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Autore: O n i c e    02/02/2013    1 recensioni
[SOSPESA]
Una profezia vecchia di mille anni. Una storia che si ripete ciclicamente da tempi immemori.
Tra vecchi rancori e amicizia, odio e amore, dolore e felicità, segreti taciuti e verità inconfessabili il Mondo Magico dovrà affrontare la minaccia di una guerra non ancora conclusa.
Un passato da svelare, uno da lasciarsi alle spalle, uno da sconfiggere, mentre il destino di quattro vite si intreccerà inevitabilmente per proteggere il Sigillo e mantenere l’equilibrio.
Genere: Fantasy, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Capitolo I
Salvami

 
 




Su Hogwarts era tornato il silenzio.
Tra le sue mura non echeggiavano più le urla e il caos, che si era scatenato da quando si era infranto il Protego Horribilis che avvolgeva il castelloe i Mangiamorte si erano introdotti tra quelle mura millenarie, sembrava essersi placato. La battaglia pareva terminata, ma era ovvio che non fosse così; i Mangiamorte si erano ritirati non appena avevano sentito la voce del Signore Oscuro che li richiamava a sé.
Hermione Granger si era rifugiata sulla Torre di Astronomia, distrutta da tutto il dolore che si respirava nell’aria. Aveva sentito il bisogno di stare da sola e piangere proprio su quella torre dove un anno prima era stato ucciso Silente.
La brezza che soffiava là in cima le scompigliava i suoi indomabili capelli e trascinava via con sé l’eco dei suoi singhiozzi.
Fred… continuava a sussurrare, mentre le lacrime le scorrevano cristalline lungo le guance. Perché proprio lui?
Fred non puoi essertene andato. Piangeva ricordando quel mezzo sorriso ancora stampato sul suo volto immobile. Non avrebbe più sorriso Fred, non l’avrebbe più fatta sorridere.
Lui, il suo rosso preferito, come adorava chiamarlo.
Lui, il primo che l’aveva fatta sentire donna e non una semplice ragazzina.
Lei con lui e mille risate.
Lei con lui la sua prima volta.
Lei con lui, semplicemente.
In breve il riassunto del suo quinto anno insieme a Fred Weasley. Era nato per gioco, velocemente, e altrettanto si era concluso. Niente rancori né rimpianti, si erano sempre voluti un bene dell’anima lui e lei, amici e amanti senza paura né vergogna, senza segreti.
So che sei lassù e che mi senti, quindi vedi di ricordarti di me ogni tanto.
Si asciugò distrattamente le lacrime, mentre un sorriso triste le increspava le labbra.
Uno scalpiccio sul freddo marmo della terrazza la fece voltare di scatto.
«C’è qualcuno?» chiese afferrando saldamente la bacchetta e puntandola nel vuoto di fronte a sé, nervosa e spaventata. Dei passi alla sua sinistra la fecero voltare allarmata.
Dall’ombra emerse una figura alta, vestita di nero e dai biondi capelli –insolitamente– scompigliati.
«Granger» la salutò con voce atona. «Anche tu qui, vedo.»
«Malfoy a cosa devo l’onore della tua presenza? Non ti fa schifo stare nello stesso luogo con una mezzosangue? O sei venuto a uccidermi magari?» gli urlò addosso, con ancora la bacchetta puntatagli contro. Stava scaricando la sua rabbia su di lui, sperava di scatenargli una qualche reazione ma nulla da parte sua.
Il biondo Serpeverde si limitò a stirare le labbra in quello che però non era il solito ghigno, ma certamente neanche un sorriso. Malfoy non aveva mai sorriso, non sapeva neanche come si facesse, probabilmente.
«Nulla di quello che pensi. Ero venuto qui solo per stare tranquillo, per pensare, ma a quanto pare non mi è concesso.» disse mesto. La scrutò per qualche attimo prima di avvicinarsi alzando le mani in segno di resa. «Avanti Granger, sfogati su di me. So che non desideri altro.»
Hermione fu colta di sorpresa dalle sue parole.
Cosa diavolo era saltato in mente a Malfoy?
«Forza.» la esortò. «Puoi vendicarti di tutto il dolore che ti ha causato Bellatrix, di tutto il dolore che ti ho causato io.» continuò avanzando ancora.
«Non fare un altro passo Malfoy.» lo minacciò.
Lui ghignò ormai vicino, troppo, a lei, talmente vicino che la punta della bacchetta gli sfiorava i vestiti, all’altezza del cuore. Draco socchiuse gli occhi.
«Si può sapere che ti prende?» chiese esasperata Hermione.
Draco scosse la testa, mentre l’ombra di un sorriso s’insinuò sul suo volto.
«Granger mi stupisci, da quando non afferri qualcosa di così semplice? E tu saresti la strega più brillante degli ultimi anni?» la schernì, voltandosi e poggiandosi con i gomiti al parapetto della torre, affacciandosi nel vuoto.
«Non vorrai…» boccheggiò Hermione, faticando a trovare le parole.
Draco scoppiò in una risata tetra. «Ti pare Granger? Bisogna avere il coraggio per farlo. E il coraggio io non so nemmeno cosa sia, sbaglio? E comunque perché dovrei farlo io quando so che il Signore Oscuro mi ucciderà…» cominciò inclinando la testa in avanti e beandosi del vento che gli accarezzava il volto.
La Grifondoro lo guardò sgranando gli occhi. «Cosa diamine stai dicendo Malfoy?»
«La verità. Il Lord vuole farla pagare a mio padre da quando è tornato, ho fallito in tutti i compiti che mi ha ordinato e quale modo migliore se non uccidere me? Morirò, Granger, e non vedrò la fine di questa guerra.»
Hermione si avvicinò a Draco, ritirando la bacchetta che fino a quel momento aveva stretto saldamente tra le dita, turbata dalle parole del Mangiamorte. Si poggiò anche lei al parapetto e vagò con lo sguardo lungo l’orizzonte. Le loro braccia si sfiorarono accidentalmente, ma il biondo non si ritrasse.
