Anime & Manga > Inazuma Eleven
Segui la storia  |       
Autore: Maugrim    30/01/2013    8 recensioni
Il Football Frontier è appena terminato con la vittoria della Raimon, la squadra neo-emergente che ha sbaragliato tutte le più temibili squadre della nazione.
Tuttavia Capitan Endou e i suoi allegri compari non fanno in tempo ad esultare che una nuova minaccia si presenta all’orizzonte: gli alieni hanno deciso di conquistare la terra…giocando a calcio.
Storia vecchia e conosciuta…o no?
[Storia a OC]
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Quando quella strana dottoressa l’aveva fatta chiamare, Megumi si era molto scocciata; si era lamentata, si era innervosita, ma non si era rifiutata. Chiunque su quella stramaledetta nave sapeva cosa succedeva a rifiutare qualcosa alla dottoressa Frion, e di certo non era qualcosa di innocente come un calcio nel sedere.
Così, dopo un buon numero di improperi, imprecazioni e bestemmie, si era arresa ed era accorsa al richiamo della signorina, benché la sua testa stesse fumando più di un vulcano firegoniano.
Non c’è da stupirsi quindi che la sua battuta d’esordio in questa storia fu qualcosa di molto simile a un “Mi cercava?” ma lasciava intendere un ben diverso: “Cazzo vuole?”, cosa che le guadagnò un’ occhiataccia da parte della dottoressa Frion, portandola molto vicina dallo scomparire precocemente dalla trama dopo essere appena entrata in scena.

-Siediti- le ordinò la dottoressa indicandole una sedia in modo sconsolato. Con noia si tolse gli occhiali dal viso per stropicciarsi gli occhi, cominciando un discorso che sembrava imparato a memoria.
-Sei stata convocata qui in seguito ad avvenimenti che hanno portato allarme nella base e che sono noti a tutti. Tuttavia quello che stai per sentire è assolutamente riservato e confidenziale; se divulgherai queste informazioni sarà a tuo rischio e pericolo.- la ragazza non accennò a intervenire, quindi proseguì – per ordine del nostro Comandante ho esaminato e selezionato quindici elementi per una missione di estrema importanza da svolgersi sulla superficie del pianeta Terra, in particolare in Giappone.- con un movimento delle dita fece apparire in mezzo alla stanza l’ologramma di un umano adulto dalla pelle scura e gli occhi neri.
-Questo è Zaizen Sousuke, il primo ministro giapponese. Questa mattina degli individui sconosciuti ,che affermano di provenire dal pianeta Aliea, hanno attaccato il parco Narashika durante una cerimonia di pace ed hanno rapito quest’uomo. Il tuo compito…
-E’ trovarli, salvare quest’uomo e sconfiggerli una volta per tutti- la interruppe con un ghigno.
-No – Megumi sollevò un sopracciglio – il tuo compito sarà sorvegliare sua figlia, Zaizen Touko.
L’ologramma dell’uomo scomparì per lasciar posto ad una figura più piccola: una ragazzina con gli occhi azzurri e vaporosi capelli color corallo. Megumi fece una smorfia schifata: doveva fare da baby-sitter ad un’insulsa ragazzina! Per quale motivo era così importante?- la donna le rispose subito, come a leggerle nel pensiero
-Il perché di questa missione è strettamente riservato e se anche non fosse, dubito che riusciresti a capire. Ti basti sapere che la sua sopravvivenza è di vitale importanza per il futuro della flotta e questo è tutto. Domande?- chiese svogliatamente, massaggiandosi stancamente il collo. Quello che più faceva imbestialire Megumi era il fatto che quella donna la considerava così insignificante da scoprirsi di fronte a lei. Strinse i pugni fino ad infilare le unghie nella carne, ma la sua espressione non cambiò di una virgola: quella donna l’avrebbe pagata con gli interessi.
-In effetti ne avrei una- ammise guardandola con un sorrisetto – credete davvero che sarebbe un compito adatto a me? Voglio dire, immagino che su questa base ci siamo moltissime persone dalla intelligenza limitata più adatti a una missione come questa: persone come lei, ad esempio, non certo come me. Ovviamente deve aver commesso un errore.- fece un sorrisetto di sufficienza.
-Ovviamente- rispose la donna con un sorriso ancora più largo. Diede una rapida occhiata alle sue carte, talmente rapida sembrò averle a malapena sfogliate
-In effetti è così. C’e stato uno sbaglio. Non abbiamo bisogno di una persona con le tue limitate capacità. Puoi andare.-
Il sorriso di Megumi svanì, lasciando posto a un’espressione impassibile. Senza dire niente si alzò di scatto e se ne andò, definitivamente furibonda.
