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Autore: Robin7    01/02/2013    4 recensioni
"Quelli che hanno perso la vita, ora sono stelle nel cielo", così aveva detto il professor Clover. Eppure, le stelle rispondevano al suo sguardo impietose e indolenti.
Non c'è nessuno lassù. Sono sola.
Con quel pensiero, il gelo riempì le iridi cerulee della bambina, ghiacciando il mare che le componeva; non si accorse nemmeno del freddo che pian piano le stava corrodendo il cuore.
La speranza, sentimento che a molti può sembrare meraviglioso, non fece altro che torturarla, riempendola di illusioni che mai si sarebbero avverate.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franky, Mugiwara, Nico Robin | Coppie: Franky/Nico Robin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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.2.

Aprì gli occhi di scatto, desiderando non aver dormito per niente. Meglio l'insonnia all'illusione di riuscire a passare una notte tranquilla e poi cadere vittima degli incubi.
Si asciugò una lacrima in un gesto automatico, la testa altrove. Il primo compleanno. Aveva sognato davvero quello? Sì, se lo ricordava perfettamente. Era stato il primo compleanno dopo... dopo il Buster Call. Al tempo sperava ancora di riuscire a tornare ad avere una vita normale; come se avesse mai vissuto come una normale bambina. Il desiderio di tornare a quella che – nonostante il disprezzo dei suoi coetanei, nonostante l'odio dei suoi zii – era stata una casa, era stato un chiodo fisso, fastidioso come una spina sottopelle.
Ogni anno la stessa storia, gli stessi sogni... quando sarebbe finita?

***

La città era molto carina, tranquilla. Forse un po' deserta, ma nel complesso piacevole. Questa era l'impressione generale, da quello che i Mugiwara avevano potuto vedere dal ponte della Sunny.
Prima che il capitano si lanciasse giù dall'imbarcazione – come era solito fare –, Nami lo prese per un orecchio e lo trascinò per mezza nave, richiamando a raccolta tutti gli altri.
Diede uno sguardo veloce all'equipaggio, accorgendosi dell'assenza di Franky. Fece per chiedere dove fosse, quando questi la raggiunse sul ponte. Probabilmente era nella sua officina.. ha messo pure un letto lì dentro, per poter completare i propri progetti!, dedusse la giovane.
«Bene, adesso ci siamo tutti. Sarò breve: pochi soldi, poco casino – gettò un'occhiata assassina a Zoro e a Rufy – e poco tempo fuori dalla nave. Tutto chiaro?»
Non ottenne risposta, ma il silenzio sapeva essere più eloquente di mille parole, e iniziò a distribuire i pochi soldi che aveva promesso. «Ah, dimenticavo... Rufy e Zoro! Voi verrete con me!» il tono non ammetteva repliche, ma il capitano non sembrò recepire il messaggio. «Eddai, Nami!» supplicò con faccia da cucciolo. «Vado solo in una locanda a mangiare un po' di carne, e Zoro mi accompagna. E magari – scoccò un'occhiata complice allo spadaccino – riesce anche a farsi una bevuta in tutta tranquillità!»
Il moro non si era accorto né dell'occhiata del compagno, né di quella del resto della ciurma – che gli intimava di tapparsi la bocca – e, soddisfatto del proprio discorso, sorrise in direzione della rossa. Le girò le spalle, e s'incamminò verso il parapetto della Sunny, mal interpretando il silenzio della navigatrice. Il pugno lo colpì in testa, veloce come un fulmine e assolutamente doloroso.
«No. Voi venite con me.» ordinò lei, trattenendo con un enorme sforzo di volontà un altro pugno. «Così mi assicurerò personalmente che non combiniate guai – guardò il moro – e che non vi perdiate.» l'ultima frase si concluse con un significativo sguardo, in direzione dello spadaccino. Questi sbuffò, stizzito, ma non protestò; non voleva certo fare la fine di Rufy!
«E noi, Nami-swan?» domandò il cuoco, a nome di tutta la ciurma. «Se vuoi, posso venire io con te al posto del Marimo!» propose, con l'occhio a cuoricino.
«Voi potete andare dove volete, ma... Sanji, tu potresti andare a fare la spesa.»
«Ai tuoi ordini!» urlò, colmo di gioia. Sfrecciò giù dalla nave come una trottola impazzita, perdendosi fra le vie di quella piccola città, seguito subito dopo dalla rossa e i suoi “ostaggi”.
Avevano attraccato al porto quella mattina, poco prima dell'alba. Al porto c'erano già diverse navi che lasciavano sventolare il proprio Jolly Roger, così si erano sentiti un po' più tranquilli nell'approdare in quell'isoletta. Tuttavia, non era il caso di abbassare la guardia.
«Allora io andrò in giro a cercare qualche officina. Potrei trovare qualcosa di interessante. Eh, fratello?» Franky scambiò un'occhiata complice a Usopp, che acconsentì immediatamente a accompagnarlo.
«Io per questa volta passo con il giro delle librerie, Robin. Le medicine stanno scarseggiando, perciò devo cercare un erboristeria..» spiegò, mentre la voce si affievoliva sulle ultime parole. Sembrava veramente dispiaciuto di doverla lasciare sola, così la donna si accovacciò davanti a lui, dandogli un buffetto sul naso. «Non devi preoccuparti, Chopper.» sorrise. «Vorrà dire che comprerò un libro anche per te, e lo leggeremo stasera assieme. Che ne dici?»
Il dottore annuì, entusiasta della soluzione proposta. «Non vedo l'ora!» esclamò, con quella sua vocina stridula, tremante d'emozione. Robin si rialzò, sorprendendosi di quanto fosse facile rendere felice la piccola renna. Si accorse che Usopp e Franky erano già scesi, e si rattristò un po', senza capire il perché dell'amarezza che sentiva.
Brook, che non aveva ancora spiccicato parola, sembrava sul punto di chiederle qualcosa. «La risposta è no, Brook.» lo precedette con l'ennesimo sorriso, immaginando quale richiesta passasse nella testa dello scheletro. «Rimani tu di guardia, allora?»
«Yohohohohoh! Sì, Robin-san. Sei sicura di non volermi far vedere...» tentò ugualmente.
«Si, Brook. Andiamo?» decisa a fare un pezzettino di strada assieme, tese la mano a Chopper. La renna la strinse subito, lasciandosi scappare un sorriso al pensiero della bella serata che lo aspettava.

