.
Dutch sorrise sornione, ed alzò il capo in un impeto d’orgoglio:
“Uguali dici? Non penso proprio. Tu sei un soldato, pieno fino al midollo delle tue cazzate sulla sportività e l’onore. Io sono un mercenario. Ho mandato a fanculo l’esercito e tutti i suoi sissignore e nossignore: vivo questa vita perché è la cosa che so fare meglio e voglio farlo come capo di me stesso.
Ora tu vieni qui, nella mia terra, e pretendi, facendo cagare sotto due clienti e facendo queste scenate da film western di seconda categoria di impressionarmi? Beh, bello mio, hai sbagliato persona con cui scherzare. Se vuoi farmi andare via da qui dovrai armarti di ben altro che di frasi ad effetto ed una striminzita m92 per fermare il grande Dutch e la Black Lagoon Society!” La voce dell’uomo risuonava forte e decisa nel locale silenzioso “Credi d’impressionarmi, Lucifer? Con quel nome da checca e i tuoi degni compari? Ti sbagli di grosso! Vuoi ucciderci qui in questo bar? Sono pronto a portarvi tutti con me. Ti farò volare via come ho fatto con la checca dietro di te!”
L’irlandese digrignò i denti e mosse qualche passo verso Dutch, accecato dal furore, ma Lucifer allargò il braccio verso di lui, imponendogli di fermarsi.
Gli occhi del capo della HSC brillavano di una luce di sfida: si vedeva che le parole di Dutch avevano stimolato la sua voglia di competizione.
“Daya, Knall, ritiratevi. Con calma. Sono sicuro che il signor Dutch voglia come me uno scontro in piena regola, e non certo una volgare rissa da bar a questa maniera. Daya, non fare del male a quel ragazzo, sono certo che la signorina tatuata vi creerebbe non pochi problemi, se decidessi di … agevolargli il respiro”.
Revy e Daya emisero al contempo lo stesso verso di stizza, entrambe scontente di non potersi scannare seduta stante, come due leoni voraci.
La punk ritirò il coltello e spinse malamente Rock verso Revy, portandosi velocemente di fianco alla bionda, che teneva ancora Revy sotto tiro.
Rock si fermò a pochi centimetri da Revy e la guardò massaggiandosi il collo e tamponandosi il rivoletto di sangue che usciva dalla piccola piaga che il coltello aveva aperto poco sotto il pomo d’Adamo.
Il ragazzo guardava la collega di sempre con un sorriso mesto, colpevole, felice però di aver evitato che quella Daya la ferisse; quando però alzò gli occhi, Revy scambiò uno sguardo con lui, e gli occhi della donna erano lucidi e pieni di agitazione: Rock si spaventò perché era lo sguardo più emotivo che Revy avesse mai avuto.
Improvvisamente, Revy sembrò riprendersi da quel momento di debolezza, e una fredda rabbia scavò i lineamenti della ragazza, sconvolta per quella carica emotiva, e sbraitò, rivolgendosi a Dutch:
“Vuoi davvero lasciarli andare così, capo? Con tutti i problemi che potrebbero causarci, dovremmo approfittarne!” detto questo puntò con decisione le Cutlass verso le due donne, stranamente calme e apparentemente padrone della situazione.
