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Autore: xliamsmonkey    31/01/2013    1 recensioni
«Tutto iniziò diversi anni prima, all’epoca ero solo una sedicenne piena di sogni e speranze, una ragazzina che desiderava senza chiedere, anche se poi, con il tempo, i suoi genitori impararono a comprendere.»
Genere: Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.



                                                                                                                                                                                                                                                                                              20 gennaio.




-Pronta al decollo?- le chiedo. Sono sicura che è pronta tanto quando me ad iniziare quest’avventura, e dopo un suo – assolutamente.- l’aereo si solleva da terra.
La durata del viaggio non è lunghissima dall’aeroporto di Pisa, che abbiamo appena lasciato, ma con un po’ di musica passerà sicuramente più velocemente, metto le cuffie e mi rilasso, la melodia composta dalle loro voci alternate è qualcosa di magnifico, che allo stesso tempo mi rende ogni momento più orgogliosa di loro e di ciò che sono adesso; sposto lo sguardo su Rebecca che nel frattempo si è addormentata, è così calma anche quando dorme, voglio troppo bene a questa ragazza, ci conosciamo praticamente dalla nascita, forse proprio per questo ci assomigliamo in varie cose. Ha dei bellissimi capelli biondi, che oggi mi accorgo essere più mossi del solito, forse è uscita di fretta e non ha fatto in tempo a passare la piastra, i suoi occhi sono azzurri, come il mare, non è difficile perdersi dentro di essi, nel complesso ha un viso delicato, che dire, lei è perfetta.

Mi nascono tante domande a chissà quanti metri di quota, il concerto sarà fantastico come spero? Farò nuove amicizie? Londra sarà così bella come nelle cartoline? Dovrebbe esserci poca distanza tra noi e il palco, saranno buoni posti?
Insomma, l’agitazione c’è, ma inizia a salirmi quando l’aereo si scontra con una forte turbolenza, ci chiedono di allacciare le cinture di sicurezza ed i nostri genitori da due sedili avanti ci tranquillizzano dicendo che andrà tutto bene, mi accorgo che Rebecca ancora stava riposando, così la sveglio per avvertirla del fatto, e ci stringiamo la mano fin quando non è tutto finito.
Il pilota ha fatto un buon atterraggio nonostante il fastidio durante il volo; dentro l’aeroporto di Heatrow inizio a fare pratica con l’inglese parlando con dei signori all’emigration, ammetto di essermi un po’ arrugginita con la pronuncia, ma non ci vorrà molto perché torni decente, l’inglese è la mia seconda lingua, mio padre è nato in toscana ma i nonni sono inglesi a tutti gli effetti, motivo per cui alla mia nascita lui ha insistito tanto per darmi un nome di origine britannica, ed eccomi qua, Hayley, questo è il mio nome, devo dire che mi piace, mi da quel tocco di classe che veramente manca alla mia personalità.

Eccoci fuori, catapultati da un piccolo borgo costeggiato dal mare ai ritmi frenetici di Londra, la città dei sogni, o almeno di quelli miei e di Reby, le avevo promesso che saremmo ci saremmo venute insieme prima o poi, e a quanto pare mantengo le promesse.
Chiamiamo un taxi per portarci in hotel, tutto è strano qua, per prima cosa la guida a destra, mi irrita proprio, ma lascio perdere concentrandomi sulla felicità che emana Rebecca. - Ehi Reby, allora che ne pensi? Te ne rendi conto? Siamo qua insieme.- esclamo, lei con voce squillante mi risponde: - Laylee hai visto le cabine rosse? E gli autobus? Oddio, siamo veramente qua! -
Laylee, il nomignolo con il quale solo lei mi chiama poiché, a quanto le sembra, addolcisce il mio nome, mentre dal resto del mondo sono soprannominata Hayles.
E’ sera, la città è piena di luci, ma noi siamo tutti troppo stanchi per visitarla, per questo dobbiamo aspettare domani.
Mentre cerchiamo la camera dell’hotel, proprio di fianco a quella di Rebecca e dei suoi genitori penso alle mie piccole pesti, Sebi e Gilda, che sono rimasti dai nonni, so che sarebbero venuti volentieri con noi, soprattutto Sebastiano, il legame che abbiamo è indescrivibile, ma con loro non ci saremmo potuti muovere troppo, mentre vogliamo sfruttare questi giorni al meglio per la nostra visita.
- Oh eccola! La 178 - esclama mamma, - questa è la nostra, mentre questa è vostra Isabella.- continua, rivolgendosi però alla madre di Rebecca.
La camera è spaziosa, colorata e ben arredata, mi piace.
Decido di tuffarmi nel letto e lasciare la stanchezza alle spalle, domani sarà un giorno splendido, ne sono sicura. Uso le mie poche energie per scrivere un messaggio: “Buonanotte, dormi bene, a domani. <3” dopo pochi secondi ecco la risposta: “Anche a te Laylee, ti voglio bene.<3” anche io Reby, penso. Annuncio la buonanotte anche ai miei genitori e chiudo gli occhi.

  
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