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Autore: parveth    02/02/2013    3 recensioni
Dopo che Gold rapisce French il fioraio, Emma si chiede chi sia la "lei" di cui parlava l'uomo mentre colpiva la sua vittima con il bastone, e dopo una chiaccherata con Mary Margaret decide di fare qualcosa per convincerlo a non arrendersi
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emma Swan, Mary Margaret Blanchard/Biancaneve, Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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the kidnapping Erano passate due settimane da quella strana notte nel negozio di mr.Gold  e ad Emma ancora non era venuta in mente alcuna idea per vendicarlo di Regina pur avendoci pensato e ripensato, niente da fare era proprio a corto d'idee, dopo quel giorno non aveva piu' affrontato l'argomento ne' con Michelle e Mary-Margaret ne' tantomeno con Gold ma coltivava il sospetto che anche se  si era assunta lei la responsabilita' dell'impresa ognuno degli altri tre rimuginasse mettendo insieme tante piccole idee che poi avrebbero valutato.

Chi aveva notato un quasi impercettibile cambiamento in quei giorni era stata Michelle, la quale trovandosi in farmacia Gold piu' spesso   (prima ci andava solo per riscuotere l'affitto) con la scusa di comprare antipiretici e pastiglie per la gola gli era sembrato piu' gentile del solito, una volta le aveva persino rivolto un mezzo sorriso e non di scherno: era il sorriso di chi aveva veramente piacere a trovarsi con qualcun altro, fortuna che in quel momento erano soli altrimenti avrebbero scatenato fiumi di chiacchere.

Fu durante una di queste visite che dopo avergli dato il resto la farmacista si accorse che le aveva lasciato in mano un biglietto, una volta tirata giu la saracinesca lo srotolo' e lesse "venite tutte e tre al negozio alle 21",  guardo' l'orologio:  le 12.30 ora della pausa pranzo  prese giubbotto e cappello e si affretto' ad uscire per raggiungere le amiche da Granny's  una volta arrivate scelsero un tavolo defilato e Michelle mostro' loro il biglietto "oh bene, si vede che ha in mente qualcosa: vi confesso che io ero a corto d'idee"  disse Mary-Margaret ,  "si anche io ma conoscendo Gold non sara' niente di buono: non fraintendetemi non sono pentita ma non vorrei causare danni anche peggiori"  aggiunse Emma  le altre le presero le mani " ormai siamo in ballo e balliamo: personalmente sono pronta a tutto pur di fargliela pagare a quella strega"  esclamo' Michelle. Lo sceriffo aveva ancora qualche titubanza ma si disse d'accordo, quella sera prese le dovute precauzioni raggiunsero il
 negozio,  quando entrarono Gold era in piedi dietro al banco  "buonasera immagino che abbiate ricevuto il mio biglietto"  "qual'e' il piano?"  chiese Michelle sedendosi  "qualcosa che faccia parecchio soffrire il sindaco suppongo" disse Mary-margaret  "beh si, pensavo ad un rapimento"  fece Gold con noncuranza.

L'affermazione  rimase sospesa in aria per qualche minuto ma Emma aveva capito subito dove volesse andare a parare, lo afferro' nuovamente per la giacca: "non osi far del male a mio figlio, carogna!"  "stia calma sceriffo! non ho mai detto di volergli far del male"  rispose lui bloccandole i polsi,  "va bene, pero' lo avvertiro' prima"  accetto'  Emma a malincuore


Se ne andarono e l'indomani  avvertirono il bambino che si presto' con entusiasmo alla messinscena: certo aveva sempre considerato Regina come sua madre ma capiva anche che per il bene di tutti avrebbe dovuto sacrificarsi altrimenti addio maledizione spezzata,  cosi' il giorno dopo mentre tornava a casa da scuola passando per una strada poco frequentata quando vide una Cadillac accostarsi al marciapiede.

"Salve Henry"  lo saluto' Gold aprendogli la portiera e facendogli cenno di salire.


Arrivarono a casa sua ed Henry si guardo' attorno con curiosita': era lussuosa quanto la sua anzi di piu',  Gold gl'indico' una porta che una volta aperta rivelo' una scala piuttosto ripida  "vai pure, io verro' tra poco"  gli disse.

