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Autore: noweheregirl    02/02/2013    2 recensioni
Dal titolo si intuisce che qualcosa di sporco c'è.
James, Albus e Lily non sono i dolci e teneri bambini che Harry e Ginny pensano. Infondo hanno il sangue di James Potter e dei gemelli Weasley nelle vene.
Un James stronzo, arrogante e un po' troppo superficiale, un Albus riservato, leale e, ahimè, irrimediabilmente gay, e una Lily ribelle e dalla mentalità aperta, sono i protagonisti della storia.
Una Dominique apparentemente incazzata con tutto, un Lorcan figo come non lo avete mai visto, uno Scorpius irritante e meschino sono le spiacevoli e allo stesso tempo indispensabili palle al piede dei fratelli Potter.
JamesxDominique
AlbusxLorcan
LilyxScorpius
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Dominique Weasley, James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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1

 
Ad Albus il Lago Nero era sempre piaciuto. Da quando aveva dodici anni, ci passava tutto il suo tempo libero. Non ascoltava Scorpius, che da amico gli consigliava di impiegare meglio il suo tempo. Di usarlo provandoci con le ragazze, ad esempio, o allenandosi per il Quidditch. Avrebbe preferito vederlo fare la ronda con gli altri Prefetti, piuttosto che vederlo svignarsela con qualche scusa decadente, solo per rannicchiarsi sulle sponde del Lago, ad aspettare la Piovra. 
Ma Scorpius, come ormai si era abituato a fare, sospirava, girava i tacchi, e fingeva che il suo migliore amico fosse nella sua camera, e farsi qualche ragazza. 
Ovviamente ci aveva pensato qualche volta, a cosa potesse fare il suo migliore amico, di notte, sul Lago Nero, ma aveva sempre preferito lasciar perdere. Se durante uno dei suoi soliti festini, gli chiedevano dove fosse Al, rispondeva a fare il Prefetto Perfetto nei corridoi di Hogwarts, e che molto probabilmente non sarebbe tornato in tempo per la festa.
Scorpius non si vergognava di Al, ma sapeva che Al si vergognava di sé stesso. 
Era un tacito accordo, il loro, per il quale Scorpius avrebbe finto di non sapere che in Al c’era qualcosa che non andava, e Al avrebbe fatto lo stesso. 
Forse lo facevano perché era più facile per entrambi. Forse era per questo che Al amava andare al Lago. Perché là non c’era Scorpius che lo incitava a portarsi a letto qualsiasi ragazza gli passasse davanti. Perché Albus, le ragazze non le aveva mai visto con gli stessi occhi dei suoi amici.


1 Settembre, Dormitorio Maschile Serpeverde

Questa volta Al non aveva scuse. Scorpius, in un momento di pura e semplice furia diabolica, aveva fatto una tabella con tutte le feste da organizzare durante l’anno. E tutte coincidevano con le serate libere di Al. E quale modo migliore di cominciare l’anno, se non quello di chiudersi nel Dormitorio, cercando di evitare la festa organizzata dal proprio migliore amico?
Non riusciva a fare i compiti, perché la musica era troppo alta.
Non riusciva a dormire per lo stesso motivo. 
Non poteva andarsene sul Lago sotto al Mantello dell’Invisibilità di suo padre, dato che James glielo aveva rubato, che a sua volta se l’era fatto fregare da Lily.
No poteva suicidarsi, perché l’oggetto più pericoloso nella stanza era un tagliacarte d’argento appartenente al bisnonno di Scorpius, e se quest’ultimo avesse scoperto che aveva usato proprio quello per uccidersi, sarebbe andato a prenderlo nell’Oltretomba, pur di fargliela pagare.
Perciò, in astinenza da alcune delle cose che preferiva, Al decise di prendere la sua scopa, la Firebolt 2001, e volare fuori dalla finestra. 
Poi si ricordò. Nei Sotterranei non ci sono vere finestre, solo incantesimi per fare credere di essere in superficie. 
Si diede da solo del coglione, lasciandosi cadere sul letto. 
Scorpius l’avrebbe pagata cara. Il giorno dopo però, quando la musica assordante sarebbe stato solo un ricordo lontano.