Per tutto il tragitto verso casa non fiatò, tuttavia nella sua mente stava inveendo come una pazza furiosa contro la dottoressa Frion. Decisamente non era abbastanza lucida per rendersi conto che in tutta quella situazione c’era qualcosa di strano: tutti sapevano che la Frion non faceva mai niente a caso e che non commetteva mai errori; se l’aveva convocata era perché voleva qualcosa da lei e non l’avrebbe mai lasciata andare senza averlo ottenuto. Le uniche possibili soluzioni erano due: o aveva ottenuto quello che voleva senza neanche che Megumi se ne accorgesse, oppure non le importava che lei fosse o meno d’accordo. Quando infine se ne rese conto, fu troppo tardi.
Qualcosa la colpì alla testa, poi il buio.
-Ehi. Ehi! Sveglia!
La prima cosa che sentì furono i lievi colpetti sulle guancie, poi udì cinguettio di uccelli e frusciare di foglie. Quando alla fine aprì gli occhi, seppur a fatica, vide cielo azzurro, nuvole bianche e due inquietanti occhi gialli che la fissavano insistentemente.
-Ah! Ti sei svegliata finalmente!
A fatica Megumi si tirò a sedere, massaggiandosi la testa dove riusciva a sentire distintamente un bernoccolo.
-Dove sono? –fu la prima cosa che disse, prima di rendersi orribilmente conto che c’era qualcosa che non andava: dov’era finita la sua meravigliosa carnagione verde pallido? I suoi capelli corvini?
-Quando avrai finito di rimirarti fammi un fischio. Vuoi anche uno specchio per caso?
Megumi era troppo sconvolta per rispondere a tono, continuava ad esaminarsi: si girava, si toccava, si controllava. Era completamente diversa.
-Ma che…?
-Come ben sai gli umani stanno affrontando una minaccia aliena proprio adesso. Dubito che vedersi arrivare una fanciulla dalla pelle verde possa fargli piacere.- rispose sarcastico il ragazzo, poi si indicò l’orecchio - hanno modificato il tuo traduttore in modo che tu possa mantenere un aspetto più umano mentre siamo qui. Non ti conviene togliertelo o tornerai al tuo vero aspetto.- Megumi, che stava portando subito la mano al lobo, la riabbassò.
-Che cavolo sta succedendo?
-Non te l’hanno detto? Siamo stati assegnati come scorta a Zaizen Touko, anche se non ho la più pallida idea del perché, ma d’altronde quelli non perdono certo a spiegare le cose a gente come noi!
Finalmente Megumi capì tutto: l’avevano rapita e portata sulla Terra! Ecco perché quella donna l’aveva lasciata andare! La Stronza non aveva bisogno di dare spiegazioni: vedendo che non collaborava l’aveva portata sulla Terra di peso.
-Il mio nome è Furetsu. Beh in realtà non è il mio vero nome, è un nome in codice. Il mio vero nome non hai bisogno di conoscerlo visto che qui non potresti usarlo, ma se proprio insisti potrei anche dirtelo, eh!- ma la ragazza non lo ascoltava già più.
“Come ha osato? Come ha osato? Ma se crede che starò al suo gioco…” strinse i pugni più forte che poteva, frustrata.
-EHI!- una voce femminile richiamò la sua attenzione, mentre da dietro un cespuglio spuntò una testa; Megumi la riconobbe subito: era la ragazzina che avrebbero dovuto proteggere.
-Si può sapere che combini nuovo arrivato? Nel caso non te ne fossi accorto siamo nel mezzo di un’emergenza!- indossava lo stesso completo nero che indossava Furetsu, ma che lei portava quasi con fierezza.
-Perdono! Perdono! –rispose l’altro ragazzo portandosi una mano dietro la testa.
-Chi è lei? –chiese la bambina guardando Megumi sospettosa. Lei restituì l’occhiata.
-Lei? E’ mia sorella!
-Cosa?
-COSA?
-Mia sorella! Era qui per vedere la statua del cervo, così l’ho fatta passare di nascosto, ma nel caos provocato dagli alieni l’ho persa di vista. Per fortuna eccola qui!- le diede una poderosa manata sulla schiena, come a voler dimostrare che fosse realmente presente.
-Non vedo molta somiglianza- commentò Touko.