“Ferma, socia!” disse Dutch con calma “Non sottovalutarli. Ci saranno altre occasioni per far piovere sangue e piombo su questi novellini di Roanapur. Lasciali andare, ora”.
“Ben detto signor Dutch” annuì soddisfatto Lucifer, abbassando l’arma con cautela ed avviandosi piano verso la porta, seguito dall’irlandese che, stranamente zitto e con la testa bassa, seguiva il capo senza commentare, ma guardando Dutch con uno sguardo omicida.
Quando però Lucifer passò di fianco a Dutch, i due si guardarono negli occhi e Lucifer aggiunse:
“Non ci sarà più spazio per la pietà, d’ora in poi: se non vuoi perdere uomini, mandali via. Approfitterò di ogni debolezza che troverò per distruggere te e quella ragazzina che ti porti dietro. So che farai altrettanto.”
“Non chiedo di meglio” disse Dutch risoluto, abbassando l’arma ma mai gli occhi, non spostando il suo sguardo da quegli occhi di ghiaccio.
La HSC si era dileguata nel buio della sera tarda di Roanapur in pochi secondi, e Dutch rilasso i muscoli fino a quel momento tesi e pronti all’azione.
Benny, invece, preso da chissà che pensiero, velocemente s’incamminò verso il punto in cui l’irlandese era atterrato e, dopo qualche momento di ricerca, riemerse con quello che sembrava un dispositivo nero USB in mano.
“Guarda, Dutch! L’ho notato quando quel bulletto è caduto. Non è da escludere che lo abbia fatto cadere volutamente, ma c’è sempre la possibilità che sia qualcosa d’importante, non credi?”.
Dutch rinfoderò la pistola ed osservò la chiavetta con aria critica.
“Non è gente che fa cose con leggerezza, Benny. Controlliamo cos’è questa cosa, ma facciamolo su uno dei tuo PC di riserva.”
“Era esattamente quello che pensavo io. Rientriamo subito, conviene giocare d’anticipo!”.
“Non potrei essere più d’accordo con te, visti gli avversari che abbiamo da affrontare!” ne convenne Dutch “Forza squadra, andiamo. Revy, Rock. ”
Rock si incamminò, ma si fermò in fretta, perché Revy restava ferma, con lo sguardo sul terreno e le mani, ora libere dalle Cutlass riposte, erano strette con forza, tanto che le nocche che spuntavano dai guanti senza dita erano bianche.
“Dutch” disse con voce sepolcrale “va’ con Benny, io e Rock non ci intendiamo molto di quel genere di cose, ed io devo scambiare due parole con lui.”
Dutch la guardò negli occhi, e vide che lo sguardo che aveva era molto simile ai suoi momenti di “febbre di Whitman”, quindi optò per assecondarla.
“Ok, socia, ma vedi di non essere … avventata. E’ il periodo sbagliato per colpi di testa, e mi serve la mia pistolera, al 100%. Andiamo, Benny”.
I due si avviarono verso l’uscita, ben consci che quella sarebbe stata una lunga notte, per studiare a fondo una strategia vincente, mentre Revy e Rock restavano nel bar che piano piano riacquistava la consueta e relativa calma, anche se tutti gli avventori rimasti parlavano degli avvenimenti e Bao ringraziava il cielo che il bar fosse ancora in piedi.
 
