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Autore: flors99    31/01/2013    7 recensioni
Ronald Weasley ha preso una grossa cotta per una ragazza del suo anno e chiede a Hermione di aiutarlo a conquistarla.
Aggiungeteci pure una scatenata Ginny Weasley e quell'imbranato del suo migliore amico...
Dal testo:
- Potresti scriverle una poesia! - suggerì Hermione.
[...]
- "All'una ho pensato alla luna,
alle due al bue,
alle tre al re,
alle quattro ho smesso di pensare, perché la rima non sono riuscito a trovare."
- ...
- Ti vedo scossa, Hermione, la mia poesia, per caso, non ti è piaciuta?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Dopo la lezione di disegno, Hermione aveva detto a Ron che non stava molto bene e avrebbero ripreso domani il loro lavoro. L’amico si era subito preoccupato e si era offerto di rimanere con lei finché non si fosse rimessa, ma la ragazza arrossendo più di quanto non avesse già fatto, lo aveva scacciato in fretta e furia chiudendosi in camera.
Dopo una notte insonne e una mattina completamente persa nei propri pensieri, Hermione non era ancora riuscita a dare un nome a quelle sensazioni così sconvolgenti che Ron le aveva fatto provare, semplicemente prendendole la mano e standole vicino.
Non si era mai sentita così e non capiva la reazione del proprio corpo. Dopo averci rimuginato ancora per un bel po’, decise di non darci peso e incolpando il batticuore improvviso all’imbarazzo che l’aveva assalita in quel momento.
- Ciao, Hermione. – la salutò Ron, non appena la vide in Sala Comune.
Hermione lo guardò stranita.
- Che ci fa qui?
- Mi avevi detto di incontrarci alle quattro. – replicò il Grifondoro, aggrottando le sopracciglia e guardandola confusamente.
- Sì, ma…ti ho detto alle quattro perché ero sicura che saresti arrivato alle cinque, considerato il tuo perenne ritardo.
- Ah…no, sono in orario! – esclamò come un bambino.
- Meglio così. – Hermione sorrise scivolando accanto a lui sul divano. – Allora proseguiamo, ti è venuta qualche idea?
- No… - borbottò Ron.
- A me sì!
- Cosa?
- Potresti invitarla al ballo dell’arcobaleno che si terrà tra poco.
Ron, a quelle parole, sbiancò.
- Ba-ballo? Assolutamente no!
- Perché no? E’ una bellissima idea…
- E’ un approccio troppo diretto… - farfugliò Ron, agitandosi.
- E invece no! – esclamò sorridente Hermione. – Sai perché si chiama ballo dell’arcobaleno?
- No.
- Lo immaginavo. – dedusse in modo saccente. - Comunque si chiama così, perché lo scopo del ballo è la mescolanza dei colori, in poche parole l’unione tra le varie case di Hogwarts: rosso e oro, blu e giallo, verde e grigio… La McGranitt ha deciso di fare questo ballo, proprio con la restrizione di dover invitare qualcuno che non sia della tua stessa Casa.
- Quindi…io potrei invitare Megan, senza sembrare un perfetto idiota che ci sta provando con lei?
- Se la inviti è ovvio che ti interessa, ma hai la giustificazione che ti ha spinto il fatto di voler rafforzare l’unione tra le Case. E poi…non sembrerai un idiota!
- Hermione…io…sono un po’ impacciato in queste cose…anche con i tuoi consigli credo che…insomma…non me la caverò granché bene. – confessò, un po’ arrossito.
- Non è vero! – si oppose Hermione. Era fermamente convinta che nessuna ragazza, neanche Megan, avrebbe potuto rifiutare una persona buona e dolce come Ron, per questo non accettava la sua insicurezza.
- Ti ringrazio per la fiducia, Hermione…
- Ron, dai…prova con me. – propose.
- A far che?
- Fai finta che io sia Megan e prova a invitarmi al ballo. – chiarì sicura.
- Perché?
- Voglio vedere come te la cavi.
- Ok…Uhm…allora…che…devo fare?
- Io sono Megan, fai quello che faresti se fosse davvero così.
- Ehm… - Ron tentennò ancora un po’ prima di decidersi a dire qualcosa. - …Ciao, Megan. – mormorò arrossendo.
- Ciao, Ron. – rispose affabile la ragazza.