***

La libreria era piuttosto fornita, meglio delle ultime due che aveva visitato. Aveva già comprato un libro di avventure – il genere di storie che Chopper adorava ascoltare dalle sue labbra, accoccolandosi sulle sue ginocchia. Spesso non riuscivano ad arrivare alla fine, poiché il sonno era un nemico molto forte per la piccola renna, che cadeva assopita, stringendo Robin a sé.
Tuttavia, non era riuscita a trovare niente di soddisfacente per sé. Per un motivo o per l'altro – argomenti già letti, libri già comprati – era ancora a mani vuote.
Si fermò davanti a uno scaffale che attirò la sua attenzione per lo spessore dei libri che lo riempivano. Un libro grande solitamente era sinonimo di interessante, e lì era pieno di tomi voluminosi. Scorse i titoli partendo da quelli più in basso, sfiorandone il dorso con un dito. Aveva trovato qualcosa che faceva al caso suo.
Mentre prendeva il libro dal ripiano, vide il commesso guardare fuori, nervoso. 
Forse non è stata una buona idea spingersi in una zona così lontana, pensò Robin. C'era uno strano trambusto fuori, così si decise a pagare e uscire dalla libreria.

***

La ricerca di un'officina decente era stata un buco nell'acqua; niente che non avessero già visto o sperimentato. Usopp l'aveva abbandonato dopo l'ennesima bottega da quattro soldi, con la mezza idea di tornare alla Sunny. Quindi, Franky si era trovato a girare per la città senza meta, trasportato dall'istinto.
Si prese del tempo per osservare la città in cui erano capitati. La gente non aveva avuto alcuna reazione negativa davanti ai Jolly Roger, e trattava i pirati come persone comuni. Quellaera una cosa bella, che faceva piacere a tutti. Ma dovevano stare attenti: un locandiere li aveva avvisati che la Marina a volte faceva un salto per vedere come andavano le cose e allora sarebbero stati guai per tutti. La gente del posto tollerava i pirati solo per mantenere in vita il commercio, ma non potevano andare contro alla legge davanti ai Marines.
E guardandosi attorno, continuando a camminare, vide Sanji avviarsi alla strada del porto, le braccia cariche di buste per il frigo della Sunny; incontrò anche Chopper, che camminava estasiato dall'erboristeria in cui era stato, e divorava dal bastoncino una nuvola rosa di zucchero filato.
Stanco della calca, si infilò in un vicolo, cercando una zona meno affollata. Non aveva superato che un paio di vie, quando si bloccò, pietrificato.