-Cosa?- esclamò teatralmente Furetsu –ma non vedi che i nostri nasi sono praticamente identici?!
Touko li fissò entrambi per qualche secondo, poi sospirò.
-La cosa più importante adesso è ritrovare quegli alieni. Al resto penseremo poi. Venite con me.
Furetsu prese la “sorella” sottobraccio e la trascinò dietro a Touko.
-Sorella? – sibilò Megumi a bassa voce
-Dovevo pur inventarmi qualcosa! Dall’alto non mi hanno lasciato molte istruzioni e considerato il fatto che non avrebbe dovuto vederti nessuno non migliora le cose. A proposito, com’è che ti chiami? – le parlò tutto d’un fiato e la guardò negli occhi solo per quell’ultima domanda –Intendo il tuo nome in codice.
Ci pensò un momento, ma l’unico nome terrestre che riusciva a ricordare era…
-Eris- Furestu annuì, dopodiché spostò la sua attenzione verso qualcos’altro: seguendo Touko erano arrivati ad un piccolo ponte semidistrutto, oltre il quale stava un gruppetto di ragazzini vestiti di giallo e di blu.
-Noi non siamo alieni! –continuavano a ripetere.
-Allora li avete trovati?- esclamò Touko rivolgendosi ad un gorillone vestito come lei. Quando si fu avvicinata, un marmocchio con una fascia arancione in testa si rivolse a lei.
-Vi state sbagliando. Noi non siamo alieni! Siamo una squadra di calcio, la Raimon!
Touko li squadrò per bene e anche Eris, appena sentito nominare il calcio, apparve interessata.
-Abbiamo vinto da poco il Football Frontier e siamo…
-E’ inutile che ci racconti bugie- lo interruppe la bambina con un sorrisetto –quel pallone è la prova della vostra colpevolezza.
Il pallone in questione era uno strano pallone da calcio nero depositato poco più in là. Furetsu strattonò leggermente la maglietta di Eris per attirare la sua attenzione.
-Ho ricevuto ordine di prendere il pallone per spedirlo alla base- le sussurrò nell’orecchio, lei annuì.
-Ma ci prendete in giro?! Non è nostro, lo abbiamo trovato nel fiume! In che lingua ve lo devo dire!- urlò il tipo con la fascia.
-Noi siamo dei normalissimi terrestri!
-Secondo me vi manca qualche rotella!
-Quali parti di noi vi sembrano aliene, sono curioso di saperlo!- tutti i ragazzini si stavano scaldando uno dopo l’altro, ed in effetti Eris non avrebbe potuto dargli torto: quei ragazzi erano così umani che stava cominciando a domandarsi se tutti quegli energumeni in nero non avessero dei problemi alla vista.
-Tu ad esempio sei così brutto che devi essere per forza un alieno- Furetsu invece si stava divertendo.
-Che cosa hai detto?
-Vi avverto, più tentate di negare l’evidenza, più crescono i sospetti su di voi.
-Ma quali sospetti, non vedi che siamo dei ragazzini?
-Non mi inganni, siete alieni!
-Ti sbagli, non lo siamo!
-Lo siete eccome!
-Non lo siamo!
Ormai la situazione stava raggiungendo i limiti dell’assurdo: il suo compagno alieno non riusciva più a trattenersi dallo scoppiare a ridere, e anche lei aveva dei problemi a mantenere il suo solito auto-controllo. Le due fazioni si stavano guardando in cagnesco, quando Touko se ne uscì con una strana proposta.
-Va bene. Ti darò l’opportunità di dimostrare che non siete alieni.
-Finalmente! E’ quello che volevo chiederti!- esclamò il fasciato.
-Faremo una partita di calcio. Se riuscirete a batterci allora dimostrerete che non siete alieni!
-Ci sto!
E così, nonostante l’assurdità della cosa, i vari gruppi si spostarono in un campo da  calcio.
-Scusa Touko-la chiamò Furetsu quando raggiunsero il campo.
-Dimmi
-Non dovrebbe essere il contrario? Voglio dire, a maggior ragione degli alieni vincerebbero senza alcuna difficoltà, quindi non capisco come possano dimostrare di essere umani! – le chiese, dando voce anche ai pensieri di sua “sorella”.
-Vedi Furetsu, quei ragazzi non sono alieni- rispose Touko candidamente – sono la Raimon, la più forte squadra di calcio del paese.
-CHE?! Ma allora perché…?
-Non potevo farmi sfuggire l’occasione di giocare contro di loro! – e, ghignando, si spostò verso la sua posizione.