«Perdonami.» disse in un soffio Draco, talmente leggero che Hermione credette di esserselo immaginato.
«Come scusa?»
«Perdonami.» ripeté più forte.
Il cuore nel petto di Hermione perse un battito. Draco le stava chiedendo perdono e il modo, la voce, con cui aveva pronunciato quella semplice parola le aveva avvolto il cuore in una morsa gentile e delicata.
Per la prima volta uno a fianco dell’altra, Grifondoro e Serpeverde. Mezzosangue e Purosangue. Hermione Granger e Draco Malfoy.
«Tutto quello in cui credevo, tutto quello che mi è stato insegnato sulla purezza del sangue, sull’inferiorità di chi non è come noi, tutto ciò non ha portato ad altro che a dolore e morte. Ma non c’è differenza tra noi Granger, non c’è mai stata. Tu ed io non siamo poi così diversi, se non che tu sei mille volte migliore di me. L’ho capito quando Bellatrix» sputò il suo nome «ti ha inciso la carne, quando ho visto il tuo sangue macchiare la tua pelle, non hai idea del ribrezzo che provato verso me stesso e verso il mio sangue. Mi dispiace, mi dispiace tanto.» mormorò distrutto, tenendosi il viso tra le mani.
Hermione rimase per qualche secondo interdetta. Non si sarebbe mai aspettata un comportamento simile da Draco Malfoy, men che meno con lei.
«Non c’è bisogno, io… l’ho già fatto, Draco.» sussurrò senza neanche pensarci.
Draco alzò lo sguardo su di lei, sorpreso. Aveva pronunciato il suo nome, e nel tono non vi lesse nient’altro che dolcezza. Non odio, non rabbia, non pietà o compassione. Draco, un soffio che gli parve carezzare delicato la sua anima tormentata.
Per la prima volta occhi negli occhi.
Per la prima volta Hermione si perse in quelle iridi d’argento che l’attraevano come un magnete e per un attimo ebbe l’impressione di potergli leggere dentro, di potergli sondare ogni angolo più nascosto del suo essere.
Per la prima volta Draco poté ammirare la luce, la forza, il calore di quello sguardo così profondo. Ci sarebbe volentieri annegato in quelle perle dorate che brillavano nei suoi occhi, avrebbe voluto perdercisi per sempre.
Fuoco contro ghiaccio.
I loro volti si erano avvicinati senza che se ne rendessero conto, potevano sentire il respiro dell’altro infrangersi sulle labbra.
Hermione...
Draco…
Era assurdo, dannatamente assurdo quello che immaginavano stesse per accadere, ma non importava.
Draco annullò le distanze tra loro afferrando Hermione per la vita e chinandosi sulle sue labbra, sfiorandole con una delicatezza estrema, spaventato lui stesso da quel gesto. Temeva che Hermione potesse respingerlo, ma lei desiderava lo stesso. Era come se la sua parte razionale l’avesse abbandonata lasciandola in balia di Draco Malfoy. Insomma, Draco Malfoy.
Avvolgendogli il collo con le braccia e alzandosi sulle punte dei piedi, premette con più decisione la sua bocca contro quella di Draco. Lui le cinse i fianchi e la tirò di più a sé, facendo aderire i loro corpi, mentre con la punta della lingua disegnava il contorno di quelle morbide labbra, inebriato dal profumo dolce e sensuale della sua pelle che sapeva di gelsomino.
Hermione dischiuse la bocca e le loro lingue si incontrarono, si rincorsero e danzarono insieme per quegli attimi che parvero eterni. La ragazza assaporò il dolce sapore della bocca di lui. Tabacco e menta, che le facevano girare la testa.
O forse era Draco stesso a fargliela girare?
Hermione non avrebbe saputo dirlo. Persa in quelle emozioni che le facevano sfarfallare lo stomaco, non si curava di altro.
Draco lentamente liberò la bocca di Hermione dalla sua. Le labbra rosse e gonfie erano curvate un sorriso. Un sorriso?!
Hermione dovette sbattere più volte le palpebre per rendersi conto che Draco Malfoy stava sorridendo. Non il solito ghigno, ma il sorriso più bello e seducente che avesse mai visto.
Sarebbe crollata se Draco non l’avesse stretta ancora fra le sue braccia.
«Grazie Granger.» le sussurrò poggiando la fronte su quella di lei.
«Perché?»
«Perché mi hai regalato forse il momento migliore che io possa aver mai vissuto.» le confessò d’un fiato. «Forse l’ultimo…»
«Smettila Malfoy!» gli urlò contro Hermione interrompendolo. «Non morirai a causa di questa guerra…»
«Piccola e coraggiosa Grifondoro, come se dipendesse da te. Sai che ci troveremo contro quando ricomincerà la battaglia, vero? Sempre se non morirò prima.»
«Allora combatti con me Malfoy, combatti con Hogwarts, per Hogwarts.» sentì le lacrime pungerle gli occhi.
«E abbandonare la mia famiglia?»
«Ti prego. Non potrei sopportare un'altra morte, la tua morte.»
Nessuna parola.
«Draco rispondimi…»
Silenzio.
«Draco…» tentò esasperata.
«È così bello sentirti pronunciare il mio nome.»
Ah Draco… non rendere tutto più difficile.
«Per favore, ascoltami.»
«Mio padre, mia madre… loro non…» sussurrava tra sé.
«Loro capiranno. Tua madre soprattutto: lei ti ama e sai anche tu che l’unica cosa importante per lei è che tu viva.»
Alzò i suoi occhi grigi in quelli di lei. Parevano trasparenti, voleva che Hermione vedesse la sua anima, ciò che aveva dentro.
Si avvicinò di nuovo a lei e le sue labbra si posarono su quelle della Grifondoro. Un bacio immobile, fino a che lei dischiuse la bocca leggermente e sentì il suo fiato caldo infrangersi sul palato, si avvinghiò a lui mentre con una mano le stringeva la vita e l’altra si insinuava tra i suoi ricci.
«Sei la mia unica speranza.» sussurrò. «Salvami Granger.»
 