***

Ad accoglierla all'uscita trovò dieci fucili puntati al petto e altrettanti Marines a bloccare il passaggio. «Nico Robin...» bisbigliò qualcuno.
Si guardò attorno, circospetta, ma presto si rese conto di essere con le spalle al muro. Ma se nessuno faceva una mossa, poteva guadagnare tempo.
«Beh, visto che sapete chi sono, sapete di cosa sono capace. Quindi – sorrise – possiamo scendere a un compromesso.»
Non ottenne risposta, se non un un debole “no”. Compiaciuta dalla paura che esercitava su quegli uomini, rivelò i propri intenti: «Se mi lasciate andare, nessuno si farà male. Non vi sembra una scelta ragionevole?» sorrise di nuovo, come se non avesse una decina di fucili puntati contro. Lo sguardo si spostò lentamente su Franky, che si sta avvicinando silenziosamente alle loro spalle. Tornò velocemente a guardare le canne dei fucili – che iniziavano a causarle un certo disagio – cercando di non far capire ai governativi che qualcuno stava arrivando ad aiutarla.
Davanti alla sua sicurezza, le dita sembrano allentare la presa sul grilletto, lente e sudate, ma senza mollare del tutto.
Il sorriso della donna si spense davanti alla loro cocciutaggine, e sospirò, sconsolata. «Non dovresti essere qui, Franky. Io me la cavo benissimo da sola.» disse, decidendosi ad alzare lo sguardo su di lui. Ormai non aveva più importanza che i Marines si accorgessero del carpentiere o meno.
Franky si accorse che dietro quel sospiro, si nascondeva una certa preoccupazione. È preoccupata.. per me?!
I Marines si agitarono, ma nessuno sembrò accorgersi della presenza del carpentiere.
«Naaah! Non mi va di lasciare un Nakama in pericolo, solo perché me lo chiede.» Con un sorriso sfacciato accolse i Marines, che si girarono solo in quel momento verso di lui.
«Fufu.. credevano stessi bluffando, per quello non si erano ancora voltati!» dedusse la mora, agitando distrattamente una mano verso gli uomini che la circondavano. Spuntarono diverse mani, risuonò un sinistro e sonoro scricchiolio, e tutto finì.
Franky guardò gli uomini a terra, la faccia priva di emozione.
«Non sono morti...» chissà perché, si sentì in dovere di rassicurarlo.
«Ma si, certo! Mica li fai fuori per così poco!» sorrise lui, imbarazzato.
L'archeologa sorrise a sua volta, indicando la strada. «Torniamo alla Sunny, allora.»
Il cyborg si girò, sorpreso, sentendo la voce provenire dalla sua destra; si trovò affianco una seconda Robin, che gli sorrideva, divertita dalla sua reazione. Tornando a guardare il negozio, vide la donna svanire in un turbinio di petali.
«Fufu.. come vedi, non sono mai stata in pericolo. Sarei potuta scappare in qualsiasi momento.» sorrise della sua confusione, che probabilmente gli si leggeva perfettamente in volto.
«Ma ti piace così tanto apparire alle spalle delle persone..?» non diede il tono di una vera domanda.
«Allora andiamo? Prima che inizino a darci la caccia sul serio.» e diede l'esempio, incamminandosi per la strada che conduceva al porto.
Una volta lì, scoprirono di non essere gli unici a esser stati beccati dalla Marina. Diverse navi stavano già lasciando l'isola e i Jolly Roger erano notevolmente diminuiti. In compenso, all'orizzonte si potevano scorgere diverse imbarcazioni.
«Franky! Robin! Fate in fretta, dobbiamo andare via da qui!» Nami agitava un braccio da sopra la Sunny.
Una volta a bordo, Franky fu spedito al timone per attivare il Coup de Burst. «Come hanno fatto a scoprirci?» chiese Robin alla rossa.
«Controlli periodici della Marina. In più.. beh, vedi quella colonna di fumo?» indicò un edificio al centro del villaggio. «Zoro ha avuto da ridire con un'altra banda di pirati.. ed è scoppiata una rissa. Enorme.»
Robin scosse la testa, immaginando la delicatezza con cui Nami avesse già punito i due sfortunati che aveva trascinato con sé proprio per evitare simili episodi. E si, aveva sicuramentepunito anche Rufy, che sicuramente non si era tirato indietro e aveva aiutato il compagno, attirando l'ira di Nami. No, non invidiava per niente quei due.
Si tenne al parapetto, salutando con lo sguardo quell'isoletta, mentre la forza del Coup de Burst li sbalzava per aria, lontano dai guai.

