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Autore: Niall is my kryptonite    30/01/2013    3 recensioni
Zayn ha bisogno di sentirsi accettato.
Ha bisogno di un cambiamento radicale nella sua vita. Ha bisogno di andare lontano da Bradford.
Ha bisogno di qualcuno che lo completi. Che lo renda felice. vivo.
#ZOUIS
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Louis

Londra. Wow. Non l'avrei mai immaginata così fredda. O forse ero solo io ad essere decisamente di pessimo umore, di conseguenza tutto mi appariva più triste e patetico del solito. Guardai l'orologio. 10:45. Ma dove diamine si era cacciato quell'idiota di mio padre?

Chissà se sarebbe venuto a prendermi. Non mi stupirei se anche lui mi abbandonasse. Dopo tutto ero un

tale disastro. L'unica persona che mi avesse mai amato mi aveva lasciato pochi mesi fa. Che senso aveva alzarmi dal letto la mattina se lei non era li a chiamare il mio nome dalla cucina? Che senso aveva tornare a scuola se non l'avrei più vista orgogliosa di me dopo una bella interrogazione? Perdere un genitore è una delle cose più difficili da superare, ma se si ha qualcuno accanto la forza si trova sempre. Ma io che non avevo nessuno? Mi sarei risollevato comunque? Non credo.

Ed ora sono qui. Seduto sulla mia valigia. Pronto a lasciare ogni ricordo di Doncaster per iniziare una nuova vita. Nuova? Si fa per dire. Ogni parte di me gridava di restare nella mia città natale. Tra le braccia di una casa che anche se malinconica, mi aveva visto crescere. Che sapeva tutto di me. Dei miei pianti, delle mie gioie. Nuova non direi. Sarei rimasto comunque col cuore ancorato in quelle quattro mura. Diversa. Ecco, diversa sarebbe stata la mia vita di li in poi. Totalmente.

Presi l'i-pod dalla tasca della giacca e dopo averlo acceso infilai gli auricolari. Stili di musica e vari testi accompagnarono l'attesa fino a che non vidi in lontananza una figura familiare che sventolava in aria un cartello con su scritto il mio cognome. Il nostro. Feci un cenno con la mano per farmi notare, poi imbracciai la valigia e mi diressi verso di lui a passo svelto.

-Figliolo.- disse con la voce tremante. Per poi darmi una pacca sulla spalla. -Da quanto tempo che non ci si vede. Dio, quanto sei cresciuto. Sei uguale a tua.. uguale a tua.. beh non importa ragazzo. Allora, che te ne pare di Londra?- continuò poi, guadagnandosi una mia occhiata perplessa. -direi che ha un bell'aeroporto.- risposi sarcastico. Bel modo di iniziare, papà. Dieci secondi che ti parlo e gia ho voglia di tornare a casa. Non capisco perché si sforzi tanto a farmi tutti quei complimenti. Non si è ai interessato a me, non deve provare compassione. In fondo lui e la mamma si erano lasciati quando ero ancora piccolo, perché fingere che andasse tutto bene e che nulla fosse cambiato con gli anni? Non lo vedevo da secoli. Da quando aveva deciso di lasciarsi alle spalle la monotonia di Doncaster e buttarsi nel mondo decisamente più movimentato della periferia di Londra.

-Hai ragione, meglio che più tardi ti porti a fare un giro nella tua nuova e meravigliosa Londra, te ne innamorerai. Stanne certo.- disse con tono entusiasta. Mi limitai ad abbozzare un sorriso e ad accennare un “fantastico”.

Prese il mio bagaglio e lo caricò su un taxi. Poi dopo aver informato il tassista sulla via in cui doveva portarci, partimmo. Vedevo il panorama sfrecciare veloce ai lati dei finestrini. Era magnifico. Quant'era stravagante la gente di li. Li vedevi indossare accozzaglie di colori assieme e direi che la cosa mi divertì parecchio. Dopo circa una ventina di minuti il conducente ci lasciò scendere davanti al viale di una villetta abbastanza carina direi. Scaricai la valigia dal bagagliaio e mi fermai ad osservare quella che di li a poco sarebbe stata la mia nuova casa. Chiusi gli occhi e immaginai la mia vecchia abitazione. Con mamma che si affacciava alla finestra e gridava che era pronto il pranzo. Mi sentii tornare bambino. Scossi la testa per scacciare via i ricordi, sapevo come andavano a finire quel genere di pensieri. Prima i omenti felici, poi la corsa in ospedale ed infine l'addio. Poi i giorni a seguire in cui avevo sofferto come non mai. Poi quelli in cui non riuscivo neanche a provare dolore, perché ero morto dentro. E infliggevo al mio corpo ferite, per riuscire a provare qualcosa. -Fuori è bella figliuolo, ma dentro è meglio credimi!- mi esortò mio padre distogliendomi dai pensieri negativi che si erano fatti strada nella memoria.

Mi decisi ad entrare e muovendo passi incerti fino all'ingresso mi feci strada all'interno dopo mio padre.

Aveva ragione. Quella casa era bellissima. Le pareti erano chiare, i mobili antichi di legno scuro, e il camino in pietra davano un effetto accogliente. -La tua camera è di sopra.- disse con tono impaziente Mio padre. Annuii e cominciai a salire le scale tenendo stretto il mio borsone. Deve essere questa.. pensai spingendo la porta con il piede. Rimasi a bocca aperta nel vedere che tutte le cose che avevo nella casa vecchia si erano trasferite con me. Non c'erano foto di mamma però. A questo rimediai subito posando la più bella sul comodino affianco al mio letto. Lasciai cadere la valigia. L'avrei svuotata più tardi di sicuro. Ora non avevo ne voglia ne tempo per occuparmene. Ero troppo stanco. Decisi perciò di inaugurare il materasso con una bella dormita. Pochi minuti dopo ero già caduto in un sonno profondo. Mi avrebbe fatto bene riposarmi un po. Ero decisamente stressato.


Salve genteeee c: che ne pensate? 
so che non è un genere molto allegro e a non tutti piace, ma spero sia stato
di vostro gradimento! 
fatemi sapere lasciandomi una recensione qua sotto c: 
aggiorno al più presto. 
un bacio,
-Giorgia. x :)

  
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