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Autore: mesafe    04/02/2013    1 recensioni
Mi lavo i denti. 16 movimenti secchi. 16 e solo 16. Mi lavo le mani. una. due. tre. quattro volte. Vado in camera. Calze, camicetta, gonna e felpa. Sempre e solo così. Predo la cartella e fortunatamente mi accorgo che è venerdì. 7 ore. Letteratura, Tedesco, Matematica, Storia, Pranzo, Ora-buco, Ginnastica, Ginnastica. Prendo le mie cose per ginnastica dall’armadio. A scuola non lascio vestiti perché è tutto pieno di germi ed è tutto sporco. Chiudo la porta di camera, attraverso il soggiorno, metto il giubbotto, apro la porta dell’appartamento, scendo le scale. L’aria fredda di Earl’s Court Road mi entra nelle vene. Sento le linee rosse nelle mie braccia risuonare, sento il dolore dell’incomprensione dentro di me. Stazione della metro, igienizzante a portata di mano; fortunatamente c’è un posto a sedere libero e mi ci siedo. Mi lavo le mani con il gel. St James’ Park. E’ la mia fermata; scendo e prendo l’autobus. Arrivo a scuola e il portone immenso mi da il benvenuto.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi dirigo al mio armadietto che,sfortunatamente,si trova vicino a quello di Katie e delle sue poco simpatiche amichette. Katie è una ragazza alta con molte curve ed è per questo che molti ragazzi le vanno dietro;è contornata dal suo sciame di lecchine che farebbero qualunque cosa per lei. Mentre faccio la combinazione dell’armadietto,rigorosamente con una salviettina igienica,Katie,Rosie e Ann mi si avvicinano.
“Ehi Rigby”
esordisce Katie con un tono alquanto acido.Le sue due amichette mi squadrano come se fossi una donna di quart’ordine
“Cosa fai con quella salviettina da lesbica?”
Lei e le sue amichette soffocano una risatina.Katie è fatta così,da quando ha scoperto che sono ossessivo-compulsiva non fa altro che darmi contro con insulti razzisti e discriminatori.Butto la salviettina del cestino vicino alla fila di armadietti e cerco il mio libro di letteratura inglese e quello di tedesco.
“Buona giornata Katie.”
La liquido nel modo più freddo che possa fare e mi dirigo verso l’aula della Kalrs,la professoressa di letteratura.Mentre percorro il rumoroso corridoio della scuola,Josh Tern,la persona più disgustosa del mondo,mi da una spintarella. Josh è un ragazzo che non si lava mai le mani,mangia senza posate e sputa come un vecchio,ci prova con me da un bel po’,ma io non voglio interagire con lui per il fatto che lo vedo come se fosse un enorme germe sporco che gravita su di me.
“Ehi Rigby vieni alla partita di Basket di oggi?”
“No Josh,sono occupata”
“Si,occupata a lavarsi le mani come una lesbica”
Katie tuona da dietro.Josh e Katie stavano insieme e ciò non mi sorprende per niente,d’altronde sono le persone infime per eccellenza ed è naturale che due soggetti della stessa specie si frequentino.
“Sarà per la prossima volta Rigby”conclude Josh.

Devo riconoscere che la classe di letteratura è la più bella della scuola perché i soffitti alti,le due lavagne nere e i banchi ancestrali danno quell’idea di ottocentesco.Prima di sedermi pulisco la mia sedia e il piano del banco con una salviettina e poi mi lavo le mani perché la porta dell’aula era chiusa e ho dovuto aprila. La Karls arriva sempre in ritardo e il primo alunno che arriva deve aprire la porta.
La classe di letteratura è prettamente femminile,quindi mi sento più sicura perché ho sempre etichettato i maschi come essere sporchi e orripilanti,tutti tranne mio nonno. Era un fervido appassionato di Shakespeare e penso di aver avuto la passione per la letteratura nel sangue grazie a lui.
La professoressa entra con un testo di Virginia Woolf,precisamente Mrs Dalloway.Non conosco bene il romanzo, ma l’autrice è uno dei miei personaggi inglesi preferiti.
La voce calma e rilassante della Karls racconta la vita della Woolf,della sua lotta per la parità dei sessi e dell’innumerevole quantità di saggi;prendo appunti creando uno schema con il nome delle opere più importanti e riassumendo la vita dell’autrice.