James Sirius Potter odiava il soprannome che Lily gli aveva propinato, nel periodo il cui, a sette anni, aveva uno spiffero fra i denti, e si vergognava a pronunciare la “s”, che secondo lei le veniva fuori come quella di un serpente. Così il suo bellissimo nome, James, era diventato Jamie. Che era senza dubbio un nome da donna. 
Ma in quel momento James aveva solo nove anni, e non ci badava molto. Il problema era cominciato al suo terzo anno, quando Lily era arrivata a scuola, e quando lo cercava andava in giro per Hogwarts, urlando “Jamie! Jamie dove sei?”. 
In certi momenti avrebbe preso Lily, decisamente la sua Potter preferita, e le avrebbe fatto del male. 
Ma poi tornava in sé, e si diceva che era troppo figo per curarsene.
Perché effettivamente, era davvero troppo figo perché qualsiasi ragazza pensasse al suo nome e non al resto.
Era alto e slanciato. Snello, ma non debole.
James era un ammasso di muscoli modellati con gli anni di Quidditch. 
I capelli erano corvini come quelli di suo fratello, ma al contrario di lui, che li teneva in ordine, schiacciati contro la testa, quelli di James erano semplicemente liberi di fare quello che volevano quando lo volevano. Seguivano il corso naturale dello svolgimento della vita di James insieme a lui, e sembrava che si adeguassero al suo stato d’animo.
Gli occhi di James, contro ogni previsione di Harry, che era certo sarebbe venuto fuori uguale a James Potter l’originale, erano azzurro limpido, come il cielo d’estate.
E, fingendo che non ci siano altri modi per dirlo, era davvero un bello spettacolo.

1 Settembre, Dormitorio Maschile Grifondoro

─Come ti chiami?─ chiese la ragazza dai capelli biondi sotto di lui. James avrebbe voluto chiuderle la bocca e non fargliela aprire fino al giorno dopo. E gli vennero davvero molti modi per farlo. Cominciò dal più ovvio, baciandola, ma quando questa lo allontanò, decise che era meglio cambiare tattica.
─James─ rispose, baciandole il collo. Questa però sembrava del tutto indifferente.
─Sei Grifondoro?─ continuò questa, ignorando il sospiro che seguì quella domanda.
─Certo─ James era impaziente di slacciarle i bottoni della camicia, ma la ragazza non sembrava particolarmente convinta a togliere le sue manine pallide da sopra i bottini, tenendo le piccole dita affusolate a stringere la stoffa. Negli occhi della ragazza, però, apparve un guizzo intelligente, come se fosse arrivata ad una conclusione al resto dell'umanità sconosciuta.
─Io sono Serpeverde─ disse la ragazza ─Mi ha invitato un’amica─ la ragazza sorrise, e James constatò che da vicino era più bella che da lontano.
─Sei sicura di voler restare?─ chiese James, sicuro della sua risposta. Si era già alzato, e si stava già levando la divisa della scuola, per infilarsi nel suo pigiama con i colori del Grifondoro.
La ragazza non rispose, ma non se ne andò.
Lo osservava, estremamente concentrata. Dopo minuti di silenzio, nei quali James si era cambiato, arrivò il momento in cui la ragazza avrebbe dovuto alzarsi dal letto, sul quale sembrava davvero molto comoda, per fare andare a letto James. Ma la ragazza si sistemò ancora meglio, coprendosi fino al mento, e sistemandosi il cuscino sotto la testa.
James sospirò, constatando che quella notte avrebbe dormito per terra. Perché dormire insieme ad una ragazza era come illuderla. E lui ne aveva illuse tante. Quella ragazza di Serpeverde, per quanto James potesse odiare la sua Casa, non era male.
Era bella. Ed era riuscita a mantenere la calma, anche sotto le labbra di James Potter.
─Sei arrabbiato?─ chiese la ragazza, quando ormai James si era convinto si fosse addormentata.
─E perché doveri esserlo?─ chiese James, pentendosi di aver scelto il pavimento come letto, per quella notte.
─Perché ho resistito al fascino di James Potter─ disse, e James scoppiò a ridere. Sentire cosa la gente si aspettasse da lui lo aveva sempre divertito.
─Devo dirti la verità─ disse la Serpeverde ─Nel momento in cui mi ha baciato il collo con le tue micidiali labbra, ho quasi sentito un brivido─ disse, talmente seria da essere comica ─E poi, quando hai provato a togliermi la camicia. Oh, in quel momento è stato così difficile non lasciarti fare!─
La ragazza continuò a parlare, a prendere in giro James come se le venisse spontaneo. Come se lo facesse da una vita.
E James rise, per tutta la notte. I suoi amici non lo sentirono neanche, presi com’erano dalle loro ragazze.
James sapeva che, la mattina seguente, non le sarebbe dispiaciuto vedere la ragazza alla luce del sole.
Forse, e dico forse, l’avrebbe anche accompagnata alla sua Sala Comune.
 