Eris dal canto suo era stranamente sorpresa: quella Touko era meglio di quanto pensasse. Tuttavia ciò non toglieva che era una marmocchia e che il suo ruolo non era diverso dal fare la babysitter, quindi tanto valeva rendere la faccenda un po’ più interessante.
-Voglio giocare anche io!- esclamò d’un tratto. La ragazzina le diede un’occhiata veloce prima di rispondere.
-Abbiamo tutti i giocatori che ci servono. Se avremo bisogno di sostituire qualcuno…
-Ho detto che voglio giocare. – insistè con un ghigno –sono brava, gioco fin da bambina. Con me in campo quei ragazzini non avranno speranze!
-In che ruolo giochi?- le chiese la bambina dopo averla fissata un po’.
-Centrocampo. Anche in attacco quando capita.
Le due si fissarono intensamente, quasi a sfidarsi. Alla fine Touko sorrise allegra e le indicò il campo.
-Prego. Ma ti avverto: se rallenterai il nostro gioco allora verrai buttata fuori, chiaro?
-Chiaro!
Furetsu la vide entrare in campo e le fece un enorme sorriso.
-Allora giochi anche tu, eh?
-Ovvio- rispose Eris con un ghigno.
-Fai attenzione perché potresti trovarti in difficoltà con il tuo nuovo corpo – la avvertì, ma lei non capì quello che intendesse dire fino all’inizio della partita.
Nei primi minuti di gioco fu subito chiaro che le due squadre si equivalevano nonostante l’inferiorità numerica e fisica degli avversari. Tuttavia, se quello che diceva la ragazzina era vero, allora la più forte squadra Giapponese non era poi un granchè.
Furestu era un bravo attaccante, veloce e preciso nei tiri, anche se non era ancora riuscito a segnare una rete al portiere della Raimon che sembrava insuperabile.
Touko era un abile difensore e una giocatrice in gamba e il fatto che continuasse volontariamente a provocare gli avversari le faceva guadagnare punti agli occhi della sua “baby-sitter”
Eris invece non era ancora riuscita a toccare un pallone, ma era certa che appena si fosse presentata l’occasione avrebbe fatto faville. Purtroppo non si era ancora resa conto di quanto il suo corpo fosse cambiato: era come se la sua mente non riuscisse a dare i comandi al corpo abbastanza in fretta, e così la sua velocità di reazione era notevolmente diminuita.
“Che mi sta succedendo?” si chiedeva esasperata. Guardò verso Furetsu che per tutta risposta le lanciò un’occhiata come per dire “ti avevo avvertito”.
-Dannazione!
Nel secondo tempo la squadra avversaria si presentò in campo schierando solo 7 giocatori.
-Beh, che razza di scherzo è? Si può sapere che volete fare? –sbottò Touko ad uno dei giocatori, quello con il mantello e gli occhiali.
-Non è uno scherzo, è una tattica- rispose lui, anche se sembrava decisamente poco convinto.
Anche se la cosa poteva sembrare assurda, quella “tattica” portava grandi benefici al gioco di squadra della Raimon, che sembrava giocare molto meglio di prima. Bastò poco a Eris per capire il perché.
-Guarda là- indicò a Furetsu i tre giocatori rimasti fuori dal campo: erano stesi su un telo azzuro, pieni di cerotti e borse del ghiaccio.
-Ahhh. Capito! Visto che erano infortunati non rendevano al meglio delle loro possibilità, così l’allenatrice li ha tenuti fuori.- esclamò con un sorriso –mica male la signorina!
-Vero, questo non toglie che siano solo in sette per coprire tutto il campo- ghignò l’aliena –pochi minuti e saranno distrutti.
Contrariamente alle sue aspettative invece, la Raimon si battè egregiamente per lungo tempo, così il risultato rimase sullo 0 a 0 fino a pochi minuti dalla fine, tanto che persino Eris dovette ammettere che non erano poi così scarsi. Soprattutto quando, per parare un tiro combinato, il portiere eseguì una parata davvero spettacolare che lasciò tutti a bocca aperta.
-E quello cos’è?
-La chiamano Hissatsu. Sembra che gli umani siano in grado di produrre grandi quantità di energia per sé stessi, cosa che sfruttano nello sport, ma non pensavo a qualcosa di questa portata! – rispose rapido Furetsu con un fischio di ammirazione.
Non ebbero il tempo per indugiare oltre, perché il portiere aveva rilanciato il pallone e stava rapidamente correndo verso la porta avversaria, per lo stupore di tutti.