Il piano di sotto non era affatto uno scantinato come ci si poteva aspettare:  era anzi come un appartamento dentro alla villa,  c'erano un letto una poltrona un divano ed un tappeto,  e anche un piccolo cucinino con tanto di tavolo e sedie, e dietro il bagno.


Henry si tolse di dosso cartella e giubbotto e decise di vedersi un po di tv per ingannare il tempo.


Regina nel frattempo era appena tornata a casa dopo una lunga ed estenuante giornata di lavoro:  da giorni era in trattativa con una grossa compagnia alberghiera per l'acquisto di un terreno edificabile alle porte della citta': avrebbe fatto costruire un grande centro ricreativo gratuito dove i ragazzi di Storybrooke avrebbero potuto trovarsi dopo la scuola, cosi facendo si sarebbe accattivata le simpatie di tutti e almeno i giovani non sarebbero stati a bighellonare in giro.

Si accorse che suo figlio non era in casa ma non se ne preoccupo': era appena  l'una,  probabilmente si era attardato con qualche amico,  cosi ne approfitto' per farsi un caffe': temeva che Gold venisse a sapere del terreno e gli saltasse in mente di farsi avanti anche se ormai mancavano solo tre giorni alla firma del contratto e se ancora non era successo niente significava che non ne era al corrente ed era molto improbabile che lo facesse ora.

Purtroppo per il sindaco, Gold sapeva gia tutto e su quello ci aveva costruito il piano:  avrebbe tenuto con se' Henry fino alla scadenza per la firma del contratto e poi l'avrebbe rimandato a casa, quando ne aveva informato le ragazze ebbe in cambio sguardi che definire di disapprovazione era un eufemismo ma capirono tutte che non faceva una piega.

"Mi sembra il minimo dopo quello che mi ha fatto" penso' scendendo al piano di sotto.

Erano passate ore e Henry ancora non si vedeva, Regina cominciava a sentirsi in ansia cosi' prese la macchina e fece un giro dell'isolato per poi andare fino alla scuola dove trovo' Mary-Margaret:  "Salve signorina Blanchard: ha visto Henry?"   "E' uscito da scuola come al solito, credevo fosse a casa da un pezzo ormai"  rispose lei facendo spallucce  "gia', beh grazie lo stesso"  la saluto' il sindaco affrettandosi verso la macchina e pensando di recarsi dallo sceriffo.

Mary-Margaret sorrise tra se': procedeva tutto alla perfezione.

Henry aveva  pranzato con degli hamburger e stava accingendosi a sfogliare il suo libro quando udi' il campanello suonare e Gold parlare con una voce femminile a lui sconosciuta o quasi,  poco dopo la porta si apri' ed entro' una ragazza in jeans chiari e maglione lilla con lunghi capelli biondi ed occhi azzurri:  "Ciao, tu sei Henry vero?  io sono Michelle" gli disse tendendogli la mano  "La farmacista"  disse lui ricordando improvvisamente dove l'aveva vista,  "e' un bel libro?"  gli chiese lei adocchiando il grosso volume che il bambino teneva in grembo: Emma le aveva raccontato per sommi capi quello che suo figlio credeva e cioe' che tutti gli abitanti di Storybrooke fossero in realta' personaggi delle favole vittime di una maledizione, ovviamente entrambe stentavano a crederci ma non si poteva dire che da quando Emma era arrivata non fossero successe un sacco di cose strane.

Emma stava riordinando la scrivania quando si trovo' davanti la faccia sconvolta del sindaco:  "Henry non e' tornato a casa oggi, e' stato qui da lei?"  le chiese  "cosa? no a dire il vero oggi non l'ho visto ma ha fatto bene a venire qui"  le rispose cercando di non dare a vedere la soddisfazione che provava, Gold poteva anche non essere uno stinco di santo ma Regina non aveva alcun diritto di portargli via la persona che amava, perche' a quel punto ne era certa che lei ci fosse invischiata fino al collo,  "venga, andiamo"  le disse guidandola verso la sua macchina.