-
 
Lily Luna Potter era, per molti punti di vista, una persona problematica.
Aveva perso il conto delle volte in cui si era sballata, con Lorcan e Lysander a casa Scamander.
Fumava. Per il semplice gusto di fare qualcosa chi i suoi genitori non sapessero.
Passava il tempo libero a gironzolare per Hogsmead con la Mappa del Malandrino, a rubacchiare cose che “le servivano assolutamente”.
Tutti volevano bene a Lily, nonostante fosse un concentrato di tutte le cose che infastidivano gli studenti di Hogwarts.
Era orgogliosa, e avere ragione non era dovuto alla veridicità di una sua frase, ma era semplicemente una conseguenza al chiamarsi Lily Luna Potter.
Era una stronza, di quelle che ti aiutano durante gli esami, e quando scopri di aver preso una A- ti sorride.
Era spericolata, e non ci voleva un genio ad arrivarci. Durante le partite di Quidditch si lanciava in picchiate fenomenali, che lasciavano tutti a bocca aperta. E lo faceva solo per distrarre gli avversari. Con Lorcan aveva elaborato uno schema, per il quale lei si sarebbe buttata dalla scopa, che lui avrebbe prontamente preso, e gliel’avrebbe data un secondo prima di sfracellarci a terra.
E ci erano riusciti. Ed era stato fantastico.
Lily era imprevedibile, e lo dimostrava di continuo. Cambiava umore tanto velocemente quanto cambiava il colore delle pareti della sua camera.
Parlava tanto, ma solo con due obbiettivi; Il primo, infastidirti, il secondo, confonderti. E se non le conveniva nessuno dei due, se ne stava zitta.
Lily Luna Potter non era come sua nonna.
Neanche come sua madre.
Lily Luna Potter era la Serpeverde meglio camuffata da Grifondoro in circolazione. E la cosa le veniva così bene, perché neanche lei era pienamente convinta, riguardo alla Casa che meglio le si addicesse.
Ma nel frattempo, sarebbe stata la più coraggiosa dei Grifondoro e la più spietata dei Serpeverde.
E, quando capitava, la miglior delinquentella di Hogwarts.
 