***

Dopo aver lasciato Sanji a occuparsi della tavola ingombra di piatti sporchi, ognuno andò a soddisfare la propria noia, che creava un buco enorme nell'animo dopo la confusione della cena.
Robin e Chopper si alzarono assieme da tavola. La renna si fece guidare fino alla camera delle ragazze, dove lo aspettava una sorpresa di cui si era completamente dimenticato.
«E questo è ciò che ti avevo promesso stamattina.» gli disse, la mora. Il dottore corse verso la scrivania, dove Robin aveva poggiato il libro di avventure che aveva trovato nella libreria, prima dell'attacco della Marina. Chopper lo prese fra le zampette, guardandolo con occhi sognanti.
Sorridendo e stringendo il libro al petto, gli corse incontro urlando i propri ringraziamenti. La donna si inginocchiò, ricambiando l'abbraccio della renna sotto lo sguardo sorpreso di Nami, che aveva appena fatto il suo ingresso. La rossa si lasciò contagiare dalla felicità del compagno, e anche sul suo viso comparve un bellissimo sorriso.
Robin sollevò lo sguardo, incrociando gli occhi nocciola e assonnati della compagna. «Non preoccuparti, Nami. Ci trasferiamo subito nei divanetti davanti all'acquario.»
«Oh... bene. Scusate, ma ho davvero bisogno di dormire oggi.»
«Lo so.» le sorrise la mora. Dopo di che, prese in braccio Chopper – che non smetteva di stringere il libro – e uscì dalla stanza, chiudendosi dietro la porta. Una volta arrivata a destinazione, si accomodò sui divanetti, mentre il dottore le si accoccolò per bene sopra, stupendosi ancora una volta del buonissimo profumo di fiori che da sempre contraddistingueva la compagna.
«Cominciamo?» sorrise lei, prima di iniziare la lettura.
Lasciando scorrere le mille parole del libro sulla sua lingua, Robin riuscì a dimenticare per un po' i ricordi, che tornavano a tormentarla spesso in quei giorni. Quando le palpebre pesanti come macigni di Chopper ebbero la meglio sulla voglia di leggere, Robin chiuse il libro e si accomodò meglio sul divano, coprendo entrambi con una spessa coperta. Non aveva intenzione di tornare in camera e svegliare Nami; senza contare che avrebbe dovuto anche accompagnare Chopper nella sua stanza. E poi, quei divanetti erano tutt'altro che scomodi; poggiò la testa al cuscino, lasciandosi accogliere fra le braccia di Morfeo.
Dormì di un sonno breve e agitato, popolato da ricordi dolorosi che avrebbe tanto voluto cancellare. Rivide gli eventi più spiacevoli da spettatrice inerme, che sapeva già il finale di una triste storia, ma che non poteva far altro che angosciarsi per ciò che stava per avvenire, senza poter far niente per cambiare l'ordine delle cose.
«No...»
Si svegliò all'improvviso, ansimante e sudata, mentre si tirava su a sedere, tenendosi sulle braccia protese dietro la schiena. Sentì subito il tocco leggero sulla sua spalla di Chopper, che la guardava con due grandi occhioni preoccupati. «Robin...?» le chiese, spaventato. L'aveva sentita agitarsi, e si era destato anche lui; aveva anche provato a svegliarla, ma senza successo.
Lei non gli rispose, e continuò a fissare il vuoto, ansimante. Gli occhi sgranati dal terrore incontrarono lentamente quelli della renna, che si facevano sempre più lucidi. «Robin?» provò di nuovo, scuotendole piano il braccio. La donna si lasciò cadere sul cuscino, chiudendo gli occhi. «Era... era solo un brutto sogno, Chopper.» gli accarezzò la testa, dolcemente. «Non devi preoccuparti.» affermò, con un sussurro.
Il piccolo seguì il suo esempio e si coricò, stringendola forte. «V-va bene... Buonanotte.» le disse, ancora un po' scosso dal risveglio improvviso; al contrario di Robin, si riaddormentò subito.
La mora riaprì gli occhi quando sentì il respiro della renna farsi più pesante. La vista del soffitto scuro era sicuramente più rassicurante delle immagini proposte dalla sua mente, così si accinse a fissarlo... per il resto della notte.


Angolo dell'autrice.
Bentornati :) Ieri mi sono dimenticata di ringraziare la mia I-chan, per aver letto la mia ff in anticipo. Ero un po' in ansia :)
Non c'è molto da dire a parte.. RAGAZZI SVEGLIATEVI! Non vedo una FRobin da non so quanto, e sono in astinenza.. Ormai in giro becco solo ZoNami D:
In ogni caso.. grazie a chi ha già recensito, a chi recensirà e anche a chi non lo farà ma seguirà la ff in silenzio.
Alla prossima!

  
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