 
***
 
Balalaika era seduta alla sua scrivania e spulciava vecchi comunicati del comando centrale di Mosca alla ricerca di informazioni utili sulla situazione contingente, quando un lieve bussare interruppe il turbinio dei suoi pensieri.
“Avanti” disse lei
Boris entrò nello studio con dei voluminosi dossier in mano: “Ecco Capitano, questi sono arrivati poco fa da Mosca, e sono già riuscito a farmi un’idea ben precisa degli stranieri. E’ tutto qui dentro”.
“Forza allora, dimmi chi abbiamo davanti”.
“Molto bene” Boris aprì il primo dossier “Il primo componente della Hell’s Souls Company è Mike Driller, alias Neil O’Driscoll.
Nasce il 19 marzo 1972 a Belfast, terzo figlio di una famiglia cattolica. E’ ricercato dalla polizia nord irlandese per l’omicidio di un orangista in una rissa.
Fugge grazie al padre e al fratello maggiore, entrambi legati all’IRA; l’associazione gli fornisce la nuova identità di Neil O'Driscoll e lo spedisce negli USA, dove si laurea con lode in informatica ed inizia a lavorare per la NeXT computer nel ’95.
Ma l’FBI lo rintraccia e cercano di reclutarlo, vista la notevole attività di hacker che conduce.
Lui però riesce a sfuggire all’Intelligence e scappa a Cuba, per poi darsi alla macchia in diversi stati, lavorando saltuariamente in vari paesi come Libia ed Iraq, sempre distinguendosi per le sue doti informatiche.
Ha un profilo caratteriale di aggressività e propensione per i disordini e le risse; mi permetto di aggiungere che lo considero l’elemento meno problematico del gruppo”.
“Il secondo componente del gruppo è Sarah Mayer, nata il 26 febbraio 1977 a New York, in una famiglia di origine tedesca. Entra a far parte dell’esercito dopo la dipartita del fratello maggiore, pilota dell’aviazione americana, morto in Somalia durante la battaglia di Mogadiscio.
E’ un ex sergente della Special Force, cecchino di discreta fama con trentaquattro bersagli confermati in servizio. Potrebbe tranquillamente competere con i nostri uomini.
Inoltre, a giudicare dai suoi brillanti risultati accademici, sembra anche avere una mente notevole.
Dopo aver servito in Afghanistan ed in Iraq, lascia l’esercito ed entra in società con l’altro membro Maria Wellington. E’ senza dubbio un elemento da tenere d’occhio.”.
“L’altra ragazza nasce il 18 marzo 1976 a Londra, figlia di un ufficiale inglese, sposato con una donna appartenente ad una facoltosa famiglia di origine indiana.
Prima del suo corso, diventa caporale delle S.A.S., specializzata nel corpo a corpo e famosa per la sua abilità di incursore.
Partecipa alle operazioni per la presa di Kabul e nell’Operazione Enduring Freedom, ricevendo una nomina per la Victoria Cross, non ottenuta a causa delle sue dimissioni dall’esercito.
Come già detto, lei e la Mayer fondano una piccola società di mercenari.
Anche lei come l’irlandese è una testa calda, ma anche un’esperta nel suo campo assolutamente da non sottovalutare.”.
Dopo una piccola pausa, Boris prese il dossier più corposo di tutti, e riprese:
“Per quello che riguarda il capo dell’organizzazione, ho avuto molte difficoltà a reperire informazioni attendibili, ma grazie agli sforzi dei nostri informatori a mosca, siamo riusciti a risalire al suo fascicolo nel cuore degli archivi della Lubjanka.
Il nostro uomo è Adrian Afanasy Lyutsichov, cittadino sovietico nato ad Asgabat l’8 gennaio 1969”.
Balalaika serrò i pugni e strinse gli occhi, visibilmente irritata da quell’ultima informazione, ma non intervenne, così Boris riprese:
“Suo padre era un pilota dell’esercito sovietico, mentre la madre una studentessa di origini Turkmeno-Afghane. Dopo la morte del padre in Afghanistan e della madre per una polmonite, entra in un collegio militare e viene spedito volontario in Afghanistan nell’87.
Sei mesi dopo la sua unità cade in un’imboscata e di lui si perdono le tracce, finché il KGB, nel 1988, scopre che combatte al fianco Ahmad Shāh Massoūd“il leone del Panjshir”, con il suo famigerato nome di battaglia: Lyutsifer.