- Bene io…cioè…mi chiedevo se tu…volessi…insomma, ecco dato che ormai ci conosciamo…Cioè, no, non ci conosciamo ma…non voglio sembrarti un maniaco se ti faccio questa proposta senza conoscerti, ma…insomma…volevo chiederti se tu potessi accompagnarmi al ballo. Non devi se non vuoi, ma mi faresti davvero piacere. Andare al ballo senza qualcuno è come un cane senza padrone! Cioè…tu non sei un cane e neanche io, ma ero per rendere l’idea e…
- Ok, Ron, basta. – chiosò Hermione, mentre stava per scoppiare a ridere.
- Ecco, visto? – scoppiò Ron, frustato. – Non ci riesco neppure con te che sei la mia migliore amica, come dovrei fare con Megan?
- Ron, calmati. – lo ammonì Hermione.
- Ma come posso calmarmi se…
- Ron… - la Grifondoro gli prese una mano tra le sue e la costrinse a guardarla negli occhi. – Le parole ti verranno da sole. Non devi prepararti un discorso, perché sono le cose che dici sul momento che vengono dal cuore.
Hermione aveva un’espressione così dolce sul viso, che Ron per un attimo non poté fare a meno di pensare a quanto fosse bella e a quanto lui fosse fortunato ad averla vicino.
- Tu sei speciale, Ron, e non importa quanto tu sia inesperto con le parole o incapace con le poesie, sei il ragazzo più dolce che conosco, vedrai che anche Megan se ne accorgerà. – mentre Hermione gli mormorava quelle parole si rese conto di come lei stessa le credesse davvero. Di come la sua mano tremasse in quella di Ron, di come il suo cuore corresse veloce mentre lo guardava negli occhi blu più luminosi del solito. Di come lei si sentisse vulnerabile di fronte a quello sguardo profondo.
- Ti voglio bene, Hermione. – gli uscì dalla bocca di getto, senza che Ron riuscisse a controllarlo. – Mi veniva dal cuore, l’ho detto senza pensarci. – aggiunse poi, sorridendole teneramente.
- A-anch’io, Ron. – borbottò la Grifondoro, mentre percepiva il rossore imporporarle le guance e il suo cuore che continuava a far di testa propria, battendo sempre più velocemente. – Allora…possiamo fare così…non hai più bisogno del mio aiuto. – concluse la ragazza, con una delusione segregata nel suo cuore tumultuoso.
- Io…non so, dici che dovrei invitarla subito?
- Sì, Ron, prima che tu ci ripensi.
- Ok, allora! – esclamò il ragazzo. – Io…la inviterò, sì! – si ripeté, probabilmente tentando di convincersi.
Guardò un’ultima volta Hermione.
- Grazie, Hermione. Allora…vado… - tentennò, come se dovesse chiedere il permesso.
- Vai, Ron. – rispose sorridendo.
Per fortuna il ragazzo non ebbe più ripensamenti e uscì dalla Sala Comune, perché Hermione non sarebbe riuscita a mantenere ancora per molto quel sorriso di plastica che si era imposta.
Mentre gli stringeva la mano, aveva pensato per un attimo a lui e Megan da soli e si era sentita così male, che aveva sentito il sapore della bile in gola. Quando si alzò dal divano, guardò il punto in cui era sparito Ron e le venne quasi da piangere, pensando che stava chiedendo a quella Megan di andare con lui al ballo.
Cercò di far scivolare il malessere di dosso, tentando di concentrarsi sulla soddisfazione di aver aiutato il suo migliore amico ad essere felice.
Soddisfazione che durò all’incirca quindici secondi.
Sì, perché Ron era riapparso in Sala Comune, completamente rosso e con il fiatone.
- Ron?!
- He-Hermione io…mi sono dimenticato di una cosa…
- Cioè?
- Ecco…io…non so ballare.
La ragazza restò paralizzata per qualche secondo, prima di domandare:
- Eh?
- Non…non so ballare, Herm. – farfugliò Ron, più rosso (se possibile) di prima.
- Ah. Ma…al Ballo del Ceppo…
- Non voglio neanche ricordarlo il Ballo del Ceppo, sappi solo che non ho ballato. – borbottò, leggermente innervosito.
- E’ stato così orribile?
Ronald arrossì.
- Beh…non mi sono divertito, granché. – chiosò.
- Ok, ma…io…dovrei insegnarti a ballare?
- Sì!
- Oh, ma…non so se…insomma, non so se ho i requisiti giusti, non è che sia proprio una così grande ballerina.
- Tu balli benissimo. – affermò Ron, senza neanche pensarci.
- G-grazie. – rispose la Grifondoro. - ...ma…insomma, Ron, sei sicuro? Non è che poi te ne andrai dalla stanza perché non riesci a ballare, vero? – chiese insicura, conoscendo la poca pazienza del Grifondoro.