"...Quindi Mary-Margaret, cioe' Biancaneve sarebbe tua nonna?"  stava chiedendo Michelle ad Henry,  "teoricamente si"  rispose il bambino che le aveva appena riassunto tutta la faccenda anche se non era proprio certo che gli credesse.

"E io chi sarei? a questo punto sono curiosa"  chiese la farmacista piuttosto divertita da quella conversazione surreale.


Henry ci penso' su un attimo sfogliando le pagine del libro, fino a soffermarsi su una fiaba letta qualche settimana prima:  "tu sei  la Bella Addormentata nel bosco"  disse con sicurezza.

Il sorriso che Michelle aveva ostentato fino a poco prima comincio' a svanire: per quanto quella storia fosse inverosimile non poteva credere che....


"Tu non hai tre zie? sono le fate che crescono la principessa, vedi?"  le disse indicandole la pagina.


"Sai, tutti mi hanno sempre chiamato Michelle, ma e' il mio secondo nome: anche tu ne hai uno?"  gli chiese.

Henry scosse la testa:  Regina gli aveva detto che si chiamava cosi per via di suo nonno ma non aveva mai accennato ad un secondo nome,  "quindi non ti chiami solo Michelle: qual'e' l'altro tuo nome?"  chiese con curiosita'.


"Aurora"  gli rispose la ragazza semplicemente.



Ormai il sindaco era sul punto di avere una crisi di nervi:  "ma dov'e'?? dove puo' essere andato?? puo' essergli successo qualunque cosa, e' cosi piccolo..."  disse abbandonandosi su una sedia di casa sua: Erano andate anche a casa di Emma e Mary-margaret e naturalmente Henry non c'era,  era stata lei a proporle di andarci tanto sapeva che prima o poi le sarebbe venuto il dubbio che gliel'avesse portato via o cose del genere,  e la sua espressione nel vedere che non era presente neanche li le procuro' una sorta di gioia maligna ma anche una  nota di rammarico: non era tipo a cui piaceva vedere soffrire gli altri ma era dell'idea che in certi casi valesse pienamente il detto  "occhio per occhio, dente per dente",   "lo troveremo stia tranquilla"  disse porgendole una tazzina di caffe'.



Nel luogo dov'erano seduti Michelle ed Henry vi era anche un pc e la ragazza stava stampando una finta lettera di ricatto che avrebbe infilato quella notte sotto la porta di casa del sindaco,  anche Gold era presente  "si, puo' andare"  commento' dopo averla letta e tornando di sopra,  voleva dormire un po' e riflettere sul da farsi.

"Dato che siamo in tema favole mi chiedo chi sia Gold"  ghigno' la farmacista.

"Ancora non lo so"  ammise Henry dispiaciuto.

Michelle comincio' a sfogliare il libro: non se ne intendeva molto di disegni, tuttavia le parve che certe illustrazioni si rassomigliassero anche se i personaggi erano totalmente diversi per ogni storia.

"Forse ho capito chi e': guarda"  gli disse mostrandogli quelle favole  "Rumpelstiltskin" mormoro' Henry

"Uno a cui piacciono accordi e potere: tutto torna ti pare?"  gli disse lei posando il volume sul letto.

"Ma sembra anche molto triste: voglio dire sembrano"  disse il bambino

"Se e' come dici tu deve averne passate di cotte e di crude: non mi meraviglia che oltre a quell'aria da Azzeccagarbugli dei poveri  sembri uno che si avvia costantemente al patibolo"  disse Michelle versando dell'acqua in due bicchieri.

"A me non piace fare del male: ma la mia mamma e' stata cattiva e deve essere punita...anche se il mezzo sono io"  disse Henry  con gli occhi bassi.

Michelle gli poso' una mano sulla spalla:  "mi dispiace...."  comincio'.

"E' tutto ok:  non e' giusto che due persone che si vogliono bene vengano separate, anche se una delle due e'..."  non sapeva come continuare.

"...poco simpatica"  concluse per lui la farmacista ed insieme scoppiarono a ridere.



Angolo autrice:  salve gente! lo so che ormai su questa storia son rotolate palle di fieno a non finire ma finalmente m'e' tornata l'ispirazione.  Vi prometto che presto arrivera' un nuovo capitolo :)




  
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