-C’è rimasto il tempo per un’unica azione!- strillò il cronista, spuntato ad inizio partita da chissà dove- la Raimon è in posizione per la tecnica detta The Phoenix!
-Ci penso io a fermarli!- esclamò Touko portandosi sulla loro traiettoria. Ma gli avversari avevano previsto la sua mossa perché, con un sorrisetto, passarono la palla al loro attaccante che, con un' altra Hissatsu, calciò la palla in rete senza che il portiere avesse l’occasione di fare alcunché.
Tutta la squadra, ma soprattutto i due veri alieni, erano sbalorditi: quei ragazzini erano riusciti a vincere contro undici giocatori quasi tutti adulti, pur essendo solo in sette.
-Ammetto la sconfitta- commentò Touko, serena –e riconosco che la Raimon è la squadra più forte in circolazione!- frase che mise in imbarazzo il capitano della Raimon, prima che si rendesse conto di quello che la ragazza aveva appena detto.
-Eh? Non ho capito, puoi ripetere quello che hai detto?
-No, hai capito benissimo. Sapevo fin dall’inizio che eravate la famosa Raimon, vincitrice del Football Frontier- ammise candidamente.
-Confermo.- aggiunse Furetsu da poco lontano.
-Ci hai sempre preso in giro quindi?!- chiesero in coro, suscitando l’ilarità di alcuni (due).
-Perché l’hai fatto? Ma si può sapere chi sei?
-Il mio nome è Touko Zaizen, figlia del primo ministro Zaizen!
-EH? La figlia del primo ministro?- ormai il capitano aveva una faccia sempre più sconvolta.
-Proprio così! Non te l’aspettavi eh?- Rispose Touko allegra; un secondo dopo si fece seria – gli alieni hanno rapito mio padre e io voglio salvarlo, e per questo desidero avere alleati forti come voi.
-Fingevi di crederci alieni per costringerci a giocare!
-Esatto. Scusate per la recita.
-Ma figurati! Non devi scusarti!- la ragazzina annuì, sollevata.
-Forse voi siete gli unici in grado di battere gli alieni! Se mi aiuterete e giocheremo insieme riuscirò a salvare mio padre!
-Puoi contare su di noi! Non è vero ragazzi?
-SI!
-A proposito- continuò il ragazzo –io mi chiamo Endou Mamoru! – e con un sorriso le tese la mano.
-Piacere di conoscerti Endou- rispose Touko stringendola.
-Io invece sono Furetsu!- esclamò chiassoso l’alieno, intromettendosi tra i due – e questa è mia sorella Eris!- e la indicò con una bella botta sulla schiena, alla quale la ragazza rispose con una velata occhiataccia.
-Anche noi vogliamo combattere gli alieni! Non è che possiamo unirci a voi?
Touko lo guardò male, ma nessuno fece in tempo a rispondere che il grande schermo alle loro spalle si illuminò.
-Salute a voi cittadini terrestri. Credo che ormai riconosciate la mia voce.- era la voce di Reize, il capitano della Gemini Storm.- siamo approdati sul vostro pianeta dopo un lungo viaggio per darvi una prova della nostra forza e potenza. Contrariamente a quello che molti di voi pensano, non siamo venuti fin qua per portare distruzione. Tuttavia attraverso il calcio vi dimostreremo la nostra schiacciante superiorità!


Tana del Lupo ~

Eccoci qui!
Dopo rischi indicibili e traversie innumerevoli io ho superato la strada per questo castello oltre la città dei Goblin, per riprendere il bambino che tu hai rapito sono riuscita a finire questo capitolo :D devo dire che la parte dopo la comparsa della Raimon mi ha messa in difficoltà, ma credo di essermela cavata, tutto sommato.
Come avrete capito ho accettato tutti gli OC tranne quello di anny131 (mi spiace ç_c) anche se in questo capitolo ne sono apparsi solo due: Eris e Furetsu, di NipaH_Girl e FrozenFlame. Mi chiedo come me la caverò quando ci saranno tutti e 15  o_o'''
A proposito di Eris, in questo capitolo è abbastanza OOC ma è una cosa voluta, dalla prossima volta tornerà malvagia e sadica come doveva essere in originale :D
Che dire di altro? Ringrazio veramente tutti per i vostri OC, che sono bellissimi, e spero di riuscire a dare il giusto spazio ad ognuno di loro^^
Al prossimo capitolo 

Maug

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inazuma Eleven / Vai alla pagina dell'autore: Maugrim