- Assolutamente no!
- Ok allora… - decise Hermione. – Posso insegnarti i passi base, non è molto, ma qualcosa da cui partire.
La ragazza sospirò prendendo la sua bacchetta, e cercando con tutte le sue forze di non essere contenta che Ron fosse tornato indietro; le sembrava qualcosa di crudele essere felici per qualcosa che il suo amico non era riuscito a fare, ma non poteva farne a meno.
Con un gesto veloce della mano spostò magicamente i mobili, fino ad addossarli alla parete in modo da fare spazio.
- Ricordami di rimettere tutto a posto, quando abbiamo finito.
- Ok… - borbottò il Grifondoro, stupendosi ogni volta dell’abilità di Hermione con la bacchetta.
- Allora, Ron…Per prima cosa non fare quella faccia, non stai andando a un funerale.
- Ah…uhm…certo…
- Seconda cosa…avvicinati.
Il ragazzo si diresse di un passo verso di lei, guardandola interrogativamente.
- Di più, Ron! Non puoi ballare con una ragazza a cinque metri di distanza!
Il Grifondoro non fiatò più finché non si ritrovò vicino a Hermione, sovrastandola in altezza. La ragazza fu costretta a reclinare indietro la testa per poterlo guardare negli occhi.
- Ma quanto sei alto, Ron?! – esclamò, sinceramente curiosa.
- Un po’… - ammise il Grifondoro, imbarazzato.
- Comunque…adesso facciamo partire la musica per il valzer.
- V-valzer?!
- Avanti, Ron, non è così terribile!
Con un gesto veloce della bacchetta, Hermione fece partire un’allegra melodia, mentre il ragazzo cercava di capire da dove provenisse quel suono.
- Non distrarti Ron! Una ragazza vuole essere guardata negli occhi, soprattutto se state ballando.
- Giusto…ehm… - tentennò, arrossendo, non avendo la minima idea di cosa fare.
- Metti le mani sui miei fianchi.
- Dove?!
Hermione arrossì.
- Ron, se devo insegnarti, devi fare pratica. Quindi…metti le mani sui miei fianchi e non discutere!
Non appena lo fece, la ragazza ingoiò un groppo in gola e forse anche Ron, a giudicare da quanto era nervoso.
- B-bene, ora fai un passo indietro e poi uno di lato. – lo istruì la Grifondoro, mentre la sua vicinanza non faceva altro che confonderla ancora di più. – Bravo, così. Ora un altro di lato e uno avanti.
Ron era talmente concentrato sullo spostamento dei suoi piedi, che non si era neanche preso la briga di alzare gli occhi.
- Ron, non devi guardarti i piedi. Devi guardare me.
- Sì, ma…dopo non riesco a controllare i miei passi! – le spiegò.
- Sei qui per imparare, no?
- Sì, ma…
- Niente ma, prova! – detto fatto. Ron la guardò negli occhi e Hermione si maledisse per non aver taciuto; trovarsi a quella distanza infinitesimale dagli occhi del Grifondoro non era stata proprio una bella idea.
Percepì nuovamente quell’insolito batticuore, ma stavolta, prima di perdersi nelle sue elucubrazioni mentali, una fitta al piede la distrasse.
Si morse la lingua per non urlare, anche se il dolore era fortissimo.
- Scusa, Hermione!
- Non…fa niente… - mormorò a denti stretti, chiedendosi quanto cavolo fossero pesanti i piedi di Ron. – Ripartiamo.
Due secondi dopo, anche l’altro suo piede era stato sottoposto al doloroso supplizio della “pestata”.
- Ahia! – non poté fare a meno di lamentarsi la ragazza, con le lacrime agli occhi per il bruciore.
- Ehm…scusa, io…
Hermione emise qualche mugolio, ma poi con un sorriso tirato, ripeté le parole precedenti:
- Non importa…sei qui per…imparare, no? – faticò a dire.
- Sì…ma credo di averti fatto male.
- No! Sto benissimo… - mentì, con il dolore ai piedi che si espandeva sempre di più.
- Sicura?
- Sì…
- Ok. – Ron strinse nuovamente le mani sui fianchi di Hermione, che arrossì come un pomodoro maturo. – Ti ho fatto male? – domandò preoccupato. – Sei tutta rossa…
- No, Ron…sto b-bene. – balbettò, irrigidendosi, reprimendo l’istinto di stringere le proprie mani al suo collo. Deglutì rumorosamente e riportò la sua attenzione sul ragazzo.
