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Autore: lamogliediPaddy    30/01/2013    1 recensioni
Sua moglie Rebecca invece ha un legame molto bello con i figli, e in particolare con Paolina. Se li porta dietro quasi tutte le volte che esce e se lui le propone di fare un viaggio senza di loro lei rifiuta. Gli capita di invidiarla, per questo. Ci sono momenti in cui anche lui vorrebbe avere un figlio prediletto, qualcuno che fosse come lui e che a lui guardasse per diventare qualcosa di meglio. Un essere umano verso il cui futuro nutrirebbe un interesse speciale, che andasse oltre l'apprensione che deriva dall'essere semplicemente padre, un futuro che un giorno diventerebbe il centro del suo
Genere: Generale, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Novecento/Dittature
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- Questa storia fa parte della serie 'Non si stava così male.'
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Una brevissima precisazione: questa storia riprende alcuni dei personaggi di un'altra mia storia (Eravamo così giovani). Non c'è un legame vero e proprio, perciò potete tranquillamente leggere l'una o l'altra singolarmente. Ho voluto "riciciclarli" semplicemente perché mi piace approfondire delle questioni, o mostrarle da diverse angolature.

Inoltre è probabile che ci sia qualche (anche molte) imprecisione nella descrizione delle dinamiche burocratiche e tecniche dei meccanismi elettorali dell'epoca. Mi sono documentata ma non nei dettagli, sia per pigrizia che per materiale mancanza di tempo. Se mi farete notare questi errori ne sarò felice :)

 

 

 

 

 

 

 

 


Febbraio, 1921.

 

Quando si sposa il primo figlio la vita cambia, credimi!

Lui aveva risposto alle parole di sua sorella con un sorriso e una frase di circostanza, per poi tornare a dedicarsi agli altri invitati.

A tre mesi dal matrimonio di Dalia, la figlia maggiore, nella sua vita non è cambiato molto. La casa non gli sembra più vuota di prima dato che ci vivono ancora i due figli minori (Paolina di sedici anni e Luigi di dodici) e che con la neo sposa non ha mai avuto un rapporto particolarmente stretto. È sempre stata una di quelle ragazze molto femminili e nervose, continuamente alle prese con qualche intrigo, che complottano insieme alle amiche e piangono nella camera della madre. Troppo insofferente per restare a lungo in una casa insieme a due fratelli, si è fidanzata presto e sposata a ventidue anni: in novembre, che pessima idea. Si è giustificata dicendo di voler passare il Natale da sposata e il Capodanno in viaggio di nozze, giudicando la primavera più adatta a compiti seriosi come la sistemazione e l'organizzazione della nuov abitazione. Lui non ha insistito più di tanto per farle cambiare idea.

I suoi amici e i colleghi dell'ospedale invece reagiscono ai matrimoni delle figlie più o meno come ha detto sua sorella: si commuovono, si inorgogliscono e dicono che la casa e la vita non sono più le stesse. Inoltre raccontanto ciò che fanno i loro figli in continuazione e con enfasi, trasformando banali fatti quotidiani in aneddoti mirabolanti. Lui non lo ha fatto quasi mai: trova che i suoi figli non facciano niente di più o di meno di quello che fanno in genere i ragazzi della loro età. Li ama, certo, ma non tanto da avere la vista appannata. Forse dipende dal fatto che nessuno di loro gli somiglia caratterialmente? O forse il problema sono i ragazzi, che non hanno un grande carattere? È possibile che sia così perché lui non è una madre, ma solo un padre?

Sua moglie Rebecca invece ha un legame molto bello con i figli, e in particolare con Paolina. Se li porta dietro quasi tutte le volte che esce e se lui le propone di fare un viaggio senza di loro lei rifiuta. Gli capita di invidiarla, per questo. Ci sono momenti in cui anche lui vorrebbe avere un figlio prediletto, qualcuno che fosse come lui e che a lui guardasse per diventare qualcosa di meglio. Un essere umano verso il cui futuro nutrirebbe un interesse speciale, che andasse oltre l'apprensione che deriva dall'essere semplicemente padre, un futuro che un giorno diventerebbe il centro del suo.

Poi gli viene in mente che lei non ha altro che i figli in fondo, lui invece ha il lavoro e la politica. Entrambi gli forniscono spunti di energia e autorealizzazione, e quando è nel pieno di una di queste attività si rende conto che in nessun caso li baratterebbe con qualche stucchevole momento casalingo, e il suo menage familiare ideale gli appare come una sorta di palude.

   
 
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