27/12/2012
Il
bancone del cane
Il bambino guardò il cane e
il cane lo imitò.
Si guardarono con
interesse,con curiosità.
<< Ciao! >> fece
il bambino ma il cane non fece nulla, sembrava di nuovo visibilmente annoiato e
appoggiò di nuovo il muso sul bancone delle riviste dell’edicola del suo
padrone.
Poteva sembrare una
statua per la sua immobilità.
Il cane e il bambino non era
diversi, entrambi erano costretti a seguire
qualcuno di più grosso.
Il bambino era insieme alla
madre ad aspettare qualcuno, alla entrata della stazione, senza potersi
allontanare.
Il cane era costretto a fare
il bravo dietro al bancone dell’edicola, costretto a far compagnia al padrone.
Erano due anime affini,
entrambe annoiate e si scrutarono di nuovo.
Questa volta il cane
scodinzolò e il bambino prese il gesto come un segno positivo e osò, allora,
avvicinarsi al suo affine peloso.
Prontamente la madre ordinò con voce stizzita: << Stai
fermo! >>
Quasi in contemporanea, come
si fosse creata una affinità anche tra il padrone e la madre, l’uomo sgridò il
cane: << Scendi da lì! >>
Il cane scese dal bancone e
si distese nel suo spazio consentito mentre il bambino incrociò le braccia e si appoggiò al muro sporco della
stazione.
Quei gesti furono gli unici
consentiti ad entrambi.