Con la fine dell’occupazione sovietica e la guerra civile aiuta la famiglia materna ad attraversare il confine e da qui si perdono le tracce. Da qui l’FSB registra i suoi movimenti scovandolo in Armenia nel'92, Cecenia nel '94-96 e Nagorno Karabakhnel 1998. Fino al settembre 2001 addestra unità paramilitari indiane in Kashmir, e da qui passa di nuovo in Afghanistan dove, dopo la morte di Massoūd, guida le forze dell’Alleanza del Nord collaborando con gli americani durante l’invasione, dopodiché fa di nuovo perdere le sue tracce.
Ci sono voci influenti che dicono che sia legato a molte organizzazioni segrete, tra cui la CIA, da cui trae le sue molte informazioni.
Abbiamo già sentito parlare di lui, Capitano: è noto per non avere pietà per gli Spetznas ed i russi in generale, in sintesi anche da solo rappresenta un problema che va’ distrutto alla radice, o non ci procurerà altro che guai, signore”.
Balalaika si alzò, prendendo la foto di Lucifer dal dossier ed osservandolo con attenzione.
All’improvviso, disse:
“Compagno Sergente, non intendo radere al suolo subito la città per questo motivo, ma ti devo confessare che sono terribilmente urtata da questo personaggio” mentre diceva queste parole, piano piano stringeva la foto nel palmo, con furia “Questo piccolo ratto traditore del suo stesso paese è ancora peggio dei politici, per me, e sai quanto io li detesti.
Non merita alcuna considerazione o rispetto da parte nostra, e per questo vorrei che dicessi ai nostri soldati che lui dovrà essere chiamato “L’afghano” da tutti noi, senza esclusione, e tutte le sue imprese non devono essere un motivo di rispetto per lui!”.
“Certo, capitano!”
“Ora, Boris, avvisa i capi delle varie organizzazioni che voglio un incontro con tutti loro per fare fronte a tutta questa vicenda, e che ogni aperto favoreggiamento per la HSC verrà valutato come
una dichiarazione di guerra contro l’Hotel Moscow stesso! Voglio che i soldati si preparino, perché se la Black Lagoon non riuscirà a far fronte al problema, entreremo in guerra, contro la nuova organizzazione e contro chiunque la spalleggi. Sono stata chiara?”
“Cristallina, Capitano! Eseguo!” detto questo uscì, lasciando Balalaika ad osservare il cielo di Roanapur.
Nubi nere lambivano le coste, le stesse nubi che la russa vedeva nel futuro della città.
“Non mi farò spaventare dal primo pezzente sbucato dal nulla” penso con rabbia la signora della guerra “Metterò a ferro e fuoco la città se dovrò, per ricordare a tutti che l’Hotel Moscow non teme nessuno, primi fra tutti i traditori del mio paese!”
"Dutch" pensò poi, dopo una piccola pausa "ho piena fiducia in te, non deludermi ..."
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
L'angolo dell'autore:
Ehi gente! =)
Un capitolo molto tecnico, non c'è che dire. Qui devo fare un gran ringraziamento al mio storico Lilius, che ha personalmente stilato tutti i dossier dei personaggi curando splendidamente i dettagli!
Metto qui di seguito le note sui termini militari o i fatti storici citati per coloro a cui potessero interessare!
 
-          Strage di San Valentino: massacro compiuto a Chicago il 14 febbraio 1929, mediante il quale gli uomini di Al Capone presero il controllo della tratta di alcoolici nella città di Chicago.
 
-          Ira (Irish Republican Army): era un'organizzazione militare nata dai Volontari Irlandesi (Irish Volunteers), che nel 1919 il Dáil Éireann riconobbe come esercito della Repubblica Irlandese
 
-          NeXT Computer: società fondata nel 1985 da Steve Jobs. L'obiettivo della società era di avviare una nuova rivoluzione del campo dell'informatica.
 
-          S.A.S.: Special Air Service, Forze Speciali paracadutisti britannici.
 
-          Victoria Cross: la più alta onorificenza militare assegnata per il valore "di fronte al nemico" ai membri delle forze armate di alcune nazioni del Commonwealth e di alcuni territori dell'ex Impero britannico.
 
-          FSB (Federal'naja služba bezopasnosti): è il servizio segreto dellaRussia, erede del KGB sovietico.
 
-          Lubjanka: è il nome con cui è noto un palazzo di Mosca, celebre per essere sede dei servizi segreti sovietici prima e russi poi.
 
Alla prossima!!
 
 
  
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