-
 
2 Settembre, Corridoi di Hogwarts
Lily, nonostante fossero passati già cinque anni, si ostinava a non frequentare Storia della Magia, perché la riteneva un’inutile perdita di tempo. Ciò che era accaduto di importante lo sapeva. Suo padre aveva spaccato i culi, e questo le bastava.
Perciò, quando le toccavano le lezioni di Rüf, semplicemente girava per Hogwarts, a farsi gli affari degli altri e trovare qualcuno da spaventare con il Mantello dell’Invisibilità di suo padre.
Dire che ormai i Prefetti che facevano la Ronda durante le ore buche avevano smesso di considerarla “in atteggiamenti sospetti” era superfluo. Nessuno aveva il diritto, o anche il coraggio, di dire a Lily di tornarsene in classe, perchè sarebbe stato come dichiarare guerra a Lord Voldemort in persona. O magari ad un suo nipote alla lontana, molto più spietato.
Talvolta, però, era colta sul fatto dall'unico studente di Hogwarts a non temerla, all'infuori dei suoi fratelli e dei suoi migliore amici, Lorcan e Lysander Scamander, che comunque nutrivano qualche dubbio sia sulla sua sanità mentale, che sulla sua concezione di bene e male.
Il personaggio che Lily spesso incontrava per i corridoi a detta di alcuni “proibiti”, era niente meno che l'unica persona alla quale Lily avrebbe fatto del male fisico. Ovvero, Scorpius Malfoy in tutto il suo pallore luminoso, capelli platinati, e sorriso sghembo, da coglione quale era.
─Dunque Potter, ti diverti ancora a saltare le lezioni di Rüf. Quando capirai che è ora di crescere?─ chiese, avvicinandosi, lo sguardo sicuro di sé e una certa confidenza nella loro vicinanza. Sembrava fossero abituati, a stare così vicini, e a respirare l’uno l’aria dell’altra.
─Non sei un po’ ipocrita? Infondo anche tu non sei in classe. E, considerando che sei allo stesso anno e nella stessa casa di mio fratello, e che stamattina mi ha detto di avere l’intera giornata piena, dubito tu possa avere un’ora buca─ Lily sorrideva scaltra, come solo una volpe poteva essere. Non per altro, la volpe era il suo Patronus.
─Io ho scelto di non frequentare le lezioni di Pozioni perché sono il migliore della classe, e non ne ho bisogno. Tu non frequenti le Lezioni di Storia della Magia perché sei una bambinetta pigra ed immatura─ Scorpius, se si fosse avvicinato ancora un po’, avrebbe toccato il naso di Lily con le labbra. Ma non lo fece. Si tenne a due centimetri dal naso della ragazza, e dalle sue labbra rosse, e aspettò che fosse lei, ad abbassare lo sguardo, desiderosa. Ma Lily non lo fece.
Scorpius non era il tipo di ragazzo che “conclude un lavoro”. Provocava, si avvicinava, e nel momento in cui la bomba che aveva lanciato esplodeva, la ragazza era già avvinghiata alle sue labbra.
Lily non era il tipo di ragazza da cedere tanto facilmente ad un bel visetto, a un paio di degli addominali.
Altrimenti avrebbe stuprato Lorcan e Lysander tanto tempo prima.
Con uno sbuffo scocciato che nascondeva un sorriso divertito, spinse via Malfoy, e andò verso le scale.
─Di a tuo fratello che non ha scampo domani sera! Seconda festa dell’anno scolastico, e stavolta non si chiuderà in camera!─
Lily ascoltò quelle ultime parole con la stessa attenzione che si presta alle ultime parole di un professore prima che suoni la campanella.

 Nota dell'Autrice:
Faccio schifo, non aggiorno da quasi un mese. Chiedo umilmente venia, e mi prostro ai piedi di chi ha aspettato il capitolo, ma ho avuto qualche problema familiare.
Il capitolo non è un granchè (non ero molto ispirata), ma ora che si è calmata la tormenta, ho voluto aggiornare. Me sono detta che se poi non trovassi più il tempo, rimarrebbbe una stora munita solo di prologo e sarebbe stata una cosa imbarazzante. Così ho messo il primo capitolo, tanto per avviare la storia almeno un pò. Ovviamente è mia intenzione continuarla, ma senza, diciamo così, una certa costanza. Nei momenti liberi, però, sappiate che io scriverò le malefatte dei fratelli Potter, invece che farmi i cazzi miei! E lo farò per voi, gente. 
Ringrazio di cuore chi ha recensito il prologo, chi ha messo fra le preferite/ricordate/seguite. 

P.S. chiede scusa per gli errori di battitura, o ortografici, ma come ho già detto sono un talpa e non li vedo. 


Love, Meg <3
  
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