Ripresero a provare i passi, ma dopo dieci secondi, il Grifondoro le aveva pestato otto volte i piedi.
- Scusa, Herm!
- Non fa niente…
- Scusa di nuovo!
- Non…ahia…fa nulla…
- Miseriaccia, scusa, sono inciampato…
- T-tranquillo…ahia…
- Mi dispiace!
- Va tutto ben…ahi!
In quello strano saltellio di passi, con Ron che pestava i piedi a Hermione ad ogni secondo e con la ragazza che indietreggiava, mentre sentiva i propri piedi piangere dal dolore, Ron inciampò di nuovo rovinando a terra, e Hermione, perso già il proprio precario equilibrio gli rovinò addosso.
Arrossirono come due bambini, guardandosi negli occhi e per un attimo nessuno dei due riuscì a muoversi: Ron, schiacciato dal peso della ragazza, Hermione, che aveva semplicemente i piedi troppo doloranti per alzarsi. La ragazza si schiarì la voce, parecchio imbarazzata e si appoggiò al petto del Grifondoro per tirarsi su, facendo leva sulle mani.
Purtroppo sentire il petto di Ron contrarsi sotto le sue dita, le rese particolarmente difficile il compito. Era sicura di avere assunto una tonalità più rossa del sangue, al contrario di Ron che non sembrava a disagio. Era imbarazzato, sì, ma semplicemente divertito da quella situazione buffa.
Perché anche lei non riusciva a vederlo come un gioco?
Hermione si rese conto di essere ancora stesa su Ron solo quando percepì una carezza sul suo viso e quando un ricciolo, sfuggito alla salda presa dell’elastico, ritornò al suo posto dietro all’orecchio. Squittì, rabbrividendo per quella carezza.
- C-che fai?
- Hai…hai gli occhi marroni, con…delle screziature…più chiare. Non le avevo mai notate. – spiegò Ron, sfiorandole le palpebre e non rendendosi conto di quanto Hermione stesse tremando.
- Bene! Sono co-contenta che….che tu…adesso lo sa-sappia! – esclamò balzando su, riacquistando improvvisamente la sua sensibilità ai piedi.
Merda, merda, merda, merda, merda. – fu l’unico pensiero della Grifondoro, che aveva ancora i brividi per quel tocco leggero.
Si diresse in fretta e furia fuori dalla Sala Comune, non trovando il coraggio di guardarlo negli occhi.
- Dove vai, Hermione?
Ron si era rialzato da terra e la visione delle sue guance arrossate e i suoi capelli arruffati, fecero balzare nuovamente il cuore in gola alla ragazza.
- Vado a…a…a cercare rinforzi!

 
 
 
 
 
Angolo Autrice
 
Prima di tutto devo fare due importanti precisazioni:
1. – Il Ballo dell’Arcobaleno (come penso avrete capito) è puramente inventato, onestamente non so se a Hogwarts abbiano mai fatto dei balli in primavera, e se così non fosse non vogliatemene male se l’ho collocato in questo periodo.
2. – No, neanch’io so come si balla il Valzer. Quindi i passi che Hermione ha detto a Ron sono anch’essi puramente inventati, perché davvero non ho proprio la minima idea di come si balli il valzer XD
 
E adesso basta con le cose serie e noiose (anche troppe per i miei gusti) ù.ù
Devo davvero commentare questo capitolo? Non ho molto da dire, solo che ne sono abbastanza soddisfatta. Ron e Hermione sono dolcissimi, mi diverto tantissimo a scrivere su di loro! *w*
Vi anticipo che il prossimo capitolo sarà quello dello spoiler che ho messo la scorsa volta e sì, li ci sarà da ridereeeee!!!!!!!!!!!!!!! :))
I rinforzi di cui Hermione sta parlando, secondo voi chi sono? (A parte che la risposta è quasi scontata…)
Voto su questo capitolo? Troll? Desolante? Accettabile? Oltre Ogni Previsione? E poi basta, perché più su non ci arrivo ù.ù
Comunque, spero che vi piaccia almeno quanto è piaciuto a me!
Ringrazio tutte quelle persone che hanno messo la mia storia tra le seguite/preferite/ricordate e quelle 6 dolcissime ragazze che hanno recensito la mia storia: MimyRyuugu, Virus14, Soly Dea, TurningSun, piumetta e chiara_1997. Grazie, davvero, grazie di cuore. Le vostre recensioni sono importanti per me :)
Aggiornerò presto, intanto vi mando un abbraccio stritolatore!
flors99
  
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