Quando la campanella suona la Karls,che si chiama Elizabeth, mi ferma per 5 minuti.Fortunatamente tra una lezione e l’altra ci sono 10 minuti di pausa e parlare con lei mi fa bene e di sicuro non rifiuto l’invito.La Karls è una donna sulla cinquantina,con i capelli ricci brizzolati e delle lunghe dita affusolate con diversi anelli,è una donna che con il suo sguardo e con il suo leggero sorriso può rassicurarti o ammonirti,tutto in un secondo.
“Come va Megan,la vedo triste”
La Karls è molto buffa a mio parere perché chiama tutti i suoi alunni con il nome,ma quando parla usa la forma di cortesia.E’ una professoressa che ama il suo lavoro e ama gli adolescenti e cerca sempre di farci capire che la vita è una sola e che non bisogna sprecarla dietro droghe o sesso o nel mio caso dietro confezioni di salviette e flaconi di igienizzante.
“Io sto bene,non mi sento triste,anzi la sua lezione mi ha proprio messo di buon umore”
“Megan,io l’ho vista in corridoio e il signorino Josh mi sembra importunarla un po’ troppo,lo trovo un atteggiamento noioso”
“Si in effetti è molto noioso e fastidioso,non lo trovo un ragazzo né affascinante né pulito”
“Ancora con la storia del pulito?”
Abbasso lo sguardo verso il pavimento e un fascio di luce mi cade negli occhi e sono costretta a strizzarli.La Karls appoggia la sua mano sulla mia spalla e questo mi costringe a guardarla in viso.
“Megan,è una ragazza molto affascinante,intelligente e razionale,ma questa storia non può andare avanti,anche lei sa benissimo che è l’irrazionalità pura,vero?
“Lo riconosco con tutta me stessa e provo anche a smettere con tutta me stessa ma non ci riesco.Sarò brava a scuola ma nella mia vita privata sono un disastro”
La campanella dei 5 minuti suona e la Karls conclude il nostro discorso con un sorriso affievolito che mi colpisce e mentre raggiungo la classe di tedesco del professor Malcòn ripenso a ciò che ci siamo dette.

In effetti riconosco che il mio disturbo è una cosa irrazionale,ma io non so cosa fare.Da quando ho 12 anni ho iniziato a prende antidepressivi su antidepressivi e sono stata vittima di bullismo quando Katie l’ha scoperto.Mi dava della depressa e della senza speranze,ma gli antidepressivi secondo Sasha dovrebbero stimolare il mio cervello a rilassarsi e a farmi dimenticare delle mie manie e in quattro anni non è mai successo.
Come al solito il professor Malcòn ha dimenticato le chiavi della classe in segreteria perché la nostra è la sua prima lezione giornaliera.
“Ragazzi vado a prendere le chiavi della classe voi aspettate qui”
E,scendendo le scale,si dirige da Leen,la bidella.Con il fatto che l’aula è all’ultimo piano di 4 e il professore è un imbranato patentato,tutti si dileguano e io colgo l’occasione per andare al bagno a lavarmi le mani,rigorosamente con il mio asciugamano e il mio sapone che tengo sigillati nella mia cartella. Quando mi sono lavata le mani uscendo dalla porta noto Josh che,avendo matematica,si trova nella aula accanto. Molto probabilmente non è in classe perché si è fatto buttare fuori. Purtroppo non c’è Yen,una ragazza di origini cinesi con la quale vado abbastanza d’accordo e con la quale parlo di un po’ di tutto.Mi appoggio con la schiena alla porta e vedo Josh che si avvicina.Guardo l’orologio in modo nervoso e mi chiedo quanto ci possa mettere un professore a prendere delle stupidissime chiavi dalla bidella.
La presenza di quel 17enne si sta facendo sempre più vicina e soffocante.Alzo lo sguardo e noto che dista da me meno di un metro. Mi stacco dalla porta e nella mia testa faccio mente locale per cercare qualche argomento che lo spaventi a tal punto da ritornare davanti alla porta di classe sua,ma nulla.
“Ehi Rigby!”
Appena arriverà Yen la ucciderò per avermi lasciata qui in balia di un perfetto idiota.
  
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