E lei l’aveva fatto. Da orgogliosa Grifondoro qual era, aveva mantenuto la sua promessa: l’aveva salvato. L’aveva salvato dalla guerra, da Voldemort, da suo padre, da se stesso e dal destino che credeva segnato.
«Siamo noi che ci scegliamo il nostro destino.» gli disse Hermione alla fine della battaglia finale.
«No, Granger, ti sbagli.» le rispose mesto. «Il destino è imprevedibile e nulla lo può dominare. Chi siamo noi per imporci su di esso? Non possiamo scegliere e mai potremo farlo, assecondiamo semplicemente quello che il fato decide per noi. È solo illusione la consapevolezza di decidere per noi stessi.»
«Sei tu che hai scelto di restare, Malfoy.» gli fece notare con una punta d’irritazione nella voce. Draco rimase spiazzato…
 
«Draco.» lo chiamò Lucius. «Draco, vieni.» si aggiunse sua madre.
Hermione lo sentì tremare e gli strinse la mano. Era combattuto, se non si fosse unito ai Mangiamorte avrebbe tradito i suoi genitori, ma se l’avesse fatto, se li avesse raggiunti lei non avrebbe potuto sopportare l’idea di combattere contro di lui. Draco esitava. Vagò con lo sguardo soffermandosi su sua madre, suo padre e, infine, su Voldemort.
Rabbrividì incrociando i suoi occhi, neri come la pece, pozzi senz’anima.
«No.» indietreggiò di un passo, scuotendo la testa.
L’Oscuro l’aveva osservato inclinando la testa, aveva notato la mano del giovane Malfoy intrecciata a quella della mezzosangue. Una risatina crudele si era fatta strada su quel viscido volto serpentino… poi era esplosa la battaglia.
 
Ora erano lì, seduti, a osservare la distruzione che li circondava. Harry aveva sconfitto Voldemort, dissoltosi in polvere, i buoni avevano vinto. E Draco aveva scelto di far parte di quei buoni.
Eppure qualcosa lo turbava ancora. Non solo la consapevolezza che i suoi genitori, suo padre in particolare rischiava una condanna ad Azkaban –e lui anche, a dire il vero- già semplicemente a causa di quel marchio impresso sul braccio. I suoi sensi gli dicevano che la pace tanto agognata non era ancora arrivata. Un’ombra stava ancora oscurando Hogwarts e tutto il mondo magico.
«Ah Granger! Vuoi sempre avere la ragione ad ogni costo.» le rispose dopo lunghi istanti, forse troppo duro.
Infatti.
Lei si indispettì. «E allora dimmi Draco Malfoy, anche il bacio che ci siamo scambiati l’ha voluto il destino?» chiese piccata, anzi decisamente irritata.
Draco non le rispose, non riusciva a rispondere neanche a se stesso in quel momento. Perché l’aveva baciata?
 
Semplicemente avevo bisogno di qualcuno con cui parlare.
Non è quella la domanda. L’hai baciata.
Non connettevo molto col cervello: credevo che sarei morto.
Invece sei ancora qui.
Sarebbe potuto succedere.
Avevi paura di non poterla più avere.
La mia non era paura… e non l’ho mai voluta!
Bugiardo.
Avrei potuto baciare chiunque altra.
Eppure hai baciato lei, una mezzosangue.
Basta! L’ho baciata perché avevo bisogno di conforto.
Avevi bisogno delle sue labbra.
Avevo bisogno di qualcuno e lei mi è capitata davanti per caso.
Speravi di trovarti solo con lei. Per questo l’hai seguita.
È. Stato. Il. Caso. E quello che è successo ‘sta notte non si ripeterà.
Certo, come no!
Non si ripeterà! Io avevo bisogno di qualcuno. Lei era lì e ne ho approfittato, punto. Fine della storia.
Sei felice che lei non ti abbia respinto.
Aveva paura anche lei, come me, della morte, ed è stato come confortarci a vicenda, sapere di non essere… soli.
Oh, ora ragioniamo un po’ di più. Anche tu avevi paura.
Cazzate.
L’hai appena ammesso. Metti da parte l’orgoglio Draco o la perderai.
Sai quanto me ne freghi…
Sicuro?
Assolutamente.
Sei cambiato, Draco. Non nasconderti dietro a una maschera che non ti appartiene più.
Io non mi nascondo dietro a nulla.
Menti a te stesso.
Certo, come no.
Se vabbè. Credi a quello che vuoi, alla fine lo capirai da solo.
Contaci.
Se avessi torto ora tu non saresti qui a rifletterci e a pensare a lei.
Io non sto pensando a lei.
Ah ah, ma fammi il piacere! Te l’ho già detto: stai mentendo a te stesso.
Lasciami in pace!
Come vuoi.
 
Silenzio, finalmente.
Draco si alzò e la lasciò lì. «Ci vediamo Granger.» si congedò, troppo confuso da quello che gli diceva la parte irrazionale –razionale?- della sua mente.
Hermione sarebbe voluta andargli dietro e fermarlo, ma non trovò la forza di farlo. Si rabbuiò delusa, ma un minuscolo pensiero la fece sorridere: ognuno era padrone del proprio destino, Draco gliel’aveva dimostrato scegliendo cosa fare. Lei aveva ragione. O così credeva.
Avevano entrambi ragione, e avevano entrambi torto, per motivi diversi…





Note autrice:
per prima cosa grazie a tutti coloro che hanno inserito la storia nelle seguite, a chi ha recensito e a coloro che hanno solamente letto.
Non posso garantire di aggiornare regolarmente ma farò del mio meglio :)
Buona giornata a tutti
Un bacio.

O n i c e

  
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